sabato 23 agosto 2014

A Pazardjik, in Bulgaria, tra cercatori d’oro, amori fasulli e viaggiatori senza valigie - 3


Scusi, la mia valigia?... Non sappiamo dove sia…
Cose dell’altro mondo… è l’esclamazione spontanea quando accade qualcosa di eccezionale. Macché altro mondo, queste sono cose che possono accadere solo in Italia e in Alitalia. Ieri, come ogni volta che arriva a Sofia, è venuto a trovarmi l’amico Vincenzo con la madre. Madre bulgara e padre siciliano, Vincenzo è un giovanotto di 25 anni cresciuto “vecchio stampo”, posato, educato, colto e alla ricerca di un’identità nella vita odierna, resa difficile dal vortice politico, economico e morale nel quale si trova avvolta l’Italia. Per la prima volta mi ha dato il piacere di poter parlare dal cellulare con il padre Giovanni a Palermo. Mai avrei potuto immaginare la gioia di questo signore, avvocato, che mi ascoltava per la prima volta ma che segue il mio blog da anni. Le sue parole mi hanno commosso e onorato e voglio ringraziarlo anche da questo blog. Sarebbero diverse, anzi, le persone che vengono a trovarmi e che vorrei ringraziare… Laura, Zenita, Umberto, Adalberto, Fabio, Maurizio, Carlo e tanti altri…, tant’è che talora cerco di scoprire se mi lascio dietro una scia di santità che non mi sento addosso. Forse è solo simpatia e feeling che nasce naturale e reciproco tra noi.
Tutto questo per dire che Vincenzo, venti giorni or sono, è salito sull’aereo in partenza per Sofia, con un bagaglio a mano e una valigia in stiva che, insieme ad altre centinaia di viaggiatori, sta ancora aspettando, se mai dovesse ritrovarla. Dico il falso o sono esagerato  se dico che queste situazioni possono succedere solo in Italia? E Vincenzo si ritiene fortunato perché gli è rimasto il bagaglio a mano. Pensate a una famiglia con bambini che va in vacanza e resta quasi nuda a migliaia di chilometri da casa… Incommentabile, e soprattutto vergognoso.

P.S. - Vincenzo, che non ha ancora letto questo post, salutandomi perché ripartiva per Palermo, mi ha comunicato che la valigia glie l'hanno consegnata a Sofia poco prima della partenza, in perfetto stato. Un'amica però la sta ancora aspettando.


venerdì 22 agosto 2014

A Pazardjik, in Bulgaria, tra cercatori d’oro, amori fasulli e viaggiatori senza valigie - 2

Fortunato in amore?
Chiamiamoli bidoni oppure bufale, ma la sostanza non cambia. Alla fine tutto potrebbe esplodere in una grassa risata, se non fossero coinvolti i sentimenti di persone che possono reagire malamente a certe delusioni. Angelo mi presenta l’amico. “Ciao, Fortunato”. “Ah… beato te!”. “In che senso?”.”Non è facile trovare un uomo fortunato”. “Spero tu non voglia affondare il dito nella piaga”. “Per carità!... cosa è successo?”. Siamo al Caffè “La Dolce Vita” e ci sediamo a sorseggiare qualcosa e socializzare con Fortunato, l’amico di Angelo arrivato il giorno prima. “Niente di irrecuperabile, ero venuto a fare una vacanza amorosa e mi ritrovo invece a fare il turista, circondato da vecchi amici”.
Ci ritroviamo la sera a cena a casa di Angelo e il discorso cade, ovviamente sulla vicenda. “Da due anni chatto, con l’uso del traduttore, naturalmente, con una signora bulgara, con la quale si è creato un rapporto amichevole e di simpatia. Scambiamo le notizie, le impressioni, anche i momenti negativi che fanno parte della vita. Ha cinquanta anni e mi dice che è un medico. Non è che mi sia creato illusioni particolari o mi sia ficcato in un amore o in una passione folli, è un normalissimo rapporto tra persone che vivono in due Paesi diversi, ma non ci sarebbe niente di male se venisse fuori qualcosa che ci potrebbe legare di più, anche perché sono solo e vorrei trasferirmi, appena risolte le pratiche burocratiche della mia pensione, in Bulgaria”.
Fortunato è un brav’uomo di 57 anni, ex camionista, che sta per andare in pensione, dopo molte vicissitudini, anche dolorose, che ha vissuto sulla propria pelle. Parla con voce piana e suadente, che non alza mai neanche in un contraddittorio. Conoscendolo a prima vista penso sia impossibile non andare d’accordo con lui, lo definirei un uomo mansueto anche se mi ha raccontato situazioni kafkiane nelle quali si è trovato e sta superando. “Sono partito avvisandola dell’ora e giorno in cui sarei arrivato. Mi ha sempre detto che abita dopo Varna. Ci siamo sentiti anche con messaggi telefonici. Poi, dal momento della mia partenza fino all’arrivo in Bulgaria ho trovato sia io che i miei amici il telefono staccato. Non so cosa pensare”. “Ci sono interessi di mezzo? Le hai mai mandato dei soldi?”. “Assolutamente no. Solo frasi e parole che si scambiano persone unite da una simpatia reciproca”. “Forse si era presentata a te sotto una veste che invece non era e adesso se ne vergogna e si è dileguata”. “Non so cosa pensare. La cosa positiva è che qui ho trovato veri amici che mi hanno accolto. Ho fatto qualche giorno di vacanza, ho conosciuto Pazardjik, e domattina parto”. “Parti ma tornerai non appena sistemate le tue cose…”. “Certamente, a ottobre penso di tornare a Pazardjik definitivamente… in quanto a una compagna, prima o poi arriverà quella giusta”.

Buon ritorno a casa, caro Fortunato, e arrivederci presto…

giovedì 21 agosto 2014

A Pazardjik, in Bulgaria, tra cercatori d’oro, amori fasulli e viaggiatori senza valigie - 1

Alla ricerca dell’oro bulgaro
Gira la strana diceria che la Bulgaria sia l’Eldorado d’Europa, in parte dovuta al fatto che sia la seconda nazione, dopo la Svezia, con consistenti giacimenti auriferi. Da queste notizie, forse, la storiella che segue. Circa 8 mesi or sono vengo contattato da un orafo siciliano,  S. M., che aveva avuto notizia da F. T., un pensionato italiano di Sofia assurto alla notorietà per le interviste nei servizi televisivi, che l’oro in Bulgaria, a prescindere dalla caratura, costasse attorno ai 9-11 euro al grammo. Arrivato a Sofia un emissario dell’orafo, la notizia si scioglie come neve al sole, perché il nostro pensionato si defila e l’emissario sospetta sia una bufala. Per tranquillità, e prima di far fare ritorno al dipendente, il commerciante mi contatta per avere notizie più confortanti da parte mia. Essendo completamente ignorante in materia, cerco di documentarmi presso negozi e compratori/venditori, con il risultato che la notizia era campata in aria. L’oro aveva una quotazione che si aggirava attorno ai 19-20 euro. Delusione e rabbia dell’amico orafo, che avrebbe tirato volentieri il collo al nostro pensionato-faccendiere mancato.
La settimana scorsa vengono a trovarmi due giovani fratelli che nulla hanno a che fare con i pensionati. Anche loro orafi che hanno appreso la notizia del basso costo dell’oro in Bulgaria. Dico loro che avrebbero potuto avvisarmi, ma mi rispondono che per privacy e delicatezza del problema non me ne hanno voluto parlare prima. Naturalmente questo commercio è perfettamente legale e alla luce del sole e non ha nulla da nascondere, se non la dabbenaggine e la credulità dei due. Anche loro hanno letto su internet che in Bulgaria l’oro si può comprare intorno ai 10 euro, addirittura in un sito si parlava di 7,80 euro. Fatta una rapida visita a un paio di Zalojni Kashti, banchi di pegno in Bulgaria, si sono resi conto che il negozio pagava l’oro in pegno a 15 euro al grammo e che sarebbe stato inutile protrarre la sosta in Bulgaria.

Peccato! poteva essere una bella vacanza, invece è finita con una sfacchinata di tre giorni di viaggio tra andata e ritorno e un migliaio di euro buttati al vento. Peccato per loro, ma penso di aver conosciuto dei bravi ragazzi…

sabato 9 agosto 2014

Il Patronato ENASC in Bulgaria



Chi avrebbe mai potuto immaginare, soltanto otto anni fa, che un giorno anche in Bulgaria sarebbero arrivati i Patronati, a dare assistenza ai pensionati e a tutti quei cittadini italiani residenti all’estero che ne richiedano la consulenza? Vidi Pazardjik per la prima volta nel 2006 e, pur essendo stato amore a prima vista, sembrava una città appena bombardata. Amore a prima vista perché vi regnava una tranquilla quiete d’altri tempi che a Roma s’era dispersa ed era svanita negli anni caotici appena lasciati, e una città appena bombardata perché la povertà si respirava nell’aria, case malmesse, cadenti e abbandonate, capannoni industriali chiusi e in rovina, strade e vie somiglianti più a trazzere con buche emmenthal che spaccavano le gomme, aggrovigliamento di fili elettrici volanti che collegavano case e palazzi.
Oggi si potrebbe fare una mostra di Pazardjik sparita, perché dopo otto anni la città non si riconosce più, il suo aspetto e la sua veste sono in evoluzione continua con la ristrutturazione di vecchi edifici, la costruzione di nuovi, rifacimento di manti stradali e pedonalizzazione del centro storico, un parco bellissimo e capannoni industriali e commerciali, segnale forte di un risveglio economico che ha cambiato in meglio l’aspetto della città.
Non so quanti italiani abitassero in Bulgaria nel 2006, sicuramente molto pochi e quasi tutti commerciavano nei rami più svariati, dai mobili alle scarpe, dalle confetture alla frutta ai funghi agli animali, ma di pensionati non si sentiva ancora parlare e di patronati, giustamente, neanche l’odore. Chi avrebbero potuto assistere, una decina di attempati pionieri che avevano deciso di rischiare la vecchiaia lontani dai patrii lidi? Ma la storia cammina e i tempi corrono. Nell’arco di otto anni la Bulgaria è entrata nell’Unione Europea, si è modificata e modernizzata con il suo aiuto, l’Europa a sua volta è entrata in una crisi economica, dove l’Italia è coinvolta pesantemente e dalla quale non riesce a svincolarsi a causa delle menti ottuse dei nostri politici, le tasse divorano il magro salario dei lavoratori, le pastoie burocratiche incatenano aziende che chiudono o delocalizzano e in mezzo a questo inferno per i pensionati si è aperto un corridoio umanitario: hanno scoperto la Bulgaria.
La breccia è stata creata prima dai servizi della Rai e subito dopo da Mediaset con quello delle Iene. Gli anni precedenti erano stati un lento accrescersi di pensionati che, come me, con il passaparola o con qualche articolo sui giornali, avevano sentito anche loro che in Bulgaria si poteva vivere bene anche con una piccola pensione. Questi servizi, soprattutto quello delle Iene, hanno avuto, invece, un effetto bomba improvviso, così che è sembrata esplodere la febbre per la Bulgaria, con centinaia e centinaia di persone a chiedere le notizie più disparate su una Nazione così vicina e così sconosciuta.
Mi resi conto già allora che un Patronato avrebbe potuto dirimere e risolvere dubbi e domande che le persone ponevano e bisogni che sia i vecchi residenti che i potenziali nuovi avrebbero dovuto soddisfare. I potenziali nuovi arrivati sono adesso divenuti realtà e ancora continuano ad arrivarne, e finalmente anche il Patronato è diventato realtà, anzi più di uno. Sono contento, perché finalmente ognuno di noi, sia pensionato che lavoratore o commerciante, ha un indirizzo al quale rivolgersi per qualsiasi problema di natura assistenziale, previdenziale o assicurativa. Ma sono dispiaciuto al tempo stesso, perché questo significa anche che tante persone continuano a scappare dall’Italia per poter avere una vita migliore e più dignitosa, mentre sarebbe stato molto più giusto vivere in patria, tra la propria gente, circondati dall’affetto di figli, parenti e amici.

A prescindere da queste considerazioni personali, per chi avesse necessità di rivolgersi al Patronato Enasc, ecco come contattarlo:

e-mail: antonio.tutino@enasc.it - tel. 00359 899 020095