lunedì 30 novembre 2009

Quel 30 novembre del 2007

Sono passati due anni eppur mi sembra ieri. Quel primo dicembre, da Nettuno, Giuseppe mi ha telefonato su skype ed ero felice di sentirlo, anche per avere notizie della madre, la mia adorata cugina Lilla. Dopo i primi festosi saluti Giuseppe, con voce titubante, fece il primo accenno: “Zio, purtroppo devo darti una brutta notizia…”. In quel momento compresi il motivo della telefonata e cosa mi avrebbe detto. Lui continuava a parlare ma in quel momento i miei pensieri erano altrove, sapevo che prima o poi sarebbe successo ma avevo fiducia nella forte fibra di quel testone che continuava a ripetermi di non andar via perche’ si sarebbe sistemato tutto, come se si potesse dare un colpo di spazzola a dodici anni di vita extraconiugale. “Ieri e’ morto zio Peppino, mi dispiace dovertelo dire, ma e’ giusto che tu lo sappia”. “Si, si… Giuse’, non preoccuparti, grazie, ci sentiamo dopo…” e attaccai mentre un nodo mi stringeva la gola e un pianto dirotto bagnava la tastiera del computer.
Prima o poi sarebbe successo, certo; ma io in cuor mio speravo sempre nel poi. Avevo sempre pensato che avresti festeggiato e oltrepassato il secolo di vita e invece, a un anno e mezzo dalla mia partenza, te ne sei andato anche tu. Mi rimangono di te i ricordi piu’ belli, quando eri vivo, quando hai voluto venire ad abitare per tre mesi a casa mia, i tuoi consigli inascoltati, i tuoi racconti di gioventu’, le registrazioni di quei racconti, e quando – scendendo pian piano le scale di casa – appoggiato al mio braccio, ti portavo al bar e li’ passavi un paio d’ore a giocare a carte con Vincenzo o chiunque altro disposto a sentire le tue risate quando vincevi. Quegli ultimi tre mesi sono valsi per me piu’ dei tanti anni passati insieme nella nostra casa di Primavalle.
Mi rimane, soprattutto, il rimorso per esser partito. Non ti ho lasciato solo, perche’ vicini ti sono sempre stati anche mio fratello e i nipoti, oltre che la nuora. Ma la comunione che c’era tra noi era tutt’altra cosa. Senza voler sminuire l’amore che tu e mamma avevate per Salvino, tuttavia io sapevo, perche’ lo sentivo dentro, di essere al primo posto nel vostro cuore come voi lo eravate nel mio.
Ho il rimpianto di non esserti stato vicino negli ultimi giorni e istanti della tua vita terrena, non essere presente al tuo funerale, di averti indotto – con la mia partenza – a non prendere piu’ quelle medicine che ti sarebbero state utili per continuare a vivere. Gia’, vivere! Perche’ e per chi? Pensavi che il mio fosse solo un capriccio, invece dovevo partire, dovevo allontanarmi da una situazione ormai divenuta insopportabile. Ma non potevo dirtelo perche’ ti avrebbe arrecato ancora piu’ dolore. Ormai tu avevi solo voglia di raggiungere al piu’ presto mamma.
Riesce a consolarmi il pensiero che, nei giardini celesti, sei adesso accanto a lei, la donna che hai amato per 67 anni. Da lassu’, se potete, cercate di proteggermi per qualche anno ancora: devo sistemare tante cose, non per me, ma per la persona che amo e che mi ama.
Tre mesi fa, per la prima volta dalla sua morte, ho sognato mamma che mi abbracciava dicendomi: “Stai tranquillo, Totone’, andra’ tutto bene”. Adesso aspetto che anche tu mi porti una parola di conforto. Dopo, so che verra’ il mio turno e vedrete che il tressette in tre si gioca meglio.

martedì 24 novembre 2009

Cose di Casa Nostra - 1

Chi scherza col fuoco…
Cosa ci sara’ mai in quella pentola? La cosa certa e’ che contiene segreti di personaggi pericolosi. Il nostro beneamato ex governatore del Lazio, vizioso parecchio ma poco pericoloso, mai avrebbe potuto immaginare di aver sollevato un coperchio cosi’ esplosivo. Ha avuto la fortuna di essere stato colpito solo di striscio, infatti – pur distrutto nel morale – e’ ancora vivo. Probabilmente prendera’ i voti trascorrendo il resto dei suoi giorni a farsi perdonare i vizi privati. Certo non mi auguro di trovarmelo sul teleschermo di Rai3 perche’ non ci sarebbe limite alla faccia tosta. Altri protagonisti di questa vicenda non hanno avuto in sorte lo stesso trattamento. Gianguarino Capasso, lo spacciatore, se ne e’ andato per overdose. Brenda, il viado brasiliano, per asfissia. Questa, per ora, la tesi ufficiale.
Dispiace che due giovani vite, due esseri umani, se ne siano andati in cosi’ malo modo, ma tanti altri giovani molto migliori di questi muoiono giornalmente per motivi meno abietti. Quando si percorrono certe strade prima o dopo si finisce per cadere e farsi male. Se aggiungiamo poi a questi lavori – il pusher e il viado – in se’ pericolosi, l’idea che potessero ricattare con i loro video i personaggi filmati, si arriva alla conclusione ovvia che qualcosa di brutto possa anche succedere. In sintesi direi che “se la sono cercata”. Il proverbio dice che chi scherza col fuoco prima o poi si brucia. Se fosse un film ci aspetteremmo altro sangue, manca infatti il ruolo esatto dei carabinieri infedeli e che fine faranno. Ma talvolta la realta’ riesce a superare la fiction.
Ovviamente le indagini vanno avanti e tutti ci auguriamo una conclusione rapida della vicenda, ma questa e’ una storia troppo torbida dove e’ possibile si nascondano altri personaggi oscuri e soprattutto pericolosi, che non vogliono fare la fine di Marrazzo, anzi faranno del tutto per fuorviare le indagini e intorbidire le acque. I primi due furbetti, entrati in una storia piu’ grande di loro, non potranno piu’ parlare, gli altri sono stati avvertiti.
L’unico fortunato a uscirne indenne e’ stato il Califfo, se e’ vero quello che racconta nel suo “Il travestito”.

…e chi libera lo “stronzo” dal turpiloquio
C’e’ caduto anche lui, ormai va a ruota libera. Conoscevamo un Fini elegante, forbito, fine dicitore, aria sempre signorile, caustico e mordace nella dialettica parlamentare, quello che si puo’ definire un vero signore, un politico vero. Ahime’, che tristezza! L’altezza del rango a cui e’ assurto deve aver tolto ossigeno al suo cervello, molti suoi elettori lo disconoscono sia per le idee che ci vorrebbe propinare che per il linguaggio pasoliniano che ha deciso di adottare. Oggi ha introdotto ufficialmente in Parlamento anche lo “stronzo”, che non e’ piu’ cacca o merdaccia puzzolente, ma una libera espressione del pensiero nei riguardi di chi non la pensa alla stessa maniera. Oggi si puo’ liberamente dire che Fini e’ uno stronzo senza tema di averlo offeso. Sarebbe meglio, pero’, attendere una sentenza ufficiale della Cassazione.
E’ entrata nel linguaggio ufficiale anche la “cassanata” per chi, con questa parola, vuole intendere una “stronzata”, ma la parola e’ decisamente piu’ accettabile e mondata dei fetidi olezzi. Per quanto mi riguarda, per esempio, potrei affermare che il presidente del Palermo Zamparini fa almeno due cassanate l’anno, ogni volta, cioe’, che cambia allenatore. Mi domando se il problema siano gli allenatori che si succedono o sia il presidente, ma quest’ultimo e’ intoccabile.
Cassano, dal quale discende la parola, sembra essere, finalmente, in via di guarigione e ne siamo tutti felici; ma il termine resta, anche perche’ sarebbe impronunciabile la parola “balotellata” riferita al nostro astro emergente dell’arte pallonara. Questo ragazzo, che e’ stato subito preso in simpatia da tutta l’Italia per la sua storia, si e’ dimostrato invece, col passare del tempo, uno “stronzo” di quelli veri. Addirittura si profila la sua immediata candidatura nella Nazionale maggiore, per dimostrare al mondo che non siamo razzisti, avendo anche noi nelle nostre file giocatori italiani di colore. Se Balotelli sta sulle palle a tutti non e’ perche’ e’ nero ma perche’ e’ uno stronzo, perche’ e’ antipatico e si rende antipatico, perche’ e’ maleducato, perche’ il cervello gli e’ andato in tilt per debito di ossigeno come a Fini.
E fanno male Mourinho e la stampa nazionale a nascondere il vero problema. Bisognerebbe guardarlo in faccia e dirgli che il problema e’ lui, non i tifosi. Balotelli potrebbe essere bianco, biondo e con gli occhi azzurri ma resterebbe sempre uno stronzo, anzi uno STRONZO tutto maiuscolo. E’ il suo comportamento a dare fastidio, non il colore della pelle. Quindi smettiamola con questa storia del razzismo perche’ in Italia hanno giocato e giocano tanti giocatori neri e sono tutti rispettati. Possiamo anzi affermare che lo “stronzo” si nasconde sotto qualsiasi colore e Balotelli ne e’ il classico esempio.

venerdì 20 novembre 2009

Politica politici partiti e bla bla bla...

Politica, la parola piu’ usata ed abusata della nostra vita quotidiana, parola astratta che sottintende un profondo significato reale. Per i greci politike’: tutto cio’ che interessa la citta’-stato, l’amministrazione, il governo, il modo di vivere, il benessere della citta’ e quindi dei cittadini. Ogni cittadino credo sia in grado di dare una definizione di questa parola, eppure rimane un intrigo misterioso di idee e pensieri difficile a districare, perche’ alla parola politica bisogna accostare il suo derivato: politico. Il politico o i politici sono coloro che si interessano di politica e quindi del nostro governo, del nostro benessere, del nostro modo migliore di vivere. E qui nasce la nostra confusione mentale. Non e’ la politica ad essere oscura, anzi e’ chiarissima. E’ il politico, colui che la gestisce e la interpreta, a renderla difficile, astrusa ed incomprensibile.
Vogliamo parlare dei politici seri, idealisti, in buona fede? Hanno tutti, comunque, ricette diverse per ottenere il benessere dei cittadini. Ogni linea di pensiero si trasforma nel partito dove ogni politico si riconosce e svolge il proprio ruolo. Tanti partiti quante sono le idee. Pertanto, stesso obiettivo da raggiungere, percorrendo strade diverse, talora opposte. Quale sara’ quella giusta?
Tutti idealisti e in buona fede questi politici? Per carita’, non scherziamo! Ai pochi veri politici va aggiunta una pletora di politic-anti che rincorrono, attraverso la politica, interessi e tornaconti che nulla hanno a che vedere con il benessere della collettivita’. Professionisti della dialettica, incantatori di serpenti, plagiatori, prestanomi, intrallazzatori, artisti dell’inganno in doppiopetto. Di destra, di sinistra, di centro? Ogni partito si tiene ben stretti i suoi, sono la linfa che foraggia i partiti stessi e le campagne elettorali.
Se togliamo, tra senatori e deputati, un centinaio di nomi noti al circuito mediatico, chi sono gli altri ottocento e piu' parlamentari? E’ l’anonima massa ondivaga che forma i partiti e le relative correnti, che si adegua agli ordini di scuderia pronta a spingere il carro guidato dal leader-cocchiere.
Era forse migliore la prima repubblica? Certamente no! Cosi’ come e’ certo che non e’ questa la repubblica alternativa che gli italiani vogliono. Non vogliono sapere chi e’ Berlusconi. Un giorno la storia ce lo potrebbe consegnare come un grande filibustiere. Oggi e’ il Presidente del Consiglio, eletto a larga maggioranza dagli italiani. E tutti sono tenuti a rispettare l’esito delle urne, maggioranza e opposizione.
Esisteva una volta la normale contrapposizione dialettica, inevitabile in una assemblea parlamentare composta da decine di partiti. Oggi, con soli cinque partiti a rappresentare gli italiani, si e’ arrivati all’aut-aut, agli insulti, alle offese personali e alle calunnie da una parte e dall’altra, mettendo nel dimenticatoio i gravi problemi in cui si dibattono gli italiani.
Le mie simpatie vanno a destra, ma se oggi dovessi dare un voto a questo parlamento, l’unico ad avere la sufficienza sarebbe Casini con la sua Udc, leader di un partito trasformista che ha pero’ capito che con il compromesso si potrebbe ottenere qualche benefico effetto anche per l’Italia e gli italiani.
Di Pietro: bocciato in toto, robuste braccia rubate all’agricoltura (mi scuso con i contadini), ha scambiato l’Italia per l’America latina fondando un partito giustizialista.
Bersani: bocciato. Sta seguendo i predecessori in una linea perdente che continua a castigarli. Lo sport in voga nel Pd e’ il masochismo. Un consiglio: perche’ non prova a costruire qualcosa insieme all’avversario? Costruire e cambiare: questo e’ utile agli italiani, non la solita litania contro Berlusconi.
Lega: rimandata. Fa parte del governo applicando e svolgendo il suo programma elettorale, ma deve imparare a usare le parole malleabilita’, flessibilita’, duttilita’ e compromesso; un partito al governo deve avere anche queste prerogative.
Pdl: rimandato. Molte cose sono state fatte (promosso per il disastroso evento abruzzese) ma tantissime sono ancora da fare. Bisogna smettere con il muro contro muro, si e’ arrivati allo stallo e all’esautorazione del Parlamento. Berlusconi e’ stato democraticamente eletto per governare, non per affossare questo nostro paese. Tutti conosciamo i suoi guai giudiziari cosi’ come sappiamo di certa magistratura politicizzata, ma si ricordi pure che ogni camino produce cenere e anche lui qualche camino deve averlo acceso. Il sistema giudiziario italiano non dovrebbe essere riformato ma ricostruito, proprio per questo motivo si faccia processare per dimostrare le iatture che creano questi giudici non a lui ma all’Italia. Sicuramente la giustizia trionfera’ e la maggioranza degli italiani continuera’ a votarlo.
E poi basta con le lotte intestine. Pochi italiani hanno capito il ruolo che sta recitando Fini in questa vicenda. Io e tantissimi italiani che lo hanno votato, essendo profani di politica e del suo sottobosco, non riusciamo a capire come mai abbia cominciato a strizzare l’occhio alla sinistra. In un post del 9 febbraio 2009 lo avevo pronosticato come prossimo Presidente della Repubblica. I suoi dissensi all’interno del Pdl sono una mossa tattica per arrivare al settennato? Noi suoi poveri elettori, inesperti di manovre di palazzo, siamo a dir poco sorpresi. Se la fusione col Pdl e’ fallita ritorni ad An ma cominci a parlar chiaro e se bisogna ritornare alle urne si manifesti chiara questa volonta’. Il mandato che gli elettori hanno dato a Berlusconi, comunque, e’ di governare per cinque anni. Chi tradisce questo mandato se ne dovra’ assumere la responsabilita’.
Quirinale: promosso. Napolitano ha interpretato benissimo il suo ruolo super partes, pur venendo dall’aberrante ideologia comunista. Da mesi stimola i partiti alla discussione democratica per ridare slancio all’Italia e alla sua economia: inascoltato, purtroppo.
La frase che si sente mormorare sempre piu’ spesso sulla bocca degli italiani, di qualsiasi partito, e’ che si stava meglio quando si stava peggio. Ma questo i sondaggi non lo dicono.
Meditate, politici, meditate! Questa vostra democrazia, sta rovinando la nostra Italia.

mercoledì 11 novembre 2009

Emozioni

11 Novembre, giornata luminosa. Mentre apro il “Laguna Blu” i primi raggi di sole si infrangono sulle sue vetrine; l’aria tiepida mi rammenta un’estate che vorrebbe ancora resistere a un autunno che si affaccia alla chetichella. Sistemo il locale e infine mi godo caffe’ e sigaretta seduto al tavolo dinanzi al bar.
Strada e marciapiedi sono gia’ stati puliti dalle zingare operatrici ecologiche, mentre dagli alberi intorno continuano lentamente a cadere gialle foglie autunnali che alimenteranno il lavoro delle suddette operatrici per domani.

Una decina di passeretti, a un metro da me, raccolgono da terra il pranzo quotidiano, e’ un continuo viavai mentre mi culla un cinguettio nel quale vorrei restare immerso tutto il giorno. Che meraviglia! La piuma di un passero, svolazzando, si posa lentamente sul tavolo, la prendo in mano, me la passo sul viso, sembra la carezza di un angelo. Batto i piedi in terra per essere certo di star qui, a Pazardjik. A volte anche una piccola citta’ di provincia bulgara puo’ darti emozioni da paesaggio tropicale.

Passa una ragazza con il cagnolino legato al guinzaglio, a spasso per i bisogni mattutini. Sul praticello, a sette-otto metri da me, il cagnolino si ferma, annusa un po’ e finalmente decide di fare la sua popo’. Meraviglia delle meraviglie! La ragazza estrae dalla tasca un fazzoletto di carta, raccoglie tutta la cacca del cane e la butta nel vicino cassonetto. Dico ad alta voce alla ragazza: “Brava”, lei si gira, mi guarda e mi sorride. Ricordo ancora quando a Roma, per camminare sui marciapiedi, dovevo fare le gimkane per non schiacciare le cacche dei cani. Da noi diciamo che porta fortuna; fortuna un cazzo, ti sporca solo le scarpe! La civilta’ e l’educazione civica sono elementi mobili: risiedono la’ dove, di volta in volta, si mettono in pratica. E io oggi ne ho visto un segnale.

Alle 10,30 vengono a trovarmi Maurizio e Alessio, ai quali si unisce subito dopo Francesco, un simpatico amicone che si sta godendo figlia moglie e ferie, prima di tornare, a inizio dicembre, a Folgaria. Maurizio e Alessio sono due amici veneti che hanno portato il gelato italiano a Plovdiv e dai quali ci riforniamo per il “Laguna Blu”. Vogliono trasferirsi a Pazardjik e stanno creando le basi per un proficuo prossimo lavoro. Fanno un ottimo gelato artigianale italiano e ho potuto constatare che i bulgari ne sono entusiasti anche se ha un costo maggiore. Si sta passando, lentamente, dalla quantita’ alla qualita’, basta avere un po’ di pazienza. Auguro a loro le migliori fortune perche’ sono professionisti seri e danno lustro al prodotto italiano.

E vorrei concludere con altri auguri. Qui in Bulgaria non c’e’ questa tradizione, ma oggi 11 novembre, in Italia, e’ San Martino e si aprono le botti del nuovo vino. Carducci cosi' si esprimeva nella poesia San Martino: "Ma per le vie del borgo / dal ribollir de' tini / va l'aspro odor di vini / l'anime a rallegrar". Ma e’ anche la festa dei cornuti, quindi auguro le migliori fortune anche a tutti i cornuti italiani, ovunque si trovino.

domenica 8 novembre 2009

... era mio fratello

Della nostra infanzia rammento molto poco, rimangono solo ricordi confusi, forse perche’ un’infanzia vera e propria non l’abbiamo mai avuta; la maggior parte di questi riguarda episodi legati al nostro rapporto con nonno Salvatore, che, seppure molto anziano, conservava lo spirito e la vitalita’ che lo aveva sempre contraddistinto; tu, probabilmente, ne hai avuto qualche maggiore sprazzo. Il solo ricordo che mi rimane nitido e’ quello di averti coinvolto e reso complice nel recupero di una piccola somma che avevo sottratto dalla cassa del piccolo negozio di mamma e nascosto; ti indicavo, nella lettera, il posto dove stavano i soldi pregandoti di spedirmeli in collegio. Naturalmente, allora, non ci sfiorava il sospetto che la lettera potesse essere letta dai nostri genitori, per cui i soldi tornarono a loro.
Il collegio era stato per me l’unico modo per poter frequentare la scuola media, non c’erano infatti altre possibilita’ piu’ economiche. Toto’ Messina aveva insistito molto con papa’ e mamma, soprattutto con papa’, per convincerli a farmi studiare perche’ ero considerato molto intelligente per quell’eta’ e avevo finito le elementari con un anno di anticipo. Cosi’, mentre io a dieci anni entravo in collegio trascorrendovi cinque anni, anche tu crescevi facendo gia’ allora grossi sacrifici perche’ per andare alle medie dovevi recarti ogni giorno a Ribera.
Venne poi il giorno in cui fu palese la mia non-vocazione a farmi prete e cosi’ il 6 giugno 1956, alla vigilia degli esami di quinto ginnasio, mi lasciarono con il baule di dotazione a piazza Manfredo Fanti all’Acquario, in attesa della corriera che sarebbe partita per Nettuno, dove abitavano i parenti piu’ prossimi, i fratelli di papa’. Non avevo ancora quindici anni e mi ritrovavo nuovamente solo, in un mondo che fino ad allora mi era stato quasi estraneo. I nostri “bravi” paolini oggi avrebbero ricevuto una denuncia per abbandono di minorenni, ma allora non esistevano ancora ali protettive in difesa dei minori. E nonostante tutto saro’ sempre grato a loro perche’ mi hanno inculcato sani principi morali e un’istruzione scolastica che adesso sarebbe difficile trovare in ragazzi di pari eta’. Anche oggi resto dell’avviso di fare quel che dicono ma non quel che fanno.
A quasi quindici anni non e’ facile dover decidere, da solo, del proprio futuro. Perche’, pur se circondato dall’affetto degli zii, in effetti mi sentivo come perso nel deserto. Abbandonata l’idea di continuare gli studi (anche e soprattutto per contingenti difficolta’ economiche), dopo due giorni mi avventurai per Roma alla ricerca di un posto di lavoro. In collegio, oltre a farmi studiare, mi avevano anche insegnato un mestiere che negli anni successivi mi avrebbe dato buone soddisfazioni: linotypista. Altri tempi allora rispetto alle difficolta’ di lavoro dei giorni nostri. La settimana successiva gia’ lavoravo. Niente tredicesima, niente ferie, niente assicurazioni previdenziali, soltanto 250 lire l’ora che in ogni caso erano, per un ragazzo di quindici anni, molte. E mentre tu, caro fratello mio, frequentavi le scuole medie in Sicilia, io a Roma avevo il primo approccio con la realta’ lavorativa: dalle 19 della sera alle 7 del mattino (questo orario sarebbe durato 12 anni) piu’ il viaggio andata e ritorno Nettuno-Roma. Si e no riuscivo a dormire quattro ore a casa mentre gli autisti della corriera mi svegliavano all’arrivo a Roma o Nettuno. Dopo sei mesi decisi di andare ad abitare a Roma, in pensione, a casa di un amico e collega.
Nostra madre, che e’ stata una piccola grande donna, capi’ che non era possibile continuare a lasciarmi solo e dopo due anni decise di fare i bagagli e partire per Roma portando anche te. La famiglia si riuniva o quasi (papa’ sarebbe arrivato due anni dopo). I primi anni sono stati un po’ difficili, anche se allora vivevamo in molti la stessa condizione di emigranti (adesso lo sono molto di piu’ anche perche’ tutti vogliono moltissimo di piu’).
Io lavoravo, tu studiavi e mamma ci accudiva e badava alle finanze. Grande confidenza, caro fratello, non ne abbiamo mai avuta. Tu eri piu’ giovane di tre anni e frequentavi i tuoi coetanei mentre io, nel poco tempo libero, correvo dietro ai miei primi amori, tu diligentemente studiavi e a fine anno scolastico cercavi anche un lavoro per autosovvenzionarti. Uscivano allora i primi mangiadischi, i registratori Geloso e tu che studiavi elettrotecnica ne combinavi delle belle, ti eri iscritto anche alla Scuola Radio Elettra per corrispondenza e facevi esperimenti di ogni tipo mettendo in allarme talvolta tutta la famiglia. Ricordi quando ti sei inserito nella trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”? Pazzie che solo allora e a quell’eta’ si potevano fare. Poi la naja sia per me che per te. Si ritorna alla vita normale, io in tipografia e tu, ormai diplomato e impiegato all’Enel che continui a studiare mentre lavori, ti laurei, scrivi anche un libro tratto dall’esperienza militare, ricordi? La vergine del kibbutz (dedicato ad Emilia P.). Mio fratello, che fino a ieri era per me un ragazzino, lo vedo inarrestabilmente crescere fisicamente e socialmente, diventare uomo indipendente che presto mi raggiungera’ e superera’. Ti ricordi? Quante volte, con mamma dicevamo che nei ragionamenti spesso eri “addivisco”! Ebbene, evidentemente avevamo torto, perche’ nella vita sono i risultati che contano e sinceramente posso affermare che hai raggiunto tutti i traguardi che ti eri proposto. Si dice che dietro un grande uomo c’e’ sempre una grande donna, perche’ hai trovato la compagna ideale simile a te nel carattere, nella tenacia, nel risparmio e nell’accumulo.
Nasciamo nudi, ma la vita – anno dopo anno – ci cuce addosso abiti diversi dovuti al nostro carattere, ai nostri sentimenti, alle nostre capacita’, alla nostra fortuna, alle occasioni fortuite. Ma gli affetti dovrebbero rimanere tali, invece molteplici fattori talvolta li mutano. Una nuova famiglia ti ha trasportato nella sua sfera affettiva e di influenza. Gente brava, meravigliosa, che ti ha dato tutto, certamente cio’ che forse nella nostra non avresti potuto avere. Ti trovavi bene e ne eravamo tutti contenti, ma negli anni si scollavano i vecchi affetti. I nostri vecchi ne soffrivano ma mamma era sempre pronta a trovare mille motivi per quest’assenza.
Sai qual e’, fratello mio, la cosa piu’ bella che mi resta oggi a quasi settanta anni? E’ il ricordo. Il ricordo della presenza attiva, del saluto dato con un bacio ogni volta che rientravo a casa, il loro sorriso o i loro rimproveri e li sento ancora vivi e vicini accanto a me. Due mesi fa, per la prima volta dopo sei anni, ho sognato mamma. Mi abbracciava dicendomi “Stai tranquillo, Totone’, stai tranquillo, va tutto bene”. Di queste cose si puo’ continuare a vivere pur avendo perso l’affetto di figli e fratello.
Sorrido compiaciuto al pensiero che per sentirti vicino, per sentirti fratello, per conoscere il tuo vero carattere, essere complice con te, tutti e due abbiamo dovuto cornificare le rispettive mogli. E’ stato per me un lungo bellissimo periodo. Quello e’ stato il vero fratello che ho amato. Poi, mentre io uscivo dal vecchio alveo familiare, tu invece sei rientrato nella tetra solitudine di una famiglia che e’ solo formale. Rispetto delle apparenze e interessi economici hanno avuto il sopravvento al richiamo del cuore. Ma non e’ mai troppo tardi per uscire dall’incantesimo nel quale sei stato attirato. Mi risuonano ancora le tue ultime parole: “Se non mi restituisci i soldi non sei piu’ mio fratello”. Da quel giorno non ti ho piu’ visto ne’ sentito. Hai trentottomila buone ragioni. Ho graffiato uno dei tanti muri che pazientemente hai tirato su negli anni: muri veri e muro virtuale tra te e gli altri.
La Provvidenza (nella quale tu non credi ma che dovresti sempre ringraziare) mi ha elargito un grandissimo dono: la salute. E io ringrazio Dio ogni giorno per questa fortuna. Nella vita di tutti i giorni, invece, mi ha fatto viaggiare sempre su treni che non arrivano mai a destinazione, ma io ringrazio ugualmente, perche’ non si puo’ aver tutto dalla vita. Appartengo alla categoria di persone che perdono sempre qualcosa e non trovano mai niente. Ma se io perdo un euro c’e’ uno piu’ fortunato che lo trova, forse a lui servira’ piu’ che a me.
Prima di addormentarmi dico sempre una preghiera e faccio sempre un esame di coscienza (reminiscenze del collegio). Errori, nella vita, certamente ne ho fatti tanti perche’ e’ nella natura umana sbagliare. Poi dico a me stesso che forse non sono stato proprio questo orco da meritare il ripudio tuo e dei figli. In un paese dove si e’ pronti a perdonare e difendere stragisti, assassini, pedofili e terroristi, sto pagando questo prezzo nonostante abbia lavorato cinquanta anni, dico cinquanta anni, tutti i giorni dalle dodici ore in su. Ho fatto degli errori, si’, e allora? Tutti nel lavoro e non tutti miei. Anche se con dolore mi addormento sereno. Sarebbe il caso che ognuno facesse un esame di coscienza, ma voi in collegio non ci siete mai andati.
Diventero’ di nuovo tuo fratello, forse, non appena avrai recuperato tutti i soldi che mensilmente fai togliere dal quinto della mia pensione? No, fratello mio, questi sono sentimenti naturali: o si hanno o non si hanno. Possibile che il denaro abbia inaridito cosi’ tanto il tuo animo? Se fai in tempo vola libero, scappa, esci dalle pastoie che ti intrappolano. Oltre il muro di mattoni esiste anche un’altra vita, fatta di semplicita’, di sorriso, di serenita’: quella che io – pur con le tasche vuote – ho trovato. Se poi questo volo ti portasse vicino a me avremmo l’occasione per recuperare gli anni perduti e dimostrare che nelle nostre vene scorre lo stesso sangue, quello stesso che ancor oggi sarei disposto a dare per te.
Per tutta la vita ti ho visto accendere mutui che ti sono serviti per tirare su muri e mattoni. Spero per i miei nipoti che non prendano la tua inclinazione. Se cosi’ fosse, quando un giorno morirai (e ti auguro tra tantissimi anni) sicuramente accenderebbero un mutuo anche per la tua tomba, sulla quale potrebbero scrivere la famosa frase: “Sempre addiziono’ e mai sottrasse. I parenti, riconoscenti, divisero”.
Abbiti un abbraccio dal tuo (per te) ex fratello.

mercoledì 4 novembre 2009

Vizi privati pubbliche virtu'



Viva LuxuriaVivaddio ha il coraggio di rendere pubblica la sua condizione. Questo e’ coraggio, questa e’ onesta’. Correttezza e onesta’ nei confronti di chi lo ha eletto in Parlamento nella passata legislatura. Questi elettori lo hanno votato sapendo che e’ un trans. Lo ha gridato al mondo senza vergogna e fiero nella difesa di una condizione sociale, morale e sessuale che gli ha creato non pochi problemi. Non condivido i suoi gusti, naturalmente, ma plaudo alla sua sincerita’ e al suo coraggio. Domenica scorsa, su Canale 5, ne ho apprezzato l’intelligenza, la dialettica e la chiarezza. Mentre lo ascoltavo dicevo a me stesso: “Questo e’ un trans con le palle”. Quelle palle che non hanno il coraggio di mostrare i vari Sircana, Marrazzo e compagnia occulta che nella sinistra italiana sembrano abbondare nascosti dal velo dell’ipocrisia e dell’omerta’.
Adesso mi e’ anche chiaro il livore e la persecuzione che ha dovuto subire Berlusconi per le sue vere o presunte prestazioni sessuali. Si vorrebbe intrappolare il Berlusca perche’ e’ un uomo normale, un maschio a cui piacciono le femmine e che alla sua eta’ ancora e’ innamorato della gnocca. I nomi delle donne non hanno importanza e neanche la professione: sono – comunque – donne, femmine con tanto di organo femminile desiderabile. Mi viene il dubbio che non sia una questione politica per costringerlo a dimettersi, ma solo squallida invidia. Invidia per un uomo ricco, potente, imprenditore di successo, che e’ eletto premier dagli italiani e che oltretutto non e’ neanche gay eneppure trans, ma un normalissimo uomo con le palle che gli funzionano come a tanti altri milioni di uomini.
Questa nostra sinistra che, alla deriva, non sapendo dove aggrapparsi, non trova di meglio che solleticare le palle di Berlusconi, farebbe bene a fare un serio esame di coscienza e quell’autocritica sulla propria superiorita’ morale della quale aveva fatto il cavallo di battaglia. E soprattutto i suoi candidati dichiarino agli elettori, oltre alle eccelse qualita’ morali, se sono gay o trans o normalissimi uomini come anche la sinistra ne aveva una volta. Qualcuno potrebbe obiettare che queste notizie riguardano la sfera privata del candidato. No, no e no!!! Questo riguarda gli elettori perche’ devono sapere chi e’ il proprio candidato, perche’ domani sara’ un uomo pubblico, e se e’ un gay o un trans e non lo dichiara e’ soltanto perche’ si vergogna delle sue inclinazioni e di se stesso, perche’ si vergogna di dire che gli piace mettersi alla pecorina ed essere impalato magari mentre sniffa cocaina, perche’ se mente alla famiglia perche’ non dovrebbe mentire agli elettori o agli amministrati?


Abbasso Marrazzo
Un mio amico soleva ripetermi che il mondo e’ diviso in due categorie: i mettinculi e i piglianculi. Di questa seconda categoria fa parte quel Marrazzo falso moralista, che oltre ad aver distrutto moralmente una famiglia (mi fa tenerezza la moglie che vuol far vedere l’unione nella sventura, ma penso lo vorrebbe morto domani) ha imbrogliato, derubato e messo in ridicolo l’intero Lazio. Ha rassegnato le dimissioni dopo aver provato, con incredibile faccia tosta, a darsi malato. Come no?, al dottore ha detto che gli faceva male il culo. Per l’imbroglio e il ridicolo la passera’ liscia ma per il furto dovra’ doverosamente intervenire la magistratura, sperando che il tutto, per i soliti giochi di potere, non venga insabbiato. C’e’ il sospetto che abbia attinto alle casse della Regione? Piu’ che il sospetto c’e’ la quasi certezza, perche’ questi vizietti costano cari e sono al di sopra delle sue possibilita’ economiche.
Un consiglio, caro Marrazzo (il caro e’ dovuto al costo sopportato dagli italiani): dopo aver chiesto scusa agli elettori, dopo aver espiato le tue colpe, puoi sempre trovare il modo di redimerti entrando in convento. Li’, con un po’ di fortuna, potresti trovare anche qualche frate con il tuo stesso vizietto; vivresti il resto dei tuoi giorni felice e anche dimenticato perche’ sia Santoro che Repubblica hanno fretta di voltare pagina: adesso c’e’ da sputtanare il Crocifisso e dare il giusto valore alla sentenza emanata dai talebani della corte di giustizia europea.
Ma questa e’ un’altra porcata per me e tanti italiani difficile da digerire, dopo aver mandato giu’ le porcate di Marrazzo. Qualcuno mi dovrebbe un giorno spiegare cosa ci fanno un giudice turco e uno serbo nella corte di giustizia europea. Gradirei una risposta da qualche membro del governo italiano, stato co-fondatore di questa Europa votata all’islam. Non siamo stati capaci di far inserire nella Costituzione europea le origini cristiane dell’Europa e adesso vogliono toglierci anche il Crocifisso. Mi domando a che titolo stiamo in quest’Europa. Io non mi ci riconosco.

Prima neve a Pazardjik

Per la stagione invernale quest'anno non sono molto ottimista. 2006: inverno mite e niente neve; 2007: prima neve a meta' dicembre seguita da una spruzzatina la settimana successiva; 2008: uguale al 2007; 2009: siamo al 3 novembre e dalle 10 di stamani ha cominciato a nevicare. Al suolo non attecchisce ancora, le automobili invece sono tutte imbiancate. Come ci sveglieremo domani? Speriamo bene perche' se inizia cosi' gia' adesso, l'inverno sara' lungo e le ossa deboli... L'unica cosa positiva la visione di due minuscoli passerotti sul marciapiede che, noncuranti dei frettolosi passanti che passano accanto, si cibano beccando una fetta di pane inzuppata di neve e acqua...

domenica 1 novembre 2009

Amici virtuali che diventano realta'

Sono entrato tardi nel mondo internet, ma non finiro’ mai di apprezzare tutti i lati positivi che offre. Pur facendo parte di un popolo di navigatori, artisti, scienziati, poeti ecc. ecc., purtroppo per me, non solo non sono un navigatore, ma non so proprio nuotare; mi ravviso, invece, in quella immensa schiera di comuni mortali che ogni mattina svegliandosi, sono costretti ad affrontare i problemi della quotidianita’ , ivi compreso l’uso del computer e le sue funzioni. Non so se arrivero’ mai a comprendere il lessico dell’internauta, tuttavia – con lo spirito e l’umilta’ dell’apprendista – poco alla volta il vecchio cervello apre una porticina arrugginita per lasciar passare spiragli di nozioni informatiche.
Il mio animo e’ colmo di gratitudine per quei cervelloni che hanno permesso di accorciare a giorni la comunicazione, la scienza e la conoscenza tra i popoli e le persone, che solo cento anni fa si sviluppava solo nel corso dei secoli. Cosi’ che anch’io, alla lunga lista di conoscenze e amicizie fisiche fatte nel corso degli anni, giorno dopo giorno aggiungo adesso quelle virtuali, che mi permettono – nei modi piu’ inconsueti – di allargare gli orizzonti e sentire piu’ vicino il mondo che mi circonda. Entro in contatto con i vari Raffaele, Adalberto, Adolfo, Manuel, Gaspare, Loris, Vito, Maurizio, Vania
, Elena, Fabio e tanti altri, tutte conoscenze virtuali (nascoste talvolta sotto il solito nickname) che si intensificano nel tempo, per poi passare gradatamente alla conoscenza fisica non appena si presenta l’occasione. Senza il computer molto difficilmente avremmo avuto la possibilita’ di conoscerci, scambiare opinioni, acquisire quelle nuove esperienze che ti fanno sentire ancor piu’ vivo e parte integrante di un universo in continua evoluzione.
Venerdi’ scorso una giornata carica di pioggia e’ stata illuminata dagli amici di Sofia iscritti al forum dell’Incontro Italia-Bulgaria. Sono venuti a trovarmi a Pazardjik per annullare la reciproca vir
tualita’. E cosi’ si sono materializzati Manuel e la moglie Vania, Elena, Vito con la compagna, e Maurizio, ai quali si sono aggiunti mezz’ora piu’ tardi altri quattro amici bulgari. Ci siamo presentati e conosciuti davanti al ristorante di Agostino, il mio (purtroppo) ex-socio, che con le sue pentole e padelle ci ha riportato idealmente in Italia servendoci dei meravigliosi gnocchi al salmone, preceduti da bruschette, salame mortadella prosciutto e caciocavallo nostrani, seguiti poi da spigole gamberoni e scampi con contorni vari, annaffiati da un buon Montepulciano d’Abruzzo. E dopo aver mangiato da Agostino non poteva mancare la visita al “Laguna Blu” dove hanno potuto proseguire il giro d’Italia degustando caffe’ cappuccini torte cassate e cannoli siciliani.
L’inclemenza del tempo non ci ha permesso di festeggiare in modo piu’ adeguato l’incontro. Sono stato felicissimo della loro visita vedendo nel contempo che Renata ha socializzato subito con i nuovi amici. Spesso si sente parlare di orchi incontrati su internet, ma tante altre volte questo splendido strumento ci da’ la possibilita’ di incontrare persone meravigliose.
Da parte mia spero che questi nuovi amici siano rimasti contenti della gita e dell’accoglienza. Anche perche’ mi sembra ci sia un proverb
io che recita: “Amici bagnati… amici fortunati”. O no… forse confondo! Maurizio, mentre mi salutava, mi ha lasciato il numero di Alvaro che abita a Ognianovo. Gli ho gia’ telefonato e presto verra’ a trovarmi al “Laguna Blu”. Un altro amico virtuale che diventa realta’…
(Le foto illustrano i nostri momenti di socializzazione da Agostino e al “Laguna Blu”).