A settant'anni suonati mi accorgo che il motore della vita, qualche volta, tarda a partire e talvolta ho bisogno anche di buoni meccanici. Faccio il conto degli anni del nostro Presidente della Repubblica, che essendo nato nel 1925, si trova sulle spalle 86 primavere. Ecco, proprio primavere, perché evidentemente non li sente affatto, al massimo gli servirà un tecnico che lo aiuti a bilanciare le energie. Mettersi a fare la lepre a questa età è veramente notevole e non v'è pericolo che molli.
Sedici giorni fa, per la prima volta nella storia della Repubblica, c'è stato il golpe bianco del governo tecnico, insediatosi – senza una goccia di sangue – al posto di un governo democraticamente eletto. A tirare la volata all'attuale governo, il nostro venerando Presidente è partito pure qualche mese prima, per cui dobbiamo pensare che ha ancora parecchia benzina in serbo.
Qualcuno potrebbe avere dubbi che abbia sconfinato anche dal suo incarico istituzionale, ma se così fosse chi avrebbe il potere o il coraggio di fermarlo? Alla fin fine è lui attualmente la più alta carica dello Stato. Sì, è vero, però se questo incarico “esonda” chi glie lo può rinfacciare? Certamente non la magistratura, della quale è capo. Non certo i partiti d'opposizione, che hanno benedetto ed esortato la nascita di questo sospirato governo Monti. Non il Pdl che probabilmente ha colto la palla al volo per scrollarsi di dosso una piazza che l'opposizione aveva abilmente orchestrato, le responsabilità della crisi di cui non è responsabile, e ricucire la trama di un partito che si sta pericolosamente sfilacciando. Non la Lega che si è limitata a protestare, fare opposizione e aspettare gli eventi. Ed ecco che la frittata è pronta. Anzi, proprio pronta non direi, perché se fino a ieri si parlava di diluvio universale se non si fosse fatto in fretta, oggi sembra che mari fiumi fulmini e tempeste si siano improvvisamente placati e possiamo dormire sonni quasi tranquilli.
Il bambino che ruba la marmellata alla mamma si aspetta poi che arrivi la sculacciata o il rimprovero, ma se la sculacciata o il rimprovero della mamma non arriva, cosa fa? Ci riprova. Ed ecco che il Nostro venerando, una mattina si alza e inizia a bacchettare i politici perché non hanno ancora dato la cittadinanza ai figli degli extracomunitari nati in Italia. Non solo li bacchetta ma li ammonisce che è folle il non farlo.
Il comune cittadino, come me, pensa: “Ma con tutti i problemi che ci stanno sul tavolo in questo momento, il disastro economico alle porte, il mare di debiti che ci sta sommergendo, i disoccupati che aumentano, la crescita che non cresce, le alluvioni che stanno franando l'Italia, è questo il momento di pensare alla cittadinanza ai figli degli extracomunitari? E poi perché ognuno di noi dovrebbe essere folle? Forse al Presidente gli ha dato di volta il cervello?”. Con tutto il rispetto per il Venerando, mi sorge il dubbio che a una certa età, avanzino al galoppo i problemi degenerativi propri della vecchiaia, e che nel nostro beneamato Presidente si sia innescato uno spirito di onnipotenza che travalica il Parlamento e i politici, che lo hanno eletto e che sono stati appena elusi. Vuol forse fare un decreto presidenziale ad hoc o interessare della questione il governo tecnico appena insediato? Potrebbe sembrare, quella del nostro caro Presidente, una uscita estemporanea e strampalata, ma a parer mio non è così. Secondo il mio modestissimo parere, tutto è stato studiato meticolosamente a tavolino: ha iniziato a tirare la seconda volata per i vecchi amici che alle prossime elezioni porteranno in dote, ai figli degli extracomunitari, la cittadinanza italiana generoso omaggio della sinistra nostrana, a prescindere che si siano integrati, che la meritino, che ne rispettino obblighi e doveri. Essere italiani non deve essere una condizione ma un onore e ascoltare l'Inno di Mameli crea dentro ognuno di noi emozioni che solo l'amore per la nostra terra fa sentire. Se il figlio dell'extracomunitario, nato in Italia, sentirà anche lui queste emozioni, solo allora avrà diritto a essere italiano.
Non so quanto ve ne siate accorti, ma la Costituzione sta cambiando senza che alcuno l'abbia ancora riscritta.
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