sabato 8 novembre 2014

Erasmus "Roed 3" sbarca a Pazardjik con l'IPSIA Galileo Galilei - Anton Giulio Bragaglia di Frosinone


Come negli anni passati, proseguono sempre più intensi gli scambi italo-bulgari tra le rispettive scuole. Quest’anno, nell’ambito dell’Erasmus “Roed 3”, sono arrivati a Pazardjik gli studenti dell’IPSIA Galileo Galilei – Anton Giulio Bragaglia di Frosinone. Lino Sacchetti, Luca Incocciati e Piergiorgio Cardarilli partecipano allo stage relativo all’Odontotecnica, mentre Davide Schettino e Daniele Marcoccio a quello di Elettronica. A Sofia, invece, ne sono stati accolti almeno altri 10.
E’ la mattina di ieri e su facebook ricevo un messaggio da Piergiorgio: “Ciao Antonio, domani andiamo via, vorremmo salutarti, va bene alle 15.30 al Dolce Vita?”. Ci ritroviamo così da Zani a bere qualcosa e scambiarci qualche impressione. Non so se sono impacciati per la timidezza dei loro 18 anni o perché hanno di fronte uno che potrebbe essere il loro nonno. L’ordinazione rompe un po’ la timidezza e ne approfitto per domandare:

Dopo aver visto la Bulgaria per la prima volta, che giudizio ne date?”.
“ Per quel poco che abbiamo potuto vedere è una bella nazione. Dovevamo vedere Sofia oggi, ma qualcosa è andato storto nell’organizzazione dall’Italia, perché avremmo dovuto andare soli in treno senza un tutor, e allora abbiamo rinunciato. Eravamo andati a Plovdiv dove abbiamo visitato la Fiera, ma non abbiamo visto altro perché pioveva a dirotto”.

Pazardjik vi è piaciuta? Cosa vi rimane impresso della città?”.
“Sì, Pazardjik è effettivamente una bella città, con strane contraddizioni. Di giorno è sempre un pullulare di gente, specialmente nella zona pedonale, ma appena chiudono i negozi la città resta quasi deserta. Poi ci sono molti zingari, ma qui lavorano e non disturbano, non chiedono l’elemosina e non sono invadenti come da noi. Ci sono anche locali di divertimento dove si può passare qualche serata, ma sono differenti dalle nostre discoteche o sale da ballo”:

Questo stage è stato utile per voi? Ne traete un’esperienza positiva?”.
“E’ stato senz’altro positivo, anche perché abbiamo potuto vedere da vicino i differenti metodi di lavoro e i materiali usati. Secondo noi i nostri metodi e materiali sono migliori o forse noi abbiamo fatto l’abitudine ai nostri e lavoriamo meglio. Comunque la diversificazione arricchisce il nostro bagaglio. Il viaggio nel nuovo pensiamo ci abbia migliorato nel rendimento”.

Cosa ne pensate delle ragazze bulgare? Come le trovate rispetto alle nostre in Italia?”.
“Pensiamo che sarebbe stato molto meglio se fossimo venuti a Pazardjik in estate… Sul come le troviamo, possiamo dire una cosa? Pensavamo fosse più facile, invece queste sono più difficili delle nostre, forse perché non conosciamo la lingua… E poi avevano sempre accanto dei marcantoni palestrati che, sinceramente, incutevano qualche timore…”.

I ragazzi hanno tante altre cose da sistemare, amici da salutare prima di partire alle 4 del mattino, per cui poco prima del commiato cerco le parole adatte ad incoraggiare questi giovani che dovrebbero essere il futuro dell’Italia. Sanno che attraversiamo un momento difficile, ma sono certo che abbiano capito che solo con il loro coraggio e la loro forza di volontà usciremo dal pantano in cui ci siamo cacciati. Li abbraccio uno per uno sapendo che forse non ci rivedremo più… nipoti acquisiti di un’Italia matrigna.