Il quotidiano on line Bulgaria Oggi ha pubblicato ieri un articolo di Petia Emilova, che riporto fedelmente:
“Il vino bulgaro Cabernet Sauvignon ha battuto il record mondiale per numero di antiossidanti.
“Il vino bulgaro della varietà Cabernet Sauvignon della Cantina Aurika ha segnalato un record mondiale per la quantità di antiossidanti presenti in esso. Il premio è stato assegnato a Tokio insieme ad un certificato del Laboratorio Giapponese per l’Analisi dei Prodotti Alimentari. Il certificato attesta che il vino bulgaro prodotto nella regione della Pianura Tracia possiede le più alte capacità antiossidanti tra tutti i vini e bevande naturali conosciuti nel mondo. La scala su cui vengono misurate le sue caratteristiche di qualità è la stessa che studia le proprietà benefiche dei succhi di frutta, degli alimenti e delle spezie.
“Ricordiamo che gli antiossidanti aiutano l’organismo umano a neutralizzare i radicali liberi che sono i principali responsabili dell’invecchiamento e delle malattie.
“Negli anni 90 del secolo scorso, a causa di partite di vino con scarsa qualità, la Bulgaria ha perso mercati importanti quali la Gran Bretagna e la Germania. Negli ultimi due anni il settore ha lavorato duramente per riacquisire la buona immagine, ma si afferma che non sarà possibile senza la pubblicità del vino al livello nazionale”.
Questa la notizia, alla quale vorrei dare evidenza e pubblicità, purtroppo solo a livello del mio modestissimo blog. Non per pubblicizzare il vino in sé ma per le proprietà che i suoi antiossidanti hanno sul nostro organismo.
Se a questa notizia aggiungiamo anche le proprietà dello Yogurt bulgaro - studiato dallo scienziato russo Ilya Ilyich Mechnikov, che riuscì ad isolare il Lactobacillus Bulgaricus, incuriosito appunto per la salute e longevità del popolo bulgaro che ne faceva largo consumo – possiamo dedurre che da queste parti si è trovato l’elisir di lunga vita. E io, alla mia età, penso che dopo lo yogurt, dovrò aggiungere alla mia alimentazione quotidiana alcuni buoni bicchieri di Cabernet Sauvignon. A Dio piacendo, perché rinunciare a qualche anno di vita in più?
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