giovedì 29 luglio 2010

Roberto Saviano: un nome, una garanzia

Faccio un giro di perlustrazione in internet e trovo una pagina intera di siti che riportano frasi celebri e aforismi di Roberto Saviano. Caspita!, mi dico, pensa quanto è bravo, a 31 anni ha più citazioni e sentenze di vita lui che Einstein, Wilde, Nietzsche, Baudelaire, Mauriac, D'Annunzio, ecc. E indubbiamente bravo deve esserlo, se un suo libro sulla camorra ha avuto milioni di lettori in Italia e nel mondo, dal quale è stato tratto un altrettanto famoso film pluripremiato.
Ormai è diventato un fenomeno mediatico a tutto tondo. Invitato a ogni convegno in cui si tratta di criminalità, economia, società, politica italiana e internazionale, lezioni universitarie, partecipazione a manifestazioni politiche, giornalistiche, di letteratura e non, si ha l'impressione che non si possa fare a meno del Saviano-pensiero.
Spesso, nella mia ignoranza, non riesco a spiegarmi fenomeni di questo genere, ma tant'è... se tanti media pendono dalla sua penna e dalle sue labbra, un motivo ci deve pur essere. Forse scriverà meglio di tanti altri, magari con una stilo mont-blanc, si esprimerà con parole che arrivano al cuore di tutti, avrà il carisma del vecchio saggio che si esprime per detti o per parabole.
La condanna a morte che gli ha promesso la camorra ha fatto da cassa di risonanza, tutti i più famosi vip della letteratura mondiale hanno solidarizzato e chiesto misure di scorta alla sua persona.
Però, nonostante tutto, io sono assalito sempre da un interrogativo: possibile che alla sua età si possa avere il dono dell'onniscenza e poter parlare e pontificare su tutto?
Tra un link e l'altro, mi imbatto su facebook in una sua frase: “Qualunque sia la cosa da fare, sarà quella sbagliata per qualche motivo. Questa è la vera solitudine”.
Beh!, io dico che sarebbe ora di finirla con questo guru che spara sentenze inappellabili come se fossero Vangelo, adesso neanche il Papa parla più ex cathedra. La vera solitudine lui ce l'ha dentro. E' un uomo che quasi mai ho visto ridere o almeno sorridere e la gente che non sa ridere o sorridere è sola, è misogina, ce l'ha con tutto il mondo e pensa di essere il centro del mondo. Lo vedevo strano prima, ma dopo aver visto gli alleati che si è scelto, adesso lo trovo pure antipatico. Sta cavalcando, per calcolo e per restare sulla cresta dell'onda, il cavallo dell'antiberlusconismo e della protesta... dice di essere apolitico, ma preferisce essere osannato su “Repubblica” ed “Espresso”. Se dicesse di essere di sinistra lo assolverei, ma l'ipocrisia non posso perdonarla.
Vive una prigione dorata sotto scorta che, lo Stato gli ha magnanimamente elargito per aver scritto un libro sulla camorra, dal quale ha tratto la sua fortuna economica e la sua notorietà e continua a sputare sentenze su un governo che, in due anni, ha arrestato più criminali camorristi e mafiosi, di quanti ne fossero stati presi in quaranta anni. Migliaia di persone, siano esse magistrati, giornalisti o sindacalisti, hanno sacrificato la loro vita soltanto perché credevano in quello che facevano, e volevano perseguire con le indagini o con la penna i misfatti criminali mafiosi. Restando in Sicilia vorrei ricordare a Saviano solo alcuni giornalisti: Peppino Impastato, Mauro De Mauro, Cosimo Cristina, Mauro Rostagno, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani; per non parlare di Falcone, Borsellino e centinaia di altri magistrati, imprenditori, carabinieri e poliziotti. Queste persone hanno dato la loro vita perché facevano una professione in cui credevano; probabilmente se avessero fatto altri mestieri sarebbero ancora vivi. Per cui la smetta, Saviano, di lamentarsi del suo stato di carcerato di lusso, in procinto di essere ammazzato da un momento all'altro. Se crede in quello per cui scrive e lotta, è la normale condizione di tanta altra gente che tutti i giorni persegue lo stesso progetto esponendosi a rischi più grandi del suo senza averne in cambio ricchezza e notorietà.

Vorrei riportare alcune di queste frasi che sono diventate - o la mediaticità le ha fatte diventare - un po' dogmi e un po' tavole dei nuovi comandamenti:
- Come si vive sotto scorta? - Ci si abitua a tutto. - Anche alla mancanza di libertà? - La vera libertà è quella che hai nella testa, ce lo ha insegnato Rushdie”.
Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina.Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. ...ho soltanto ventotto anni!”.
Ho l'impressione che i due virgolettati si contraddicano a vicenda. Se la libertà ce l'ha in testa il secondo periodo lo contraddice, e d'altronde non è stato costretto da alcuno a impegnarsi nella sua meritevolissima causa, né mi risulta che Rushdie abbia mai fatto piagnistei e autocommiserazione.
Non posso legarmi a nessuno schieramento politico. Non è la prima volta che mi viene proposto, ma per fare lo scrittore devo essere super partes”.
Ecco, appunto, super partes. O dice bugie o non si rende conto di essere completamente manovrato dalla sinistra.
Quanto alla stima e all'amicizia dei grandi scrittori stranieri, probabilmente sono vivo grazie a loro perché se all'estero non avessero seguito con passione e partecipazione il mio caso, temo proprio che non avrei avuto attenzione e protezione dal mio Paese”.
Capisco che per fare audience bisogna sputtanare l'Italia nel mondo, ma vista la stima e l'amicizia che gode, avrebbe potuto chiedere direttamente a loro i costi della scorta. Invece i costi se li carica lo Stato, cioè noi. Fulgido esempio di attaccamento ai colori nazionali, come si recita negli encomi solenni.
I migranti non vengono in Italia soltanto per fare il lavoro che gli italiani non vogliono più fare. Ma vengono a difendere i diritti che gli italiani non vogliono più difendere”.
Che ci siano italiani che oggi non vogliono più fare certi lavori, sono d'accordo. Ma vorrei sapere da che cosa deduce che gli italiani non vogliano più difendere i loro diritti. Ah, già!... se lo deduce Saviano deve per forza essere così, alla faccia dei milioni di individui (italiani...) che ogni giorno lottano per questi diritti! Quanto ai migranti che vengono a difendere questi diritti, penso che – molto più prosaicamente – arrivano qui per il solito pezzo di pane che a casa loro non hanno, e chi ha fame non pensa ai diritti ma soprattutto a sfamarsi.
Mi rendo conto che probabilmente mi renderò inviso a molte persone, ma questo giovanotto serioso e un po' tenebroso che pontifica a 360 gradi, non può farci credere che sia sempre un martire... oggi ogni sua parola e ogni sua partecipazione, penso abbiano il fine più comune di tutti noi poveri mortali: soldi, soldi, soldi, tanti soldi, chi ha tanti soldi vive come un pascià (come dice la canzone)... ma certamente Saviano è esente da sentimenti così bassi...


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13 commenti:

  1. Berlusconi Silvio (premier): 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6 prescrizioni; 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, corruzione in atti giudiziari Mills, frode fiscale e appropriazione indebita Mediatrade), tutti sospesi in attesa che la Consulta si pronunci sulla legge sul legittimo impedimento

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  2. BERLUSCONESSSSSSSSSSSS!!!!!!!!!!!

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  3. Abrignani Ignazio (deputato): è stato indagato a Milano per dissipazione post fallimentare nelle indagini sulla bancarotta Cit, agenzia di viaggi dello Stato.

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  4. Berruti Massimo (deputato): condannato a 8 mesi per favoreggiamento per aver depistato nel 1994 le indagini sulle tangenti Fininvest.

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  5. Brancher Aldo (deputato): condannato in secondo grado per falso in bilancio e finanziamento illecito, reato prescritto (il primo) e depenalizzato (il secondo). È imputato anche per la scalata Bnl, per la quale i suoi legali hanno chiesto il legittimo impedimento nel breve periodo in cui è stato ministro per il Federalismo.

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  6. Caliendo Giacomo (senatore e sottosegretario): indagato nell’inchiesta sulla nuova P3.

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  7. Camber Giulio (senatore): condannato a 8 mesi per millantato credito nell’ambito della Kreditna Banka. Era accusato di aver preso 100 milioni di lire.

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  8. Cantoni Giampiero (senatore): ha patteggiato 2 anni per corruzione e poi per concorso in bancarotta fraudolenta

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  9. Ciarrapico Giuseppe (senatore): 5 condanne definitive fin dagli anni ‘70 per falso e truffa.

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  10. Comincioli Romano (senatore): imputato per false fatture e bilanci truccati di Publitalia, poi prescritto. Nel 2008 la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato respinge la richiesta di usare le intercettazioni delle sue telefonate con Stefano Ricucci per la scalata al Corriere della Sera.

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  11. Cosentino Nicola (deputato ed ex sottosegretario): accusato di legami con il clan dei Casalesi, il Parlamento ha negato la richiesta d’arresto. Indagato anche nell’inchiesta sulla P3.

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  12. De Angelis Marcello (deputato): condannato a 5 anni per banda armata e associazione sovversiva come dirigente del gruppo neofascista Terza Posizione.

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  13. Il mio lettore Anonimo che ha postato i 12 commenti sopra, questa notte forse ha dormito male. Mi dispiace avere scatenato la sua fobia con la lettura di questo post. Avrei preferito, semmai, commenti all'articolo in questione. Tuttavia, se dopo questo sfogo si sente meglio, questo articolo non sarà stato inutile.

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