sabato 19 marzo 2011

E' iniziata la corsa ai pozzi libici

19 marzo 2011: Sarkozy-Day
Nel post del 9 u.s. avevo paventato la possibilità di un intervento militare in Libia contro Gheddafi. Eccolo, finalmente ci siamo. Ieri sera, per la prima volta, abbiamo visto (anzi, ci hanno fatto vedere) un aereo abbattuto dalla contraerea degli insorti. Non so se quei fatti siano avvenuti ieri o fossero immagini cosiddette di repertorio, ma questo ha “costretto” Sarkozy a convincere gli alleati inglesi e americani, a cui seguono l'Italia e la Lega araba – benedicente l'Onu – a tirar fuori i suoi Mirage e iniziare lo sfratto a Gheddafi.
Questo preambolo potrebbe apparire come una difesa a oltranza di Gheddafi, invece sono sinceramente contento che si sia trovata, finalmente, la volontà e il coraggio di cacciar via questo dittatore sanguinario. Quanto all'Italia, abbiamo proditoriamente strappato il trattato di amicizia che ci “affratellava” e abbiamo messo a disposizione, per il prossimo attacco, le nostre basi aeree che stanno a un tiro di fucile dalla Libia.
Sono soltanto sconcertato dall'ipocrisia con la quale si vuol far credere al mondo che questa sia una iniziativa umanitaria, per evitare il massacro dei civili libici. Immagino Sarkozy che negli ultimi giorni ha perso il sonno al pensiero di questa carneficina e improvvisamente, dopo l'apparizione di San Nicola, decide che bisogna intervenire per aiutare questi disgraziati, convincendo anche gli altri partners che è proprio San Nicola a volere questo intervento.
Noi almeno, nel nostro piccolo, avevamo stipulato un trattato di amicizia, eravamo partners privilegiati nei rapporti commerciali, avevamo le nostre migliori industrie a lavorare in Libia, un buon azionariato libico nella nostra borsa, un accordo che impediva e ostacolava le partenze dei disperati dalla Libia a Lampedusa. Sì, Gheddafi effettivamente è un gran figlio di puttana, ma almeno lo conosciamo. Qualcuno sa chi arriverà domani al posto suo?
Né, d'altronde, possiamo esimerci dal partecipare all'azione militare. Se l'Onu, la Nato e persino Obama, Nobel per la pace, hanno deciso di seguire Sarkozy in questa guerra santa, non possiamo tirarci indietro. Anche perché chi arriva per primo stipulerà il contratto più vantaggioso. E penso che la Francia parta proprio favorita, mentre noi abbiamo strappato un contratto che avevamo già in tasca.
Auguri Italia e, soprattutto, auguri corregionali lampedusani...


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