sabato 29 ottobre 2011

Dai pensionati del week-end alle cassandre di giornata

Ieri ci sono rimasto proprio male. Vedere alcune migliaia di fortunati pensionati, provenienti da ogni parte d'Italia, arrivare in piazza del Popolo a Roma, e sbafare il ponte novembrino alla Cgil, mi ha lasciato di stucco. Se ci avessi pensato prima, probabilmente la Camusso avrebbe pagato anche per me le spese di viaggio dalla Bulgaria a Roma. Oddio, la Camusso non paga proprio niente, perché siamo sempre noi pensionati a pagare la quota sindacale trattenuta dalla pensione. Approfittando della manifestazione di protesta avrei potuto rivedere parenti amici e Roma facendo il portoghese.
Qualcuno dirà: “Ma tu non sei iscritto alla Cgil”. Sì, è vero, non so neanche a quale sindacato appartengo perché non mi sono mai iscritto, però la quota sindacale me la defalcano ugualmente! E c'è qualcuno che può pensare che tutti quei miei coetanei fossero tutti cigiellini? Ma per carità... Se ti offrono una gita gratis accetti e via! Non per niente le proteste si fanno sempre di venerdì o di sabato. Con la crisi che c'è ben venga la Camusso a offrirci il week-end a Roma. E un altro potrebbe rincarare: “Ma se quelli sono già pensionati cosa c'entrano con la protesta sulle pensioni?”. C'entrano, c'entrano... c'entrano perché intanto protestano per se stessi, per i giovani che forse non la prenderanno mai, per i figli, per i nipoti, per gli indignados, per i mas-calzones, c'entrano per riempire di falce e martello piazza del Popolo, c'entrano per far numero con le cassandre dell'opposizione che vedrebbero volentieri l'Italia ridotta peggio della Grecia pur di far fuori Berlusconi.
Stanno tutti in fila come un gregge di pecore: in testa Bersani, segue Casini, quindi Fini (il destino li vuole tutti con doppi nomi ad indicarne l'importanza: Pierluigi detto Pigi, Pier Ferdinando detto Pierferdi, Gianfranco detto Gianfry), seguiti, questi tre, dagli zombi zerovirgola Rutelli, Rizzo, Cento, Diliberto, Bertinotti, Pecoraro, ecc. ecc. tutti usciti dalle tombe a dar man forte a Pigi & Co. alla ricerca di uno scranno e di visibilità. Manca tra costoro il secondino di Montenero con la bisaccia, che per l'ennesima volta ha cambiato programma: niente più elezioni anticipate ma governo tecnico. Il contadinotto dal cervello fino ha pensato che un posto nell'agricoltura non glie lo negherebbe nessuno, anche perché ha buone braccia.
Secondo loro l'Italia sta affondando, anzi si augurano che affondi. Vero è che questo governo ha fatto ben poco di quello che gli elettori di destra si aspettavano, vero è che Berlusconi all'età sua dovrebbe pensare più ai problemi di prostata che a sbirciare il lato B del primo ministro danese, ma voler addossare a lui i problemi connessi a una crisi mondiale senza precedenti e volerlo scalzare da un incarico conferitogli dalla maggioranza degli italiani e dalla maggioranza parlamentare, questo si chiama golpe, colpo di stato, e gli italiani non possono e non debbono accettarlo.
Comunque, ne riparliamo a ponte finito. Una moltitudine di italiani sta partendo per il lungo week-end e faranno ritorno, probabilmente, insieme ai pensionati della Camusso, alla faccia dell'Italia che sta in ginocchio e alla faccia delle file al megastore di elettronica per acquisti di “primaria” necessità quali iPad iPhone video e telecamere televisori computer, tutti rigorosamente made in China.

P.S. - Il 28 ottobre data sempre fatidica per Roma: dalle camicie nere alle bandiere rosse con falce e martello. Dalla padella alla brace. E' proprio il caso di vegliare!  

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