domenica 25 luglio 2010

Conferiti i Premi Giovanni e Francesca Falcone





Blagoevgrad, 12 luglio 2010

Nell'ambito degli interscambi culturali e di amicizia tra l'Italia e la Bulgaria – dove, tra l'altro, è ben radicata la presenza della Regione Sicilia, con la commercializzazione dei suoi prodotti di nicchia e la presenza sul territorio di molti imprenditori siciliani – il 12 luglio scorso si è svolta, per la seconda volta, la cerimonia di consegna del Premio intitolato alla memoria del giudice Giovanni Falcone.
Anche qui in Bulgaria, in tema di mafia, corruzione e criminalità, c'è poco da ridere e moltissimo da fare per il governo e le forze di polizia. La fama di Giovanni Falcone, la sua intransigenza nella lotta alla mafia e i rapporti di amicizia con la Bulgaria, hanno portato all'istituzione simbolica di questa cerimonia, che vuol premiare magistrati e poliziotti che si sono distinti nella lotta alla criminalità organizzata e alla droga.

La cerimonia si è svolta nel municipio di Blagoevgrad, organizzata dal Consiglio Regionale per le Sostanze Stupefacenti della città, con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia. Ha ricevuto il plauso delle più alte cariche istituzionali bulgare e di Maria Falcone, sorella del magistrato e presidente della Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”.
L'ambasciatore Stefano Benazzo, in presenza dei rappresentanti dei ministeri dell'interno, giustizia e sanità, e del presidente della Commissione per la confisca dei beni alla criminalità organizzata, Stoyan Kushlev, ha premiato tre magistrati e sette membri della polizia per gli alti meriti acquisiti sul campo nella lotta ai traffici illeciti.

A margine di questa notizia - che rafforza i rapporti tra magistratura e polizia italiana e bulgara nella lotta alla criminalità – mi torna alla memoria un articolo di “Panorama” del marzo scorso che dava notizia di un viaggio di Antonio Di Pietro, nell'estate 2002, in Bulgaria, nei dintorni di Varna. Il settimanale - che produce foto del Tonino nazionale in compagnia del malavitoso boss milionario Iliya Pavlov, del leader politico Ahmed Dogan, già arrestato nel 1986 per attività terroristica e del suo portaborse Ivan Slavkov – insinua sospetti sull’attività di Di Pietro in Bulgaria. Il lettore può leggere qui ripreso da internet il servizio di “Panorama” e farsene un'opinione. Io non posso giudicare, perché mi sembra incredibile che possano rivolgersi accuse così allusive a un ex magistrato adesso leader dell'Idv, da tutti ritenuto universalmente alto esempio di onestà e integrità morale.
Leggendo l'articolo, però, mi piace dare una versione che a me sembra più veritiera e credibile, conoscendo il soggetto Di Pietro. Secondo me, mai dimenticando di essere stato investigatore e poliziotto, è venuto in missione segreta dei servizi italo-bulgari, per investigare ed incastrare questi criminali. E a conferma di ciò vi sono altri fatti che lo confermano. Costituisce, sempre in Bulgaria, anche una società al 50% con Tristano Testa, socio che diventerà poi consigliere d'amministrazione della Brebemi, l'autostrada Brescia-Bergamo-Milano. Ma anche questo è per dare fumo negli occhi ai suoi indagati.
Infatti, che cosa succederà alla cricca bulgara? Iliya Pavlov sarà assassinato, a Sofia, con un preciso colpo al cuore sparatogli da un cecchino; Ivan Slavkov verrà arrestato per sfruttamento della prostituzione, riciclaggio e traffico di droga. A tutto ciò si aggiunga la cena con Bruno Contrada e il suo arresto dopo pochi giorni. Vi sembra poco? I soliti maligni potrebbero pensare che, oltretutto, porta jella a tutti coloro che incontra a cena, ma io resto dell'avviso che è stata una operazione di polizia sotto copertura, che solo l'acume investigativo dell'ex Maigret italiano poteva portare a termine con successo. Adesso Darina Pavlova, la vedova dell'Iliya morto ammazzato, tuba con Berlusconi. Vuoi vedere che anche qui c'è la longa manus di Tonino? Farà la stessa brutta fine anche Silvio? Lo sapremo tra qualche anno.
Fortunatamente però, mentre Falcone e Borsellino  morivano ammazzati dalla mafia, lo Stato ce lo ha preservato, quando giravano voci sulla sua prossima fine, mandandolo sotto falso nome, con tutta la famiglia, in Costa Rica, in attesa che la mafia lo perdonasse. Grazie, Signore, grazie.



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2 commenti:

  1. ciao fissa (con rispetto parlando), grazie dei tuoi complimenti e per aver linkato il mio blog, ho aggiunto il tuo all'elenco dei blog che mi linkano

    adesso non ho tempo per spulciare il tuo blog, ma tornerò sicuramente ad approfondire

    a presto!

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