giovedì 30 gennaio 2014

Anche gli italiani adesso scoprono la Bulgaria

Sono trascorsi sette anni e mezzo da quando, lasciando tristemente l’Italia, mi sono trasferito in Bulgaria. Di primo acchito, da un giorno all’altro, mi ritrovai cinquant’anni  indietro nel tempo, l’Italia della ricostruzione dal periodo bellico, l’Italia povera, agricola ma dinamica che cercava il nuovo benessere sia nella ricostruzione che nell’emigrazione. Ecco… così ho visto la Bulgaria quando sono arrivato a Pazardjik, gente povera ma dignitosa, che stava ricostruendo il suo futuro sulle macerie lasciate dal regime comunista.

Ma dove sta questa Bulgaria?
Penso sia stata la scelta migliore che abbia fatto, perché mi sono lasciato alle spalle una potenziale vita di stenti, per ritrovarmi benestante in una nazione che moltissimi italiani solo adesso iniziano a capire dove stia sulla cartina geografica. Colpa della nostra incultura, non certo della Bulgaria. Qui le spese giornaliere, rispetto alla piccola pensione italiana, mi hanno permesso di trascorrere questi anni, insieme alla mia compagna, una vita decorosa ed equilibrata, lontano dalla cefalea giornaliera che affliggeva le mie giornate romane, lontano dal traffico snervante, dalla scadenza quotidiana di balzelli, dalle notti insonni al pensiero del giorno dopo, dall’assillo di dover trovare denari ad ogni costo, mentre le caldane notturne mi avvampavano provocando un terribile prurito alla testa. Da qui ho ricominciato la mia vita normale, quella che dovrebbero avere tutte le persone normali.
Ho una visione personale ed egoistica della mia posizione in Bulgaria, perché intorno a me continuo a vedere miseria anche estrema di miei coetanei bulgari che non hanno, purtroppo, la stessa fortuna, ma si sforzano di vivere una “povertà dignitosa”, perché con la loro pensione vivrebbero male anche in Africa.
Prima di me sono arrivati in Bulgaria molti altri connazionali, alcuni addirittura durante il vecchio regime, ma quasi tutti trasferitisi qui per commerciare e fare “bisinissi”. Pochi allora pensavano di trasferire qui vecchiaia e pensione. E’ difficile descrivere il trauma che subisce un cristiano che, alle soglie della vecchiaia, inizia a contare quella piccola somma che gli elargisce lo Stato, sapendo che dietro a quella non c’è un salvadanaio dove poter mettere le mani per i mille “varie ed eventuali” della vita, specialmente quando gli acciacchi dell’età si fanno sentire e gli anticorpi morali e fisici si abbassano e le difese iniziano a screpolarsi.

Nasce il blog
Poi, nel 2008, decisi di dar voce ai miei pensieri e alle mie esperienze bulgare con questo blog, Italia-Bulgaria solo andata, pagina dove poter sfogare la forzata lontananza dall’Italia le diversità trovate, le difficoltà affrontate, ma anche la serenità e la tranquillità ritrovata e il desiderio che altri, nelle stesse mie condizioni, seguissero la strada per una serena vecchiaia. Nel frattempo, nel 2007 anche la Bulgaria entra nell’Ue, traendone benefici economici ma restando fuori dall’eurozona. Le descrizioni del mio nuovo benessere sociale penetravano man mano sempre più in internet, spargendosi – insieme ad altri siti – nel tessuto sociale italiano, fino a sfociare il 13 ottobre sorso  nell’ascoltatissimo programma “L’Arena” condotto da Massimo Giletti, con Simona Giampaoli che intervista me e un altro pensionato italiano a Sofia, e apre la prima breccia sul fenomeno dei pensionati italiani che si trasferiscono in Bulgaria. Le visite sul mio modestissimo blog salgono vertiginosamente, decuplicando il numero di persone che vogliono avere notizie – vista la crisi sempre più profonda che attanaglia l’Italia – sulla Bulgaria. Segue dopo una ventina di giorni un altro servizio di Marzia Maglio per il programma Rai3 “Ballarò”, anch’esso seguitissimo, con riflessi notevoli sulle visite al blog.
Sembra che i network si siano accorti, finalmente, del fenomeno “pensionati che fuggono dall’Italia”. E’ un fenomeno guidato o uno scoop giornalistico? Altri due interventi brevi su Rai1 sullo stesso tema attraverso skype continuano a tener desta l’attenzione dei media sulla Bulgaria. Sono contento che finalmente si discuta anche in Italia di questo problema, perché consapevole del dramma che stanno vivendo tanti pensionati, essi stessi aprano gli occhi e trovino rifugio in luoghi dove si possa vivere con serenità la terza età. Ho impiegato tanto tempo a descrivere questo mio stato sociale in terra bulgara e adesso finalmente, certamente non per merito mio, vedo che questo sogno si sta realizzando: andare a vivere dove la vita è ancora vivibile, almeno dal punto di vista economico.

Arrivano Le Iene
Dopo le numerose brecce della Rai, la settimana scorsa è finalmente scoppiata la bomba Mediaset con il servizio delle Iene, che con le loro interviste condotte col solito metodo tra satirico e dissacratorio, penso abbiano superato quell’ascolto e quell’attenzione che la Rai non ha ottenuto nelle pur valide interviste bilanciate e pulite, quasi istituzionali.
Le visite al blog hanno raggiunto livelli per me impensabili e avrò bisogno di qualche settimana per rispondere a tutti coloro che hanno scoperto la Bulgaria – a due passi da casa nostra – solo adesso. Forse un giorno pubblicherò in modo anonimo queste lettere ricevute, perché in quelle lettere c’è la disperazione di tanta gente che non riesce più a vivere, la rabbia impotente di chi è incapace di ribellarsi al potere e alla sua tracotanza, il dolore di chi, già punito crudamente nella vita, i disabili, cerca aiuto e conforto per fuggire dall’Italia per rifugiarsi, nella speranza di star meglio, nella nazione più povera d’Europa.
Mi auguro che arrivino qui in tanti, perché saranno accolti bene dai bulgari, prima di tutto perché è gente brava e poi perché spendiamo tanto denaro a casa loro. Qualcuno potrebbe pensare ch’io sia un italiano di merda. Non è così, perché sarei il primo a rientrare a casa mia, se lo Stato mi desse la possibilità di vivere dignitosamente. Ma finché questo sarà nostro nemico – perché così i cittadini lo sentono – finché lo Stato è la componente di questi politici e di questi burocrati che parlano di doveri senza mai concedere diritti, resterò esule in qualsiasi altra terra che mi accolga umanamente. Per i miei figli, per gli affetti che ho lasciato, per gli amici, mi auguro che il cosiddetto “nuovo che avanza”, Matteo Renzi e il suo seguito, abbiano la forza e l’onestà di non farsi schiacciare da questo sistema Italia, perché se falliscono anche questa volta sarà la nostra rovina, parola di uno che ha votato quasi sempre a destra.


giovedì 23 gennaio 2014

I pensionati italiani ritornano giovani in Bulgaria

Per chi ancora non lo avesse visto, metto in rete il Video Mediaset Pensionati in Bulgaria, trasmesso ieri 22 gennaio su Italia 1 da Le Iene. Mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente Umberto Alezio ed Enrico Lucci per il servizio accurato e, come sempre, mordace e grintoso, sul significativo numero di trasferimenti di italiani in Bulgaria e in altre nazioni con costi della vita accettabili per le nostre pensioni. 
Vorrei, peraltro, correggere una notizia inesatta data da Franco Tenca che vive a Sofia, e così trasmessa, sul costo degli affitti in Bulgaria, che non esistono a 36,99 leva mensili (17 euro), ma sul mercato - che è libero - vanno da un minimo di 100 fino a 300 euro a seconda della grandezza, della zona e del luogo.
Ringrazio, altresì, i moltissimi amici e lettori che, benevolmente, hanno voluto esprimermi il loro apprezzamento e consenso, i tanti connazionali che continuano a chiedermi notizie, e ai quali - un giorno dopo l'altro - cercherò di dare le risposte e i consigli che mi chiedono.

Per attivare il video cliccare sul link sottostante.


http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/01/22/lucci-pensionati-in-bulgaria_8171.shtml

martedì 21 gennaio 2014

Vivere da pensionato in Bulgaria

Per "Voglio vivere così" allego l'articolo in data odierna di Nicole Cascione, relativo a una mia intervista concessa alla giornalista sul tema dei pensionati che si trasferiscono all'estero.

Per vedere l'articolo clicca qui.

lunedì 20 gennaio 2014

Magia e bolle di sapone accompagnate dalle specialità del Maramao a Plovdiv


Quando l’amicizia virtuale diventa realtà
Il giorno in cui Alfonso Sergio mi chiese l’amicizia su Facebook mai avrei immaginato che potesse sfociare in una memorabile serata al Ristorante Maramao di Plovdiv.  Dopo aver acquistato il mio libro Scoprire la Bulgaria, mi scrisse che gli era piaciuto molto e che avrebbe voluto incontrarmi il giorno in cui sarebbe venuto a Plovdiv.
Il 4 gennaio ebbi finalmente il piacere di conoscerlo, insieme alla sua compagna: un bel ragazzo, alto, corporatura un po’ robusta, occhi che esprimevano bontà. Decidemmo di fare una passeggiata in centro e prendere un caffè. Fu così che Alfonso, tra un sorso di caffè e l’altro diventò Mago Fofficino. Seduti al tavolo del bar allietò quei momenti con i suoi giochi di prestigio, fin quando non ci alzammo per andare a pranzo al Maramao, il ristorante italiano di via Stefan Verkovich che già conoscevamo sia io che Stella. Anche lì il pranzo fu intervallato dai suoi giochi di magia davanti ad altri commensali. Non riesco a dimenticare la meraviglia e il viso stupito di una bambina che assisteva. Prima di andar via c’era già un accordo preliminare tra Alfonso e Gabriele, il proprietario del ristorante, per una probabile serata imperniata tra giochi di magia e una buona cena.
Alfonso, figlio di un medico di base, vive a Cava dei Tirreni con la compagna bulgara di Plovdiv, Stella, una ragazza dal sorriso dolcissimo e occhi vivaci, due lauree inutilizzate nel cassetto, mentre lui ha seguito la passione di una vita, la magia, l’illusionismo, un’arte per tutte le età, che forse non lo ripaga in termini economici per la sua bravura, ma gli regala spesso la felicità negli occhi e nel sorriso dei bambini, molte volte affetti da gravi patologie.

Arte culinaria e arte magica
E così il 16 gennaio tutti uniti, italiani e bulgari, per assistere allo spettacolo di illusionismo e degustare le specialità culinarie di Freddy, lo chef, che seppur debilitato per una recentissima operazione, ha saputo dare il meglio di sé con piatti veramente succulenti. Ristorante strapieno, diviso in quattro tavolate, due bulgare e due italiane, mentre nella zona centrale troneggiava il tavolo magico con gli attrezzi di lavoro di Mago Fofficino, che aveva ai lati altri tavoli con una nidiata di bambini a fare da cornice. Dopo aver fatto il giro fra tutti i tavoli a meravigliare i commensali con i suoi giochi di prestigio veramente notevoli, il Mago ha superato se stesso con lo spettacolo finale delle bolle di sapone. Applausi fragorosi ad ogni figura e strilli di gioia e di emozione dei bambini attorno. Nel corso della serata ha voluto, troppo buono!, anche rendermi omaggio presentando il mio libro ai commensali presenti, che ne hanno approfittato con numerose richieste.
Una serata veramente piacevole e divertente che ha riunito italiani e bulgari nel plauso e nell’applauso al made in Italy della magia e della buona cucina. Mago Fofficino, alias Alfonso Sergio, tornerà presto in Bulgaria per partecipare al Bulgarian’s Got Talent, con la speranza di continuare a meravigliare anche il popolo televisivo. Durante la sua vacanza, con i suoi numeri, ha allietato anche i bambini con problemi gravi e abbandonati dalle famiglie, ricoverati in una struttura di Asenovgrad, evento riportato con grande rilievo anche dai giornali.
Qui sotto una galleria fotografica della serata:
























sabato 18 gennaio 2014

Qualcosa che dovremmo imparare dalla Bulgaria?

La Bulgaria – si sa – è considerata la cenerentola d’Europa, sia perché è una piccola nazione, ma soprattutto perché è considerata la più povera dell’Unione. Ma qualche volta anche i più piccoli possono insegnare ai grandi e dare quegli esempi legislativi positivi che ogni popolo si aspetta dai suoi governanti.
Il caso specifico, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri nel nuovo codice penale, riguarda l’evasione dei contributi previdenziali, che diventa un reato punito con la reclusione. Il problema riguarda i datori di lavoro che non versano i contributi dichiarati per i propri dipendenti, ma in questo caso, la pena è solo in termini di interessi maturati, ma soprattutto attacca vigorosamente chi pratica il lavoro nero. Questa piaga sociale, in Bulgaria, adesso viene punita con una pena carceraria che aumenta in modo graduale in base all’ammontare del tempo dell’evasione, e cioè: per l’evasione di contributi previdenziali superiori a 25 stipendi mensili minimi (4.345 euro), il datore verrà condannato a 6 anni di reclusione; per l’evasione pari a 50 stipendi mensili (8.690 euro) la pena è di 8 anni di reclusione; quando l’evasione supera i 100 stipendi mensili (17.380 euro) la pena sarà di 12 anni. Per gli ultimi due casi lo Stato potrà confiscare anche la metà dei beni del datore di lavoro.
Di questa lista fanno parte anche i casi in cui i lavoratori sono assunti senza contratto di lavoro o con contratti a progetto, quando lo stipendio dichiarato non corrisponde a quanto effettivamente pagato, e i casi nei quali vengono presentate false documentazioni.
I contributi previdenziali, in Bulgaria, sono pari al 30,3% della retribuzione, il 60% dei quali a carico dei datori di lavoro, e il rimanente 40% a carico dei lavoratori. Secondo gli esperti della materia ciò significa che anche il lavoratore potrà essere punito proporzionalmente al datore di lavoro.
(Questo post è stato liberamente tratto dall’articolo di Lilia Rangelova su “Bulgaria Oggi” del 16-01-2014).


Non sono esperto in materia, ma leggendo l’articolo ho avuto subito l’impressione che in Bulgaria, sulla piaga del lavoro nero, si voglia fare sul serio. In Italia, come al solito, ci sarebbero mille modi per combatterlo, ma nessuno può avere l’efficacia di una legge che ti manda in galera se provi a fregare il lavoratore e lo Stato, e credo candidamente che continuerà così per sempre, per due semplici ragioni: al nostro Stato dei lavoratori non interessa assolutamente niente, e i lavoratori vedono lo Stato non come difensore e paladino dei propri diritti, ma piuttosto come un oppressore. E’ stato sempre così fin dall’unità d’Italia, che non fu un’aggregazione o un abbraccio, ma un’annessione forzata al regno sabaudo, e continua ancora fino ad oggi con l’annessione all’Europa delle banche. Mi sono sempre domandato – ma non so ancora darmi una risposta - se Garibaldi e Prodi siano stati veramente un liberatore e uno statista o due mercenari, e in questo caso per quali forze occulte abbiano lavorato.

martedì 14 gennaio 2014

Anche “Le Iene” alla scoperta della Bulgaria

L’e-mail di giovedì 8 gennaio diceva: Ciao, sono Umberto Alezio, autore del programma “Le Iene” di Italia 1, ho letto un articolo che ti riguardava, nei prossimi giorni arriveremo in Bulgaria per un servizio sui pensionati italiani che vengono a vivere lì. Se mi mandi un tuo numero di telefono potremo sentirci direttamente a voce. Ovviamente il servizio è positivo e le interviste durano soltanto pochi minuti, ti sarei grato se potessi segnalarmi eventuali contatti di italiani in pensione che vivono anche a Sofia o altrove.
Per un paio d’ore sono rimasto a pensarci. Le interviste delle Iene non possono paragonarsi alle consuete interviste, del tipo L’Arena di Rai 1 o Ballarò di Rai 3, perché chi conosce questo programma sa quanto sono graffianti e dissacratori i loro servizi. Alla fine rispondo dandogli il mio numero.

Alla camera Umberto Alezio che riprende Enrico Lucci mentre mi intervista

Domenica pomeriggio 12 gennaio stavano già a casa mia a Pazardjik, accompagnati in macchina da Leo Bianchi, un italiano quarantenne, personaggio famoso e amato in Bulgaria, dove vive, per aver vinto nel 2005 l’edizione bulgara del Grande Fratello. Le Iene camminano in coppia e questa volta sono Umberto Alezio ed Enrico Lucci, quest’ultimo più conosciuto di Umberto perché mentre questo ne è autore e ne cura la regìa, l’altro intervista. La povera Renata, la mia compagna, non stava più nella pelle, perché dopo aver ammirato Lucci in tante delle sue diaboliche interviste in Tv, averlo a casa in carne e ossa non le sembrava vero. Per me, invece, il piacere di parlare con due giovanotti, bravi e normali in tutto e per tutto, ma che riescono con faccia pacioccona e candida, a penetrare l’animo delle persone che hanno di fronte, che infine scoppiano e tirano fuori tutto il veleno e la rabbia che hanno ingoiato per anni.

L'intervista di Lucci a Adolfo Gattini

Non so quanti minuti dureranno le interviste, né se taglieranno dei pezzi, ma indubbiamente non hanno la tenerezza di un linguaggio bonario. Finita la mia intervista, Lucci si è rivolto all’amico Adolfo che era anche lui a casa mia: “Scambiamo quattro chiacchiere anche con te? Ti va?”. E Adolfo: “Sì, va bene, due cose brevi”. Quando le quattro chiacchiere erano diventate un fiume di parole miste ad improperi, Lucci, sempre col suo tono di voce serafico gli dice: “Ammazzete!!! E meno male che dovevi dire due cose brevi!! Con te c’è da stare attenti, col nome che porti!”. Naturalmente è venuta fuori una risata generale, e subito partenza per Ognianovo dove ci aspettava Alvaro. Anche qui le presentazioni, la storia personale, i motivi per cui si trova qui, ecc., e di nuovo partenza per Sofia, dove al ristorante di Leo Bianchi li aspettavano già altri pensionati con il loro fardello di storie da sviscerare e il motivo per cui si sono trasferiti in Bulgaria, che poi – per tutti – è sempre lo stesso: continuare a vivere decorosamente la propria vecchiaia.

Leo Bianchi mostra il mio libro "Scoprire la Bulgaria"

Quando il servizio andrà in onda lo inserirò nel blog e su Facebook, sperando di non incorrere nell’ira o nella vendetta dei nostri beneamati governanti, per non essere stati, forse, abbastanza teneri nei loro confronti o nel sistema Italia.

Anche i miei scritti sono più radi. Me ne scuso con lettori ed amici, abituati a vedermi più spesso imbrattare il bianco delle mie pagine, ma comincio a sentire l’impegno un po’ gravoso, mentre alcuni ani fa era solo un piacere. Forse la crisi italica inizia a riflettersi anche sulla mia penna.

Renata tra Umberto Alezio ed Enrico Lucci


A casa di Alvaro Castellini dopo l'intervista. Si riparte per Sofia