martedì 24 giugno 2008

Come rendersi difficile la vita...













L’antefatto – Venerdi’ 20 giugno, ore 20,00
“Kocio, che si fa domani?”.
“Non so, hai in mente qualcosa?”.
Kocio e Kocia siamo io e Renata, lo diciamo al posto di 
tesoro, amore, caro, ecc. Ho cominciato a chiamarla cosi’ dal polacco “kocia” (gatta) perche’ tuttora alterna carezze e baci ai graffi tipici delle effusioni feline. Lei ricambia chiamandomi “kocio”. La kocia, naturalmente, e’ polacca e qualche volta la chiamo anche “Pola”.
Siamo a casa, lei buttata sul divano, io in poltrona, in attesa della partita Croazia-Turchia.
“Mi piacerebbe andare al lago vicino Mokrishte, dove siamo stati l’anno scorso con gli altri amici. Portiamo qualcosa, facciamo un po’ di fuoco, due bistecche alla griglia, qualche 
kiufteta, un po’ di insalata e passiamo la giornata li’, domandiamo a Boris se ci presta una canna...”.
“Ma li’ fa un caldo cane, non abbiamo attrezzatura, non abbiamo il carbone, abbiamo solo gli stigli da barbecue che ci hanno regalato a Roma; lascia stare, prima attrezziamoci e poi si vedra’, e poi non mi va di chiedere nulla a Boris”.
“Ecco, lo vedi?, sei sempre il solito, vuoi andare solo dove piace a te. Possiamo comprare il carbone, una griglia da quache parte ce l’abbiamo, troviamo un po’ di legna, due mattoni e passiamo una giornata diversa. Per favore... altrimenti rimango sempre a casa e vai da solo dove vuoi”.
“Ok, va bene. Per me e’ una stronzata, ma se proprio vuoi andarci prepara tutto, non dimenticando niente, domattina compriamo la carne e la carbonella e andiamo”.
“Grazie, kocio, grazie!”, e giu’ effusioni a non finire.
La partenza - Sabato, 21 giugno, ore 11,00: 
Ci alziamo (sic, ore 11,00, se lo sapesse il ministro Brunetta ci licenzierebbe insieme alla gatta), raduniamo le buste che kocia aveva preparato la sera prima, una sovraccoperta da letto da stendere per terra al posto del solito plaid, mettiamo le masserizie in macchina, lei va a comprare la carne, poi passando alla stazione di servizio Shell compriamo un sacchetto di carbone.
Ci avviamo verso Mokrishte. Superato lo svincolo, dopo cinquecento metri c’e’ la strada per il lago. Il primo chilometro e mezzo e’ in parte asfaltato e in parte pietrisco bianco accettabile anche per i bulgari.
“Hai visto?, hanno rifatto anche la strada”. Renata e’ allegra e freme.
“Non ricordi bene, tra poco vedrai”.
Infatti, finita la strada in pietrisco, si staglia davanti a noi un terrapieno che si dilunga per un paio di chilometri sovrastando sulla sinistra un laghetto sportivo e sulla destra un canale acquitrinoso colmo di vegetazione. La strada, in terra battuta, e’ un viottolo (in Sicilia la chiamiamo
trazzera) largo non piu’ di tre metri con ai bordi erbacce che discendono a destra e sinistra accompagnandoci per tutto il percorso. Si va a passo d’uomo tra una voragine e l’altra. Chiamarle buche sarebbe riduttivo. Fortunatamente non incrociamo altre macchine perche’ c’e’ il pericolo di finire nel canale. Finito il percorso di guerra, la strada – sempre attraverso la campagna – gira a sinistra per portarci dopo cinquecento metri sulle sponde del lago.
Ci addentriamo per alcuni metri in una radura alberata e qui ci fermiamo. Siamo a trenta metri circa dalla riva. Poco prima abbiamo superato tre furgoni parcheggiati accanto al lago con una trentina di zingari che mangiano seduti sotto gli ombrelloni. Qui, a differenza degli zingari nostrani, lavorano e difficilmente ti importunano, restano – tuttavia – marcati stretti anche qui.
Scendo dall’auto col cuore piccolo piccolo. Siamo in un campo di erbacce verdi e secche, tutt’intorno buste e bottiglie di plastica abbandonate (i porci si trovano ovunque). La cosa piu’ spiacevole e’ che siamo letteralmente circondati da centinaia di grilli che ci saltano anche addosso. Per noi che non abbiamo di che ripararci dal sole, quello e’ l’unico posto dove possiamo trovare un po’ d’ombra, quindi ci si accampa.
Il picnic 
la brace continuo a sbracciarmi per cacciar via grilli e formiche che stanno invadendo la sovraccoperta. A una trentina di metri da noi due cicogne, sul prato accanto, stanno cercando cibo per i loro cicognini; cerco di fotografarle ma mi avvicino troppo e volano. Ritorno alla brace facendo slalom tra erbacce e cocuzzoli di formicai. Accosto due rami piu’ grossi alla brace e vi appoggio la griglia. Renata tira fuori tre bistecche e ve le depone, poi le kiuftete (specie di polpette bulgare a bastoncino), poi la suonina (il nostro lardo) con fette di cipolla.
Solo allora ci accorgiamo di aver dimenticato gli attrezzi per il barbecue. Con una forchetta comincia il rito del girare e rigirare le pietanze. Una bistecca cade a terra, niente paura, una soffiata e di nuovo sulla brace, tanto il fuoco purifica tutto. Nel frattempo Renata ha preparato l’insalata, sempre con poco sale, naturalmente...
“Kocio, intanto comincia a mangiare, mettiti seduto!”.
Provo a sedemi sulla sovraccoperta poggiata sulle erbacce. Non ci riesco. Se mi siedo cado indietro con il corpo. La gioventu’ e’ andata... Mi metto in ginocchio e inizio con difficolta’ a inforchettare l’insalata. Renata mi guarda, poi:
“Ma perche’ non ti metti seduto piu’ comodamente?”.
“Perche’ non ci riesco, non riesco a incrociare le gambe come fai tu e mi tocca mangiare l’insalata a pecorone".
Arriva la prima bistecca: e’ squisita! Cerco di appoggiare bene il piatto ballerino poi mi sdraio di traverso cercando di tagliare la carne con forchetta e coltello, manovra difficilissima, prendo la bistecca con le mani e comincio a mordere, il bicchiere pieno di birra in bilico accanto a me.
“Porca miseria, kocia, guarda come siamo combinati, peggio degli zingari. Anzi no, gli zingari che stanno li’ hanno ombrelloni, sedie e tavoli, noi siamo accampati come se fossimo clandestini”.
“Ma i clandestini non mangiano quello che mangiamo noi”.
“E forse neanche quello che cade a terra. Te l’avevo detto: prima organizziamoci e poi facciamo la gita: invece no!, bisogna andare all’avventura... e’ la prima e anche l’ultima volta!...”.
Poi arrivano le polpette, la
suonina e le cipolle. Mangio e bevo tutto in fretta per porre fine al calvario. E’ tutto molto buono ma mangiato in condizioni pietose.
Vado alla macchina, apro gli sportelli e anche il portellone posteriore, inclino il sedile e mi sdraio. Fa un caldo cane e non ne posso piu’. Dopo un po’ si affaccia qualche nuvola, una leggera brezza taglia l’aria stagnante. Mentre guardo gli altissimi diritti alberi che mi sovrastano tutti intorno una libellula si posa sullo sportello aperto, le foglie degli alberi sventolano leggere e un paio di grilli mi saltano intorno. Potrebbe anche essere una bella gita se... i troppi se me la rovinano.
Renata si e’ sdraiata sulla sovraccoperta e cerca di fare un pisolino, ma da’ continuamente bracciate intorno. La riva del lago non l’abbiamo neanche vista. E’ occupata da altri gitanti pescatori e non vogliamo disturbarli. Guardo l’orologio: sono le quindici.
“Kocia, perche’ non raccogliamo tutto e torniamo a casa?”.
“Stiamo ancora un’oretta”, mi risponde, poco convinta.
“A fare cosa, a cacciare mosche e grilli e asciugarsi il sudore? Torniamo a casa, per favore, facciamo una bella doccia e poi un pisolino freschi freschi...”.
“E vabbe’...”.
In dieci minuti raccogliamo le masserizie, buttiamo acqua sulla brace, mettiamo in una busta le sporcizie accumulate e prendiamo lentamente, anzi – vista la strada –
molto lentamente la via del ritorno.
Giunti a casa e sistemato tutto ci stravacchiamo sul divano, incrociamo lo sguardo, poi guardandoci intensamente negli occhi scoppiamo in una sonora risata. Che giornata!!!
La sera tardi, dopo aver visto Olanda-Russia, kocia – prima di addormentarsi – mi domanda:
“Kocio, che si fa domani?...".

Prima o poi sarebbe successo

Rieccomi. Sono passati 13 giorni ed ecco il nuovo pc. L'altro l'ho sbattuto per terra senza possibilita' di recupero, sono cose che succedono ai comuni mortali. Sono andato a Kazhanlak alla valle delle rose, a Shipka e a Etara, tutte localita' belle e interessanti, ho fatto delle foto che ho scaricato sul pc che ho spaccato e quindi non e' rimasto che il mio ricordo e le mie impressioni che raccontero' quanto prima per chi volesse fare una gita in Bulgaria.
Avevo lasciato l'Italia agli Europei con belle speranze e invece e' finito tutto nello squallore dei rigori. Meglio cosi' perche' non era questa la squadra che avrebbe potuto arrivare in finale. Vorrei raccogliere un po' di prezzi per chi volesse fare un confronto tra l'Italia e la Bulgaria. Chissa' che non riesca a convincere qualche altro pensionato come me che vuole continuare l'esistenza quotidiana con un po' piu' di tranquillita'. Potremmo fare la colonia italo-bulgara come i tanti inglesi che si sono stabiliti qui.
Vorrei andare anche a fare qualche gita per conoscere sempre di piu' questo bel paese. La carne al fuoco e' tanta, speriamo che si cuocia. Intanto voglio raccontare la gita al lago. Al prossimo post...

lunedì 9 giugno 2008

Italia-Olanda: inizia l'avventura europea


Ci siamo. Stasera ricomincia la nostra avventura calcistica in Europa. Siamo in un girone di ferro ma sono fiducioso. Donadoni è riuscito, secondo il mio modestissimo parere, a dare un gioco a questa squadra. Seppure condizionati in difesa dall'incidente a Cannavaro, penso sia difficile bucarci, mentre in attacco abbiamo l'imbarazzo della scelta e a centrocampo solide colonne portanti. L'Olanda non sarà facile vittima sacrificale , ma sicuramente possiamo farcela. Stasera vedrò la partita in televisione insieme agli amici bulgari che sono convinti, forse più di me, che l'Italia possa centrare l'accoppiata mondiali-europei. I miei dubbi, invece, sono più che altro scaramantici.
Mentre sto in trepida attesa dell'inizio della partita (mancano solo cinque ore) il mio pensiero già vola a domattina presto. Se tutto andrà per il verso giusto finalmente si parte per la Valle delle rose facendo visita anche a Etara, un paesino famoso in tutta la Bulgaria, perché qui si possono vedere e vivere dal vivo gli antichi mestieri.
Speriamo bene, perché ho dovuto rimandare già due volte la gita, e tra poco le rose finiranno o saranno raccolte, e allora il viaggio perderebbe gran parte del suo fascino. Mi auguro, in uno dei prossimi post, poter illustrare fotograficamente la gita, anche per i miei amici italiani che, essendo venuti l'anno scorso ad agosto, non hanno potuto apprezzare appieno la bellezza dei luoghi.
A presto e... FORZA ITALIA!!!

giovedì 5 giugno 2008

Ma la Cina è vicina?




Nella scena di un film degli anni 60 Alberto Sordi, con la sua caratteristica voce, gli occhi terrorizzati e spiritati, esclamava: "Seicento milioni di cinesi, aoh!...". Oggi sono più del doppio e la Cina, ormai, non è vicina: ce l'abbiamo dentro casa. Il suo mercato e i suoi prodotti stanno invadendo il pianeta, non tanto per la qualità quanto per il prezzo.
I cinesi, un grande popolo, riescono a copiare l'impossibile e lo buttano sul mercato a due soldi. Due mesi fa ho dovuto cambiare la pompa AC alla vecchia Tempra. Ho preferito sostituirla con una made in China, confrontando il prezzo e considerando il valore dell'auto. Me tapino! L'ho già ricambiata perché si stava squagliando la plastica. Bel risparmio!
L'ideologia politica e lo sviluppo demografico hanno portato i governanti cinesi a delle scelte quasi obbligate. Lavoro a tutti o quasi, stipendi da fame, orari di lavoro stile Ottocento, diritti umani zero, obbligo di procreare al massimo un figlio (per chi contravviene multe severissime e perfino il carcere), sicurezza sul lavoro zero (su questo tema una buona concorrenza glie la facciamo noi), materie prime utilizzate scadenti, ecc. ecc. ecc.
C'è stata e continua ad esserci una grande polemica sul boicottaggio alle Olimpiadi. Personalmente sono contrario perché sarà questa una occasione unica, non tanto per il governo ma - soprattutto - per la popolazione. I milioni di turisti saranno ulteriore stimolo per i cinesi ad aprire gli occhi e guardare il mondo esterno alla Cina, che certamente non è perfetto, ma offrirà loro molti punti di riflessione e contrapposizione al modello di vita cui sono assoggettati.
Purtuttavia - prescindendo dalla umana solidarietà e comprensione per questo popolo così tartassato dalla dittatura comunista cinese - mi assale un tremendo dubbio. Se, per un inverosimile miracolo, dovesse - entro il 2008 - instaurarsi in quel paese un governo democratico (non popolare!), quali sarebbero le prime aspettative dei cinesi?
Per prima cosa, nelle fabbriche e in ogni posto di lavoro, si formerebbero sindacati a protezione dei lavoratori (perché i lavoratori, sempre, hanno bisogno di essere protetti da qualcuno). I quali comincerebbero col chiedere la riduzione dell'orario di lavoro, aumenti dei salari, adeguata previdenza pensionistica, sicurezza nei posti di lavoro, e poi tutti i diritti giustamente spettanti a ogni lavoratore. Poi i diritti umani, la libertà di fare figli, la libertà di sciopero e tutto quello che ogni cittadino rivendica nelle democrazie occidentali per una migliore qualità della vita. (Adesso che sono disoccupati potremmo mandar loro Diliberto, Giordano, Pecoraro Scanio e Bertinotti).
Tutte queste rivendicazioni, pur diluite nel tempo, creerebbero un notevole aumento dei costi della manodopera che oggi è praticamente zero virgola. A questo punto sorge il problema: le esportazioni, che in questo momento sono altissime, perché concorrenziali sia nei prodotti di eccellenza che in quelli usa e getta, quanto ne soffrirebbero? Secondo il mio modestissimo parere si addiverrebbe ad una situazione esplosiva: fermo delle esportazioni, disoccupazione, scioperi, crescita demografica esponenziale e milioni di cinesi aspirerebbero con sempre maggiore interesse a emigrare in occidente. Ritornerebbe, sotto altra veste, il pericolo giallo.
Ecco allora la mia perplessità. Vogliamo una Cina libera e liberale più vicina alle nostre aspirazioni e al nostro modello sociale, o è preferibile lo status quo?
Non sono un politico né un economista, ma un semplice uomo della strada con un dubbio. Chi vivrà vedrà (se ci sarà tempo).

mercoledì 4 giugno 2008

Benvenuto!

Nasce un nuovo blog che sicuramente raccoglierà il successo che merita: "Blog360gradi - L'aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog", un blog pulito e semplice nell'impaginazione, interessante nei contenuti. Se sei un blogger fagli una visita.
Ai nuovi arrivati auguri di buon lavoro!

lunedì 2 giugno 2008

Viva l'Italia, viva la Repubblica


Tra pianto...
Ho assistito, in diretta su Rai1, alla parata militare a Roma in Via dei Fori Imperiali, in occasione della Festa della Repubblica. E' stata una commozione incredibile. Naturalmente l'ho vista tante altre volte, anche de visu; quest'anno, però, mi ha emozionato particolarmente.
Pur essendo pacifista convinto, sono sempre stato ammaliato dalla sfilata delle nostre forze armate, dalla Costituzione italiana poste a difesa del nostro territorio e impegnate, quando richieste, in missioni internazionali a difesa della pace nelle zone più calde del mondo.
Esercito, Marina, Aeronautica, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri e tutti i corpi specializzati; fanfare, bandiere, vessilli, gonfaloni, divise d'epoca, cavalleria con seguito di cagnetta a fare da mascotte, rappresentanze di altre forze armate della Nato... E' stato un tripudio di colori e bande militari con i loro inni.
A far da cornice a questa festa il Colosseo, i Fori romani e l'Altare della Patria invasi da cittadini con famiglia al seguito a sventolare il tricolore e spellarsi le mani al passaggio di corsa dei bersaglieri che suonavano la fanfara. I bersaglieri sono forse i soldati più amati dagli italiani, senza nulla togliere agli altri. Al loro passaggio viene la pelle d'oca (a me, almeno, succede così).
E poi i corazzieri a cavallo - imponenti per altezza -nella maestosità delle loro uniformi, posti a difesa del Presidente della Repubblica, ci trasmettono l'immagine di eroi di altri tempi, cavalieri senza macchia e senza paura.
La televisione inquadra un grande striscione scritto dai cittadini: "Il cuore pulsante d'Italia è qui con i nostri figli. Onore a loro che difendono e servono la Repubblica". Guardo questo striscione, l'immenso tricolore steso dall'alto del Colosseo, sento l'inno di Mameli che saluta e accompagna il Presidente della Repubblica e un nodo mi stringe la gola; senza vergogna, seduto su una poltrona davanti al televisore, lontano da due anni dall'Italia... silenziosamente piango di commozione e di gioia. Solo quando ne siamo lontani ci accorgiamo di quanto amiamo questo Paese...
Poi Napolitano e La Russa, seduti accanto sulla stessa mitica Flaminia, lentamente lasciano la manifestazione. Due uomini provenienti da ideologie totalmente diverse, che oggi onorevolmente e degnamente rappresentano l'Italia e gli italiani, un'Italia che vuole risorgere nella contrapposizione e nel dibattito costruttivo e non nell'odio distruttivo. Oggi ho finalmente assistito a un momento di vera comunione dei cittadini con i loro figli in arme e con le istituzioni che li rappresentano.
...e rabbia
Ma il proverbio dice che non è tutto oro quel che luccica. Il Tg5 ci ha fatto assistere alle domande-interviste di un giornalista a diversi cittadini che avevano assistito alla parata. E qui mi veniva da piangere... ma di rabbia!!! Almeno il cinquanta per cento degli intervistati, giovani e meno giovani, non sapevano esattamente la ricorrenza che stavano festeggiando.
D.: Cosa stiamo festeggiando? - R.: Le forze armate, la parata militare, non so.
D.: Da quanti anni abbiamo la Repubblica? - R.: Non ricordo, non so.
D.: Più o meno di cinquant'anni? - R.: Più o meno, non saprei.
L'Altare della Patria, il Monumento al Milite Ignoto, scambiato per monumento a Salvo D'Acquisto... (con tutto il rispetto per Salvo D'Acquisto).
Non sarebbe il caso che la Scuola, invece di insistere solo su Garibaldi, Mazzini, Cavour e il Risorgimento, allargasse i suoi orizzonti per insegnare, obbligatoriamente, la storia più recente e in particolare la Costituzione Italiana?
Le televisioni (tutte), invece di dare spazio al gossip e alle trasmissioni monnezza, che abbondano su tutti i canali, dovrebbero inserire nei loro palinsesti programmi in grado di divertire e contemporaneamente insegnare come siamo arrivati all'Italia di oggi. Ma devono trovare il modo di interessare i giovani educando e divertendo, buttando alle ortiche quei programmi cosiddetti di approfondimento, pallosi e trasmessi in ogni caso a ore impossibili.

domenica 1 giugno 2008

Mamma mia, quante teste...

Congresso di Tricologia ieri all'IDI di Roma. Il tema è il trapianto di cellule staminali sull'uomo contro la calvizie. Nel 2009 probabilmente si avranno i primi risultati.
Nel servizio televisivo, nel frattempo, un professore illustra l'autotrapianto che viene praticato attualmente, che consiste nel togliere peli superflui dalle altre parti del corpo per trapiantarli sulla base cranica.
La notizia mi ha allarmato e preoccupato non poco.
Ma non bastano già le teste di minchia naturali che vanno in giro, dobbiamo creare pure quelle artificiali?
Speriamo che le cellule staminali facciano il miracolo!