martedì 26 giugno 2018

Alfa e Omega Italia-Bulgaria

Non trovo più il tempo per scrivere come alcuni anni fa. Il Patronato, ormai, occupa quasi tutto il mio tempo libero, anche se per me è motivo di evasione, di nuove conoscenze e di solidarietà verso i connazionali e i bulgari che vivono di Inps. Eppure sarebbero tante le questioni e i problemi di cui occuparsi e da affrontare, ma i mezzi di comunicazione moderni ci aggiornano in tempo reale su quello che avviene nel mondo e soprattutto, per quello che a noi più interessa, su quello che succede in Italia. Tralasciando, quindi, questi argomenti, vorrei fare alcune considerazioni su uno, in particolare, che purtroppo diventa sempre più d’attualità tra la comunità italiana in Bulgaria. 

Sono trascorsi dodici anni da quando ho scoperto questa terra, per me benedetta, dove ho potuto ricominciare una vita alla quale, in Italia, mai avrei potuto aspirare, fatta di serenità, dignità e decoro cui ognuno di noi ha diritto quando si va in pensione. Ricordo quegli anni, io e pochi altri, vedendomi come nei vecchi film western americani, pionieri alla ricerca di nuove terre per migliorare il loro stato sociale. E così, effettivamente, ci sentivamo. Eravamo un corpo estraneo in un tessuto sociale che non era il nostro, costretti ad affrontare le novità che giornalmente si presentavano, soprattutto la lingua, ma intenzionati fermamente a restare sul territorio che avrebbe potuto ridarci quella tranquillità mentale ed economica che l’Italia non poteva più offrirci. 

Potevamo contarci sulle dita di una mano, ma improvvisamente - magia della comunicazione – un servizio di Rai1 sui pensionati che fuggivano dall’Italia, ha dato la stura a tanti altri servizi televisivi su tutte le reti Rai e Mediaset, ad articoli su quotidiani e riviste, su internet e su programmi Rai di approfondimento. Eravamo diventati un fenomeno mediatico che da allora non si è più arrestato: mail, skype, telefono hanno iniziato a tempestarci per avere notizie su questo Paese per tanti fino allora sconosciuto o quasi. Sono passati sei anni da allora e moltissimi dei nostri connazionali hanno deciso, anche loro, di rifarsi una vita in terra bulgara. Il numero di pensionati è aumentato in modo esponenziale, molti di questi con moglie italiana o bulgara al seguito, e anche soli o accompagnati. La nostra età, purtroppo, generalmente va dai sessanta in su, per cui il motore vecchio ha bisogno sempre più frequentemente del meccanico… purtroppo, qualche volta va in rottamazione perché fuso. 

Qui finisce il mio preambolo e iniziano le considerazioni. 

La prima è quella che oggi sentiamo sempre più spesso, purtroppo, di qualche connazionale passato a miglior vita. Il Padreterno non fa distinzioni, per cui a piangere sono sia vedovi che vedove che vivono qui, o figli o nipoti che vivono in Italia. Ormai siamo una folta comunità e molti di noi finiscono o finiranno in Bulgaria il loro percorso terreno, per cui ritengo doveroso e inderogabile che ognuno di noi, io per primo, decida e manifesti le proprie intenzioni quando ancora sta in salute. Lo dico con l’animo di un incallito ottimista, con il sorriso sulla bocca, perché è già tragico il momento del trapasso, non rendiamolo ancor peggiore per quelli che restano. 

La seconda considerazione è appendice della prima. Ci troviamo tutti in una terra che, anche se ci ha accolto a braccia aperte, non è la nostra, per cui abbiamo il dovere di esprimere la nostra volontà su cosa fare delle nostre spoglie se il Padreterno ci chiama a sé: essere seppelliti o cremati, se vogliamo restare in Bulgaria o essere portati in Italia. 

Terza considerazione, che è soprattutto un suggerimento. Con il connazionale, che nel tempo, forse, diventa pure un amico, abbiamo occasione di vederci anche giornalmente, forse mangiamo spesso insieme o sempre insieme facciamo la spesa o una gita, ma di lui capita che alla fine non sappiamo niente, come non ci conoscessimo, non sappiamo se ha dei figli o fratelli o sorelle. Se il soggetto vive solo e dovesse essere chiamato alla vita eterna, cosa facciamo? Siamo in grado di avvisare qualche parente o un amico in Italia per comunicargli la notizia? Come ci comportiamo per organizzare il funerale, chi pensa alle spese? A questo proposito, ognuno di noi ha un conto corrente in banca dove arriva la pensione, forse anche con dei risparmi per affrontare eventualità negative. Sapete che se ognuno di noi, giustamente, tiene segreto il suo pin di bancomat, quei soldi resteranno in banca forse anche per anni? Consiglierei, quindi, i connazionali, di fare in modo che qualcuno ne sia a conoscenza, quanto meno per poter affrontare le spese funerarie, che in verità – rispetto a quelle italiane – sono molto ma molto più modeste, per cui cinicamente mi viene da affermare che, nella tragedia, qualcosa di positivo resta: morire in Bulgaria conviene. 

Parlare di queste cose ci fa toccare i “gabbasisi”, ma è meglio decidere prima sull’argomento e non quando le cose, talvolta improvvisamente, accadono. Tanti di noi hanno una moglie o una compagna alla quale spetterà affrontare la situazione, ma tanti altri arrivano soli e soli affrontano il loro percorso di vita; mi rivolgo soprattutto a questi, perché diano a qualche altro connazionale un'informazione o un numero di telefono, se dovesse succedere l’irreparabile. E’ vero che l’Ambasciata, teoricamente, dovrebbe avere la possibilità di avvisare qualche parente in Italia, e questo già fa perdere molto tempo, ma se anche questa non fosse in grado di avvisare qualcuno, è come se quell’essere umano fosse stato destinato all’oblìo già da vivo. 

Chiedo venia a chi mi legge, per la delicata questione affrontata. Tutti noi ci auguriamo di vivere il più a lungo possibile, ma sappiamo anche che quando arriva l’ora siamo fragili e indifesi contro il corso della natura. Avendo avuto notizia dell’ennesimo decesso di un connazionale, mi sono deciso a pubblicare questo post, proprio per aprire una finestra sul tema. 

Estote parati, recita una frase del Vangelo: Siate pronti. Se lo saremo, eviteremo a chi resta, l’aggravio di problemi resi già tragici dall’evento. 

Lunga e Buona Vita a tutti.