lunedì 2 giugno 2008

Viva l'Italia, viva la Repubblica


Tra pianto...
Ho assistito, in diretta su Rai1, alla parata militare a Roma in Via dei Fori Imperiali, in occasione della Festa della Repubblica. E' stata una commozione incredibile. Naturalmente l'ho vista tante altre volte, anche de visu; quest'anno, però, mi ha emozionato particolarmente.
Pur essendo pacifista convinto, sono sempre stato ammaliato dalla sfilata delle nostre forze armate, dalla Costituzione italiana poste a difesa del nostro territorio e impegnate, quando richieste, in missioni internazionali a difesa della pace nelle zone più calde del mondo.
Esercito, Marina, Aeronautica, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri e tutti i corpi specializzati; fanfare, bandiere, vessilli, gonfaloni, divise d'epoca, cavalleria con seguito di cagnetta a fare da mascotte, rappresentanze di altre forze armate della Nato... E' stato un tripudio di colori e bande militari con i loro inni.
A far da cornice a questa festa il Colosseo, i Fori romani e l'Altare della Patria invasi da cittadini con famiglia al seguito a sventolare il tricolore e spellarsi le mani al passaggio di corsa dei bersaglieri che suonavano la fanfara. I bersaglieri sono forse i soldati più amati dagli italiani, senza nulla togliere agli altri. Al loro passaggio viene la pelle d'oca (a me, almeno, succede così).
E poi i corazzieri a cavallo - imponenti per altezza -nella maestosità delle loro uniformi, posti a difesa del Presidente della Repubblica, ci trasmettono l'immagine di eroi di altri tempi, cavalieri senza macchia e senza paura.
La televisione inquadra un grande striscione scritto dai cittadini: "Il cuore pulsante d'Italia è qui con i nostri figli. Onore a loro che difendono e servono la Repubblica". Guardo questo striscione, l'immenso tricolore steso dall'alto del Colosseo, sento l'inno di Mameli che saluta e accompagna il Presidente della Repubblica e un nodo mi stringe la gola; senza vergogna, seduto su una poltrona davanti al televisore, lontano da due anni dall'Italia... silenziosamente piango di commozione e di gioia. Solo quando ne siamo lontani ci accorgiamo di quanto amiamo questo Paese...
Poi Napolitano e La Russa, seduti accanto sulla stessa mitica Flaminia, lentamente lasciano la manifestazione. Due uomini provenienti da ideologie totalmente diverse, che oggi onorevolmente e degnamente rappresentano l'Italia e gli italiani, un'Italia che vuole risorgere nella contrapposizione e nel dibattito costruttivo e non nell'odio distruttivo. Oggi ho finalmente assistito a un momento di vera comunione dei cittadini con i loro figli in arme e con le istituzioni che li rappresentano.
...e rabbia
Ma il proverbio dice che non è tutto oro quel che luccica. Il Tg5 ci ha fatto assistere alle domande-interviste di un giornalista a diversi cittadini che avevano assistito alla parata. E qui mi veniva da piangere... ma di rabbia!!! Almeno il cinquanta per cento degli intervistati, giovani e meno giovani, non sapevano esattamente la ricorrenza che stavano festeggiando.
D.: Cosa stiamo festeggiando? - R.: Le forze armate, la parata militare, non so.
D.: Da quanti anni abbiamo la Repubblica? - R.: Non ricordo, non so.
D.: Più o meno di cinquant'anni? - R.: Più o meno, non saprei.
L'Altare della Patria, il Monumento al Milite Ignoto, scambiato per monumento a Salvo D'Acquisto... (con tutto il rispetto per Salvo D'Acquisto).
Non sarebbe il caso che la Scuola, invece di insistere solo su Garibaldi, Mazzini, Cavour e il Risorgimento, allargasse i suoi orizzonti per insegnare, obbligatoriamente, la storia più recente e in particolare la Costituzione Italiana?
Le televisioni (tutte), invece di dare spazio al gossip e alle trasmissioni monnezza, che abbondano su tutti i canali, dovrebbero inserire nei loro palinsesti programmi in grado di divertire e contemporaneamente insegnare come siamo arrivati all'Italia di oggi. Ma devono trovare il modo di interessare i giovani educando e divertendo, buttando alle ortiche quei programmi cosiddetti di approfondimento, pallosi e trasmessi in ogni caso a ore impossibili.

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2 commenti:

  1. Ciao,

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  2. Che fortuna per Napolitano sedere sullo stesso sedile della mitica Flaminia classe 1960, certo era fuori da tutte le sue (di Napolitano) previsioni.
    Per la cronaca sono oltre il 70 % gli Italiani che fanno fatica a ricordare a quale avvenimento sia esattamente collegata la festa della Repubblica.

    Cogito, ergo sum

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