domenica 30 novembre 2008

In ricordo di Franco Spinosi - 12

(Vedi il preambolo dedicato a
Franco Spinosi sul post n. 1)


Dalla Collana „Le Perle”:

Lettere d’Amore perdute

Copyright by Franco Spinosi Editore
Editrice La Sfinge


La maniera con cui mi sono procurato tali lettere e’ del tutto casuale. Mi e’ sembrata buona cosa il pubblicarle, dedicandole a tutti coloro che hanno sofferto, soffrono e soffriranno per amore. (L’Editore)


Amica mia,
Vi amo, vi amo, vi amo; ripeto queste parole incessantemente a me stesso sino a che esse perdono il loro significato abituale.
Il mio intelletto ed il mio raziocinio si ribellano a queste cose che considero delle futilita’ e del parossismo sentimentale, ma inutilmente. Questo grido sgorga irrefrenabile dal mio cuore. Tutta la mia vita avevo paventato una tale resa, ma non credevo che la sconfitta fosse cosi’ dolce.
Avete vinto, amabile, deliziosa, maliziosa ammaliatrice, ed io sono alla vostra merce’.

Gentile amica,
Il mondo della fantasia e’ un incantevole, prezioso conforto ideale per chi vuol rivivere attimi deliziosi troppo presto passati. Ma a me non basta.
Solo ora ho imparato ad amarvi e purtroppo non ho attimi da ricordare.
Voglio vedervi. Voi mi parlate di legami, di diritti che altri vantano su di voi, ma in nome di Dio, quale legge umana puo’ impedirmi di amarvi?
Verro’ da voi, vi prendero’ semplicemente tra le braccia, e scostando dal vostro volto gli eterni capelli ribelli, vi bacero’ sulla bocca. La tua bocca.

Mia diletta,
Ora ho ancora il mio ricordo da custodire e rivivere e, sebbene a volte mi assalga una cupa disperazione, esso rappresenta per me finalmente una realta’, un conforto incessante.
Come potrei dimenticare? Siamo seduti accanto, io e te, in un tranquillo meriggio d’estate. Tu parli fitto fitto, giocherellando coi piedi sui ciottoli. Di tanto in tanto sollevi lo sguardo verso di me, guardandomi intenta da sotto la tesa del cappellino.
Io taccio, poi anche il tuo parlare si spegne; rimaniamo intenti, silenziosi, soli al mondo.
Che bisogno vi era di parlare?

Amata mia,
Il mio smarrimento aumenta continuamente, come aumenta parimenti il desiderio di averti.
Tutto e’ iniziato come un gioco, una deliziosa schermaglia di sguardi, parole ed allusioni. Poi come nell’insorgere di una malattia, tutto si e’ trasformato, tutto e’ divenuto diverso, ed il tormento e’ ora intenso, quasi insostenibile. Non riesco piu’ a vivere, lavorare, scrivere. Tutto mi e’ divenuto indifferente.
Vedo soltanto la tua immagine: i tuoi capelli color rame che a volte porti sparsi, a volte legati in un’unica treccia, a volte raccolti sul capo.
E’ un pulviscolo dorato, in cui mi e’ caro affondare le mani come nella sabbia dorata e soffice.
E le tue lunghe ciglia che sovente scendono a velare la luce dei tuoi occhi! Se dovrai un giorno dirmi delle cose spiacevoli, abbassa le tue ciglia, altrimenti i tuoi occhi tradirebbero il tuo cuore.

Mia cara,
Vedo che ti meravigli un poco nel sentirmi cosi’ innamorato dei tuoi capelli, ma per me e’ semplice e naturale poiche’ essi fanno parte di me. Anzi sono te stessa.
Sempre la tua persona ha avuto per me un fascino particolare. Ricordo un giorno, agli inizi della nostra amicizia, di averti seguito a lungo a tua insaputa senza farmi riconoscere da te.
Andavi con la tua fantastica maniera di camminare: una spalla piu’ bassa dell’altra, le mani nelle tasche del cappotto, la borsa a tracolla, ed infine la tua deliziosa testa reclinata da un lato come fai sempre quando stai pensando.
Adesso il mio amore per te cresce a dismisura, forse si nutre di solitudine, di angoscia e di disperazione. Che mi e’ rimasto di te ora? Sono cosi’ lontano! Ma forse abbiamo in comune questa incredibile, scintillante, fredda catena di stelle fulgide. Certo, l’abbiamo in comune, sempre pero’ che tu abbia il tempo ed il desiderio di fissarla.

Diletta mia,
La tua ultima lettera mi ha veramente sorpreso, rivela di te una qualita’ insospettabile: la gelosia.
Veramente mi pare una gelosia invero modesta e moderata, infatti mi domandi, forse solo incuriosita, se ho delle avventure con altre donne.
Ma che cosa e’ questa tua blanda gelosia di fronte a quella furiosa che divora me? Tu vivi con un altro uomo e gli appartieni di diritto, e questo mi rende la vita intollerabile. Quante parole, quanti sguardi, quali carezze riservi per lui?
Se ho delle avventure? A volte, anzi piu’ volte la settimana incontro sul tram una piccola ragazza dall’aspetto dimesso. Ha uno sguardo triste e l’aspetto dolce.
Io avverto con la mia sensibilita’ di uomo che soffre, che anche ella e’ infelice, e lo sguardo che ci scambiamo e’come un brivido, un presagio di una cosa che avrebbe potuto essere e che non sara’ mai. Due strade diverse che si sfiorano. Non temere: e’ meno bella di te. Quello sguardo e’ solo un episodio, e’ solo la tua curiosita’ gelosa me lo fa tornare in mente.
Ora sono solo uno straniero che vive di rimpianti e di nostalgia in una citta’ sconosciuta.

Mia diletta,
Devi riconoscere che il mio comportamento e’ ragionevole. Rinuncio a venire da te, a sentirti mia, a rubare attimi felici alla vita.
Anche nello scrivere sono moderato; mai nelle mie lettere menziono il tuo nome, accenno alla tua vita e alle nostre comuni conoscenze. Sarebbero indizi che potrebbero svelare il nostro segreto alla curiosita’ pigra e malevola di quel mondo scadente in cui tu vivi ed al quale annetti tanta importanza.
Potrebbero le mie lettere essere le lettere di tutti e di chiunque, di ciascun uomo innamorato ed infelice. Lettere anonime di una umanita’ che paga a caro prezzo il privilegio di amare ed essere amata.
Ognuno ha il destino che si sceglie consapevole, ma il mio a volte mi atterrisce. Tu non puoi aiutarmi che amandomi. E sono esigente in cio’, amore, pretendo da te un amore sconfinato. Come il mio.

Amore,
C’e’ gia’ nell’aria un’atmosfera natalizia che commuove. Qui cade la neve! Pensa poter correre io e te, tornati bambini, sulla neve bianchissima. E tu con le gote arrossate ed i capelli al vento!
Ho ricevuto i tuoi doni. Ho stretto al cuore il tuo disco che non posso udire perche’ qui non ho un fonografo. Ma che importa? Conosco questa musica di Ciaikovski perfettamente, nota per nota, come conosco il tuo viso perfetto e le tue gentili sembianze.
Sono felice! E’ bastato che tu ti ricordassi di me per rendermi folle di gioia. Affamato di amore mi bastano queste briciole che mi vai elargendo. Ho messo anche la tua sciarpa e sono uscito orgoglioso con quel tuo abbraccio di lana morbida intorno al collo.

Amore mio,
Ora le mie notti sono terribili, la solitudine mi opprime e mi soffoca, il buio mi spaventa.
Tornero’ da te. Ti prego, amore, non cercare di impedirmelo. Basteranno pochi giorni, pochissimi.
Ne’ dovrai preoccuparti della maniera con cui ci vedremo. Ti seguiro’ come un’ombra, attento, cauto, astuto come una volpe. Voglio tenerti ancora tra le mie braccia e sentire di nuovo il sapore della tua bocca morbida, dolcissima. Ti prego, amore, non tentare di impedirmelo: sarebbe piu’ facile per te, con le tue fragili braccia, tentare di arginare un fiume impetuoso.
A presto. A presto!

Amore mio,
Per la seconda volta ho forzato il destino. Ho rubato ancora attimi felici alla vita. Ora per un poco saro’ pago, come e’ pago un mendicane sazio. Poiche’ anche io sono un mendicante: un mendicante di amore. Ma quanti sforzi ho dovuto compiere per far si’ che tu cedessi ancora una volta, una volta sola?
Avro’ sempre questa forza sovrumana per vincere i tuoi scrupoli, i tuoi pentimenti, improvvisi e violenti come i temporali d’estate?
Ti ho visto piangere, ed e’ stato terribile, credi. Ancora oggi ne ho rimorso e pena. Vedere i tuoi begli occhi velati di lacrime e nondimeno bellissimi!
Ma dimmi, anima mia, dove ci portera’ tutto questo?

Amore,
E’ una settimana che piove, una monotonia triste ed oscura piena di malinconia. Miriadi di gocce scorrono sui vetri delle finestre, brillano per un attimo e subito svaniscono, rimpiazzate instancabilmente da altre. Io sto a guardarle affascinato per lunghi tratti. Mi sembra che tutto il pianto ed il dolore del mondo stia li’, condensato, dinanzi ai miei occhi. E’ un mese che tu non mi scrivi, ed io sto precipitando in un baratro di paura e di angoscia.
Sovente ho sofferto di tali periodi di psicosi e di smarrimento. Ricordo da bambino, quando ero travolto da tali periodi di pena sconfinata, solo nel mio lettino. Allora bastava che la mamma entrasse nella mia stanzetta e, consapevole, sfiorasse con le sue dita il mio volto perche’ tutta la mia pena svanisse.
Ora sarebbe sufficiente che tu mi apparissi dinanzi per far dileguare ogni mio dubbio; come un angelo disceso dal cielo solo per me.
Ma gli angeli sono rari e non compaiono per due volte di seguito nella vita di un uomo. E forse tu degli angeli possiedi solamente la bellezza radiosa.
Se anche la parola „ti amo” che mi hai ripetuto mille volte e’ stata un luogo comune per te, priva di ogni significato, allora ti preghero’ come un amico, un malato, un essere umano che ha estremo bisogno di aiuto.
Aiutami! Tu puoi e devi farlo! Cosa sarebbe della tua vita se salvando la tua famiglia e te stessa dovessi perdere me? Ti prego, amore, aiutami!

Mia cara,
Ti ringrazio della tua lettera, e’ sempre qualcosa per me ricevere tue notizie, sebbene questa ultima tua sia piena di amarezza e, in molti punti, ingiusta nei miei riguardi.
Sembra che tu voglia rimproverarmi di volerti troppo bene e, se questo ti preoccupa e puo’ arrecarti dispiacere, allora debbo confessare che il rimprovero e’ pienamente meritato.
Ma come posso controllare i moti del mio animo e del mio cuore? Come si fa a controllare un fuoco quando divampa irruente? Tu, che come sembra sei maestra in tale arte, devi avere la pazienza di insegnarmela.
Lascia, ti prego, amore, che io ti voglia bene come posso e come so. L’amore e’ un’arte semplice, primitiva, naturale, e soprattutto totale. Percio’ amore ti amo, ti amo, ti amo.

Mia diletta,
Ieri, oggi, domani, per sempre ti amero’. Ne’ voglio sottrarmi a questa malia. E se anche io potessi e lo volessi, lo vorresti tu? Vorresti impedirmi di correre da te, di affondare il mio capo sul tuo grembo, di intrecciare le mie mani con le tue?
Pensa, stare con le mani unite nella notte silenziosa mentre le stelle parlano con le altre stelle, ed il mio cuore ripete con il tuo le parole solite delle anime che si amano, ma non per questo meno belle e meno nuove.
Sei bella, infinitamente bella, sei una deliziosa amante, e quando ti vedo sbiancarti in volto e ti sento abbandonare la tua mano nella mia, allora tutto il cielo, le stelle, la natura intonano per me un canto meraviglioso come non ve ne e’ di uguali in tutto il mondo. Io e te!
Come vorrei vivere ed invecchiare cosi’, con la testa appoggiata sulle tue dolcissime mani congiunte.

Amore mio,
Non ringraziero’ mai abbastanza il destino di avermi fatto incontrare te, di averti tenuta per me sul tuo cammino. Sei apparsa come una meravigliosa visione, come la fata dei nostri racconti dell’infanzia: l’immagine che diviene una realta’ bramata e che viviamo poi nel continuo terrore di vederla svanire da quel nulla da cui e’ apparsa.
Sei come il suono di un’arpa, sei come lo stormire del vento tra gli arbusti, sei un tramonto infuocato, sei una pallida e diafana aurora, sei il vento che soffia impetuoso, sei il suono delle campane distanti che ci fanno tornare negli occhi immagini dimenticate. Sei il sole, le stelle, l’aria che respiro. Sei tutto e nulla per me, e sei inafferrabile come il cielo stellato.
Quando i fiumi non scorreranno piu’, quando il sole non sorgera’ piu’ e la terra sara’ un implacabile deserto infuocato e gelido io, ancora, in qualche punto dell’universo gridero’ la tua bellezza con la stessa forza di adesso; perche’ l’amore che sento oggi nel cuore non puo’ perire con me e non perira’.

Mia amata,
E’ primavera, amore, ed io non ti ho ancora rivisto. Tutto germoglia intorno e nasce a nuova vita dopo la tristezza dell’inverno. E’ primavera come allora.
Ricordi amore? A me sembra tutto molto lontano nel tempo. Vi sara’ ancora una primavera per me e per il mio povero cuore?
E’ da tanto tempo che non mi scrivi piu’, a volte mi assale il presagio che la mia meravigliosa avventura sia finita o stia per finire. Il mio scrivere senza speranza e’ come il battere ad una porta chiusa, dietro la quale si sa che vi e’ una persona che ascolta ma che non vuol rispondere e che non rispondera’ piu’.
Dimmi che non e’ vero. Dimmi che la mia e’ solo paura. Forse e’ solo il mio cuore che non avverte la primavera ed e’ ancora avvolto nel gelo triste dell’inverno.

Amore,
Mi chiedi di aver coraggio, anzi mi scrivi: „devi avere il coraggio per amor mio”. Ti appelli alla nobilta’ del mio cuore, alla mia fortezza di animo affinche’ io ti lasci „non posso piu’ vivere in questa maniera” dici.
Ti rendi conto della gravita’ di cio’ che mi chiedi? Mi hai sospinto al di fuori delle amicizie comuni, mi hai quasi scacciato dalla citta’ in cui tu vivi, ed ora mi vuoi respingere al di fuori del tuo cuore in un deserto di disperazione.
Eppure con tremenda lucidita’ capisco che questo e’ ineluttabile. Tu non mi ami piu’, e forse non mi hai mai amato.
Tante volte mi hai sospirato sul cuore „per sempre” ed io ogni volta ti ho creduta sincera...
Ed ora io non dovrei piu’ vederti „per sempre”. Lo sai cosa significa cio’? Per sempre, per sempre. Una somma infinita di minuti, di ore, di giorni, di anni. Tutta una vita senza di te!
Condannato per tutta una vita ad una solitudine certa, infinita. Una lunga tortura senza una luce di speranza. Ma io posso e debbo abbreviarla questa tortura, questa lunga sofferenza inutile.
E’ questo che vuoi? Non aver paura ad essere sincera. Io non ho bisogno di un eccessivo coraggio per affrontare l’ignoto, non sarebbe neanche coraggio, in fondo, ma una fuga da questa vita che mi ripugna senza di te!
Tutto sara’ meglio che sentirmi abbandonato da te, dall’invecchiare senza speranza, dal vedere sfiorire il mio corpo senza di te, per sempre, per sempre, per sempre!
Bastera’ questo? Bastera’ il mio sacrificio, novello Isacco, sulla fredda pietra dell’altare del tuo egoismo e della tua rispettabilita’?
Addio dolcissima amata mia, addio per sempre; non hai voluto o non hai saputo comprendere, ma non aver rimorsi per me. Tutto mi e’ ora indifferente. Ed a che varrebbe il ribellarsi?
„Non devi vedermi piu’” scrivi „per sempre”. Per sempre!
Spero solo che in quel cielo ove cercavo il tuo viso splendente a gareggiare con gli astri, vi sia realmente un mondo diverso dal nostro in cui un giorno, deposte queste nostre ridicole passioni, ci si possa incontrare di nuovo e tu possa capire finalmente il mio amore, finalmente libero dalla sofferenza. Addio amore, addio per sempre e ti prego, ricordami. Che il Signore ti protegga sempre.
Addio, addio.

sabato 29 novembre 2008

In ricordo di Franco Spinosi - 11


(Vedi il preambolo dedicato a
Franco Spinosi sul post n. 1)

Dalla Collana „Le Perle”:

Corano

Copyright by Franco Spinosi Editore
Editrice La Sfinge


Nel nome di Allah, il Misericordioso, il Pietoso
Sia lode ad Allah, il Padrone del mondo,
Il Misericordioso, il Pietoso,
Il Re del giudizio finale!
Sei Tu che noi serviamo:
A Te noi imploriamo il soccorso!
Guidaci nella Via giusta,
La via di coloro dei quali ti compiaci,
E non di coloro che suscitano la tua collera
E che vivono nell’errore.


IL CORANO

Uomini, servite il vostro Signore che ha creato voi e quelli che sono stati prima di voi.
Che ha fatto della terra un divano e del cielo una casa. Egli fa discendere l’acqua dal cielo per la quale germinano i frutti della terra per il vostro sostentamento.
Se avete dubbi che cio’ che riveliamo al Nostro servitore sia falso, allora portateci uno scritto come questo, e chiamate altri testimoni al di fuori di Allah, se dite la verita’!
Ma se voi non lo farete, e certamente non lo farete, allora temete il fuoco, di cui gli uomini e le pietre saranno preda, il fuoco preparato per gli Infedeli.
Annunciate la buona novella a tutti coloro che credono e che fanno delle buone azioni: per essi sono stati riservati giardini nei quali scorrono ruscelli. Ogni volta che coglieranno dei frutti per il loro sostentamento diranno: „Ecco quei frutti dei quali ci nutrimmo sulla terra, ma il loro sapore e’ piu’ squisito”. Ci saranno per loro delle purissime spose. E questa sara’ la loro dimora in eterno.
Quando il Signore disse agli Angeli: Voglio stabilire sulla terra un mio Vicario simile a me stesso, quelli risposero: „Ci stabilirai qualcuno che fara’ del male e che spargera’ del sangue, mentre invece noi glorifichiamo e proclamiamo la Tua santita’”. Il Signore disse: Io so quello che voi non sapete.
Tu, Adamo, abita con la tua sposa in Paradiso; mangiate i suoi frutti ovunque vogliate, ma non avvicinatevi a questo albero, perche’ allora sareste degli ingiusti.
Ma Satana suggeri’ loro di non guardarsi l’uno con l’altro perche’ non avevano nulla da coprirsi tranne la loro nudita’.
E disse: Il vostro Signore vi ha interdetto questo albero affinche’ non vi tramutiate in due angeli e non diventiate immortali.E giuro’ ad ambedue: In verita’ io sono per voi un buon consigliere.
E cosi’li acceco’ con l’inganno e quando essi ebbero gustato i frutti dell’albero, la loro nudita’ divenne evidente ed essi la coprirono con le foglie degli alberi. Il loro Signore li chiamo’: Non vi ho proibiti i frutti di questo albero? E non vi ho detto: In verita’ Satana e’ il vostro nemico dichiarato?
Essi dissero: O nostro Signore, noi ci siamo fatti del male con le nostre mani. Se Tu non ci perdoni e non hai pieta’ di noi, saremo sicuramente perduti.
Allah disse loro: Discendete da questo soggiorno celeste. Voi uomini sarete nemici l’uno dell’altro. Ma ci sara’ sulla terra un luogo di soggiorno per voi, e tutto quello che vi sara’ necessario per vivere.
Disse ancora: Voi la’vivrete e la’ morrete, e di la’ ne uscirete un giorno.
O figli di Adamo! Noi vi abbiamo inviato dall’alto delle vesti per coprire la vostra nudita’, ed anche delle stoffe assai ricche. Ma la veste migliore e’ quella della pieta’! Questo e’ uno dei segni di Allah. Possano gli uomini rammentarsene.
O figli di Adamo! Che Satana non vi seduca come fece coi vostri padri in Paradiso, togliendoloro la veste dell’innocenza e facendoli consapevoli della loro nudita’. In verita’ noi lo vediamo, lui e la sua tribu’, ove voi non potete vederlo. In verita’ noi abbiamo fatto i demoni padroni di coloro che non credono.
E quando i malvagi, commesso qualche atto innominabile, dicono: „L’abbiamo sempre fatto dal tempo dei nostri padri, ed e’ Allah che l’ordina”, dite loro: In verita’ Allah non ordina mai cose abominevoli, perche’ dite di Allah cose che non sapete?
Dite: Il mio Signore non ordina mai una cosa che non sia giusta. Volgete il vostro viso verso le Moschee ed invocateLo.
O figli di Adamo! Prendete i vostri ornamenti ed i piu’ bei vestiti per frequentare le Moschee. Mangiate e bevete, ma non commettete mai degli eccessi. In verita’ Egli non ama coloro che si abbandonano ad eccessi.
O figli di Adamo! Verranno in mezzo a voi degli Apostoli che vi parleranno dei miei miracoli. Allora chiunque credera’ e fara’ del bene non avra’ nulla di cui pentirsi.
Ma coloro che tratteranno i miei miracoli come menzogne o che sono troppo orgogliosi per dar loro una giusta valutazione, coloro saranno i compagni del fuoco, ove resteranno eternamente.
Chi e’ piu’ ingiusto di coloro che inventano delle menzogne contro Allah e che trattano i suoi segni e i suoi miracoli come imposture? Costoro stano attenti a quella parte del Libro che li concerne. Quando i nostri Messaggeri andranno ad essi per ricevere le loro anime, diranno: Cosa invocate ora al posto di Allah il Misericordioso? Ed essi risponderanno: I nostri falsi dei sono spariti intorno a noi. Questo testimoniera’ contro loro stessi che erano dei miscredenti. Allah dira’: „Entrate nel fuoco, fra le generazioni che vi hanno preceduto, siano stati essi genii od uomini”.
Ed ogni volta che una generazione vi entra, essa maledice quella che l’ha preceduta.
In verita’ coloro che hanno tenuto conto dei nostri segni e dei nostri Miracoli quali menzogne, e che sono stati troppo orgogliosi, a loro dico, le porte del cielo non saranno mai aperte e non entreranno mai in Paradiso fino a quando un cammello non passera’ per la cruna di un ago. Cosi’ saranno ricompensati i peccatori!
Ma intendano coloro che credono e fanno del bene: Noi non affliggeremo un’anima al di la’ di quanto non possa sopportare. Essi saranno i compagni del Paradiso. La’ essi dimoreranno eternamente.
Noi strapperemo tutto cio’ che vi e’ di cattivo nei loro cuori. La’ nel Paradiso, mentre ruscelli corrono ai loro piedi, essi diranno: „Gloria ad Allah che ci ha condotto qui, poiche’ noi non ci saremmo salvati se Egli non ci avesse guidati. Gli Apostoli di nostro Signore ci avevano detto il vero”. E delle voci grideranno: „Questo e’ il Paradiso che voi godrete per le buone opere che avete compiuto”.
Ed i compagni del paradiso grideranno ai compagni del fuoco eterno: „Noi abbiamo visto che cio’ che nostro Signore ci aveva promesso era pura verita’, avete anche voi la prova che quello che vi aveva minacciato era la pura verita’?”. Essi risponderanno: „Si’”. Ed una voce tra loro gridera’: „Che la maledizione di Allah sia su tutti i peccatori”.
Ed i compagni del fuoco supplicheranno: „Gettateci un poco di acqua e qualche frutto che Allah vi ha donato”. Ed essi risponderanno: „Allah ha proibito l’una e l’altra cosa a coloro che non credono”.
Quelli che hanno preso la religione per un giuoco, quelli che la vita del mondo ha reso ciechi, noi oggi li dimentichiamo, come essi dimenticarono il giorno del giudizio.
Noi allora portammo alla loro conoscenza un libro (il Corano) e portammo a loro conoscenza la verita’ con scienza, direzione e misericordia.
Si curarono abbastanza elli della sua interpretazione? Il giorno che arrivera’ la resa dei conti coloro che lo avranno dimenticato e negletto diranno: „Gli Apostoli di nostro Signore erano venuti a noi con la verita’, come potremmo avere ora intercessori a nostro favore? Come potremmo ora tornare indietro? Se lo potessimo agiremmo diversamente da come abbiamo agito. Ma essi si sono perduti con le loro mani ed i falsi Dei da essi immaginati si sono dileguati dietro di loro.
In verita’ il nostro Signore e’ Allah che ha creato la terra ed il cielo in sei giorni. Poi si assise nel suo trono.
Egli copre il giorno con la notte, e li fa seguire senza fine. Il sole, la luna e le stelle sono sottomessi ai Suoi ordini. Non sono sottomesse a Lui la creazione e la parola che comanda? Benedetto sia Allah, il Signore dei Mondi!
Invocate il Vostro Signore umilmente e segretamente. In verita’ Egli non ama affatto i trasgressori.
Non fate mai del male sulla terra, dopo che tutto Egli ha messo in ordine. InvocateLo con timore e con desiderio ardente. In verita’ la misericordia di Allah e’ presso coloro che agiscono bene.
E’ Lui che invia i venti annuncianti la Sua Grazia.
Quando essi portano le pesanti nubi cariche di pioggia verso terre secche e morte, e’ Lui che ne fa discendere la pioggia e la grazia facendo ivi crescere ogni sorta di frutti. E’ Lui che fa uscire i morti dalla loro tomba. Come potreste mai dimenticarvene?
Le buone terre producono in abbondanza la vegetazione per il volere del Signore, mentre le cattive terre non danno che insignificanti raccolti. Cosi’ appare la grazia per coloro che sono riconoscenti.
Coloro che preferiscono la vita di questo mondo alla vita del mondo futuro, che cercano di distogliere gli uomini dalla voce di Allah e che cercano di rendere tale voce tortuosa ed incomprensibile, tali uomini dico, commettono un errore profondo.
Non pensare che Allah sia disattento a quello che fanno gli ingiusti. Egli non dona loro che un indugio fino al giorno in cui i Suoi occhi si fisseranno su di loro. Non pensate che Allah manchi alle Sue promesse fatte agli Apostoli. In verita’ Allah e’ possente. Egli e’ anche il padrone della vendetta.
Il giorno che la terra sara’ cambiata in un’altra terra ed il cielo in un altro cielo, tutti noi, tutti, compariremo davanti ad Allah, l’Unico, il Vittorioso.
E tu vedrai allora i peccatori di quel giorno legati con pesanti catene.
I loro vestimenti saranno delle resine, ed il fuoco coprira’ i loro volti quando Allah avra’ retribuito tutte le anime secondo i loro meriti. In verita’ Allah e’ pronto a regolare i Suoi conti.
O mio Signore! Rendimi assiduo nella preghiera, me ed i miei posteri. O nostro Signore, gradisci la mia invocazione! O nostro Signore, perdona a me, ai miei parenti ed ai credenti tutti quando si levera’ il giorno del rendimento dei conti.
Nel nome di Allah, il Misericordioso, il Pietoso.
Felici siano coloro che credono.
Che sono umili nella preghiera.
Che sanno distaccarsi da propositi insani.
Che praticano le elemosine.
Che vivono nella continenza.
Coloro che guardano gelosamente i depositi ricevuti.
Che osservano esattamente le loro preghiere.
Questi sono gli ereditieri. Che erediteranno il Paradiso.
La’ essi dimoreranno eternamente.
Noi abbiamo creato l’uomo di argilla purificata.
Noi gli abbiamo dato un’anima, del sangue e delle ossa ed una discendenza che proviene dal suo stesso sangue. Cosi’ abbiamo predetto un’altra creazione. Benedetto sia Allah, la migliore delle creature!
In seguito, ed in conseguenza di cio’, voi morrete sicuramente.
Ed in seguito, il giorno della risurrezione, voi risorgerete.
E noi abbiamo creato sopra di voi sette cieli, e non siamo noncuranti della creazione che abbiamo fatto.
Noi facciamo discendere l’acqua misurata dal cielo e la facciamo restare sulla terra. Ma, in verita’, Noi potremmo farla facilmente sparire.
E per mezzo di essa Noi facciamo crescere per voi giardini di palme e di vigne; per mezzo di essa voi avete numerosi frutti di cui potete nutrirvi.
Noi inviammo Noe’ verso il suo popolo e lui disse: O mio popolo! Adora Dio! Voi non avrete altro Dio all’infuori di Esso. Non lo temete dunque?
Ma quella parte dei miscredenti mischiata tra il popolo disse: „Non e’ forse un mortale come noi? Egli vuol solamente avere la preminenza su di noi. Se Dio avesse voluto veramente rivelarsi avrebbe mandato degli Angeli. Noi non abbiamo mai sentito un fatto uguale dai nostri padri”.
Noe’ disse allora: „O mio Signore, vieni in mio soccorso poiche’ qui mi si accusa di menzogna”.
Allora Noi l’ispirammo dicendogli: „Costruisci un battello sotto i nostri occhi, che’ quando verra’ il Nostro ordine l’abisso straripera’.
Allora farai entrare nel battello una coppia di ogni specie di animali e la tua famiglia. E non parlarmi in favore di coloro che hanno fatto del male. In verita’ essi saranno annegati.
E quando tu avrai preso posto, tu e coloro che saranno con te, allora dirai: „Lode sia a Dio che ci ha salvato dal popolo degli ingiusti!”.
Noe’ disse ancora: „Mio Signore, vieni in mio soccorso: essi ancora mi trattano da mentitore!”.
Il Signore rispose: „Ancora un po’ di tempo ed essi si sveglieranno un mattino pentendosi”.
E questo grido terribile si levo’ giustamente, tutti fummo come fuscelli portati dalla corrente. Indietro, dunque, o popolo di peccatori!
Allora Noi facemmo sorgere dopo Noe’ una nuova generazione.
Di nuovo Noi inviammo i Nostri Apostoli presso di loro, l’uno appresso all’altro, ed ogni volta che un Apostolo si recava in una nazione ivi era trattato da mentitore. E Noi facemmo succedere un popolo all’altro. Indietro quei popoli che non vollero credere!
Poi Noi inviammo Mose’ e suo fratello Aaron, con i Nostri segni e con una autorita’ evidente.
Li inviammo verso il Faraone ed i suoi capi, ma quelli erano un popolo altero e s’inorgoglirono.
Ed essi dissero: „Crederemo a dei mortali del tutto simili a noi, quando il loro popolo e la loro nazione e’ in schiavitu’?”.
Ed anche loro li trattarono da mentitori, ma furono del numero di coloro che perirono.
E Noi donammo a Mose’ il Libro, affinche’ il suo popolo fosse guidato nella buona via.
E Noi facemmo di Maria e di Suo figlio il simbolo per gli uomini.
O voi, Apostoli, mangiate buoni alimenti e fate del bene. In verita’ Io so quel che fate.
In verita’ la vostra religione e’ una sola. Ed Io sono il vostro Signore. Temetemi, dunque!
Gli uomini si sono divisi in diverse sette, ed ogni parte e’ persuasa di professare la vera religione.
Ma tu, o Maometto, lasciali ancora nel loro profondo errore per un certo tempo.
Si contentino di quello che Noi accordiamo loro in fatto di beni e di figli.
Tralasciamo Noi di concedergli ogni sorta di buone cose? No! Ma essi non capiscono nulla!
Noi non imporremo carichi alle anime piu’ di quanto non possano sopportare, poiche’ Noi abbiamo un Libro che proclama la verita’. Percio’ non faremo torto a persona.
Ma i loro cuori sono in un errore profondo.
E quando Noi prenderemo le loro anime per il giusto castigo, allora essi grideranno al soccorso.
Gli sara’ detto allora: „Non gridate al soccorso oggi. In verita’ voi non riceverete alcun aiuto!”.
Le mie parole ed i miei segni vi furono resi evidenti, ma voi vi giraste sui vostri talloni.
O bene non avete conosciuto il vostro Apostolo Maometto al punto di non averlo potuto rinnegare?
Dite loro: A chi appartiene la terra e tutto quello che ivi si trova?
Essi risponderanno: „Tutto questo e’ di Allah!”.
Dite: „Non farete dunque mai un po’ di attenzione a questo?”.
Dite: O mio Signore, perdona e sii misericordioso, poiche’ Tu sei il Migliore di tutti i misericordiosi! Io non ho bisogno di giurare per il giorno della resurrezione.
Gli uomini pensano che Noi non riuniremo le loro ossa? Senza dubbio Noi siamo capaci di rimettere al loro posto le piccole ossa della sua mano.
Ma l’uomo vuol negare anche quello che e’ evidente e che e’ dinanzi a lui.
Egli domanda: „Quando il giorno della resurrezione?”.
Dite: „Quando ogni vista sara’ buia”.Quando la luna sara’ sparita.
Quando il sole e la luna saranno riuniti.
Quando l’uomo dira’: „Ove e’ un luogo di rifugio?”.
No! Non ci sara’ nessun rifugio.
Quel giorno sara’ un giorno eterno presso il tuo Signore!
Quel giorno Egli informera’ l’uomo di tutto cio’ che ha fatto di bene e di male e di tutto cio’ che egli avrebbe potuto fare.
Di piu’ l’uomo sara’ un testimonio oculare contro se stesso.
Lui stesso presentera’ le sue scuse.
Non credete voi che Allah, che ha creato il cielo e la terra e che non ha faticato punto per la loro creazione, non sia capace di risuscitare i morti? Credetelo, in verita’, poiche’ Egli e’ Possente su tutto.
Ed il giorno in cui coloro che non credono a questo saranno esposti al fuoco eterno, sara’ domandato loro: „Non e’ questa la verita’?”. E loro risponderanno: „Si’, per il nostro Signore”. E sara’ detto loro: „Godetevi dunque il supplizio perche’ siete stati dei miscredenti!”.
Ma a coloro che credono, e che fanno del bene, e che credono a cio’ che ha rivelato Maometto, che e’ la verita’ del Signore, a costoro saranno rimessi i loro peccati e sara’ reso pure lo spirito.
Ecco, quanto il Paradiso promette agli uomini pii e pietosi: La’ vi saranno dei ruscelli in cui l’acqua sara’ incorruttibile, e dei ruscelli di latte il cui gusto non cambiera’ mai, e dei ruscelli di vino, delizia di coloro che bevono.
E dei ruscelli di miele limpido, e la’ vi sara’ ogni specie di frutti, ed il perdono del Signore.
La vita di questo mondo non e’ che un giuoco ed un divertimento. Ma se voi crederete e temerete Allah, anche dopo avrete la vostra ricompensa e nulla vi sara’ chiesto dei vostri beni passati.
L’avaro non e’ avaro che a proprio detrimento, ma Allah e’ ricco quanto voi siete poveri.
Quanto a coloro che oltre a non credere distolgono gli altri dal giusto sentiero di Allah, e che muoiono miscredenti, Allah non li perdonera’ mai!
Dite: „O voi miscredenti, Io non adoro cio’ che voi adorate!
E voi non adorate cio’ che io adoro!Ed io non venero mai cio’ che voi venerate!
E voi non venerate cio’ che io venero!Voi avete la vostra religione, ed io la mia!
Dite: Io cerco un rifugio presso il Signore degli uomini,
Il Re degli uomini,
Il Dio degli uomini,
Contro il male di colui che suggerisce la malvagita’
Che suggerisce la malvagita’ nel cuore degli uomini!
E contro il male dei genii e degli uomini!
Quando la terra tremera’ del suo tremore
E si sbarazzera’ di tutti i suoi pesi
L’uomo dira’: „Che accade?”.
Quel giorno la terra dira’ la sua storia.
Quel giorno gli uomini verranno avanti per gruppi.
Per mostrare le loro opere
Quello che avra’ fatto un atomo di bene, lo vedra’.
Quello che avra’ fatto un atomo di male, lo vedra’.
Io lo giuro per il cielo e le stelle della notte.
Ma che cosa ti fa conoscere le stelle della notte?
Io lo giuro per il cielo possessore della pioggia
E per la terra con le sue piante.
In verita’ e’ una parola decisiva!
E non e’ un discorso frivolo!
In verita’ essi mettono in atto i loro stratagemmi!
Ed Io (dice Allah) mettero’ in atto i miei stratagemmi!Accorda una proroga agli infedeli, o Allah!
Una piccola proroga!
Hai fatto attenzione a chi professa una religione di menzogne?
A colui che scaccia l’orfano?A chi non soccorre i poveri?Disgrazia a coloro che pregano
E son negligenti!
A chi prega per ostentazione
A chi rifiuta le cose necessarie ai bisognosi!
O tu che sei coperto da un mantello!Toglitelo
E glorifica il tuo Signore.
Purifica le tue vesti
E fuggi l’abominazione
Non donare per avere
E attendi con pazienza il tuo Signore
Quando suoneranno le trombe d’argento
Quel giorno sara’ un giorno difficile
Un giorno difficile per tutti quelli che non credono
Lasciatemi solo con colui che ho creato
Ed al quale ho donato una fortuna considerevole
E dei figli su cui posare i suoi occhi
E per i quali ho reso tutte le cose facili
Costui vorrebbe che accrescessi ancora il suo benessere
Niente di tutto questo!
Poiche’ in verita’ cio’ sarebbe ostile ai nostri disegni
Io lo forzero’ ad un’ardua prova
In verita’ egli ha riflettuto ed e’ risoluto
Che egli sia ucciso come vorrebbe uccidere!
Per la seconda volta sia ucciso!
Allora egli ha desistito
Vista la sua impotenza contro il mio Apostolo
Egli ha aggrottato le sopracciglia
Ed ha preso un’aria tetra
Poi ha indietreggiato ed ha mostrato un orgoglio insopportabile.
Egli ha detto: „Non e’ che una dimostrazione di magia”.
Queste sono le parole di mortale
Io lo brucero’ nelle fiamme dell’inferno!

venerdì 28 novembre 2008

A proposito degli assassini di Erba

Sono stati condannati all'ergastolo, come era giusto, ma il can-can mediatico attorno a loro ancora non si attutisce. Perche' e' ormai divenuta moda che ogni delitto, ogni fatto di sangue che avviene, debba esser dato in pasto all'opinione pubblica che se lo deve sorbire, volente o nolente.
Mi riferisco adesso ad Olindo Romano e Rosa Bazzi, cosi' come lo e' stato per la Franzoni e lo sara' ancora per il delitto di Perugia. E ogni volta l'Italia e' tenuta a dividersi tra colpevolisti e innocentisti, si sfogliera' la vita sia degli assassini che delle vittime e tutto fa spettacolo.

Adesso che questi assassini - perche' la cosa che sembra piu' certa e' che questi sono veramente gli assassini, senza ombra di dubbio - sono stati condannati all'ergastolo, abbiamo l'appendice. Che sarebbe il disegno della camera dell'albergo, pardon, del carcere che Olindo Romano si sarebbe minuziosamente disegnata, come se ci fossero muratori e carpentieri, pronti a soddisfare ogni desiderio di questo distinto signore. Ma le celle delle carceri da quando in qua se le scelgono i condannati? Dobbiamo ancora stare a sentire queste demenze?

Adesso sono stati condannati? E allora basta, lasciateli e lasciateci in pace. Loro avranno tutta la vita per riflettere e noi invece, oltre che queste notizie abbiamo altri problemi piu' pressanti da affrontare.

Sono guardati a vista per paura che possano suicidarsi. A prescindere... direbbe Toto'. Prescindendo dal fatto che questi non hanno nessuna voglia di suicidarsi, perche' sono trattati non da immondi assassini psicotici, ma con tutti i riguardi dovuti agli umani (come se loro fossero stati umani quando hanno vigliaccamente assassinato tre donne indifese e un angioletto di bambino e quasi sgozzato un povero vecchio), ma se fortunatamente per la societa', venisse loro la voglia di farla finita, perche' bisognerebbe impedirglielo? Dovremmo piangere per loro? Non bastano le lacrime che sono state versate per le loro vittime? Io mi auguro che possa succedere domani, ne guadagnerebbero loro in dignita' e lo Stato in denaro.
In Bulgaria, dove abito, sicuramente Olindo e Rosa avrebbero l'opportunita', in carcere, di potersi ravvedere. Olindo, con i suoi progetti, avrebbe il tempo di laurearsi architetto... se gli rimanesse ancora la voglia di vivere.

In ricordo di Franco Spinosi - 10

(Vedi il preambolo dedicato a
Franco Spinosi sul post n. 1)

Dalla Collana „Le Perle”:
Breviario Indiano
della Felicita’
Copyright by Franco Spinosi Editore
Editrice La Sfinge
Tratto da Ramakrisna „Alla ricerca di Dio” per gentile concessione della Casa Editrice Astrolabio


E’ nato invano colui che, avendo il raro privilegio di essere nato uomo, e’ incapace di „realizzare” Dio in questa vita.

Cercate di ottenere prima Dio e poi le ricchezze; ma non provatevi a seguire la via inversa.

Se condurrete una vita mondana dopo aver conseguito la vostra spiritualita’, non rischierete di perdere la pace dell’anima.

L’anima individuale risiede nel cuore dell’uomo come un pezzo di ferro, e l’anima universale sta nel suo capo come una calamita.

Come il serpente e’ un essere distinto dalla propria pelle di cui puo’ infatti dispogliarsi, cosi’ l’anima e’ distinta dal corpo.

Cosi’ come una lampada non puo’ dar luce senza olio, nessun uomo puo’ esistere senza Dio.

Meditate sulla Saggezza e la Beatitudine eterne, e troverete la Beatitudine. Questa e’ bensi’ eterna, ma e’ occultata e oscurata dall’ignoranza.

L’uomo e’ paragonabile ad una federa di guanciale. Una puo’ essere rossa, un’altra nera, e cosi’ di seguito; ma tutte sono fatte del medesimo cotone. Cosi’ e’ per gli uomoni. Uno e’ bello, l’altro e’ brutto, un terzo e’ pio, un quarto e’ cattivo; ma in tutti c’e’ un solo Dio.

Non diamo troppa importanza ad una fotografia, che rappresenta soltanto il corpo di un uomo. Adoriamo piuttosto Colui che risiede nell’anima, e ne e’ il Signore.

E’ ben vero che Dio risiede anche nella tigre, ma non per questo le salteremo al collo abbracciandola. Del pari e’ ben vero che Dio esiste anche negli uomini cattivi, ma non e’ comunque raccomandabile fequentarli.

Diffidate: 1) di colui le cui parole colan come l’acqua; 2) di colui che ha sigillato la porta del suo cuore; 3) del devoto che fa mostra della sua pieta’ infilandosi dietro un orecchio la foglia sacra; 4) della donna che porta un lungo velo; 5) della pozza coperta d’erbe, la cui acqua fredda e’ molto malsana.

Siate prudenti, o padri di famiglia, e non date troppa fiducia a una donna; perche’ in questo caso, essa si sottoporra’ perfidamente al suo dominio.

Un saggio guardava sorridendo un lampadario di cristallo. Egli sorrideva perche’ vedeva nei primi i vari colori del rosso, del giallo, del violetto, ecc.; e pensava che il mondo, simile a quei colori, e’ irreale, pur sembrando reale.

La vanita’ degli uomini frivoli puo’ diminuire gradualmente, ma quella del santo divenuto vanitoso della propria santita’ e’ la piu’ dura a dissolversi.

Gli uomini desiderosi di realizzare Dio e di fare progressi nella vita religiosa dovrebbero tenersi soprattutto lontani dalle insidie della sensualita’ e della ricchezza. Se non si fa attenzione a cio’ non si giunge mai alla perfezione.

Per le anime liberate e per quelle che aspirano alla Verita’, questa vita somiglia ad un pozzo oscuro e rumoroso.

„La donna e l’oro” hanno immerso il mondo intero nel peccato. La femmina tuttavia la si disarma considerandola come una manifestazione della Madre Divina. In realta’ non si puo’ giungere a vedere Dio fintanto che non si estingue la nostra passione per „la donna e l’oro”.

E’ inutile seminare granelli di riso bolliti, poiche’ essi non germoglieranno. Una volta che l’uomo sia stato bollito al fuoco della conoscenza, non serve piu’ a nulla come tale, ed e’ liberato.

Solo colui che possiede la luce della vera Conoscenza e’ un vero istruttore.

In qual momento l’uomo puo’ raggiungere la salvezza? Soltanto quando il sio „io” e’ morto.

Una volta che il tocco della pietra filosofale vi abbia trasformati in oro puro, oro puro resterete, anche se doveste rimanere seppelliti per mille anni sotto terra. Quando vi si esumera’, tornerete immediatamente a comportarvi come oro puro.

Come la scimmia sacrifica la propria vita ai piedi del cacciatore, cosi’ l’uomo sacrifica la vita sua ai piedi di una bella donna.

Il denaro non puo’ procurarvi se non il pane. Non consideratelo dunque come il vostro unico scopo.

Parlando a un uomo frivolo potete sentire che il suo cuore e’ pieno di desideri e di pensieri terrestri, cosi’ come palpando il gozzo di un piccione potete sentire che esso e’ pieno di grano. La mondanita’ e’ cio’ che interessa quel genere di uomini; essi non amano sentir parlare di cose spirituali.

Veramente uomo e’ colui per il quale il denaro non e’ che un servitore. Al contrario, coloro che non sanno fare un impiego conveniente del denaro non meritano neppure il nome d’uomini.

Le anime invischiate nel mondo non possono elevarsi fino a Dio: esse restano prigioniere „della donna e dell’oro”, anche se queste cose non procurano loro altro che umiliazioni.

La compagnia degli uomini pii e saggi e’ uno degli elementi principali del progresso spirituale.

Come una maschera puo’ essere portata da persone diverse, cosi’ l’abito dell’umanita’ riveste creature varie sebbene queste abbiano tutte l’aspetto di esseri umani: alcune di esse sono lupi voraci, altre sono orsi feroci, ed altre infine volpi astute o serpenti velenosi.

Chi ha mangiato lo zucchero candito non prova piu’alcun piacere a mangiare melassa. Chi ha vissuto in un palazzo non dorme volentieri in un tugurio sporco. L’anima che ha assaporato la dolcezza della Beatitudine divina non puo’ dilettarsi dei piaceri volgari di questo mondo.

Vivete una vita quieta e virtuosa, e restate indifferenti tanto alle lodi quanto alle critiche degli uomini.

La vanita’ e’ come un mucchio di cenere, sul quale la goccia d’acqua che vi cade secca subito. Preghiera e contemplazione non producono alcun effetto sul cuore rigonfio di vanita’.

Come la gallinella fa cadere le goccioline dalle sue ali scuotendosi, e l’anguilla vive nel fango senza sporcarsi, cosi’ un uomo deve poter vivere nel mondo senza esserne contaminato.

Fate voi stessi cio’ che amereste veder fare agli altri.

Gli uomini sono pronti alla lode e pronti al biasimo; non datevi pensiero di cio’ che gli altri possono dire di voi.

Potete visitare tutta la terra, ma non troverete in alcun luogo la vera religione. Essa non esiste per voi che nel vostro cuore.

Un lavandaio ha in casa una grande quantita’ di biancheria da lavare, ma essa non gli appartiene. Appena il bucato e’ fatto, la camera si svuota. Gli uomini che non hanno idee personali sono come quel lavandaio. Non siate come lui!

La conoscenza che purifica lo spirito e il cuore e’ la Conoscenza vera; tutto il resto non ne e’ altro che la negazione.

Quando lo spirito si indugia nei pensieri e desideri cattivi, e’ come se un bramino di alta casta si mettesse a vivere nel quartiere dei paria, o un gentiluomo nei bassifondi di una grande citta’.

La malattia e’ il prezzo che l’anima paga per l’occupazione del corpo, come un inquilino paga la pigione per l’appartamento in cui abita.

Tenete per voi soli la vostra fede e i vostri sentimenti. Non parlatene ad altri, perche’ cio’ sarebbe per voi una perdita.

L’albero carico di frutti si inchina molto in basso. Se volete essere grande, siate umile e mite.

Siate altrettanto privi di vanita’ quanto una foglia morta che un grande vento porta lontano.

Occorre che il vostro spirito impari a distinguere il vero dal falso; allora, tralasciando tutto cio’ che e’ passeggero, fisserete il vostro spirito unicamente sull’immutabile.

Lo spirito si sciupa intanto che e’ occupato alla ricerca delle frivolezze. Il solo rimedio a cio’ e’ di impegnarsi in una vita di rinuncia.

Quando nel fiore cresce il frutto, i petali cadono da soli. Cosi’ spariscono in noi spontaneamente le debolezze della nostra umana natura, quando in noi si sviluppa il divino.

Un ignorante, convinto che la sua religione sia la migliore, la proclama rumorosamente. Ma quando il suo spirito viene illuminato dalla vera Saggezza, tutte le dispute delle sette scompaiono.

Le stelle che abbiamo visto brillare nel cielo notturno non le vediamo piu’ quando vediamo il sole. Diremo per questo che esse non esistono nel cielo? Cosi’, se nell’ombra della vostra ignoranza non vedete Dio, penserete per questo che Egli non esiste? Siate sempre costanti e fermi nella vostra propria fede, ma evitate accuratamente ogni bigottismo e intolleranza.

Occorre che un uomo sia cristiano per la pieta’, mussulmano per la stretta osservanza dei riti esteriori, e indu’ per la sua carita’ universale verso tutte le creature.

Se gli abitanti della casa sono svegli, nessun ladro vi potra’ penetrare. Se state sempre in guardia, nessun male potra’ penetrare nel vostro spirito per trafugare la sua bonta’.

Io non desidero i fiori di una ghirlanda, ma vorrei avere il filo che li rilega. Cosi’ nemmeno desidero le cose dell’universo, ma vorrei possedere il filo spirituale che passa per esse.

Pochi uomini sono atti a trovare la saggezza (jnana). Meno amerete il mondo, cioe’ il piacere dei sensi e l’oro, e meglio potrete raggiungere jnana.

La rinuncia ai desideri e il lavoro senza attaccamento sono per voi la via migliore.

Il jnana-yogi dice: „Io sono Lui”. Ma fintanto che sussista l’idea che „l’io” e’ il nostro corpo, questo egoismo gli sara’ fatale. Esso non ci aiuta a progredire, ma ci conduce alla rovina. L’uomo che si comporta in tal modo si induce da se stesso in errore, e inganna gli altri.

Un uomo veramente religioso dovrebbe pensare e riflettere che tutte le altre religioni sono esse pure delle vie che conducono alla Verita’.

Si’, si dice che vi sia la reincarnazione. Come la nostra intelligenza cosi’ limitata puo’ comprendere quali siano le vie del Signore? Molte persone qualificate hanno riconosciuto che la reincarnazione e’ un fatto. Come potrei non credervi?

Come un pesce si dibatte gioiosamente quando lo si immette in un bacino piu’ vasto, cosi’ l’uomo che ha rinunciato al mondo. Ne’ vuole mai piu’ ritornare in catene.

Quando un uomo e’ pervenuto alla realizzazione, non si mette a saltare di qua e di la’. Esteriormente egli non cambia: ma tutta la sua prospettiva del mondo si trasforma.

Non e’ facile distruggere il seme dell’egoismo. Quando la testa di una capra e’ separata dal suo corpo, questo si agita ancora per qualche tempo, finche’ la capra non sia ben morta. Lo stesso si puo’ dire dell’egoismo di una persona.

Dio risiede in tutti gli uomini, ma essi non sono tutti in Lui, e da cio’ provengono le loro sofferenze.

Anche provando mille volte non si arrivera’ mai a raddrizzare la coda di un cane; cosi’ lo spirito di un uomo perverso non si migliora mai.

Quando impariamo a scrivere, cominciamo con semplici parole: bicchiere, vaso, ecc. Ma quando abbiamo appreso le parole facili non abbiamo piu’ bisogno di restare a quel punto. Occorre cominciare col praticare le cose elementari.

La gatta trasporta i suoi piccoli tra i denti senza ferirli; ma se tiene addentato allo stesso modo un topo, lo uccide. Del pari, Maya non distrugge mai un uomo pio, mentre invece stermina gli altri.

Vi sono tre categorie di uomini che non possono mai arrivare alla conoscenza spirituale: i disonesti, i troppo meticolosi in materia di pulizia esteriore, e coloro che sono sempre portati a dubitare.

Una scatola vuota non interessa nessuno. Ma tutti hanno grande cura per una scatola che contiene rupie, monete d’oro e altri oggetti preziosi. I santi uomini sono ben obbligati a prender cura del loro corpo, ove si sono manifestate l’anima e il Signore: di questo corpo, cioe’, che e’ il ricettacolo dell’anima.

Se persistete con gaiezza nel vostro sforzo riuscirete verso e contro tutto.

E’ meglio frenare il desiderio di godere, che fornirgli alimento.

Dio e’ senza forma e altresi’ con forma, e anche al di la’ di tutto questo.

Che cosa e’ l’”io cattivo”? E’ l’”io” che dice: „Come! Non mi conoscete? Eppure io sono ricco. Chi e’ cosi’ ricco come me? Chi potrebbe superarmi?”.

Molta gente si vanta delle proprie ricchezze e del proprio potere, della rinomanza del proprio nome e dell’alta posizione conquistata nel mondo. Ma tutte queste cose sono effimere, e non le ritroveranno dopo la loro morte.

Nel regno di Dio la ragione, l’intelligenza e il sapere non procurano alcun vantaggio. Perche’ e’ il regno in cui il muto parla, il cieco vede e il sordo ode.

Gli uomini ordinari parlano abbondantemente di religione, ma la mettono ben poco in pratica. Il saggio, anche se la sua vita intera e’ religione, ne parla molto poco.

Quando lospirito e’ impegnato nel fare il bene, vive nelle vie sacre e divine; quando fa il male, abita nei viottoli dei bottinai. Lo spirito diviene buono o cattivo secondo le compagnie buone o cattive con le quali si associa.

Le conversazioni d’ordine sensuale non fanno impressione all’uomo padrone di se’. Esse faranno nascere dei cattivi pensieri solo in colui che non possiede questa padronanza. Non rutta se non colui che ha mangiato dei ravanelli neri.

Sei fortunato se sei solo, Dio viene, Lui stesso, in aiuto alle persone che non hanno piu’ nessuno al mondo.

Coloro che abitano per la prima volta un corpo umano hanno bisogno di qualche distrazione mondana. Non si raggiunge la saggezza senza prima sottoporsi ad un periodo di preparazione.

La liberta’ verra’ a voi quando il vostro ego svanira’ e voi vi immergerete nella Divinita’.

Se tu hai fede, otterrai cio’ di cui hai sete.

Il pappagallo non puo’ imparare a parlare se la membrana della sua gola non si sia indurita per l’eta’: occorre addestrarlo quando e’ ancora giovane. Del pari, quando si e’ vecchi e’ difficile fissare lo spirito di Dio; mentre cio’ riesce piu’ facile in gioventu’.

Gli uomini che hanno lo spirito volto verso le cose spirituali formano una casta a parte, al di la’ di tutte le convenzioni sociali.

E’ altrettanto impossibile far capire ad un uomo frivolo che cosa sia l’estasi della comunione divina, quanto ad un ragazzetto la natura dei piaceri coniugali.

Possediamo, per un certo tempo, famiglia e figli – ma tutto cio’ e’ effimero. Il palmizio e’ una realta’; - se due o tre frutti cadono al suolo perche’ rimpiangerli?

Per distinguere l’oro dal rame si adopera una pietra di paragone. Del pari, Dio distingue se la natura di un uomo e’ sincera o meno.

E’ inutile fare discorsi religiosi agli uomini frivoli. Dopo le vostre parole essi rimarranno nella loro mondanita’ come prima.

Il perdono e’ nella natura dell’asceta.

Come si stuzzica con un ferro il focolare per attizzare la fiamma e impedirle di estinguersi, cosi’ ci occorre talvolta rianimare il nostro spirito coltivando la compagnia delle persone pie.

Gli uomini della nostra epoca si interessano all’essenza delle cose. Accettano l’essenziale della religione e respingono il non essenziale, vale a dire i riti, le cerimonie, i dogmi e i credi.

Chi ha mangiato cipolle emette odore di cipolla, chi ha mangiato cocomeri, odore di cocomero. Cosi’ la bocca esprime talvolta cio’ che il cuore prova in segreto.

Onora lo spirito e la forma, cioe’ insieme il sentimento interiore e il simbolo esteriore.

Il cielo parla talvolta per bocca dei folli, degli ebbri e dei bambini.

Lo spirito e la materia si fanno talvolta reciprocamente dei prestiti. Quando il corpo e’ malato, lo spirito si crede malato anch’esso.

Viaggiate ai quattro punti cardinali della terra, e non troverete nulla. Tutto cio’ che e’, e’ qui.

Strapparsi di forza dal mondo non conduce a niente di buono.

Abbiate amore per tutti; nessuno e’ diverso da voi. Dio abita in tutti, e nulla esiste senza di Lui.

Bisogna essere sempre attivi. Quando si resta in ozio, ogni sorta di cattivi pensieri, di cattive idee penetra nello spirito.

Mangiate quanto volete durante il giorno, ma che il vostro pasto serale sia leggero e frugale.

Ogni genere di sete che non turbi l’equilibrio dello spirito e’ ammissibile.

L’acqua non puo’ impregnare una pietra. Similmente, i consigli religiosi non possono produrre impressione alcuna sull’anima prigioniera.

Un orgoglio che esprima la gloria dell’anima non e’ un orgoglio. Una umilta’ che umilii il nostro vero Io non e’ umilta’.

Il piattello piu’ pesante della bilancia si abbassa, e il piu’ leggero si eleva. Similmente, l’uomo di merito e di sapere e’ sempre umile e mite, mentre l’uomo insensato e’ gonfio di vanita’.

Una donna, anche se fosse pura come l’oro, e si rotolasse per terra per amore di Dio, costituira’ tuttavia per voi un pericolo se la guardate.

giovedì 27 novembre 2008

In ricordo di Franco Spinosi - 9



(Vedi il preambolo dedicato a
Franco Spinosi sul post n. 1)

Dalla Collana „Le Perle”:

LEOPARDI: Pensieri

Copyright by Franco Spinosi Editore
Editrice La Sfinge


Io ho lungamente ricusato di creder vere le cose che diro’ qui sotto, perche’, oltre che la natura mia era troppo rimota da esse, a che l’animo tende sempre a giudicare gli altri da se medesimo, la mia inclinazione non e’ stata mai d’odiare gli uomoni, ma di amarli. In ultimo l’esperienza quasi violentemente me le ha persuase: e sono certo che quei lettoti che si troveranno aver praticato come gli uomini molto e in diversi modi, confesseranno che quello ch’io sono per dire e’ vero; tutti gli altri lo terranno per esagerato, finche’ l’esperienza, se mai avranno occasione di veramente fare esperienza della societa’ umana, non lo ponga loro dinanzi agli occhi.

Nelle cose occulte vede meglio sempre il minor numero, nelle palesi il maggiore. E’ assurdo l’addurre quello che chiamano consenso delle genti nelle quistioni metafsiche: del qual consenso non si fa nessuna stima nelle cose fisiche, e sottoposte ai sensi; come per esempio nella quistione del movimento della terra, e in mille altre. Ed all’incontro e’ temerario, pericoloso, ed, al lungo andare, inutile, il contrastare all’opinione del maggior numero nelle materie civili.

La morte non e’ male: perche’ libera l’uomo da tutti i mali e insieme coi beni gli toglie i desideri. La vecchiezza e’ male sommo: perche’ priva l’uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza.

La maggior parte delle persone che deputiamo a educare i figliuoli, sappiamo di certo non essere state educate. Ne’ dubitiamo che non possano dare quello che non hanno ricevuto, e che per altra via non si acquista.

V’e’ qualche secolo che, per tacere del resto, nelle arti e nelle discipline presume di rifar tutto, perche’ nulla sa fare.

Non sarebbe piccola infelicita’ degli educatori, e soprattutto dei parenti, se pensassero, quello che e’ verissimo, che i loro figliuoli, qualunque indole abbiano sortita, e qualunque fatica, diligenza e spesa si ponga in educarli, coll’uso poi del mondo, quasi indubitabilmente, se la morte non li previene, diventeranno malvagi. Forse questa risposta sarebbe piu’ valida e piu’ ragionevole di quella di Talete, che dimandato da Solone perche’ non si ammogliasse, rispose mostrando le inquietudini dei genitori per gl’infortuni e i pericoli de’ figliuoli. Sarebbe, dico, piu’ valido e piu’ ragionevole lo scusarsi dicendo di non volere aumentare il numero dei malvagi.

Come le prigioni e le galee sono piene di genti, al dir loro, innocentissime, cosi’ gli uffizi pubblici e le dignita’ d’ogni sorte non sono tenute se non da persone chiamate e costrette a cio’ loro mal grado. E’ quasi impossibile trovare alcuno che confessi di avere o meritato pene che soffra, o cercato ne’ desiderato onori che goda: ma forse meno possibile questo, che quello.

Io vidi in Firenze uno che strascicando, a modo di bestia da tiro, come cola’ e’ stile, un carro colmo di robe, andava con grandissima alterigia gridando e comandando alle persone di dar luogo; e mi pare figura di molti che vanno pieni d’orgoglio, insultando agli altri, per ragioni non dissimili da quella che causava l’alterigia in colui, cioe’ tirare un carro.

Assai difficile mi pare a decidere se sia o piu’ contrario ai primi principii della costumatezza il parlare di se’ lungamente e per abito, o piu’ raro un uomo esente da questo vizio.

Nessuno e’ si’ compiutamente disingannato del mondo, ne’ lo conosce si’ addentro, ne’ tanto l’ha in ira, che guardato un tratto da esso con benignita’, non se gli senta in parte riconciliato; come nessuno e’ conosciuto da noi si’ malvagio, che salutandoci cortesemente, non ci apparisca meno malvagio che innanzi. Le quali osservazioni vagliono a dimostrare la debolezza dell’uomo. Non a giustificare ne’ i malvagi ne’ il mondo.

Nessun maggior segno d’essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita.

Il genere umano e, dal solo individuo in fuori, qualunque minima porzione di esso, si divide in due parti: gli uni usano prepotenza, e gli altri la soffrono. Ne’ legge ne’ forza alcuna, ne’ progresso di filosofia ne’ di civilta’ potendo impedire che uomo nato o da nascere non sia o degli uni o degli altri, resta che chi puo’ eleggere, elegga. Vero e’ che non tutti possono, ne’ sempre.

Come suole il genere umano, biasimando le cose presenti, lodare le passate, cosi’ la piu’ parte de’ viaggiatori, mentre viaggiano, sono amanti del loro soggiorno nativo, e lo preferiscono con una specie d’ira a quelli dove si trovano. Tornati al luogo nativo, colla stessa ira lo pospongono a tutti gli altri luoghi dove sono stati.

In ogni paese i vizi e i mali universali degli uomini e della societa’ umana, sono notati come particolari del luogo. Io non sono mai stato in parte dov’io non abbia udito: qui le donne sono vane e incostanti, leggono poco, e sono male istruite; qui il pubblico e’ curioso de’ fatti altrui, ciarliero molto e maldicente; qui i danari, il favore e la vilta’ possono tutto; qui regna l’invidia, e le amicizie sono poco sincere; e cosi’ discorrendo; come se altrove le cose procedessero in altro modo. Gli uomini sono miseri per necessita’, e risoluti di credersi miseri per accidente.

Gl’ingannatori mediocri, e generalmente le donne, credono sempre che le loro frodi abbiano avuto effetto, e che le persone vi sieno restate colte: ma i piu’ astuti dubitano, conoscendo meglio da un lato le difficolta’ dell’arte, dall’altro la potenza, e come quel medesimo che vogliono essi, cioe’ ingannare, sia voluto da ognuno; le quali due cause ultime fanno che spesso l’ingannatore riesce ingannato. Oltre che questi lati non istimano gli altri cosi’ poco intendenti, come suole immaginarli chi intende poco.

I giovani assai comunemente credono rendersi amabili, fingendosi malinconici. E forse, quando e’ finta, la malinconia per breve spazio puo’ piacere, massime alle donne. Ma vera, e’ fuggita da tutto il genere umano; e al lungo andare non piace e non e’ fortunata nel commercio degli uomini se non l’allegria: perche’ finalmente, contro a quello che si pensano i giovani, il mondo, e non ha il torto, ama non di piangere, ma di ridere.

In alcuni luoghi tra civili e barbari, come e’, per esempio, Napoli, e’ osservabile piu’ che altrove una cosa che in qualche modo si verifica in tutti i luoghi: cioe’ che l’uomo riputato senza danari, non e’ stimato appena uomo; creduto denaroso, e’ sempre in pericolo della vita. Dalla qual cosa nasce, che in si’ fatti luoghi e’ necessario, come vi si pratica generalmente, pigliare per partito di rendere lo stato proprio in materia di danari un mistero; acciocche’ il pubblico non sappia se ti dee disprezzare o ammazzare; onde tu non sii non quello che sono gli uomini ordinariamente, mezzo disprezzato e mezzo stimato, e quando voluto nuocere e quando voluto stare.

Molti vogliono e condursi teco vilmente, e che tu ad un tempo, sotto pena del loro odio, da un lato sii tanto accorto, che tu non dia impedimeno alla loro vilta’, dall’altro non li conoschi per vili.

Nessuna qualita’ umana e’ piu’ intollerabile nella vita ordinaria, ne’ in fatti tollerata meno, che l’intolleranza.

Cosa odiosissima e’ il parlar molto di se’. Ma i giovani, quanto sono piu’ di natura viva, e di spirito superiore alla mediocrita’, meno sanno guardarsi da questo vizi: e parlano delle cose proprie con un candore estremo, credendo per certissimo che chi ode, le curi poco meno che le curano essi. E cosi’ facendo, sono perdonati; non tanto a contemplazione dell’inesperienza, ma perche’ e’ manifesto il bisogno che hanno d’aiuto, di consiglio e di qualche sfogo di parole alle passioni onde e’ tempestosa la loro eta’. Ed anco pare riconosciuto generalmente che ai giovani si appartenga una specie di diritto di volere il mondo occupato nei pensieri loro.

Uomini insigni per probita’ sono al mondo quelli dai quali, avendo familiarita’ con loro, tu puoi, senza sperare servigio alcuno, non temere alcun disservigio.

L’uomo e’ condannato o a consumare la gioventu’ senza proposito, la quale e’ il solo tempo di far frutto per l’eta’ che viene, e di provvedere al proprio stato; o a spenderla in procacciare godimenti a quella parte della sua vita, nella quale egli non sara’ piu’ atto a godere.

Quanto sia grande l’amore che la natura ci ha dato verso i nostri simili, si puo’ comprendere da quello che fa qualunque animale, e il fanciullo inesperto, se si abbatte a vedere la propria immagine in qualche specchio; che, credendola una creatura simile a se’, viene in furore e in ismanie, e cerca ogni via di nuocere a quella creatura e di ammazzarla. Gli uccellini domestici, mansueti come sono per natura e per costume, si spingono contro allo specchio stizzosamente, stridendo, colle ali inarcate e col becco aperto, e lo percuotono; e la scimmia, quando puo’, lo gitta in terra, e lo stritola co’ piedi.

Diceva Bione, filosofo antico: e’ impossibile piacere alla moltitudine, se non diventando un pasticcio, o del vino dolce. Ma questo impossibile, durando lo stato sociale degli uomini, sara’ cercato sempre, anco da chi dica, ed anco da chi talvolta creda di non cercarlo: come, durando la nostra specie, i piu’ conoscenti della condizione umana, persevereranno fino alla morte cercando felicita’, e promettendosene.

Una donna e’ derisa se piange di vero cuore il marito morto, ma biasimata altamente se, per qualunque grave ragione o necessita’, comparisce in pubblico, o smette il bruno, un giorno prima dell’uso. E’ assioma trito, ma non perfetto, che il mondo si contenta dell’apparenza. Aggiungasi per farlo compiuto, che il mondo non si contenta mai, e spesso non si cura, e spesso e’ intollerantissimo della sostanza. Quell’antico si studiava piu’ d’esser uomo da bene che di parere; ma il mondo ordina di parere uomo da bene, e di non essere.

La schiettezza allora puo’ giovare, quando e’ usata ad arte, o quando, per la sua rarita’, non l’e’ data fede.

Gli uomini si vergognano, non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono. Pero’ ad ottenere che gl’ingiuriatori si vergognino, non v’e’ altra via, che di rendere loro il cambio.

I timidi non hanno meno amor proprio che gli arroganti; anzi piu’, o vogliamo dire piu’ sensitivo; e percio’ temono: e si guardano di non pungere gli altri, non per istima che ne facciano maggiore che gli insolenti e gli arditi, ma per evitare d’esser punti essi, atteso l’estremo dolore che ricevono da ogni puntura.

Dice il La Bruyere una cosa verissima; che e’ piu’ facile ad un libro mediocre di acquistar grido per virtu’ di una riputazione gia’ ottenuta dall’autore, che ad un autore di venire in riputazione per mezzo di un libro eccellente. A questo si puo’ soggiungere, che la via forse piu’ diritta di acquistar fama, e’ di affermare con sicurezza e pertinacia, e in quanti piu’ modi e’ possibile, di averla acquistata.

Uscendo dalla gioventu’, l’uomo restava privato della proprieta’ di comunicare e, per dir cosi’, d’ispirare colla presenza se’ agli altri; e perdendo quella specie di influsso che il giovane manda ne’ circostanti, e che congiunge questi a lui, e fa che sentano verso lui sempre qualche sorte d’inclinazione, conosce, non senza un dolore nuovo, di trovarsi nelle compagnie come diviso da tutti, e intorniato di creature sensibili poco meno indifferenti verso lui che quelle prive di senso.

Il primo fondamento dell’essere apparecchiato in giuste occasioni a spendersi, e’ il molto apprezzarsi.

Il concetto che l’artefice ha dell’arte sua o lo scienziato della sua scienza, suol essere grande in proporzione contraria al concetto ch’egli ha del proprio valore nella medesima.

Nessuna compagnia e’ piacevole al lungo andare, ne non di persone dalle quali importi o piaccia a noi d’esser sempre piu’ stimati. Percio’ le donne, volendo che la loro compagnia non cessi di piacere dopo breve tempo, dovrebero studiare di rendersi tali, che potesse essere desiderata durevolmente la loro stima.

Nulla e’ piu’ raro al mondo, che una persona abitualmente sopportabile.

Rivedendo in capo di qualche anno una persona ch’io avessi conosciuta giovane, sempre alla prima giunta mi e’ paruto vedere uno che avesse sofferto qualche grande avventura. L’aspetto della gioia e della confidenza non e’ proprio che della prima eta’; e il sentimento di cio’ che si va perdendo, e delle incomodita’ corporali che crescono di giorno in giorno, viene generando anche nei piu’ frivoli o piu’ di natura allegra, ed anco similmente nei piu’ felici, un abito di volto ed un portamento, che si chiama grave, e che per rispetto a quello dei giovani e dei fanciulli, veramente e’ tristo.

Se quei pochi uomini di valor vero che cercano gloria, conoscessero ad uno ad uno tutti coloro onde e’ composto quel pubblico dal quale essi con mille estremi patimenti si sforzano di essere stimati, e’ credibile che si raffredderebbero molto nel loro proposito, e forse che l’abbandonerebbero. Se non che l’animo nostro non si puo’ sottrarre al potere che ha nell’immaginazione il numero degli uomini: e si vede infinite volte che noi apprezziamo, anzi rispettiamo, non dico una moltitudine, ma dieci persone adunate in una stanza, ognuna delle quali da se’ reputiamo di nessun conto.

Il piu’ certo modo di celare agli altri i confini del proprio sapere, e’ di non trapassarli.

Chi viaggia molto, ha questo vantaggio dagli altri, che i soggetti delle sue rimembranze presto divengono remoti; di maniera che esse acquistano in breve quel vago e quel poetico, che negli altri non e’ dato loro se non dal tempo. Chi non ha viaggiato punto, ha questo svantaggio, che tutte le sue rimembranze sono di cose in qualche parte pesenti, poiche’ presenti sono i luoghi ai quali ogni sua memoria si riferisce.

Chi comunica poco cogli uomini, rade volte e’ misantropo. Veri misantropi non si trovano nella solitudine, ma nel mondo; perche’ l’uso pratico della vita, non e’ gia’ la filosofia, e’ quello che fa odiare gli uomini. E se uno che sia tale, si ritira dalla societa’, perde nel ritiro la misantropia.

Io conobbi gia’ un bambino il quale ogni volta che dalla madre era contrariato in qualche cosa, diceva: ah, ho inteso, ho inteso: la mamma e’ cattiva. Non con altra logica discorre interno ai prossimi la maggior parte degli uomini, benche’ non esprima il suo discorso con altrettanta semplicita’.

Chi t’introduce a qualcuno, se vuole che la raccomandazione abbia effetto, lasci da canto quelli che sono tuoi pregi piu’ reali e piu’ propri, e dica i piu’ estrinseci e piu’ appartenenti alla fortuna. Se tu sei grande e potente nel mondo, dica grande e potente; se ricco, dica ricco; se non altro che nobile, dica nobile: non dica magnanimo, ne’ virtuoso, ne’ costumato, ne’ amorevole, ne’ altre cose simili, se non per giunta, ancorche’ siano vere ed in grado insigne. E se tu fossi letterato, e come tale fossi celebre in qualche parte, non dica dotto, ne’ profondo, ne’ grande ingegno, ne’ sommo; ma dica celebre: perche’, come ho detto altrove, la fortuna e’ fortunata al mondo, e non il valore.

L’uomo onesto, coll’andar degli anni, facilmente diviene insensibile alla lode e all’onore, ma non mai, credo, al biasimo ne’ al disprezzo. Anzi la lode e la stima di molte persone egregie non compenseranno il dolore che gli verra’ da un motto o da un segno di noncuranza di qualche uomo da nulla. Forse ai ribaldi avviene il contrario; che, per essere usati al biasimo, e non usati alla lode vera, a quello saranno insensibili, a questa no, se mai per caso ne tocca loro qualche saggio.

Gli anni della fanciullezza sono, nella memoria di ciascheduno, quasi i tempi favolosi della sua vita; come, nella memoria delle nazioni, i tempi favolosi sono quelli della fanciullezza delle medesime.

Le lodi date a noi, hanno forza di rendere stimabili al nostro giudizio materie e facolta’ da noi prima vilipese, ogni volta che ci avvenga di essere lodati in alcuna di cosi’ fatte.

L’astuzia, la quale appartiene all’ingegno, e’ usata moltissime volte per supplire la scarsita’ di esso ingegno, e per vincere maggior copia del medesimo in altri.

Grande studio degli uomini finche’ sono immaturi, e’ di parere uomini fatti, e poiche’ sono tali, di parere immaturi. Oliviero Goldsmith, l’autore del romanzo The Vicar of Wakefield, giunto all’eta’ di quarant’anni, tolse dal suo indirizzo il titolo di dottore; divenutagli odiosa in quel tempo tale dimostrazione di gravita’, che gli era stata cara nei primi anni.

L’uomo e’ quasi sempre tanto malvagio quanto gli bisogna. Se si conduce dirittamente, si puo’ giudicare che la malvagita’ non gli e’ necessaria. Ho visto persone di costumi dolcissimi, innocentissimi, commettere azioni delle piu’ atroci, per fuggire qualche danno grave, non evitabile in altra guisa.

E’ curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che vagliono molto, hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore.

Un abito silenzioso nella conversazione, allora piace ed e’ lodato, quando si conosce che la persona che tace ha quanto si richiede ed ardimento e attitudine a parlare.

Chilone, annoverato fra i sette sapienti della Grecia, ordinava che l’uomo forte di corpo, fosse dolce di modi, a fine, diceva, d’ispirare agli altri piu’ riverenza che timore. Non e’ mai soverchia l’affabilita’, la soavita’ di modi, e quasi l’umilta’ in quelli che di bellezza, o d’ingegno o d’altra cosa molto desiderata nel mondo, sono manifestamente superiori alla generalita’: perche’ troppo grave e’ la colpa della quale hanno a impetrar perdono, e troppo fiero e difficile il nemico che hanno a placare; l’una la superiorita’, e l’altro l’invidia. La quale credevano gli antichi, quando si trovavano in grandezze e in prosperita’, che convenisse placare negli stessi Dei, espiando con umiliazioni, con offerte o con penitenze volontarie il peccato appena espiabile della felicita’ o dell’eccellenza.

Quello che si dice comunemente, che la vita e’ una rappresentazione scenica, si verifica soprattutto in questo, che il mondo parla costantissimamente in una maniera, ed opera costantissimamente in un’altra. Della quale commedia oggi essendo tutti recitanti, perche’ tutti parlano a un modo, e nessuno quasi spettatore, perche’ il vano linguaggio del mondo non inganna che i fanciulli e gli stolti, segue che tale rappresentazione e’ divenuta cosa compiutamente inetta, noia e fatica senza causa. Pero’ sarebbe impresa degna del nostro secolo quella di rendere la vita finalmente un’azione non simulata ma vera, e di conciliare per la prima volta al mondo la famosa discordia tra i detti e i fatti. La quale, essendo i fatti, per esperienza oramai bastante, conosciuti immutabili, e non convenendo che gli uomini si affatichino piu’ in cerca dell’impossibile, resterebbe che fosse accordata con quel mezzo che e’, ad un tempo, unico e facilissimo.

mercoledì 26 novembre 2008

In ricordo di Franco Spinosi - 8


(Vedi il preambolo dedicato a
Franco Spinosi sul post n. 1)

Dalla Collana „Le Perle”:

Proverbi Arabi e Persiani
Copyright by Franco Spinosi Editore
Editrice La Sfinge



Ogni uomo di buon senso, deve riconoscere che un dromedario e’ una creatura perfetta quanto le affascinanti ballerine della Cina e del Turkestan.

La parola permette all’uomo di farsi apprezzare.

L’uomo raccoglie cio’ che ha seminato.

Un nobile cuore, non puo’ godere d’una fortuna tolta ad altri.

Un buon sovrano deve fare in maniera che il sonno del suo popolo non venga turbato.

Piglia esempio dalla penna di canna che conserva i segreti del Sultano! Essa non parla che sotto i colpi del coltello che l’affila.

Ai cattivi come ai buoni, fate sempre la carita’. Facendola ai buoni, aggiungerete merito alle vostre virtu’: facendola ai cattivi, eviterete il pericolo d’ingannarvi.

Guadagnati il sostentamento e dividilo coi deboli. Il Signore, un giorno, terra’ conto della tua generosita’. Non dimenticare che dovrai logorarti dalla fatica a profitto degli altri.

Se tutte le formiche si riunissero, finirebbero col sopraffare i piu’ formidabili leoni.

Una volta intrecciati, anche i capelli piu’ sottili divengono piu’ forti di una catena di ferro.

Fratello mio, resisti dolcemente alla violenza, con tutta la forza della tua anima e del tuo coraggio.

O Regnanti, non opprimete i popoli, perche’ la vostra fortuna e’ tutt’altro che sicura! Non aggravate d’imposte i deboli perche’ essi possono divenire possenti e schiacciarvi.

L’acqua e lo specchio non hanno la stessa chiarezza.

Troppo spesso l’invincibile forza dell’amore abbatte ed uccide la ragione.

Coloro che sopportano i dolori piu’ crudeli, possono sorridere perche’ i denti del monarca finiranno per cadere.

Digiuna pure, ma regala ai poveri le pietanze che ti sono avanzate.

Sii buono, fin che il villaggio ti appartiene!... L’anno venturo apparterra’ ad un altro.

Io non conosco nulla di piu’ bello della vittoria dell’indulgenza sulla collera. I sapienti devono rendere il bene per il male.

„Quando noi siamo morti, la primavera continuera’ ad ornare la terra con le rose che oggi ammiriamo”.

Non disfarti mai d’un tesoro che non potrai piu’ sostituire.

Il vero amico e’ colui che toglie le pietre e le spine dalla nostra vita. Al viandante che sbaglia strada, non dir mai: „Tu sei sulla buona via”. Tu lo tradiresti!

Le vie della ragione sono oscure e piene di precipizi!

O saggio, comincia da oggi a seminare, cosi’ non soffrirai mai la carestia.

La farfalla preferisce bruciarsi alla fiamma piuttosto che vivere nelle tenebre.

Tu ammiri il mare sconfinato, lo splendore del sole nel cielo, ma a che cosa ti giova la ragione se vuoi veder chiaro in questo abisso, in cui il sole non rappresenta che un pulviscolo luminoso e dove i sette mari non sono altro che una goccia di rugiada?

Sai perche’ gl’innamorati intrecciano convulsamente le loro braccia quando ballano? E’ perche’ vedono le porte del Giardino del Paradiso. Allora, i loro gesti frenetici respingono le cose terrestri.

La piccola formica non teme mai la carestia: il leone, nonostante i suoi denti aguzzi e gli artigli acuminati non trova sempre da mangiare.

Non slanciarti nell’oceano dell’amore. Ma se vuoi tentare l’avventura, sii ardito e immergiti sino al fondo dei suoi baratri.

Il frutto che mangi non si cura mai di dirti il suo parere sulla maniera con cui tu l’assapori. E se te la dicesse, sarebbe forse piu’ saporito?

Non tutte le ostriche nascondono una perla.

Il giusto non ha niente da temere dagli uomini. Come lo scorpione muore nella sua bella tana, cosi’ l’uomo che ha fatto male, spira nella solitudine e nell’oblio. Se tu non fai mai la carita’, io paragonero’ il tuo cuore a una pietra e non sarei neanche giusto nel mio paragone perche’ la pietra qualche volta e’ utile.

E’ stupido comprare un libro per la sola bellezza di una sua frase.

La bonta’ e’ un seme che produce sempre frutti, bisogna pero’ saper seminare questo seme.

Incarica un guardiano di sorvegliare i tuoi gioielli, ma non incaricare mai nessuno di sorvegliare i tuoi segreti.

Allorche’ un diavolo fugge dalla prigione, nessuna preghiera, nessun ordine possono indurlo a rientrare.

Tu sei il padrone di ogni parola che non hai ancora pronunciato; ma quando essa e’ uscita dalla tua bocca, tu diventi il suo schiavo.

Un fanciullo scioglie i legami che trattengono un cavallo selvaggio ma cento atleti sarebbero necessari per catturarlo nuovamente.

Bisogna raccogliere la pesca, senza curarsi del parere del pesco.

Fratello mio! Poiche’ il tuo piu’ grande desiderio e’ di sederti un giorno nei Giardini del Paradiso, non dimenticare mai Dio per i piaceri di questo mondo.

Passeggero! Non rimproverarmi d’amare, perche’ io muoio con gioia. Risparmia i tuoi consigli! E’ inutile gridare al cavaliere a cui s’e’ impennato il cavallo: „Modera la tua corsa!”.

Io paragono la Verita’ a un sontuoso palazzo, che le nubi delle passioni nascondono ai nostri occhi.

Come Saadi, attraversa il vasto mondo con umilta’. Quando ritornerai alla tua casa, sarai ricco d’esperienza.

Al festino d’amore, godono solo quegli amanti che tengono con mano ferma la loro coppa.

Amanti felici, non lasciatevi sfuggire la vostra innamorata! Se ella vi chiede il sacrificio della vita, non esitate: fatele questo modesto regalo.

Una sola perla vale spesso piu’ di un mucchio di perle.

Accogli con benevolenza gli stranieri e i viaggiatori: la tua fama dipende da essi.

O Re! Se ti preme la felicita’, veglia su quella dei tuoi sudditi.

Quando un guerriero ha perduto la chiave che apre le porte della Vittoria, il suo coraggio non gli serve piu’ a nulla...

Abbi confidenza in colui che teme Dio e diffida di colui che teme solamente il Sultano.

I sospiri di una vedova possono provocare dei terribili disastri.

Quando i ladri non vanno d’accordo la carovana non ha nulla da temere.

Quando sei dolcemente adagiato nell’ombra fresca del tuo harem, rivolgi almeno un pensiero ai disgraziati che errano per le vie infuocate.

Se tu sei re, fa’ per il tuo popolo cio’ che Dio ha fatto per te.

Perdona agli uomini che hai punito.

Prima di tendere l’arco, rifletti. Quando avrai scoccato la freccia sara’ troppo tardi.

Per incendiare una foresta basta una scintilla.

Muori piuttosto di fame, ma non vivere alle spalle dei poveri.

Il popolo e’ un bell’albero che va molto curato, se si vuole che renda dei buoni frutti.

Fa’ che il tuo sonno ti permetta di udire la debole voce di colui che grida: „Giustizia!”.

Potenti della terra! Non amate mai una donna alla follia.

Prima di vincere con la spada, cerca di vincere con la persuasione.

Se un cane ti morde, pigliatela col suo padrone.

L’uomo che cade, non sempre riesce ad alzarsi.

Se hai un grande patrimonio e se desideri accrescerlo, vai umilmente a mendicare, prenditi i rabbuffi di tutti e cosi’ ritorneral con la ricchezza della salute eterna.

Se hai piantato un cardo, non sperare che nasca un gelsomino.

Chiedi la verita’ solamente ai tuoi nemici.

Un grande re deve proteggere i guerrieri ed i sapienti.

I soldati mal pagati e peggio nutriti, non saranno mai degli eroi.

Un comandante deve dormire sempre vestito.

Non dar troppo valore alle ricchezze: non potrai portarle in Paradiso.

Non disprezzare mai un oscuro avversario, perche’ la goccia di pioggia forma i torrenti.

Se vuoi che Dio getti un velo sui tuoi falli, vesti i poveri.

I denari che regali agli amici vanno misurati secondo i loro bisogni e la loro saggezza.

Non punire mai troppo severamente il tuo schiavo: un giorno potrebbe essere il tuo padrone.

Tu mi chiedi che cosa cercano i santi Dervisci che percorrono il mondo? Cercano un giusto.

Il consiglio che puo’ darti un contadino ignorante, vale spesso tutte le lezioni di filosofia.

Dio ti ha creato dal fango. Sii dunque umile come la terra.

Il cavaliere che ha un bel cavallo non e’ sempre quello che vince il torneo. Il piu’ bel canneto, non ha il valore d’una canna da zucchero.

Il gatto che accarezzi, mangera’ la tua colomba.

Io paragono il tuo cuore ad una citta’ in cui i giusti e i cattivi vivono alla rinfusa. Tu sei il Sultano di questa citta’ e il tuo ministro e’ la Ragione.

Il torrente impetuoso che scende dalle montagne, va a perdersi nei precipizi, ma la piu’ piccola goccia di rugiada, e’ assorbita dal sole che l’eleva fino alle stelle.

Il maggiolino che e’ posato sopra una rosa e’ sempre un maggiolino.

Se offri un bicchier d’acqua ad un uomo che non ne e’ degno, scrivi sul ghiaccio la ricompensa che ti ha promesso.

Tu puoi ricucire il manto della Menzogna e dell’Astuzia, ma non potrai venderlo a Dio.

Se hai in tasca una fiala di muschio, non c’e’ bisogno che tu vada a dirlo a tutti. Il profumo del muschio parla in tua vece.

La sola ricchezza consiste nel saper domare i propri desideri.

La tigre e il topo, che cadono in una trappola, sono ugualmente ridicoli.

Vivi come una solitaria montagna, nel raccoglimento, e la tua fronte tocchera’ il cielo, come la cima della montagna.

Se il saggio vive in silenzio e’ perche’ sa che la candela si consuma mediante il suo lucignolo.

Cogli le rose senza curarti delle loro spine.

Se tua moglie va spesso al Bazar, bastonala senza pieta’, altrimenti rassegnati a vivere come una donna, in fondo all’harem.

Tua moglie non potra’ abbandonare la tua casa che il giorno del suo seppellimento.

La spia, e’ la creatura piu’ abbietta.

Ad ogni ritorno di primavera, cambia moglie, poiche’ i vecchi calendari non hanno piu’ alcun valore.

Dedica il tuo tempo a togliere la polvere, che offusca lo specchio del tuo cuore.

A che serve ungere con l’olio di sandalo la ferita d’un uomo in agonia?

Allorquando t’inginocchi verso la Mecca, dimentica di esistere.

Se soffri, sii paziente e spera. Il giorno non nasce forse dalla notte?

I bei frutti che il giardiniere offre al Sultano, sono colti nel giardino del Sultano stesso.

Se arrivi a capire che la Verita’ e’ dalla tua parte, non inorgoglirtene.

Il tuo corpo e’ una meravigliosa prateria irrigata dai canali delle tue vene.

E’ inutile piangere sui morti: essi non sono che delle gabbie dalle quali gli uccelli sono fuggiti.

Non cercare di correre, se le tue spalle sono cariche del peso dei tuoi peccati. Il facchino non fa mai la gara di velocita’ con il cavallo.

Una donna ti fa soffrire? Chiedi ad un’altra che ti consoli. Ma se la donna che si piglia gioco di te e’ molto bella, siile fedele, se non sei sicuro di poterla dimenticare.

Lavora con rispetto: la terra e’ fatta degli occhi, delle labbra, delle guance di coloro che hai amato.

Amante disilluso, non disperarti! Ti resta Iddio.

Se anche sei ricco come Karum, insegna un mestiere a tuo figlio.

Se il tuo cuore e’ pieno di perle, imita l’ostrica: chiudilo bene!

Quando hai turbato la pace di un alveare, fuggi!

martedì 25 novembre 2008

In ricordo di Franco Spinosi - 7

(Vedi il preambolo dedicato a
Franco Spinosi sul post n. 1)


Dalla Collana „Le Perle”:
Amore Donne Gelosia
(massime – pensieri)


Copyright by Franco Spinosi Editore
Editrice La Sfinge



La Rochefoucauld puo’ essere annoverato tra i piu’ grandi moralisti di tutti i tempi.

La finezza delle sue analisi sui sentimenti e sulle debolezzr umane, scritte in una forma spoglia, sincera, ed a volte volutamente pessimistica, potrebbe, in un giudizio superficiale, essere considerata pressoche’ negativa.

Questa pero’ sarebbe una maniera troppo semplicistica e sbrigativa nel considerare l’opera di La Rochefoucauld.
Se l’intelletto posto dinanzi a tale spietato specchio analitico reagira’ positivamente liberando l’animo dalle principali sue scorie quali, per esempio, l’egocentrismo, l’ipocrisia e l’eccessivo amor proprio, allora non si potra’ dire che la parola di Monsieur La Rochefoucauld si sia levata inutilmente o che la sua grande lezione sia risultata vana. (L’Editore)



L’AMORE
Non c’e’ che un tipo di amore, ma ne esistono un migliaio di copie differenti.

Quando siamo stanchi di amare siamo ben lieti che ci tradiscano per liberarci dalla nostra fedelta’.

Il piu’ grande miracolo dell’amore e’ di guarire la civetteria.

Accade di un grande amore come dell’apparizione degli spiriti. Tutti ne parlano ma nessuno li ha visti mai.

Se si giudica l’amore per la maggior parte dei suoi effetti somiglia piu’ all’odio che all’amicizia.

Non amare affatto, in amore, e’ un mezzo sicuro per essere amati.

Il piu’ giusto paragone che si possa fare all’amore e’ quello della febbre; noi non abbiamo il minimo potere ne’ sull’uno ne’ sull’altra, sia per la sua violenza che per la sua durata.

L’amore, come il fuoco, non puo’ sopravvivere senza un movimento continuo e cessa di vivere dal momento in cui si finisce di sperare o di crederci.

Si perdona finche’ si ama.

Ci sono persone che non sarebbero mai state amanti se non avessero mai sentito parlare dell’amore.

Si passa sovente dall’amore all’ambizione, ma non si torna mai dall’amore all’ambizione.

Piu’ si ama una persona piu’ si e’ vicini al detestarla.

L’AMICIZIA
L’amicizia piu’ disinteressata non e’ che un commercio ove il nostro Amor proprio si propone sempre di guadagnare qualcosa.

La riconciliazione con i nostri nemici non e’ che il desiderio di rendere la nostra condizione migliore, o una stanchezza della lotta, oppure il timore di qualche cattivo avvenimento.

Quello che ci rende tanto mutevoli nell’amicizia, e’ che rimane difficile conoscere la qualita’ dell’anima mentre e’ facile conoscere quella dello spirito.

E’ piu’ disonorevole diffidare degli amici che esserne ingannato.

E’ una prova di poca amicizia non accorgersi del raffreddamento dei propri amici.

Noi ci consoliamo delle disgrazie dei nostri amici quando queste servono a mettere in mostra la nostra tenerezza per loro.

E’ difficile amare chi stimiamo poco, ma non lo e’ meno l’amare chi stimiamo molto al disopra di noi.

Il piu’ grande sforzo dell’amicizia non e’ di mostrare i nostri difetti ad un amico bensi’ di fargli vedere i suoi.

Quando i nostri amici ci hanno ingannato non si deve opporre che indifferenza alle loro dimostrazioni di amicizia, ma sempre si dovra’ offrire sensibilita’ per le loro disgrazie.

Noi non rimpiangiamo la perdita di un amico secondo il suo merito, ma secondo i nostri bisogni e secondo l’opinione che noi crediamo avergli dato dei nostri meriti.

Le amicizie rinnovate richiedono piu’ cure di quelle che non sono state mai interrotte.

La maggior parte delle donne e’ poco portata all’amicizia perche’ dopo che si e’ provato l’amore l’amicizia risulta insipida.

Nell’amicizia, come nell’amore, si e’ piu’ felici per le cose che si ignorano che per quelle che si conoscono.

LE DONNE E LA CIVETTERIA
La severita’ delle donne e’ un accomodamento ed un belletto che esse aggiungono alle proprie attrattive.

La maggior parte delle donne non piange tanto la morte di un uomo per averlo amato quanto per sembrare piu’ degna di esserlo.

Lo spirito, nella maggior parte delle donne, serve piu’ a diffondere le loro follie che le loro ragioni.

Le donne credono spesso di amare, e spesso a torto. L’occupazione di un intrigo, l’emozione di spirito che crea la galanteria, la tendenza naturale al piacere di essere amate e la pena di rifiutare le persuadono che sono innamorate quando non e’ altro che civetteria.

La civetteria e’ l’essenza dell’umore della donna, ma nessuno la pratica sia per timore che per prudenza.

Le civette si fanno onore di essere gelose dei propri amanti per nascondere che sono invidiose delle altre donne.

ORGOGLIO E VANITA’
I filosofi, e Seneca soprattutto, non hanno affatto distrutto i difetti con i loro precetti. Essi non hanno fatto che adoperarli per innalzare l’edificio dell’orgoglio.

Quello stesso orgoglio che ci spinge a biasimare i difetti degli altri di cui noi ci crediamo esenti, ci spinge a disprezzare le buone qualita’ che non abbiamo.

Se noi non abbiamo orgoglio non ci dobbiamo lamentare di quello degli altri.

Quasi sempre si loda per essere lodati.

Sembra che la natuta che ha cosi’ saggiamente disposto gli organi del nostro corpo per renderci felici, ci abbia donato l’orgoglio per risparmiarci il dolore di conoscere le nostre imperfezioni.

Vi sono dei rimproveri che lodano e delle lodi maldicenti.

L’orgoglio e’ piu’ forte della bonta’ nelle rimostranze che facciamo a chi commette un fallo, noi non lo riprendiamo tanto per correggerlo quanto per persuaderlo che noi siamo esenti da tale difetto.

La lusinga e’ una moneta falsa che non ha corso per la nostra vanita’.

L’orgoglio e’ uguale in tutti gli uomini, e non c’e’ differenza che nella maniera di dimostrarlo.

Il rifiuto di una lode e’ il desiderio di essere lodato due volte.

E’ il desiderio di meritare delle lodi che ci fortifica nella virtu’ e che vivifica lo spirito, il valore e la bellezza.

Pochi sono tanto saggi da preferire un biasimo che e’ utile ad una lode che tradisce.

Noi amiamo sempre quelli che ci ammirano e non amiamo affatto quelli che noi ammiriamo.

Qualunque bene si possa dire di noi stessi esso non ci insegna nulla di nuovo.

Se la vanita’ non rovescia completamente la virtu’ per lo meno le da’ una buona scossa.

La ragione che ci rende la vanita’ degli altri insopportabile, e’ che ferisce la nostra.

INVIDIA E GELOSIA
L’odio per i favoriti non e’ altro che l’amore del favore. Il dispetto di non possederlo si addolcisce nel disprezzo con cui si fa oggetto chi lo possiede ed a cui noi rifiutiamo ogni omaggio non potendo togliergli quello degli altri.

L’invidia e’ distrutta dalla sincera amicizia come la civetteria dal vero amore.

Ci si puo’ fare un vanto delle passioni anche tra le piu’ malvagie; ma l’invidia e’ un’odiosa passione di cui nessuno si vanta.

L’invidia e’ piu’ vergognosa dell’odio.

Il piu’ grande segno di esser nato con grandi qualita’ e’ l’esser esente dall’invidia.

La nostra invidia dura piu’ a lungo della felicita’ di coloro che invidiamo.

La gelosia si nutre di dubbi. Diviene furore oppure svanisce appena si passa dal dubbio alla certezza.

La gelosia nasce sempre con l’amore ma non muore con lui.

La gelosia e’ il piu’ grande di tutti i mali e non desta nessuna compassione nella persona dalla quale e’ causata.

Vi e’ nella gelosia piu’ amor proprio che amore.

Quello che rende la vergogna della gelosia cosi’ viva e’ che la vanita’ non e’ di nessun aiuto per sopportarla.

Il rimedio della gelosia e’ la certezza di quello che si e’ temuto, e dato che spesso questa causa la fine dell’amore sembra un crudele rimedio ma e’ piu’ sopportabile del dubbio e del sospetto.

I VIZI E LE VIRTU’
Le virtu’ si perdono nell’interesse come i fiumi si perdono nel mare.

L’ipocrisia e’ un omaggio che il vizio rende alla virtu’.

Non si disprezzano coloro che hanno dei vizi; ma si disprezzano tutti coloro che non hanno nessuna virtu’.

I vizi entrano nella composizione delle virtu’ come il veleno entra nella composizione dei rimedi. La prudenza li tempera e li amalgama e se ne serve contro i mali della vita.

Il nome della virtu’ serve agli interessi tanto utilmente quanto i vizi.

La magnanimita’ disprezza tutto per avere tutto.

Sembra che la natura abbia prescritto a ciascun uomo, dalla sua nascita, dei limiti sia per la virtu’ sia per il vizio.

Quello che ci impedisce di abbandonarci ad un solo vizio e’ che ne abbiamo piu’ di uno.

La costanza dei saggi non e’ che l’arte di contenere le agitazioni dei loro cuori.

La filosofia trionfa facilmente sui mali passati e futuri; pero’ il male presente trionfa su di essa.

E’ piu’ facile essere saggi per gli altri che per se stessi.

Il nostro pentimento non e’ tanto il dolore del male che possiamo avere commesso quanto il timore del male che puo’ capitarci.

Quello che sembra generosita’ non e’ sovente che una ambizione travestita che disprezza i piccoli interessi per mirare ai grandi.

La fedelta’ che mostrano la maggior parte degli uomini non e’ che un’invenzione dell’amor proprio per attirare la confidenza; un mezzo per risaltare sugli altri e renderci depositari di cose importanti.

La magnanimita’ e’ assai bene definita dal suo stesso nome; nondimeno si potrebbe dire che e’ il buon senso dell’orgoglio e la strada piu’ nobile per ricevere elogi.

La semplicita’ affettata e’ una impositura delicata.

GIUDIZIO SPIRITO E CUORE
Ciascuno parla bene del suo cuore, ma nessuno osa farlo del suo spirito.

La cortesia dello spirito consiste nel pensare cose oneste e delicate.

La galanteria dello spirito consiste nel dire delle cose lusinghiere in una maniera piacevole.

Lo spirito non potrebbe a lungo interpretare la parte del cuore.

Tutti coloro che conoscono il loro intelletto non conoscono il loro cuore.

Poco spirito insieme a della rettitudine annoiano meno, a lungo andare, di molto spirito insieme a molti difetti.

Lo spirito e’ sempre la vittima del cuore.

La grande sottigliezza e’ una falsa delicatezza; la vera delicatezza e’ una solida sottigliezza.

Un uomo di spirito sarebbe bene imbarazzato senza la compagnia degli sciocchi.

LA FORTUNA
La natura fa il merito e la fortuna lo mette in opera.

La fortuna ci corregge di molti difetti di cui la ragione non potrebbe correggerci.

Ci vuole maggiore virtu’ nel sostenere la buona fortuna che la cattiva.

Per essere un grande uomo bisogna saper approfittare sempre della fortuna.

Non si e’ mai tanto fortunati o tanto sfortunati quanto si immagina.

La fortuna non sembra mai tanto cieca quanto alle persone che non favorisce mai.

Bisogna governare la fortuna come la salute; gioire quando e’ buona, pazientare quando e’ cattiva e non tentare mai grandi rimedi per correggerla.

Benche’ gli uomini si lusingano per le loro grandi azioni esse sovente sono solo il frutto del caso e non di un grande disegno.

La fortuna gira tutto a vantaggio di chi favorisce.

La maggior parte degli uomini hanno, come le piante, delle proprieta’ nascoste che solo il caso e la fortuna fanno scoprire.

PENSIERI DIVERSI
E’ piu’ facile conoscere l’uomo in generale che conoscere un uomo in particolare.

Noi scegliamo sovente delle lodi avvelenate, che fanno vedere per contraccolpo, nelle persone che lodiamo, quei difetti che non avremmo mai il coraggio di criticare apertamente.

Le sole buone copie sono quelle che ci fanno vedere il ridicolo della cattiveria originale.

E’ meglio impiegare il nostro spirito a sopportare i contrattempi che ci arrivano che a prevedere le disgrazie che potrebbero capitarci.

La maggior parte della gente giudica gli uomini secondo la loro voga, o per la loro fortuna.

E’ molto facile ingannare se stesso senza accorgersene ed invece e’ molto difficile ingannare gli altri senza che essi se ne accorgano.

Uno sciocco non ha abbastanza forza ne’ per essere cattivo ne’ per essere buono.

C’e’ della gente che assomiglia a delle vaudevilles: sanno cantare una sola aria.

Esistono dei buoni matrimoni, ma non ne esistono affatto di deliziosi.

Se si esaminano bene gli effetti della noia, si trovera’ che ci fa piu’ trascurare i nostri doveri dello stesso interesse

E’ piu’ facile sembrare meritevoli degli impieghi che uno non ha, che per quello che uno esercita abitualmente.

Il mondo sovente ricompensa di piu’ le apparenze del merito che il merito stesso.

Si fanno piu’ spesso tradimenti per debolezza che per un preciso disegno di tradire.

Nell’uomo non si trova in eccesso ne’ il bene ne’ il male.

L’intenzione di non ingannare mai ci espone al rischio di essere ingannati sovente.

Il nostro merito ci attira la stima della gente onesta, la nostra fortuna ci attira la stima della folla.

Il vero uomo onesto e’ quello che non si picca di nulla.

Sovente perdoniamo alla gente che ci annoia; ma non possiamo perdonare la gente che annoiamo noi.

Ci si annoia spesso in compagnia di gente con cui non ci e’ permesso di annoiarci.

E’ una noiosa malattia conservare la propria salute con rigorosi regimi.

Coloro che sono incapaci di commettere un delitto, non sospettano gli altri di esserne capaci.

Se non ci aduliamo da noi stessi, l’adulazione degli altri non ci potra’ mai nuocere.

La sobrieta’ e’ l’amore della salute, oppure l’impossibilita’ di mangiare troppo.

L’accento del paese in cui si e’ nati dimora nel cuore e nello spirito tanto quanto nel linguaggio.

Un uomo onesto puo’ essere innamorato come un pazzo, mai come uno sciocco.

Le vere mortificazioni sono quelle che rimangono sconosciute; la vanita’ rende facili le altre.

Ci piace indovinare i pensieri degli altri, ma non si ama che gli altri indovinino i nostri.

Esistono diverse specie di curiosita; l’una di interesse che ci porta a desiderare d’apprendere quello che ci potrebbe essere utile, e l’altra di orgoglio che ci spinge a cercare di sapere quello che gli altri ignorano.

E’ piu’ nociva all’economia l’avarizia che la liberalita’.

Ci sono dei meriti senza carriere, ma non esistono carriere senza alcun merito.