Il meraviglioso popolo di internet sta mettendo a dura prova i trentennali regimi arabi. I primi due, Tunisia ed Egitto, sono già crollati e il terzo è ancora in bilico perché la situazione interna e gli armamenti glie lo permettono, ma presto cadrà anche quello libico di Gheddafi. Mi auguro che il tam-tam dei social network, appoggiato dalla popolazione, continui imperterrito e si estenda a tutti i popoli che vogliono cacciare i propri tiranni; non sarà facile, ma i primi risultati stanno dando buoni frutti. Non ho dubbi che tutta questa gente, che scende in piazza anche a farsi ammazzare, aneli sinceramente alla libertà, alla democrazia e a migliori condizioni di vita. Nutro molti dubbi, invece, sulla maturità sociale di popoli abituati per secoli a chinare la schiena, che probabilmente avranno nel loro prossimo salvatore il futuro tiranno.
La cosa che più mi ripugna, tuttavia, è l'atteggiamento falso e moralistico di Europa e Stati Uniti. Hanno seguito le crisi tunisina ed egiziana, dapprima affacciati al balcone per vedere come sarebbero andate le cose, poi – vista la piazza che avanzava sempre più – hanno preso posizione aperta invitando prima Ben Ali e poi Mubarak a lasciare il potere, perché i loro interessi, oramai, li avrebbero trattati con i futuri vincitori.
Con Gheddafi si sta ripetendo il ritornello. Voglio ricordare che il rais è stato considerato per tanti anni, giustamente, un assassino terrorista e radiato dal consesso internazionale. Poi, negli anni, l'atteggiamento di Gheddafi è cambiato fino a riconoscere e risarcire lautamente le vittime della famosa strage dell'aereo della Pan American che aveva fatto esplodere a Lockerbie. Il lupo si è travestito da agnello. Ben felici, tutti gli Stati, di poter riprendere i vecchi rapporti commerciali con l'ex assassino terrorista, anzi cercando negoziazioni e vie preferenziali rispetto ad altre nazioni. Lungi da me difendere questo abietto individuo, mi corre l'obbligo, però, di approfondire l'argomento e fare alcune considerazioni.
Europa e Stati Uniti, di pari passo, hanno seguito attentamente gli avvenimenti, con prudenti accenni e avvertimenti alla calma e alla pacificazione, proseguendo poi con velate minacce a Gheddafi non appena Bengasi e poi altre località sono cadute in mano agli insorti. Giornalmente apprendiamo, dai giornalisti della stampa e televisione internazionali, di bombardamenti, raid aerei sulle popolazioni e sulle località strategiche per il regime. Prima ancora si è parlato di migliaia e migliaia di morti e fosse comuni. Dalle descrizioni e dalle notizie dei telegiornali si desume che dovrebbe trattarsi di una tragedia immane.
Europa e Stati Uniti, insieme alle Nazioni Unite, stanno studiando il modo di bloccare questo eccidio, probabilmente creando una no-fly zone e altre sanzioni. Forse io non seguo adeguatamente i telegiornali, ma risulta a qualche lettore di aver visto mai una volta che in televisione si siano visti questi mitragliamenti e bombardamenti aerei di cui danno notizia? così come qualche centinaio (non dico migliaia) di morti per le strade? o tutte queste fosse comuni? (le uniche di cui abbiamo avuto notizia si sono rivelate una bufala). Mi dispiacerebbe moltissimo ma vorrei essere smentito da qualche lettore che questi eccidi e queste migliaia di morti li ha visti; eppure, con la tecnologia odierna, non è possibile o è molto difficile filmare queste scene? basterebbe un cellulare. Di sicuro, ed è quasi fisiologico, qualche migliaio di morti ci saranno, ma migliaia vuol dire proprio tanti.
Arrivo alla conclusione. E' stato invaso l'Iraq, qui con migliaia e migliaia di morti, iracheni militari e civili, americani, inglesi, italiani e della Nato, per abbattere un dittatore che avevano descritto il terrore del mondo, con armi inesistenti di distruzione di massa, e invece alla fine si è rivelato la solita tigre di carta. Questa azione ha innescato una miccia che sta sconvolgendo mezzo mondo. E' morto il dittatore, è proliferato il terrorismo. Non vorrei che le notizie provenienti dalla Libia siano gonfiate ad arte per autorizzarne un'eventuale invasione, onde liberare la popolazione dal dittatore assassino, che potrebbe anche avere armi nucleari. Questo potrebbero raccontarci. Al dramma degli sbarchi a Lampedusa aggiungeremmo la tragedia della guerra, questa volta a una scorreggia da casa nostra.
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