venerdì 27 febbraio 2009

Del come si puo' finire in galera per un maiale

Sono le ore 16 del 25 febbraio. Io sto guardando la televisione e Renata gioca al computer. Squilla il mio cellulare. E’ Agostino.
“Pronto, ciao Ago”.
“Ciao, Anto’. Senti un attimo, che cos’e’ questa storia dei 200 leva date alle signore del kai’?”.
“Che storia, Ago! Che cosa sarebbe, non capisco cosa vuoi dire”.
“Sono venute quelle due ispettrici del kai’ che erano venute a fare il controllo dieci giorni fa e hanno rimproverato Seva e sono rimaste offese perche’ dicono che Todor voleva dare loro 200 leva per ringraziarle”.
“Ago, io di questa storia non so assolutamente niente. Ma perche’ Todor voleva dar loro questi soldi? Chi glie li ha dati?”.
“Loro dicono che a Todor glie li abbiamo dati noi. Almeno cosi’ dice Todor. Noi non glie li abbiamo dati, forse glie li hai dati tu?”.



A questo punto, per capire il senso della telefonata, devo spiegare tutto dall’inizio.
Seva e Agostino, lei bulgara lui romano, sono due amici insieme ai quali, io e Renata, abbiamo girato per qualche mese per cercare un locale dove aprire un ristorante con cucina italiana. Agostino, infatti, e’ cuoco. A Pazardzhik non ce ne sono e c’e’ la possibilita’ di poter lavorare proficuamente, sempre che i bulgari apprezzino la nostra cucina. Nel mese di gennaio, finalmente, abbiamo trovato un locale chiuso da poco nel quale c’era gia’ l’arredamento, una vecchia cucina e soprattutto la licenza. Cominciamo a fare tutte le pratiche per la riapertura, la ristrutturazione dell’impianto elettrico e idraulico, la licenza sanitaria, la messa a punto – insomma – per una rapida apertura. Facciamo tutti i giri che, in questi casi, sono d’obbligo, per fare apporre i timbri previsti, al Comune, alla Asl locale, polizia, vigili del fuoco, ecc. In un’agenda, giorno per giorno, appuntiamo tutte le spese e il motivo.
Qualche giorno prima dell’apertura - per inciso – io e Renata, per motivi che esulano da questo racconto, ci siamo tirati indietro dal progetto, lasciando soli Agostino e Seva, ma rimanendo, in ogni caso, accanto a loro continuando ad aiutarli fino all’inaugurazione del locale e stando loro vicini anche fisicamente per ogni bisogno.



“Ma io a Todor non gli ho dato niente, e non mi sarei permesso mai di farlo, se non dopo essermi consultato con te e con Seva. E poi se avessi dato 200 leva a Todor avrei dovuto appuntarli nelle spese. Perche’ non telefoni a Todor? Vuoi che venga li’ e cosi’ chiariamo meglio le cose?”.
“No, no, non c’e’bisogno. Io ero gia’ sicuro che tu non c’entravi niente, volevo averne la certezza. Appena passa Todor Seva si fa dare la spiegazione”.
“Ok, fammi sapere”, e attacco. Renata, che aveva sentito tutto e che aveva capito quasi ogni cosa, mi chiede ulteriori ragguagli. Quando le racconto tutto, lei mi risponde: “I 200 leva che l’altro giorno tu hai dato a Todor erano i soldi per il maiale”.



Devo fare un altro inciso per raccontare la storia del maiale. In uno dei miei post precedenti ce n’era uno intitolato L’ammazzatina. In poche parole a Natale ho comprato, insieme all’amico Todor, un maiale che poi Todor ha scannato a casa. Piu’ di una volta ho chiesto a Todor quanto dovevo dargli per la mia parte, e mi rispondeva che ancora non lo sapeva perche’ doveva farselo dire dall’amico dal quale avevamo comprato il maiale. Poi, finalmente, alla fine di gennaio, alla mia ulteriore richiesta mi ha detto che la parte mia era di 180 leva. In quel momento non avevo soldi con me e gli ho detto che glie li avrei dati non appena ci saremmo rivisti. Nessun problema. Todor e’ impiegato in una ditta che si occupa di disinfestazione e rilascia ricevuta dell’avvenuta disinfestazione. Lo abbiamo chiamato anche noi per fare la disinfestazione del ristorante.


La mattina del 4 febbraio Todor arriva al ristorante portando con se’ due ispettrici del kai’ (la nostra Asl) per far controllare l’agibilita’ del locale. Queste due ispettrici erano gia’venute al ristorante per il primo controllo, sarebbero passate dopo dieci giorni per vedere se tutti i lavori erano stati fatti e dare il permesso di apertura. Mentre le ispettrici controllavano il locale io facevo compagnia a Todor, poi – improvvisamente - mi sono ricordato dei 180 leva che gli dovevo, ho preso dalla tasca 200 leva e glie li ho dati. Aspettavo che mi desse il resto, ma lui sorridendo li mise in tasca. Mi sono vergognato a chiedergli i 20 leva di resto che mi doveva, pensando che in fondo tutto il lavoro per il maiale l’aveva fatto lui, e cosi’ non gli dissi piu’ niente. In ogni caso avevo saldato il debito. Le ispettrici, finito il controllo, danno il permesso di apertura, salutano e vanno via accompagnate da Todor.
Quando Renata mi ricorda i 200 leva che avevo dato a Todor, si accende la lampadina e capisco tutto. Telefono subito ad Agostino e gli spiego quello che effettivamente era successo, ma che Todor, equivocando sui 200 leva che gli avevo dato, aveva creduto – con il pensiero ereditato dal vecchio regime – fossero un regalo per le ispettrici per facilitarci l’apertura. Purtroppo, le due signore erano gia’ andate via. Preoccupatissimo, mi vesto e dopo 15 minuti arrivo al ristorante. Qui trovo Todor con la moglie che, casualmente, erano venuti a prendere un caffe’. Erano arrivati poco dopo che le due ispettrici andassero via.
Naturalmente, con il mio bulgaro, non ci saremmo mai capiti. Spiego ancora un volta a Seva, che parla e capisce l’italiano (si fa per dire!) tutto l’equivoco e chiedo a Todor che cazzo ha combinato. Lui mi risponde con una risatina e tutto finisce li’, ripromettendoci pero’ di andare a spiegare a quelle due brave signore che non hanno accettato il denaro che e’ stato tutto un equivoco dovuto a un maiale, e scusarci. Ripensandoci, dopo qualche ora, mi sento la schiena percorsa da un brivido: se queste due signore avessero denunciato il fatto, in che modo avremmo potuto spiegare l’equivoco? Qui non penso proprio ci siano le garanzie e supergaranzie, che in Italia fanno in modo che, prima che uno straniero vada in prigione, abbia il tempo di poter fare altri 10 reati e poi fuggire.
Prometto a me stesso che il prossimo anno il maiale, o si paga anticipato o non si compra. E’ un rischio troppo grosso!!!

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5 commenti:

  1. sei sempre il solito casinaro. Comunque perchè pubblichi queste cose, sono fatti tuoi privati, volendo hai rischiato grosso, non fare paragoni con l'Italia che è meglio

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  2. Più che un paragone, questa è la "normale" (normale tra virgolette, purtroppo!) considerazione che è costretto a fare un italiano che vive all'estero. L'espressione di u fissa: "in Italia fanno in modo che, prima che uno straniero vada in prigione, gli danno il tempo di poter fare altri 10 reati e poi fuggire" è una triste realtà sotto qualsiasi angolazione la si voglia vedere.

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  3. per lincontroweb: appunto per questo ho detto che è meglio non fare paragoni con l'Italia. Infatti rimane il fatto che lui ha corso un rischio molto grosso, che in Italia non avrebbe corso o sarebbe stato scagionato subito

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  4. volete fare credere che in Bulgaria non prendano le pagette? Ha-ha-ha...Se le signori si erano offesi,forse perche' Todor ha dato poco...

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  5. CIAO, BELLA STORIA !
    COMUNQUE TI DICO CHE LE 2 SIGNORE I 2OO LEVA E' UN RARO CASO CHE NON LI ABBIANO PRESI !! NEI PAESI POST SOVIETICI DOVE GIRO E VIVO DA ANNI LA CORRUZZIONE E LE "MANCE" SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO, ANZI SONO PIU' UNA TASSA PERSONALE CHE RISCUOTONO TUTTI GLI IMPIEGATI PUBBLICI PER ARROTONDARE LO STIPENDIO ! ANZI PER UN PERMESSO DEL' ASL 200 LEVA MI SEMBRANO ANCHE POCHI, DI SOLITO PRENDONO MAZZETTE PIU' ALTE ! NESSUNO MAI TI AVREBBE DENUNCIATO, AL MASSIMO NON LI PRENDONO PER PAURA CHE LI DENUNCI TU ! OPPURE DAVVERO HAI TROVATO 2 SIGNORE ONESTE, E DI SANI PRINCIPI ! AL MASSIMO SI SARANNO FATTE UNA RISATINA . .

    CIAO CIAO !!

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