mercoledì 11 agosto 2010

Politici italiani e italiani all'estero

Il dramma del 90% di noi italiani che viviamo e prendiamo la residenza all'estero, è quello di restare attaccati - come in una specie di cordone ombelicale – a questo Paese tanto vituperato in patria, ma che diventa meraviglioso e insostituibile se ce ne allontaniamo anche di pochi chilometri. Se poi, per restargli vicino, seguiamo le sue vicende attraverso i canali televisivi italiani e internet, la sofferenza è ancora maggiore. La recente visita di Silvio Berlusconi in Bulgaria per inaugurare la statua di Garibaldi a Sofia, ha rafforzato ancor di più i legami che uniscono da tanto tempo la Bulgaria all'Italia. Ebbene, quel giorno è stato per noi come un ritorno in patria, un percorso, una commemorazione che ci ha fatto capire che nessuna globalizzazione potrà mai staccarci da quella madre.

Nel 2008 Silvio Berlusconi così si esprimeva nella lettera inviata agli italiani all'estero: “(...) A questo proposito, rivendichiamo orgogliosamente al nostro governo il merito di aver fatto approvare, insieme all'istituzione del Ministero per gli Italiani nel Mondo, la legge che permette anche a te di votare ed agli italiani all'estero di eleggere dodici deputati e sei senatori, dando così voce e rappresentanza agli italiani che con il loro impegno e la loro creatività sono i primi ambasciatori nel mondo dell'Italia e del suo patrimonio di umanità e di cultura. Per quanto ci riguarda sosterremo con sempre maggiore impegno le comunità italiane all'estero e cercheremo di intensificare il vostro legame con la madrepatria affinché siate fieri della vostra italianità (...)”.
Bellissime parole alle quali dovrebbero seguire i fatti. Sicuramente non per sua colpa, ma da un anno a oggi, quello che succede in Italia certamente non ci rende fieri del nostro Paese. I sentimenti di ogni italiano che vive all'estero li ho letti in un articolo che Claudio Antonelli, che vive a Montréal, ha voluto esternare il 2 agosto scorso sul quotidiano on-line “Il legno storto”. Vorrei riproporvelo perché quei sentimenti sono totalmente condivisi da me e, credo, dalla totalità degli “emigranti”.
““Meno pagliacciate per favore
Sorvolando per il momento sul tema molto più grave dei faccendieri, dei corrotti, dei cocainomani frequentatori di transessuali, ben rappresentati presso i politici del Belpaese, io trovo che la maniera pagliaccesca di comportarsi di molti della classe politica italiana (vedi gli sbeffeggiamenti fatti al tricolore e vedi il tifo di una parte del governo contro la squadra nazionale di calcio negli ultimi mondiali) arreca un grave torto agli “italiani all’estero”, come noi espatriati siamo chiamati. Perché noi italiani che viviamo in altre nazioni diventiamo facile bersaglio di lazzi da parte di coloro che si pascono di stereotipi gratuiti nei nostri confronti e che finalmente hanno qualcosa di concreto su cui imbastire i propri sentimenti antitaliani.
Duole dire che lo stesso Berlusconi non sia certo un monumento di stile compiacendosi spesso e volentieri di assumere, persino negli incontri internazionali, atteggiamenti da barzelletta. E lo dico non gongolando, come fanno quegli italiani che sono culo e camicia con le fazioni, parrocchie, botteghe, congreghe, avversarie mortali di Berlusconi. Ma con imbarazzo e  con disagio, perché dopotutto Silvio Berlusconi rappresenta, nel bene e nel male, l’Italia.
In quell’avanspettacolo da comici sgangherati, pronti alla battuta pesante, all’insulto, alle diatribe e alle lotte - anche intestine - che è diventata la scena politica italiana, nessuno degli attori sembra capire che gli unici che se la ridono veramente di questo teatrino autolesionista sono i popoli dei paesi nei quali noi espatriati viviamo, e presso i quali attraverso il nostro comportamento e le nostre indubbie capacità noi cerchiamo di ottenere quel rispetto che meriteremmo. Rispetto che però  ci viene concesso solo col bilancino a causa di certi pesanti pregiudizi oscillanti tra il lugubre (l’italiano mafioso) e la barzelletta (l’italiano gesticolante) che parla sempre a voce troppo alta e che ha - Hollywood docet - un irrimediabile  fondo clownesco.
Questi nostri italiani della Penisola, così impegnati nell’autosputtanarsi, non si rendono conto che i frutti tossici del loro agire ricadono nel piatto di noi “italiani all’estero”; piatto nel quale adesso, grazie alla legge Tremaglia, confluisce il liquame di una certa politica “all’italiana” (un solo esempio: Nicola Di Girolamo, eletto senatore nella circoscrizione estera, a quanto pare, in modo non certo cristallino).
Un consiglio, cari personaggi di spicco d’Italia: comportatevi con serietà. Fatelo per il nostro bene. Voi non vi rendete conto che il vostro avanspettacolo condotto con stile alla Ridolini, alla Bertoldo, alla Grillo, i vostri scandali, le vostre lotte al coltello (vedi adesso il corpo a corpo Berlusconi-Fini), il vostro parlare a vanvera offendono e pregiudicano in primo luogo noi che viviamo all’estero.
Le pernacchie e le rumorose flatulenze, che fuoriescono da voi a ruota libera, non rimangono, come forse voi credete, nella vostra camera da letto, o in TV, la stanza dei giochi degli italiani tutti, ma rimbombano ben oltre i confini nazionali suscitando ilarità e disprezzo presso gli altri popoli. E quel che è peggio impuzzolentendo noi, italiani all’estero.
Noi che, al di là di ogni esagerazione retorica alla De Amicis, siamo dei veri italiani. E che quindi, di fronte al teatrino  e allo sfacelo di cui siete responsabili, proviamo vergogna a causa di un sentimento che molti di voi non hanno mai avuto e che mai avranno: la dignità nazionale””.

Condividi su Facebook, Twitter o Google Buzz:
Condividi su Facebook Condividi su Twitter Pubblica su Google Buzz

2 commenti:

  1. Hai scritto "Il dramma del 90% di noi italiani che viviamo e prendiamo la residenza all'estero, è quello di restare attaccati - come in una specie di cordone ombelicale – a questo Paese tanto vituperato in patria, ma che diventa meraviglioso e insostituibile se ce ne allontaniamo anche di pochi chilometri. Se poi, per restargli vicino, seguiamo le sue vicende attraverso i canali televisivi italiani e internet, la sofferenza è ancora maggiore."
    Parole sante che condivide un altro italiamo in Bulgaria da 8 anni.

    RispondiElimina
  2. il dramma e la sofferenza è di tutti gli Italiani

    RispondiElimina