venerdì 12 giugno 2015

I miei primi nove anni in Bulgaria - 3

Questo non è un articolo ma un racconto... quello dei miei anni trascorsi finora in Bulgaria. La descrizione, forzatamente lunga, mi costringe a dividere il racconto in tre parti, per non costringere il povero lettore ad addormentarsi sulle mie righe. 


La piccola comunità di Pazardjik 
Dalla solitudine alla piccola comunità il passo è stato breve. Quando dico piccola comunità mi riferisco sempre a Pazardjik, che è una città di provincia. Quasi giornalmente ci si incontra al caffè che, si sa, è luogo di ritrovo e di socializzazione, e così tra un caffè, una bevanda o una bottiglia di acqua, si passa sempre qualche ora insieme, saltuariamente si fa anche una braciolata o una spaghettata a casa di qualcuno. In questi anni ho avuto occasione, per il mio involontario ruolo, di conoscere molte persone che sono venute a trovarmi, alcune sono rimaste, altre sono ripartite e non le ho più né viste né sentite, con altre ancora sono tuttora in contatto e ci sentiamo saltuariamente. Ognuno di noi ha il suo carattere, la sua educazione, il suo modo di vedere le cose e la vita, e questo ha arricchito la mia conoscenza dell'umano genere. Oltre a coloro che, con il mio metro, giudico “normali”, sono sfilati personaggi sui quali ci sarebbe molto da scrivere, e chissà che un giorno non decida di farlo, anche loro fanno parte del mondo in cui viviamo. Ma questo è un capitolo a parte. 

Sono arrivato a 65 anni e adesso ne ho quasi 74. E finora tutto è andato bene anche se comincio a sentirne la pesantezza. L'incognita e la domanda è cosa succederà se, sempre a Dio piacendo, ne passano altri nove e gli acciacchi aumentano. Saremo in grado di gestire la nostra vecchiaia lontani dall'Italia? Lo dico in special modo per coloro che sono soli. Qui a Pazardjik abbiamo l'esempio di una bella coppia, 80 lei e 84 lui - forse decani dei pensionati in Bulgaria – che riesce ancora a vivere dignitosamente, con l'aiuto di una persona che due-tre volte a settimana li aiuta nel governo della casa, con amici che li supportano fisicamente e soprattutto moralmente, per via di una triste vicenda nella quale sono incappati. Ma il tempo vola e ogni giorno sarà sempre più arduo resistere alle patologie, ai ricordi, agli affetti e a un vissuto lasciato alle spalle. La mia domanda è proprio questa: come sarà il nostro futuro quando dalla categoria anziani passeremo a quella di vecchi? 

Dicevo prima che il tempo scorre inesorabile e dobbiamo prendere atto, che anche in Bulgaria, purtroppo, si rende l'anima a Dio. Questo è già avvenuto per alcuni italiani in varie città, ma il 31 maggio anche Pazardjik ha avuto, forse, il primo italiano sepolto nel suo cimitero. L'amico Filippo ci ha lasciati, colpito da un tumore. Cerimonia semplice e breve direttamente al cimitero, salmodiata da uno sbarbato giovane pope ortodosso che parlava la nostra lingua, non avendo trovato nelle vicinanze un prete cattolico. Dopo la benedizione il saluto al feretro, seppellito nella nuda terra e innaffiato con acqua, vino e rakia, come d'uso in Bulgaria e coperto da qualche fiore. Cerimonia semplice e modesta, come dicevo, e irrisorio il costo della tumulazione, benedizione e trasporto da Plovdiv, 1100 leva (550 euro), che in Italia non sarebbero bastati neanche per il carro funebre. 

Nelle grandi città e sparsi per la Bulgaria, oggi possiamo contare un bel numero di pensionati, ai quali si sono uniti, nel frattempo, altri imprenditori italiani che vogliono aprire industrie, società, negozi in una nazione dove le tasse sono al 10%, studenti che usufruiscono di fondi europei per lavorare qui, ecc. Mentre i pensionati godono del diritto di avere accreditata la propria pensione ogni primo del mese, gli altri la pagnotta dovranno sudarsela, ma è sempre meglio affrontare l'incognita bulgara che la certezza italiana del fallimento. 

Mi auguro che il nostro Renzino, sempre che sia in buona fede, riesca nell'intento di cambiare l'Italia, ma il buongiorno si vede dal mattino, e non credo sia in grado di scardinare un sistema di potere e di vecchia sottocultura civica, che è ben radicato nel tessuto sociale. Le riforme che sta facendo sono palliativi per turlupinare il popolino, ma di veramente sostanzioso non v'è nulla. Quando vedrò la pubblica amministrazione e le istituzioni messe a soqquadro e i furfanti in galera (per davvero), quando si parlerà di doveri prima che di diritti eternamente acquisiti, allora forse l'Italia sarà avviata a una ripresa che, in ogni caso, sarà lentissima, anche perché in Europa contiamo meno che Malta. 

Il Patronato ENASC ha una sede a Pazardjik 
Nel frattempo anche qui, sull'onda della notorietà mediatica, è stato istituito un Patronato che dovrebbe supportare tutti quei cittadini italiani che richiedono assistenza e tutela previdenziale nelle varie forme. L'incarico è stato conferito a me, che sinceramente mastico poco di questa materia, ma sarò supportato in ogni caso dalla volontà caratteriale che mi induce ad aiutare i connazionali e dalla professionalità di colleghi che mi assistono. Il Patronato è l'ENASC (Ente Nazionale di Assistenza Sociale ai Cittadini) e chiunque può contattarmi andando alla pagina facebook Patronato Enasc Bulgaria. Molti connazionali sono già stati aiutati da una sede casalinga. Entro un mese apriremo una vera sede, sempre a Pazardjik, dove tutti potranno trovare accoglienza ed assistenza. 

Ormai è finita la pacchia... Anche Famiglia Cristiana mi chiede un'intervista. Come negargliela? E' un settimanale che mi sta nel cuore, edito dalla Pia Società San Paolo, dove ho studiato nei collegi di Catania e Roma. Dopo Rai1 e Rai3 poteva mancare Rai2? E così anche Next2 ha voluto inserire nel suo programma un bel servizio girato a Pazardjik. Nel frattempo anche Telekabel, la televisione di Pazardjik ha voluto onorarmi con un'intervista tradotta, nella quale chiedeva informazioni sul numero di italiani nella città, se eravamo contenti di vivere qui e come ci integriamo nel contesto sociale. L'intervista è stata tradotta perché io devo confessare una cosa: dopo nove anni di vita bulgara, con la lingua ancora non so esprimermi e capisco molto poco quando i bulgari mi parlano. Questo è dovuto prima di tutto alla mia poca volontà di apprenderlo, anche se lo leggo bene, poi perché in casa vediamo solo la tv italiana e parliamo italiano e poi perché essendo Renata, la mia compagna di vita, di nazionalità polacca, è stato più facile per lei l'apprendimento e io sfrutto la sua compagnia. Consiglio a tutti, comunque, di non seguire il mio esempio, perché se non si impara almeno l'indispensabile, è anche difficile integrarsi e partecipare alla vita del posto in cui ci si trova. 

I primi giorni di maggio Franco Perdichizzi, con Onda TV canale 85, un'emittente siciliana, ha percorso per il suo programma “Tutto In” quasi tutta la Bulgaria, girando a Varna, Sofia e Plovdiv dei bellissimi servizi sugli italiani residenti. Ormai per i media la Bulgaria è divenuta la speranza dei pensionati che vorrebbero trasferirsi e una meravigliosa realtà per coloro che già ci vivono. “Mattino 5” di Canale 5 mi ha contattato per un'intervista con una diretta su Skype sempre sull'argomento pensionati in Bulgaria. Il nostro ambasciatore a Sofia ha dichiarato che nell'ultimo anno l'incremento degli italiani è stato del 30 per cento. In 20 giorni circa tra Rai1, Canale 5 e Rai3 di nuovo con Ballarò sono andati in onda tre servizi sui pensionati italiani in Bulgaria. Mi auguro che, come al solito, anche qui i pensionati che si sono trasferiti, non debbano diventare vittime della longa manus dei nostri “beneamati” diabolici governanti. 

Chi mi legge penserà quanto sia tronfio di una certa notorietà, che potrebbe anche appagare l'amor proprio, ma in verità debbo dire che, inconsciamente, mi sono infilato in un vortice dal quale è difficile uscire, perché mentre prima cercavo di aiutare i connazionali per carattere, adesso mi sento obbligato moralmente poiché un diniego potrebbe apparire come presunzione o supponenza. Finché le forze me lo permettono continuo così, altrimenti ho già adocchiato la panchina dove poter leggere qualche buon libro. Comincio a invidiare gli amici che quasi ogni mattina passano qualche ora al caffè, e devo dire in verità che qualche volta li coinvolgo trovando un supporto sincero e immediato. 

Ho cercato di percorrere, in questo lungo racconto, gli anni che hanno segnato in positivo e in negativo la mia vita in Bulgaria. Si invecchia e si cambia, così come è cambiata e sta cambiando anche la Bulgaria: la tecnologia, il progresso, la globalizzazione, la crisi europea e mondiale sono un tritacarne che nulla lascia intatto. L'evoluzione che ognuno di noi affronta inconsciamente, non sappiamo dove ci porterà, ma questa sarà storia per i giovani che dovranno affrontarla, mentre noi pensionati la seguiamo, fin quando Dio vorrà, come cronaca quotidiana, fino a questo momento abbastanza piacevole. 


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4 commenti:

  1. ti seguo sempre con attenzione e simpatia. F.to Pennavagabonda

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  2. Abbiamo perso tutta la fiduccia nel confronto del Renzi-"bravo parolaio" .....sono contenta .che abbiamo avuto un`occasione di sentire in TV la vs.storia.che avra` il seguito.

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  3. Ciao,
    Sono bulgara e vivo in Italia. Vorrei trasferirmi in Bulgaria con mio marito che è italiano. Lui è pensionato esperto di gelato artigianale.
    Potresti darmi qualche suggerimento per favore!? Anticipatamente ti ringrazio e aspetto una tua notizia.
    Zoya Daniele

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    Risposte
    1. Cara Nico, contattami in privato scrivendomi all'e-mail tutantonio@gmail.com

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