Tre quarti
dell’Italia è ormai ridotta all’osso tra tasse, disoccupazione, esodazione,
cassa integrazione, spread, fiscal
compact e tutte le altre diavolerie inglesi, che nascondono tra le parole
il fallimento. I tecnici, con l’approvazione dei nostri beneamati politici –
che per l’occasione sono stati capaci di fare una maggioranza trasversale – stanno svendendo la nostra
sovranità alle agenzie di rating, alle banche e alla Germania. Tra un paio
d’anni al massimo, se non avremo il coraggio di reagire, i tedeschi avranno
conquistato tutta l’Europa, questa volta senza l’uso dei carri armati.
Gli ebrei
stanno ancora aspettando il Messia, ma nel frattempo si sono dati da fare e in
qualsiasi posto si trovino godono di benessere e di buona salute, eccetto
quando dei bastardi terroristi non decidano, vigliaccamente, di mettere bombe
sui pullman turistici, come è successo la settimana scorsa a Burgas, in
Bulgaria.
Noi, invece,
il Messia lo abbiamo già, ma non riesce a fare miracoli. Forse è un falso
Messia. Ce lo ha mandato, senza neanche chiederci il permesso, l’Uomo del
Colle. Per fargli posto è stato defenestrato il tiranno, a causa del quale si
sono abbattute su di noi le disgrazie che stiamo vivendo. Televisioni e giornali,
quasi tutti conniventi, hanno osannato e steso un tappeto rosso all’uomo che
avrebbe miracolosamente tratto in salvo l’Italia dal baratro nel quale stava
precipitando. Erano anni che si ventilava la sua venuta e finalmente Bersani,
Casini e Napolitano ce lo hanno servito senza colpo ferire.
Vorrei avere
davanti, per sputarlo in faccia, quell’ebete di Enrico Letta che assicurava gli
italiani che questo maledetto spread
sarebbe sceso di duecento punti non appena Berlusconi, la causa di tutti i
nostri mali, si fosse dimesso, il resto lo avrebbe fatto Monti. Siamo arrivati
a 500 e più punti e questo povero professore, il Messia, ancora ci racconta
frottole dopo averci svuotato le tasche. Per povero intendo di idee e di
capacità perché il conto bancario è stracolmo.
Professori,
tecnici, cattedratici, non votati e non voluti, che non sanno da dove iniziare
e quando agiscono devono prima compromettersi coi loro referenti politici,
finanziari e sindacali. L’UE, la BCE e la Germania saranno i carnefici che
ridurranno l’Italia al ruolo di colonia del terzo mondo, dopo averci depredato
del made in Italy.
Questa UE agli
italiani non interessa, e se il Messia Mario Monti, che si dice sia ben
ammanicato in Europa, non va dai suoi amici a Bruxelles a sbattere la scarpa
sul banco per far capire che non ci stiamo, allora non serve neanche lui e
bisognerà far parlare le urne o scendere in piazza. Se abbiamo dei debiti è
giusto che li paghiamo, ma se il nostro “fratello” europeo continua a stringerci
il nodo intorno al collo, quello non è un fratello ma un caino, e di questi ne
abbiamo già abbastanza a casa nostra.
Parole
sinistrorse, grilline, dipietriste o vendoliane?... no! Parole di un emigrato
italiano (e anche di destra) che non ne può più di tasse, di questa Europa nazionalista,
di questa crisi, di questa casta politica, di questa in-giustizia, di questa
burocrazia, di queste auto blu, di questi privilegi e privilegiati, di vitalizi
e buonuscite milionarie, di questa corruzione e ladroneria dilagante e
impunita.
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