mercoledì 10 febbraio 2010

Per non dimenticare

È già passato un anno e tutti i servizi mediatici ci ricordano la morte di Eluana Englaro, la sfortunata ragazza rimasta in coma per 17 anni, in seguito a un incidente. Anche oggi bagliori di polemica a distanza per il modo in cui è stata fatta morire.

Ricordo i momenti drammatici di quei giorni, quando sembrava che il Parlamento dovesse varare da un momento all’altro, una legge che recepisse e cercasse di risolvere problemi etici e morali di persone che versano nello stato di Eluana, che era diventato il simbolo e la chiave del problema.

Non voglio accodarmi oggi a giornali e televisione per ritornare su quei problemi che sembrava dovessero essere regolati nel giro di pochi giorni con una legge, che sicuramente avrebbe accontentato una parte e scontentato un’altra secondo la coscienza e il pensiero di ognuno di noi, ma almeno avremmo potuto dire che qualcosa era stato fatto. Invece – come succede sempre più spesso nel nostro Paese – “passata la festa, gabbatu lu santu”, come dice un vecchio proverbio.

Per cui mi limito a ricordare con affetto questa ragazza, che ha fatto commuovere e piangere tutta l’Italia e aspetto fiducioso che questi nostri fantastici rappresentanti (di destra, di sinistra e di centro) si ricordino che il problema è rimasto com’era fino al 10 febbraio del 2009: irrisolto.




Nella stessa data 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo, per commemorare le migliaia di vittime delle foibe e l’esodo forzato degli italiani dai territori di Fiume, Istria e Dalmazia.
Questa tragedia è stata ricordata per sessantacinque anni quasi di nascosto, perché non faceva comodo ai nostri vecchi “compagni” far sapere all’Italia la tragica epurazione messa in atto dall’amico Tito nei riguardi di tanti nostri connazionali.

Oggi che una grande parte dei vecchi comunisti ha cambiato pelle (dubito molto che abbia cambiato il pensiero), si è finalmente arrivati al riconoscimento condiviso della tragedia e alla sua commemorazione. Mezza giustizia è stata fatta. Quando questi "pentiti" riconosceranno i crimini del comunismo e ne abiureranno la dottrina, solo allora potranno parlare della “democrazia” che hanno sempre sbandierato, dietro all’Unione Sovietica, per cinquant’anni. Mi auguro che tutta l’Europa segua l’esempio della Polonia che ha messo fuori legge il comunismo alla stessa stregua del fascismo. Hanno fatto male? Penso di no, hanno avuto 50 anni di tempo per conoscere molto bene i fratelli comunisti!


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1 commento:

  1. Caro corrispondente dalla Bulgaria.La politica italiana la conosciamo molto bene.Abbiamo anche una chiara opinione su di essa.Ma tu parli di Comunisti....ma chi sono?Non esistono piu'.Sono scomparsi verso la fine del secolo scorso,non ti crucciare,combatti contro un nemico che non esiste.NON ESISTE.L'avversario politico di oggi e di sempre e' l'integralismo religioso e il qualunquismo.Il mondo e' cambiato al posto del funzionario di partito con la opel rossa (che partiva a spinta)con le scarpe consunte,le dita ingiallite dalle super senza filtro,ci sono ora i nuovi funzionari del PD e del PDL con la BMW con la scatolina dorata per pippare,e il cellulare pieno di numeri di escort.Che rubano i soldi dei contribuenti,ma sono efficienti,e ben preparati nella promozione di loro medesimi dei familiari e pochi intimi amici.Conosco bene la gente che tu osanni.......ti consiglio di non essere certo di quello che dicono,e di quello che fanno....li conosco bene.L'impero romano fini' cosi: corruzzione,morale e politica.Solo la Magistratura ci puo' salvare da questo marciume e da queste nefandezze,e forse i nostri tanto vituperati ministri delle finanze.

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