domenica 9 gennaio 2011

La sindrome di Stoccolma di Carlà

Gentile signora,
anzi solo signora, perché invero non solo non è gentile, ma – sia a me che a tantissimi italiani – lei risulta piuttosto antipatica, malgrado l'antica bellezza. Sì, perché nonostante le pezze che cerca di appiccicare, l'età passa per tutti, così che se prima era bella e antipatica adesso si rivela grinzosa e indisponente. Né la simpatia si compra al supermercato.
Dovremmo essere felici e orgogliosi di avere una italiana première femme all'Eliseo e invece, mi dispiace dirglielo, non ce ne frega proprio niente, almeno tanto quanto a lei glie ne può fregare dell'Italia, terra che le ha dato i natali e della quale dice di vergognarsi. No, signora, siamo noi che ci vergogniamo di lei per il suo comportamento, a dir poco, disdicevole. Perché le bugie, secondo un vecchio proverbio, hanno le gambe corte e alla fine tutto ritorna a galla, anche l'ultima marachella che lei ha ordito contro l'Italia.
L'ex ministro della giustizia dell'ex presidente brasiliano Lula, Tarso Genro, ha dichiarato in una intervista che lei fece molte pressioni per perorare la causa a favore di Cesare Battisti. Francamente il suddetto ministro, così come il suo ex presidente, nei loro comportamenti risultano persone inaffidabili, ma lei invece – oltre a essere irresponsabile – è anche bugiarda con un rancore verso l'Italia e gli italiani che non le fa onore.
Precedentemente si è adoperata attivamente per impedire l'estradizione dalla Francia all'Italia della brigatista rossa Marina Petrella, condannata all'ergastolo in Italia, adesso ritorna alla carica con Battisti.
Lei che, molto radicalsciccamente, è paladina di tutta la teppaglia terroristica che circola in Francia e dintorni, dimentica: 1) che suo marito si chiama Sarkozy e non Mitterrand, e combatte questi terroristi; 2) che se lei oggi è naturalizzata francese è anche perché la sua famiglia ha lasciato l'Italia, rifugiandosi in Francia, per paura di esser presa di mira dalle Brigate Rosse.
Viste le tendenze populiste e caritatevoli cui lei ci ha abituati, mi nasce l'atroce dubbio che la sua sia segreta invidia inesplosa o che – ma questo ce lo può dire solo lei – soffra della sindrome di Stoccolma.
Con l'augurio di tutti gli italiani di non vederla e non sentirla più in avvenire, a mo' di commiato vorrei rammentarle le parole di un grande uomo, italiano – Francesco Cossiga – che il meglio che poté dire di lei fu: “Siamo ben lieti che Carla Bruni non sia più italiana”. Viva Cossiga.


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2 commenti:

  1. 10 anni fa era una donna molto bella Carla

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  2. Mi vergogno che esistano italiani come lei....
    se si può dire che sta nullafacente, arrogante e ipocrita è italiana.
    A questa non scorre sangue italiano nelle vene, se no non rinnegerebbe le sue origini. Che rimanessa in francia con tutti i francesi che insieme agli inglesi mi stanno sulle palle.
    saluti amico mio.

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