Oggi si festeggia Santa Lucia, santa ricordata in tutta Italia, ma particolarmente cara a tutti i siciliani, essendo nata e martirizzata a Siracusa. E’ la santa patrona della vista e di quelle persone sofferenti di questo organo. E’ ricordata sia nella chiesa cattolica che in quella protestante e ortodossa. Particolarmente cara agli svedesi che la onorano con una festa tradizionale e dei biscotti fatti per l’occasione.
In Sicilia e in molte regioni del sud e’ tradizione, per onorarne la memoria, mangiare per il 13 dicembre solo la cuccìa, un piatto che si affida a una lontanissima tradizione. Ricordo che quando ero bambino non vedevamo l’ora che le nostre mamme ci chiamassero per dirci che la cuccìa era pronta. Io personalmente ne ero e ne sono tuttora ghiottissimo. E’ un piatto nato povero, nelle case del popolo, ma adesso si puo’ trovare anche nelle pasticcerie siciliane piu’ rinomate, a prezzi scandalosi, e ho avuto modo di accorgermene quando in una citta’ come Roma, era difficile trovare la materia prima, cioe’ il frumento, per farla preparare in casa da mia madre. Ho riscontrato che fanno qualcosa di simile anche in Polonia come una delle 12 portate di Natale, ed e’ chiamata kutia.
Sperando di indovinare le dosi, vorrei qui trascrivere la ricetta della cuccìa che faceva mia madre:
Mettete a bagno per 3 giorni 1 kg. di frumento (che sarebbe il grano); la stessa cosa fate con 500. gr. di ceci secchi, mettete in pentola il tutto con acqua e lasciar cuocere lentamente fino a sentirli morbidi, quindi scolarli; passate al setaccio finissimo 2,5 kg. di ricotta, aggiungete 400 gr. di zucchero, mescolate fino a farle avere cremosita’, poi aggiungete frumento e ceci, 100 gr. di cucuzzata tagliata a piccoli pezzetti, una grattugiata di scorza di limone e 0,250 lt. di vino cotto, mescolando bene il tutto.
Se trovate il frumento e non trovate il vino cotto, al posto di quest’ultimo si puo’ aggiungere cioccolato amaro tagliato finissimo o anche miele. Il frumento e’ la base indispensabile.
E buon appetito, per tutto il giorno!
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