mercoledì 13 luglio 2011

L'Italia della pace e delle missioni umanitarie

Centoquindici lunghi giorni... tanti ne sono passati dall'ultimo post. Eppure ci sarebbero un'infinità di notizie da commentare, da meditare, da sviluppare e da chiarire. Non del tipo Clooney-Canalis che si sono lasciati, ma di quelle che sconvolgono gli Stati, i popoli, le persone, quelle che entrano nelle nostre anime e ci colpiscono direttamente o di riflesso. Ma sono tutte notizie cattive? No... ci sono anche quelle buone. Ma di questi tempi sono così poche da passare inosservate, come la mia salute, alla quale personalmente tengo molto e della quale si sono curati, con competenza e partecipazione i medici bulgari che mi stanno seguendo.
Questa maledetta crisi sembra non passare mai e sta lasciando segni profondi in ogni nazione. Mezza Europa sfoga nelle strade i segni di questo malessere, mentre l'Africa si affaccia sempre più minacciosa a reclamare quei diritti che le sono stati sempre negati. Napoli e la Campania sprofondano sempre più nei loro stessi rifiuti a prescindere dal sindaci e dai governatori. La maggioranza di governo fa prove di implosione, mentre non abbiamo assolutamente un'opposizione che possa sostituirla. Mai vista una classe politica così decadente, corrotta, mediocre e meschina, da destra a sinistra. Una parte di magistratura, politicamente schierata, che cerca in tutti i modi di scavalcare il potere politico, alla faccia del dettato costituzionale. Una stampa senza un giornalismo che abbia un vero potere di analisi critica e costruttiva, tutta buttata a sinistra e a destra a difendere il proprio feudo. Sindacati che ancora vogliono difendere diritti indifendibili in un'Italia che non conosce doveri. Disoccupazione giovanile fatta di giovani che non hanno voglia di lavorare, altrimenti un qualsiasi lavoro provvisorio si trova sempre, almeno per non gravare sulla famiglia.

Vorrei essere una mosca, per contare quanti sono i giovani che piangono sulla loro condizione, il venerdì e sabato sera, nelle discoteche e nelle movide. I giovani sono il nostro futuro e li amo, ma con grande disappunto debbo dire che oggi non hanno stimoli. Forse ho fatto d'ogni erba un fascio, e certamente ci sono molte eccezioni, ma sempre troppo poche per una nazione che ha urgente bisogno dei suoi migliori cervelli. Argomento chiuso, anche se ci sarebbe da discettare per giorni interi.
In tutto questo tsunami c'è un campo in cui restiamo imbattuti: la solidarietà in Italia e all'estero. In Italia, accogliendo ormai ogni giorno, le migliaia di profughi che l'ex amico Gheddafi gentilmente fa sbarcare a Lampedusa, con grande piacere per i suoi abitanti, che hanno volentieri rinunciato al turismo d'élite per far fronte al turismo di massa proveniente dal nordafrica.

All'estero con le annose missioni di pace in mezzo mediterraneo, a partire dal Kossovo e Bosnia-Erzegovina per continuare in Libano finendo a morire per l'Afghanistan e per qualche altra nazione che ha bisogno della nostra fratellanza. Cosa sarebbe il mondo senza la nostra fratellanza e le nostre missioni di pace per conto Onu? Ma poi qualcuno ci ringrazia o ci rimborsa di questo impegno solidale e finanziario, o partecipiamo per puro spirito decubertiano? Be'... questo, in fondo, ha poca importanza... in momenti in cui la crisi occupazionale è all'apice, avere le Forze Armate occupate in ritmi forsennati di lavoro straordinario è una fortuna... Viva la pace, viva la solidarietà, viva i 40 (per adesso) “eroi morti” in Afghanistan, che se non avessero partecipato alle missioni di pace probabilmente oggi sarebbero “disoccupati vivi”.
Scusate, dimenticavo le missioni umanitarie. In nome di quest'ultima abbiamo rotto un trattato di amicizia con un dittatore, adducendo a motivo le centinaia di vittime dell'insurrezione. Un insulto storico alla verità e all'intelligenza degli italiani. Con l'intervento della Nato, alla quale ci siamo accodati, le vittime adesso sono molte migliaia, un intero Paese è distrutto, Gheddafi sta sempre lì, i probabili successori non si conoscono, i trattati economici e commerciali sono diventati carta straccia, Francia e Inghilterra faranno la parte del leone nella spartizione del petrolio e noi saremo sempre i parenti poveri ai quali vanno le briciole.

Con le spese di queste missioni avremmo potuto e potremmo ancora aiutare tanta gente che ha veramente bisogno. Sì, ma così facendo diventeremmo antipatici, egoisti e forse anche cattivi. Nella vita, così come nei film, la parte del cattivo prima o poi tocca a tutti … e per una volta, cari nostri politici, governanti e istitutori a vario titolo, fateci fare la parte dei cattivi!
E' nell'ordine naturale della vita che i genitori si interessino soprattutto e prima di tutto della propria prole. Una volta tanto, cerchiamo di entrare in quest'ordine, gli altri si arrangeranno...Detto sottovoce, poi, se gli italiani sono figli di questa classe genitrice politica (la più costosa al mondo), nessuno si scandalizzerà a considerarli dei figli di puttana.