domenica 28 novembre 2010

La grande distribuzione a Pazardjik


Circa venti anni or sono, al corso per l'iscrizione al REC (Registro Esercenti il Commercio). un relatore che spiegava la parte merceologica, ci avvertiva dei rischi che i piccoli esercizi commerciali alimentari avrebbero corso non appena la grande distribuzione avesse invaso il mercato. Me ne resi conto personalmente dopo circa due anni, quando a cento metri dal mio esercizio aprì un supermercato GS. Gli incassi giornalieri subirono nel giro di un anno un crollo verticale e la stessa cosa successe ad altri esercizi commerciali a carattere familiare che stavano nei dintorni; i più deboli chiusero, altri dovettero diversificare l'attività e specializzarsi in un particolare settore merceologico.
Temo che, dopo venti anni, la stessa situazione si verificherà molto presto a Pazardjik. Quando, nel giugno 2006, arrivai in questa città di circa centomila abitanti, c'era soltanto un supermercato della catena Billa e un altro più piccolo che si chiama Tarita. Da allora, progressivamente e nell'ordine, hanno aperto i battenti Kaufland, Plus, Penny e, il 25 scorso, ha aperto anche Lidl. Quest'ultimo, che ha iniziato l'attività con una promozione per i primi quattro giorni, sta creando non pochi problemi di viabilità e ordine pubblico. Per il terzo giorno consecutivo è possibile entrare soltanto facendo una lunga fila esterna per evitare le liti già avvenute il primo giorno. Migliaia di persone escono cariche di buste, come ancora non avevo mai visto.
Qualche volta ho provato a fare previsioni a lunga e media scadenza. Un paio di anni fa, in uno dei miei post, avevo pronosticato la scalata al Colle di Gianfranco Fini, ci stiamo accorgendo tutti che fine ha fatto la mia ipotesi.

La prima impressione che si ha della città di Pazardjik, per chi vi arriva per la prima volta, è che ci siano più negozi che abitanti. A questi vanno aggiunti quei poveri cittadini che, avendo l'orticello, cercano di arrotondare la misera pensione, vendendo per strada i prodotti che coltivano: patate, miele, marmellate, pomodori, cetrioli, mele, latte, ecc. Ho assistito, in questi due anni di crisi, all'apertura e chiusura di tantissimi negozi che cercano invano, nel commercio, di trovare una soluzione per arrivare a fine mese o migliorare la propria condizione economica.
Oggi stiamo assistendo anche qui ai risvolti della globalizzazione. La grande distribuzione si scanna per acquisire la clientela, con danni molto relativi, ma presto fagociterà tutti i piccoli commercianti che già faticano a pareggiare i conti. Anche la Bulgaria, come le altre nazioni dell'est, così come noi tanti anni fa, inizia a conoscere l'altra faccia della libertà, del capitalismo, del consumismo e del libero mercato.
Anche questa volta mi auguro di sbagliare le lugubri previsioni, ma l'esperienza mi suggerisce che sarà molto dura per i piccoli commercianti. Auguri a chi resta in piedi.


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2 commenti:

  1. Caro Toto, la previsione che fai non solo è centrata ma aggiungo che secondo me è anche sottostimata. Dai noi nella cara Italia quei pochi esercizi commerciali "familiari" che hanno resistito alla invasione della grande distribuzione lo hanno fatto perchè proponevano ai loro clienti una qualità della merce, almeno sulla carta, piu alta rispetto ai concorrenti anche a discapito di un prezzo maggiore. L'italiano che come è noto è fanatico del buon bere e mangiare ha continuato ad acquistare dal proprio negozio di fiducia, ma qui come tu ben sai le cose non stanno cosi, il popolo bulgaro anche per ovvie necessità economiche non cercheranno sicuramente la qualità di un prodotto ma il suo prezzo.

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  2. Ciao, mi sembra che anche in Italia, la gente ha abbandonato da tempo i piccoli negozietti di quartiere...
    P.S. Che bello trovare un italiano in Bulgaria...Io sono una bulgara in Italia...hahaha

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