mercoledì 13 febbraio 2008

Il solito bastiancontrario

FESTA DEGLI INNAMORATI


Dai più grandi poeti al più umile scribacchino tutti hanno scritto, parlato, dipinto, scolpito - ognuno alla sua maniera - l'AMORE. E' il sostantivo, insieme a GUERRA, più conosciuto al mondo. Il primo atto d'amore inizia con la nascita di una creatura e prosegue per tutta la vita nelle sue varie forme.
La nostra società alla continua rincorsa di chimere e di effimero, ha bisogno di stabilire certezze e punti fermi per non dimenticare. E così ecco la festa del papà, della mamma, dei nonni, degli innamorati, della donna, dei bambini e un'infinità di altre ricorrenze. Per le date tragiche si accomuna tutto nel giorno della memoria o nell'11 settembre.
E le vittime del lavoro, degli incidenti stradali, delle guerre, della criminalità, della pedofilia, in che giorno vogliamo ricordarle? Quelle ognuno se le ricorda da solo se ne ha voglia. Eppure anche queste sono milioni e milioni e continuano a crescere ogni giorno.
E torniamo alla nostra festa che è - nella comune considerazione - dedicata ai fidanzati o giovani coppie. Niente di male, naturalmente. Cosa c'è di più bello di un amore appena sbocciato? Sensazioni meravigliose, emozioni, palpitazioni, sentimenti che dilatano o stringono le nostre arterie, che ci portano al settimo cielo o ci sprofondano in un abisso, felicità o strazio, tutto o nulla.
Quanti di coloro che oggi festeggiano questa ricorrenza, tra uno due o tre anni saranno ancora a festeggiare con la stessa persona? Non sono molto ottimista. L'amore è tutte le sensazioni meravigliose di cui parlavo prima, ma è anche e soprattutto sacrificio, rinuncia, perdono, sopportazione, altruismo, gioia e dolore, saper donare e donarsi. Valori sempre più rari nella società odierna.
Penso a tante coppie che hanno percorso una vita insieme e sono festeggiati solo come papà mamma o nonni ma non come innamorati. E ricordo, in questo momento, i miei genitori che hanno vissuto 63 anni insieme. Ma non ricordo di averli mai visti in atteggiamento da innamorati (semmai un casto bacio in occasione di particolari ricorrenze), preoccupati dalla quotidianità dei problemi, dal lavoro, dalla crescita dei figli e del loro avvenire. Due caratteri completamente opposti. Mio padre un omone sempre timoroso per ogni decisione importante che bisognava prendere; mia madre, una donna piccola e minuta ma decisa, un "carabiniere" (così l'avevo soprannominata). Nessuno dei due poteva vivere se non accanto all'altro, anche litigando.
Sono sicuro che il loro era vero amore perché lo hanno vissuto in tutte le sue sfaccettature, ma non lo hanno mai festeggiato. Forse per rafforzarlo, invece di andare al ristorante o scambiarsi un regalo, bastava che si guardassero negli occhi.

Condividi su Facebook, Twitter o Google Buzz:
Condividi su Facebook Condividi su Twitter Pubblica su Google Buzz

Nessun commento:

Posta un commento