mercoledì 18 agosto 2010

Ferragosto bulgaro con Provvidenza incorporata

“Devo scrivere un post per il blog”: “Sempre con questi post... almeno ti pagassero...”. “L'Italia ha almeno 40 milioni di scrittori, siamo un popolo di scrittori, forse duecentomila ne traggono profitto, tutti gli altri scrivono per se stessi e, se sono fortunati, per qualche amico propenso alla sopportazione. Il mio, poi, è un diario, voglio raccontare il nostro ferragosto”. “Sai quanto può interessare alla gente il nostro ferragosto...”. Finisce così il discorso tra me e Renata, poi prendo notes e biro...
Partiamo da Pazardjik alle 8,15 per Orehovo, piccolo villaggio della regione di Smolyan, nel centro-sud della Bulgaria, distante circa 100 km. Maurizio ha preparato un enorme tiramisù, mentre noi portiamo quindici bistecche di maiale che Dani ci ha pregato di comprarle, perché a Orehovo non si trovano (la nostra acca, in Bulgaria, non è muta ma aspirata).

A Plovdiv seguiamo il cartello per Asenovgrad, città conosciuta in tutta la Bulgaria per la manifattura degli abiti da sposa, con innumerevoli negozi che li espongono e vendono. Da qui proseguiamo per Bachkovo, dove ha sede un antico monastero, dedicato a Maria Vergine. Qui attraversiamo la città a passo d'uomo, per le migliaia di auto in strada che cercano un parcheggio. E' una lunga teoria di macchine parcheggiate a destra e sinistra, che si allunga per due km. fuori città. Non riesco a capire perché tutta questa gente si stia rovinando il ferragosto alla ricerca di un improbabile posto e di un improbabile ristorante che li accolga. Tra una macchina e l'altra e in ogni più piccolo anfratto, a bordo strada, zingari che accendono braci e si accingono a gozzovigliare tra una zaffata e l'altra di benzina e nafta bruciata. Per loro potrebbe essere la normalità, non so i bulgari quando e dove mangeranno.
Finalmente ne siamo fuori, proseguiamo per Narechenski Bani e Hvoyna e da qui dopo poco arriviamo a Orehovo. Baci e abbracci con Dani e i genitori che stanno rinnovando la vecchia casa che si sviluppa su tre livelli. D'obbligo per gli ospiti fare colazione con baniza e caffè, poi siamo invitati alla festa che si svolge in una delle sette chiesette che circondano la campagna di Orehovo. Il paesino è abbarbicato ai fianchi di una collina, strutturato a terrazzamenti, alla base dei quali scorre un fiumiciattolo. Madre e figlia fanno strada, inerpicandosi per stradine sconnesse fino a diventare mulattiera all'uscita dall'abitato. Dopo circa un chilometro arriviamo a una chiesetta dove festeggiano la ricorrenza condividendo pane e altre delizie mangerecce, da due marmittoni si distribuisce la zuppa di carne di pecora appositamente preparata per l'occasione. Il tutto, naturalmente, in precedenza benedetto dal pope. Qui le tradizioni sono ancora rigorosamente rispettate. Restiamo una mezz'oretta godendoci anche la frescura del posto, il magnifico panorama e la freschissima acqua di montagna che sgorga da una fontana vicina. Il ritorno è più faticoso dell'andata, le ginocchia, sollecitate dalla discesa, mi fanno un male cane, data la mia cronica sedentarietà.
Alle 13 appuntamento con la tradizionale cucina bulgara: insalata e rakia, una ciotola della zuppa portata dalla chiesetta, riso con crauti e pollo, bistecca di maiale, tiramisù e caffè. A fine pranzo, senza aver ancora recuperato le forze, Dani ci propone di andare a visitare Chudni Mostove, distante circa 18 km. Chiediamo lumi e Dani ci dice che c'è da vedere un ponte e delle caverne naturali formatisi nella montagna. Partiamo e ritorniamo sulla statale 86 che porta a Smolyan. Dopo 4 km c'è la deviazione per Zaburdo dove si trova Chudni Mostove (Ponti meravigliosi); è una strada asfaltata e stretta, tutta in salita fino all'arrivo, 12 km che percorriamo in mezz'ora. Dopo i primi due km l'asfalto è dissestato ogni 200 metri e bisogna fare le gimcane tra una buca e l'altra. Fortunatamente si trova solidarietà tra gli automobilisti che scendono e salgono per trovare il pezzo di strada meno dissestata. Questa è una grave carenza per la Bulgaria, perché mentre sta rendendo quasi praticabili le strade più importanti, sono in completo abbandono, invece, quelle secondarie, anche dove c'è un notevole afflusso turistico. Spero che le amministrazioni locali capiscano che il turismo potrebbe diventare una voce importante dell'economia locale e bulgara in generale.
LA CONDIVISIONE 1

LA DEVOZIONE

LA CONDIVISIONE 2

PANORAMA DALLA CHIESETTA

Arriviamo stressati alla meta, parcheggiamo l'auto avviandoci subito su un costone, protetto a sinistra da una ringhiera in ferro che costeggia un pauroso dirupo; guardando in basso vediamo solo altissimi alberi provenienti dal nulla. Un po' pauroso. Giunti sulla cresta ci appare di fronte un altro costone sul quale camminano i turisti che ci hanno preceduto, mentre sotto s'intravede un'enorme caverna. Dopo mezz'ora, attraverso un percorso a saliscendi nel bosco, anche noi siamo lì. La stanchezza comincia a farsi sentire e il respiro è ansante, per non parlare del sudore del quale ormai siamo intrisi da capo a piedi. In fondo al burrone, di fronte a noi, vediamo un enorme ponte che poggia su una caverna.
COSTONE DI MONTAGNA E IN BASSO UNA CAVERNA


CAVERNA A SINISTRA SULLA QUALE SI APPOGGIA IL PONTE


PROVE DI EQUILIBRISMO IN DISCESA
Per apprezzare questo miracolo naturale bisogna arrivare ai suoi piedi. Il più stanco sono io, ma sono il primo a voler scendere. Alla fine di un viottolo sconnesso e anche pericoloso, arriviamo alla base della caverna. Ci si presenta uno spettacolo unico. Sono rocce carsiche dove la natura ha creato un ponte che si appoggia, da una parte, alla parete montagnosa, e dall'altra alla caverna che ha una uscita dalla parte opposta che somiglia molto all'orecchio di Dionisio di Siracusa. Provo a gridare per sentire l'eco, che c'è, ma non è quello del nostro famoso orecchio. Il sole che filtra dai lunghissimi alberi rende luminosa una scena che altrimenti sarebbe un po' tetra. Molte foto ricordo e poi ricomincia il calvario della risalita fino alla vecchia Tempra.
ARCHITETTURA DI UNO STRANISSIMO ALBERO


ALBERI E ROCCE IRRADIATI DAL SOLE


PAUROSO STRAPIOMBO PROTETTO DALLA RINGHIERA


CAVERNA SOMIGLIANTE AL NOSTRO ORECCHIO DI DIONISIO


PONTE CREATOSI NATURALMENTE


ALTRO PARTICOLARE DELLA CAVERNA
Dopo cinque minuti di riposo mettiamo in moto per far ritorno a Orehovo, tutta discesa fino alla statale. A metà strada noto, alla mia sinistra, una bellissima architettura di nuda roccia. Mi fermo in mezzo all'acciottolato, faccio una foto ma mi accorgo che il motore si è spento. Provo, riprovo e riprovo ancora, niente da fare, il motore non si accende. Mentre metto le frecce di emergenza arriva una macchina che lentamente ci sorpassa, poi, dopo una ventina di metri si ferma, scendono quattro ragazzi e una ragazza che avevamo visto in precedenza al Chudni Mostove. Si offrono di aiutarci, provano anche loro a mettere in moto, niente. Con la corda ci trainano sulla statale fermandosi alla prima stazione di servizio. Qui metto benzina, avendo avuto il sospetto che ne fossi a secco. Provo a mettere in moto, niente. Uno dei ragazzi, Peter, proprietario dell'auto, prende la scatola dei ferri che ha in macchina, controlla se arriva benzina al carburatore: non arriva. Armeggiando qua e là si accorge che non arriva corrente. Alla fine si arrende, bisogna farla vedere a un meccanico.
Nel frattempo la mamma di Dani, già al corrente della nostra disavventura, cerca un meccanico amico a Orehovo, con la speranza di non trovarlo ubriaco data la festa e relativa bisboccia. I ragazzi che hanno armeggiato intorno alla macchina vanno a lavarsi le mani ormai unte e nere. Li salutiamo calorosamente perché devono arrivare a Sofia. Non hanno voluto accettare neanche un caffè al ristorante accanto. Molti ringraziamenti da parte nostra e auguri a noi da parte loro di poter riparare subito la vettura.
Dopo dieci minuti arriva la mamma di Dani con Ivan, doganiere di professione, meccanico a tempo perso. Saluti di circostanza e subito a controllare il motore. Con un tester quart'ultima generazione (lampada e filo) controlla un po' ovunque, ed effettivamente la bobina non dà corrente, poi comincia a staccare e smuovere alcuni contatti e prova a mettere in moto. Miracolo! Al primo colpo si mette in moto. Gli domando se è un mago e mi risponde con un sorriso. Ci dice di far controllare tutti i contatti quando arriviamo a Pazardjik e ci fa vedere dove toccare se si dovesse spegnere di nuovo. Tanti sorrisi e mille ringraziamenti. Gli chiedo quanto gli devo e mi risponde niente. Insisto a volerlo pagare perché ci ha tirato fuori da una situazione che stava diventando disperata. Non accetta assolutamente niente dicendoci che per ferragosto non prende soldi.
Ripartiamo con una commozione profonda. Probabilmente anche qui ci sono egoisti che tirano diritti per la loro strada e meccanici che possono anche spellarti, specialmente se sanno che sei italiano (per i bulgari gli italiani sono tutti ricchi), ma oggi ho incontrato angeli in forma di persone, che mi fanno avere ancora fiducia nella vita e nel prossimo. La Provvidenza si può manifestare sotto qualsiasi forma e aspetto, e oggi ho avuto la fortuna di conoscerla nelle persone di Peter e Ivan.


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