martedì 9 giugno 2015

I miei primi nove anni in Bulgaria - 2

Questo non è un articolo ma un racconto... quello dei miei anni trascorsi finora in Bulgaria. La descrizione, forzatamente lunga, mi costringe a dividere il racconto in tre parti, per non costringere il povero lettore ad addormentarsi sulle mie righe.

Il blog
Nel 2008 decido di aprire un blog, tra innumerevoli difficoltà, data la mia ignoranza in informatica e computer. Trent'anni prima avevo lavorato, per sette anni, su computer dedicati alla fotocomposizione, ma quelli erano tutt'altra cosa e comunque sono trascorsi molti anni. Il blog è la mia valvola di scarico, lì posso convogliare tutti i miei pensieri e le mie impressioni sulla nuova vita che vado a scoprire giorno dopo giorno. Il blog è quello dove ho postato questo articolo e che ho chiamato Italia-Bulgaria solo andata proprio perché sapevo fin da allora che il mio sarebbe stato un viaggio senza ritorno.

Passano gli anni, lentamente, perché in Bulgaria tutto cammina più lentamente, è un po' l'indole dei bulgari che hanno vissuto quasi cinquant'anni di regime comunista, durante il quale lo stimolo al lavoro e all'impegno era rallentato da un'eguaglianza che appiattiva ogni velleità di emergere. Cambia, sempre lentamente, la Bulgaria che adesso si apre al mercato europeo e attinge ai fondi comunitari, aumentano anche i prezzi, per noi italiani sempre sostenibili. Con Renata, la mia compagna, continuiamo a vivere una vita tranquilla e a volte anche un po' annoiata, dovuta alle poche occasioni che abbiamo di incontrare altri connazionali con i quali scambiare qualche impressione e avvelenarci l'animo contro uno Stato che ci costringe ad un esilio forzato. Tanti italiani, leggendo il mio blog, mi chiedono notizie sulla mia nuova vita e come fare per venire a visitare la Bulgaria. Alcuni domandano persino dove si trova, mentre molti altri pensano di trovare - quando si trasferiscono – luoghi da terzo mondo, salvo a ricredersi già dopo qualche giorno.

Il libro
La vita in Bulgaria, le contraddizioni, i modi di dire, la cultura, il folklore, mi diedero la spinta per improvvisarmi scrittore. Volevo far sapere agli altri italiani come si vive qui. Avrei potuto fare un e-book, ma avrei tradito un lungo periodo della mia vita di linotypista; optai per il cartaceo, per cui uscì Scoprire la Bulgaria, un libro di 160 pagine che raccontava di “una terra straordinaria, vista e raccontata da un italiano che ci vive”. E' stato il primo e forse ultimo libro che abbia scritto, apprezzato – bontà loro – da tutti coloro che hanno avuto la voglia e il coraggio di acquistarlo. Rileggendolo anch'io criticamente, dopo qualche tempo, mi sono detto bravo, avevo scritto qualcosa di buono e utile. Anche questo è stato veicolo, per gli italiani, alla conoscenza di questa nazione.

Ci scoprono i networks, giornali e riviste
Nell'ottobre del 2012 il nostro lento andazzo quotidiano viene stravolto da un servizio di Rai1, riguardante l'esodo dei pensionati italiani in Bulgaria, che viene trasmesso nel programma domenicale di Massimo Giletti L'Arena. Sembra sia scoppiata una bomba. Centinaia di e-mail mi chiedono le notizie più disparate sulla Bulgaria, se è vero che il costo della vita sia così basso, com'è la sanità, se serve il passaporto, cosa bisogna fare per trasferirsi, ecc. Passano venti giorni e arriva una telefonata da Rai3 per un servizio su Ballarò, anche questo deflagrante, perché il flusso di pensionati italiani che vogliono sapere aumenta. La Bulgaria sembra diventato il paese di Bengodi, che è immaginario, mentre la Bulgaria è reale e anche povera, con un reddito pro-capite che non supera quello del nostro pensionato sociale. Ma è la nazione ideale per noi che con una pensione minima possiamo vivere dignitosamente, mentre in Italia annaspiamo per non affogare nella miseria.

Giornali cartacei e on line e riviste italiane e persino la televisione bulgara si precipitano a chiedere interviste sul fenomeno “Pensionati” che è stato appena scoperto in Europa, e precisamente in Bulgaria. Perché la notizia è proprio questa: il pensionato italiano che voleva una vita migliore, doveva partire per l'Africa, le Canarie, Cuba Messico o Brasile, mentre adesso si è scoperto che a due ore di aereo dall'Italia può vivere bene e arrivare a fine mese con tranquillità. Mi riferiva il mio amico console di Plovdiv che quasi certamente sono stato il primo o al massimo il secondo a trasferirmi in Bulgaria come pensionato. Nessun merito da parte mia, perché ho deciso così ascoltando gli amici bulgari che a Roma mi parlavano sempre della Bulgaria come luogo dove il costo della vita era molto basso. Per cui decisi di saltare il fosso e conoscere i Balcani. E sinceramente il salto è riuscito benissimo. Nel tempo molto è cambiato in meglio, la Pazardjik che ho trovato nel 2006 è un lontano ricordo, si stanno costruendo autostrade per collegare velocemente tutta la Bulgaria, anche se quest'ultima fa pariglia con l'Italia nella corruzione, c'è un risveglio, insomma, che fa ben sperare per gli anni a venire, augurandoci che questo sistema a conduzione europea non conduca questa nazione a un binario morto.

Dopo questo exploit mediatico arrivano i primi visitatori curiosi, potenziali futuri residenti in Bulgaria. E' un andirivieni continuo con connazionali che cercano risposte rassicuranti al loro desiderio di fuga dall'Italia. Alcuni arrivano addirittura per restare, affrontando l'incognita di una nazione mai vista dove regna sovrano anche il cirillico, che confonde ancor più le idee e rende perplessi i più timorosi. Il nostro tran tran quotidiano è reso iperdinamico dall'arrivo delle Jene di Mediaset, che con il sardonico Enrico Lucci ha fatto esplodere una atomica tra tutti coloro che volevano scappare dall'Italia. Sono stato subissato di e-mail, telefonate, messaggi su facebook e sul blog. Le domande più svariate, a volte anche ridicole, sulla vita in Bulgaria e cosa bisognava fare per trasferirsi, elenchi lunghi di domande, ai quali per carattere dovevo rispondere, per evitare di avere rimorsi. Non posso non rispondere a un connazionale che vuole consigli per poter vivere decorosamente, come me, la vecchiaia. Alcune lettere mi lasciano nello sconforto totale, perché sono casi umani e a nulla potrebbero essere utili le mie risposte o i miei consigli.


(continua...)



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