giovedì 26 luglio 2012

Sprechi in sanità? Imitiamo la Bulgaria...


Ho visto qualche giorno fa in televisione un programma di approfondimento dedicato agli sprechi nella nostra sanità. Il governo Monti sta mettendo a stecchetto l’Italia nell’intento di trovare risorse per pagare i debiti di cinquant’anni di malgoverno e allinearsi alle direttive del nuovo padrone, l’Eurogermania. Gli ospiti della trasmissione esprimevano ognuno la loro opinione o la propria ricetta per diminuire la spesa che pesa come un macigno sul bilancio nazionale.
Un consiglio, per esempio, era di acquistare le merci come agenzia unica che dovrebbe ottenere per gli ospedali i migliori prezzi per tutti gli articoli sanitari che si acquistano sul territorio nazionale, per evitare che una siringa costi 10 a Milano, 7 a Perugia o 15 a Palermo. Sarebbe un’ottima soluzione, sperando che nella trattativa non entrino poi i soliti intrallazzatori e mazzette che fanno lievitare i prezzi.

Ricordo che quando sono partito dall’Italia avevo un cassetto pieno di medicine, molte delle quali non ricordavo neanche a cosa fossero servite. Ogni scatola mancava di alcune capsule o pasticche, le altre restavano nel cassetto fino a quando la scadenza non le avesse rese ancora più inutili. Su questo argomento qualche anno fa  ho anche scritto un post, che oggi è sempre più attuale.
In Bulgaria, dove le medicine si pagano, il paziente va in farmacia e della medicina chiede la quantità  che gli serve, ossia se una scatola contiene due o tre blister può chiederne anche uno; quasi sempre è la farmacia stessa che chiede al cliente se vuole o no l’intera scatola.
Se in Italia - dove le medicine prese in farmacia gratuitamente o quasi, vengono usate al massimo al 50 per cento - si usasse lo stesso metodo usato in Bulgaria, quanti milioni di euro risparmierebbe lo Stato? Cosa impedisce di seguire questa prassi? Gli interessi privati. Prima di tutto l’industria farmaceutica e i farmacisti che perdono incassi e guadagni, e per ultimi noi stessi perché non pagandoli non ci interessa minimamente di risparmiare. Ma diciamoci la verità: se dovessimo pagarli non sarebbe conveniente acquistarne solo quanto basta senza buttar via denaro e medicine?
Ma, come al solito, in Italia è impossibile, si intaccano interessi di intoccabili e Monti questi soggetti non vuole inimicarseli.

lunedì 23 luglio 2012

Come ingrossare a dismisura il conto corrente


Si può vivere l’intera vita in un’opaca anonima mediocrità, aspettando d’incontrare un giorno quella dea bendata che cambia strada ogni volta che ci vede (sic!), ma può succedere che una volta non ci veda e ci piombi improvvisamente addosso. Si può chiamare colpo di fortuna o “botta de culo” alla romana. Sono tanti e misteriosi i sentieri che segnano questi repentini cambiamenti di vita, e d’altronde il proverbio dice che le vie del cielo sono infinite.

Prendiamo ad esempio Nicole Minetti. Una volta faceva l’igienista dentale o giù di lì, ma improvvisamente le vie del Signore le hanno fatto incontrare Berlusconi. Ecco, questa si chiama “botta de culo” nel significato più autentico, perché da igienista-velina a consigliere regionale della Lombardia il passo è stato breve, anzi brevissimo. Misteri e miracoli che solo Berlusconi avrebbe potuto rendere possibili. Diecimila al mese per alcuni anni almeno, poi – come è ovvio – vitalizio, pensione e certamente qualche altro grasso incarico di prestigio.
Supera quasi indenne il Rubygate, ma improvvisamente dal partito le viene imposto di dimettersi. Lo vuole Angelino e lo vuole Silvio. Già immagino cosa deve aver pensato: “Ma siete matti, io dovrei dimettermi? E perché? Non sono neanche indagata! E poi scusate, stipendio e vitalizio vanno a farsi fottere? Devo essere fottuta due volte?”. E così resiste imperterrita nel suo incarico, poi parla direttamente con Silvio, e adesso il popolo vorrebbe conoscere come finirà la telenovela. Immagino, ma non ne sono certo,  che si dimetterà, ma noi poveri mortali non sapremo mai quanto ci è costata la sua “botta de culo”.

Per non parlare di un certo Francesco Schettino anonimo e non-valido comandante della nave Costa Concordia, assurto agli onori della cronaca e ormai famoso in tutto l’orbe terracqueo per aver ucciso, per sua leggerezza e inettitudine, 35 ignari innocenti turisti. Dopo aver semiaffondato la sua nave per una fatale imprudenza, è stato tra i primi ad abbandonarla, lasciando al loro destino centinaia di passeggeri.
Qualche mese agli arresti domiciliari e adesso libero in attesa del processo. Sono già iniziate le interviste esclusive a tivù e giornali, seguiranno due libri: uno sarà la sua verità sulla vicenda della Costa Concordia e l’altro sulla sua prigionia, e conoscendo le leggi italiane se la caverà con il rimprovero solenne del Presidente del Tribunale: “Non lo faccia più, comandante Schettino…”.
Un’Associazione di consumatori ha chiesto di bloccare le somme che percepirà per le interviste e libri che scriverà. Speriamo che ci riesca altrimenti quei poveri 35 turisti saranno uccisi per la seconda volta.

Chi non conosce Rossella O’Hara, l’indimenticabile eroina dell’altrettanto indimenticabile film “Via col vento”? Intere generazioni l’hanno osannata, ma presto, molto presto sarà sostituita nel cuore degli aficionados dalla cooperante Rossella Urru. Se provate per un attimo a sillabare i due nomi, vi accorgerete che sono quasi uguali anche nella pronuncia. Ma volete paragonare la vecchia Rossella con la nuova eroina conosciuta ormai, grazie a internet, in tutto il mondo?  Forse non sarà bella come la prima, però si presenta graziosa, simpatica e bene in carne.
E’ stata accolta con gli onori che si rendono a una eroina, ricevuta dal Capo dello Stato, forse anche il Papa la riceverà in visita privata, il paese natale Samugheo ha festeggiato il ritorno della sua concittadina che resterà nel cuore di tutti i sardi. Tutto giusto e tutto bello, la nazione è felice di dare il bentornata a una italiana che ha rischiato la vita con coraggio e abnegazione per il bene di popolazioni povere e indifese che hanno bisogno di aiuti umanitari. Però, però… io sono come S. Tommaso che non crede se non vede, e allora mi assale qualche dubbio… Immagino anche il suo futuro, pur non avendo la palla di vetro…
Per esempio: ho visto persone rapite che quando sono state rilasciate avevano perso venti chili, erano emaciate e sofferenti, mentre invece la nostra eroina, dopo nove mesi di prigionia, sembrava aver partecipato a un film con Indiana Jones. Più che prigioniera assomigliava a una preda che era  stata messa all’ingrasso. Ho negli occhi l’immagine del rilascio della Betancourt in Colombia e di Soffiantini in Italia, che parevano usciti da un lager. Forse i rapitori hanno avuto tutti i riguardi conseguenti al pagamento di un sicuro riscatto. (A proposito, ci siamo proprio dimenticati dei nostri marò che abbiamo consegnato agli indiani?).
Bisognerebbe, poi, sfatare la leggenda che i cooperanti siano dei missionari che si spogliano come S. Francesco e vanno per il mondo a curare e confortare poveri e derelitti. La cooperazione e i cooperanti costano all’Italia una montagna di soldi e nessuno si muove per spirito cristiano ma per uno stipendio. Se poi, anche se non ce lo diranno mai, lo Stato cede anche ai ricatti pagando puntualmente i riscatti, allora il conto sale in maniera esponenziale.
Adesso la nostra eroina si prenderà qualche settimana di riposo e poi darà la stura alle esclusive giornalistiche e televisive, libri che raccontano l’orrenda prigionia, poi la partecipazione e gli incontri a manifestazioni cultural-umanitari, e contemporaneamente il conto corrente si impingua alla faccia dei poveri cristi del terzo mondo. Ritornerà la nostra eroina ad aiutare le popolazioni che ha dovuto lasciare forzatamente? Certamente no, si sta meglio in Italia. Ma se provasse a ripartire bisognerà impedirglielo a ogni costo, per risparmiare qualche milione di euro per il riscatto-2.
Sono cattivo? Può darsi, forse…  A pensar male si fa peccato ma spesso si indovina.

domenica 22 luglio 2012

Meglio dell'Euro perverso la Lira povera


Tre quarti dell’Italia è ormai ridotta all’osso tra tasse, disoccupazione, esodazione, cassa integrazione, spread, fiscal compact e tutte le altre diavolerie inglesi, che nascondono tra le parole il fallimento. I tecnici, con l’approvazione dei nostri beneamati politici – che per l’occasione sono stati capaci di fare una maggioranza  trasversale – stanno svendendo la nostra sovranità alle agenzie di rating, alle banche e alla Germania. Tra un paio d’anni al massimo, se non avremo il coraggio di reagire, i tedeschi avranno conquistato tutta l’Europa, questa volta senza l’uso dei carri armati.
Gli ebrei stanno ancora aspettando il Messia, ma nel frattempo si sono dati da fare e in qualsiasi posto si trovino godono di benessere e di buona salute, eccetto quando dei bastardi terroristi non decidano, vigliaccamente, di mettere bombe sui pullman turistici, come è successo la settimana scorsa a Burgas, in Bulgaria.
Noi, invece, il Messia lo abbiamo già, ma non riesce a fare miracoli. Forse è un falso Messia. Ce lo ha mandato, senza neanche chiederci il permesso, l’Uomo del Colle. Per fargli posto è stato defenestrato il tiranno, a causa del quale si sono abbattute su di noi le disgrazie che stiamo vivendo. Televisioni e giornali, quasi tutti conniventi, hanno osannato e steso un tappeto rosso all’uomo che avrebbe miracolosamente tratto in salvo l’Italia dal baratro nel quale stava precipitando. Erano anni che si ventilava la sua venuta e finalmente Bersani, Casini e Napolitano ce lo hanno servito senza colpo ferire.
Vorrei avere davanti, per sputarlo in faccia, quell’ebete di Enrico Letta che assicurava gli italiani che questo maledetto spread sarebbe sceso di duecento punti non appena Berlusconi, la causa di tutti i nostri mali, si fosse dimesso, il resto lo avrebbe fatto Monti. Siamo arrivati a 500 e più punti e questo povero professore, il Messia, ancora ci racconta frottole dopo averci svuotato le tasche. Per povero intendo di idee e di capacità perché il conto bancario è stracolmo.
Professori, tecnici, cattedratici, non votati e non voluti, che non sanno da dove iniziare e quando agiscono devono prima compromettersi coi loro referenti politici, finanziari e sindacali. L’UE, la BCE e la Germania saranno i carnefici che ridurranno l’Italia al ruolo di colonia del terzo mondo, dopo averci depredato del made in Italy.
Questa UE agli italiani non interessa, e se il Messia Mario Monti, che si dice sia ben ammanicato in Europa, non va dai suoi amici a Bruxelles a sbattere la scarpa sul banco per far capire che non ci stiamo, allora non serve neanche lui e bisognerà far parlare le urne o scendere in piazza. Se abbiamo dei debiti è giusto che li paghiamo, ma se il nostro “fratello” europeo continua a stringerci il nodo intorno al collo, quello non è un fratello ma un caino, e di questi ne abbiamo già abbastanza a casa nostra.
Parole sinistrorse, grilline, dipietriste o vendoliane?... no! Parole di un emigrato italiano (e anche di destra) che non ne può più di tasse, di questa Europa nazionalista, di questa crisi, di questa casta politica, di questa in-giustizia, di questa burocrazia, di queste auto blu, di questi privilegi e privilegiati, di vitalizi e buonuscite milionarie, di questa corruzione e ladroneria dilagante e impunita.