venerdì 7 gennaio 2011

Irredentisti e terroristi accomunati da un nome

L'EROE

L'eroico patriota
Non so cosa studiano oggi i giovani delle scuole medie, è passato troppo tempo dai lontani anni cinquanta, sono state fatte moltissime riforme nella scuola, storia e giudizi storici si sono evoluti nel tempo e oggi potrei leggere su un libro che un eroe di allora sia stato invece un volgare truffatore o un assassino, rivalutato o condannato dal giudizio di chi la storia la scrive pro domo sua.
Gli eroi dei miei tempi, infatti, venivano quasi tutti dal Risorgimento italiano e dalla prima guerra mondiale, partendo da Pietro Micca per arrivare a Giuseppe Garibaldi e poi Giuseppe Mazzini, Carlo Pisacane, Goffredo Mameli, Francesco Baracca, Enrico Toti, ecc. A questi eroi si aggiungeva anche un certo Cesare Battisti. Il Battisti di cui si parla è stato un patriota, attivista socialista, giornalista, scrittore, deputato, soldato.
Fu impiccato, insieme a Fabio Filzi, perché amava l'Italia, perché per l'intera sua vita, con la penna e con l'azione, aveva combattuto l'invasore austriaco. Ognuno di noi sa quante vie e piazze sono dedicate alla sua memoria. Nella foto in cui gli austriaci lo ritraggono mentre si avvia al patibolo lo vediamo col portamento diritto e fiero di chi non teme la morte. Un uomo tutto d'un pezzo, insomma, o – come si direbbe oggi – con le palle.

L'ASSASSINO SORNIONE; SICURO
DELLA PROPRIA IMPUNITA'
L'assassino terrorista
Quanto a fama, però, credo che il nostro eroe sia stato surclassato e superato dal suo contemporaneo omonimo nato in quel di Sermoneta. Il Cesare Battisti odierno, infatti, riempie da anni le pagine di giornali e telegiornali italiani ed esteri, non per aver onorato l'Italia nel mondo ma per gli omicidi a sfondo terroristico perpetrati negli anni settanta sotto la sigla dei PAC (proletari armati per il comunismo).
Personalmente sono convinto che questo truce assassino sia un delinquente comune, che ha approfittato dell'occasione presentataglisi in carcere, per affiliarsi a una sigla politica terroristica di sinistra onde poter svolgere le sue rapine e i suoi delitti sotto l'insegna di quei falsi ideali che negli anni di piombo andavano di moda per poter poi sfuggire ai delitti dei quali si erano macchiati.
Questo bieco infame assassino, dopo essere fuggito dal carcere, che forse gli ha spalancato la stessa sinistra, prima si è rifugiato in Francia dove la gauche radical-chic è sempre stata molto ricettiva nei confronti dei terroristi comunisti transfughi dall'Italia, grazie anche all'ombrello protettivo di Mitterrand, poi – fattesi difficili ulteriori protezioni – si è reso uccel di bosco rifugiandosi in Brasile. Anche qui ha continuato la bella vita, sempre protetto da quella sinistra intellettualmente democratica che in tutto il mondo vuole difendere ideali già condannati dalla storia.
E vediamo così gente come Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la letteratura, personalità della cultura e del giornalismo francese quali Bernard-Henry Lévy e Fred Vargas, personaggi “in” della cultura italiana e del giornalismo come Saviano, e poi politici, ministri, governanti della sinistra internazionale, dare la propria solidarietà e appoggio a questo farabutto fariseo indifendibile, perché le rapine e gli omicidi non possono essere difesi. Costoro, persone indubbiamente oneste e in buona fede, con la loro solidarietà, si rendono corresponsabili morali dei delitti di Battisti. Saviano, in verità, successivamente ritira la sua firma di solidarietà, in segno di rispetto per le vittime. Questo mi fa riflettere su come tanti oscuri personaggi, soprattutto nella sinistra, ricevano la solidarietà a comando.
Dopo queste premesse, torno a pensare ai nostri giovani studenti, che – seguendo un clichet ormai collaudato – difficilmente apprenderanno dai libri di storia di un eroe trentino impiccato dagli austriaci mentre gridava “Viva l'Italia!”, mentre molto probabilmente sapranno dai giornali, dalle televisioni e da internet del personaggio Cesare Battisti, martire di una persecuzione politica, che comunisti e una certa sinistra italiana sapranno mistificare fino a renderci odiosi le vittime e i familiari che ancora aspettano giustizia.

I DUE COMPARI
Non so cosa e quanto abbia fatto Lula, negli anni in cui ha governato, per il bene del Brasile. Probabilmente è stato un buon Presidente. Ma noi italiani lo ricorderemo soprattutto per lo schiaffo dato all'Italia alla fine del suo mandato, negando l'estradizione per Cesare Battisti, perché preoccupato – dice lui – della giustizia italiana e per il trattamento ai detenuti politici.
Vorrei rassicurare il signor Lula – che reputo in malafede - sul trattamento dei detenuti sia comuni che politici: se confrontiamo lo stato dei nostri detenuti rispetto ai brasiliani, posso tranquillamente dire che quelli italiani stanno in vacanza; quanto alla giustizia, se è vero che la nostra è al collasso, quella brasiliana è inaffidabile viste le sentenze emesse nei riguardi del Battisti.
Mi auguro sinceramente che Cesare Battisti non venga estradato per venire a scontare la condanna in Italia. I parenti delle vittime sicuramente morirebbero di crepacuore perché dopo i danni subiti sarebbero costretti a subire anche la beffa.
Con l'attuale governo e questa legislazione, al massimo tra dieci anni – tra una riduzione di pena, un premio, un incentivo, un pentimento, ecc. - sarebbe libero; con un governo di sinistra - ministri Diliberto o Ferrero - sarebbe accolto in aeroporto in pompa magna da un ministro in persona e condotto con tutti gli onori personalmente in cella, con le scuse dello stesso ministro per il trattamento riservatogli; dopo qualche mese, tra una malattia immaginaria, una claustrofobia e un premio per meriti culturali e scientifici, trascorrerebbe qualche tempo ai domiciliari con un incarico di prestigio assicurato nella pubblica amministrazione. Giusto per dargli la possibilità di presentarsi candidato, alle future elezioni, martire e vittima della dittatura capitalistica e di Berlusconi.

LA VERA GLORIA DEI MARTIRI
No, no... lasciamolo dove sta (mi scuso con i parenti delle vittime), in questo modo eviteremo di doverlo considerare, un giorno, l'eroe che sicuramente ne farebbe la sinistra, e siccome di merde come Battisti, in Italia ne abbiamo anche troppe, eviteremo di riempire il cacatoio.
Mi auguro solo che i giovani d'oggi, quando in una città vedono via Cesare Battisti, non pensino sia l'omaggio in vita a questo tristo figuro; il nostro vecchio eroe trentino si rivolterebbe nella tomba vedendo quanta gloria si può raggiungere con il delitto.
Un vecchio proverbio dice che il delitto non paga. Spesso, invece, paga anche bene... e siamo sempre noi a pagare, tanto per cambiare.


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3 commenti:

  1. hai perfettamente ragione, troppa protezione per un delinquente da quattro soldi, e comunque sono anche le nostre leggi che fanno schifo uno come Battisti, appena catturato, andava processato per direttisima messo in cella e successivamente bisognava gettar via la chiave.
    Vito

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  2. Una precisazione però Gli omicidi e le rapine per le quali è stato condannato in contumacia risalgono agli anni tra il 1978 ed il 1979 Ora dopo 32 anni che questa persona è scrittore e vive all'estero quale senso ha una prigione per cose commesse quando era giovane poco più che ventenne Se ci sono stati gravi errori mi sembra che oggi non si possa più recuperare una giustizia vera come per tante cose in Italia

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  3. Sarebbe troppo semplice, caro Sandro. Questo individuo non è uno scrittore ma, prima di tutto, un pluriassassino che vive all'estero perché fuggito dal carcere, e grazie alle complicità internazionali, sempre sottrattosi al giudizio e alla condanna. Dovrebbe passarla liscia perché nel frattempo è diventato scrittore? Bisognerebbe dirlo ai parenti delle persone che ha ucciso... Chi commette un reato è giusto che ne paghi anche la pena, mentre costui non si è neanche pentito di quello che ha fatto...

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