domenica 1 marzo 2009

Dalla Bulgaria con amore...

Trentadue mesi di residenza in Bulgaria. Passeggio per Pazardzhik e mentre cammino percorro con il pensiero tutti i giorni trascorsi qui. La giornata oggi, domenica 1 marzo, e’ primaverile, con una temperatura di 15 gradi e un sole che mi riscalda e mi accarezza mentre i passi, pigramente, mi portano verso il centro. In giro tanta gente che approfitta del giorno festivo per godere del primo tepore dopo tanti giorni di temperature rigide. Oggi in Bulgaria e’ una giornata particolare: ricorre Baba Marta, una festa a meta’ tra l’inverno che va via e la primavera che sta per arrivare.
Si usa regalare agli amici, ai parenti e in genere alle persone cui si vuole bene una marteniza, simbolo augurale di pace, salute, amore e benessere. Due fili di lana, uno bianco e uno rosso, intrecciati e legati da un unico filo biancorosso. La fantasia poi li abbellisce e li impreziosisce facendone anche dei pupazzetti. La tradizione vuole che si debbano portare al polso sinistro fin quando non si vede la prima cicogna, solo allora si toglie e si lega a un ramo di albero. Naturalmente qui abbiamo ancora la fortuna di vedere le cicogne e vederle anche nidificare.
Continuo a fare, mentre cammino, un bilancio mentale di questa mia permanenza e debbo confessare, sinceramente, che e’ molto positivo. Qui, per quanti sforzi facciano gli amministratori locali, ci vorra’ molto tempo perche’ questa citta’ diventi invivibile. Non presumo, con cio’, dire che vogliano deliberatamente renderla invivibile, ma sara’ la naturale conseguenza dei barlumi di occidentalizzazione che si intravvedono, laddove occidentalizzazione, progresso, capitalismo e consumismo non corrispondono per forza a miglior qualita’ della vita.
Tra un carretto trainato da un cavallo (esclusiva quasi precipua degli zingari) e un’automobile che passa lasciando una striscia di fumo nero, preferisco ancora la puzza di cacca del cavallo e dello zingaro.
Di sicuro in Bulgaria sono avanti all’Italia nella gestione dei semafori, sia per l’efficienza che per l’onesta’. E’ ancora viva in Italia la protesta per i semafori “intelligenti” che molti Comuni hanno installato, piu’ per truffare il cittadino che per aiutarlo nello snellimento del traffico. In Bulgaria, quasi tutti i semafori sono installati con il display, che indica quanto tempo dura il verde o il rosso e minuto per minuto scende fino a dare via libera. L’automobilista non deve far altro che rispettare il tempo di partenza senza problemi particolari. Non e’ che qui gli amministratori siano piu’ stupidi dei nostri, forse sono un po’ piu’ onesti. Speriamo che l’esempio dell’Italia non valga, tra qualche anno, anche per i sindaci bulgari! L’occasione (e la tecnologia) fa l’uomo ladro.
Qualcosa, invece, di cui sento la mancanza, e’ la carta. Per carita’, la citta’ e’ piena di chioschi che vendono giornali e carta ce n’e’ tanta. Intendo la carta per gli alimenti. Qui stanno indietro anni luce. Il solo involucro in uso, dappertutto, e’ la busta di plastica, e di questa ti riempiono fino all’inverosimile; qualsiasi cosa compri ti vogliono dare una busta. Io moltissime volte le rifiuto per non riempire casa. In qualsiasi negozio di alimentari o di carne se chiedi tre etti di formaggio a taglio o compri quattro bistecche, tutto va a finire dentro la busta di plastica, una per ogni tipo di alimento. La cosa positiva e’ che non si pagano, ma non parliamo di igiene, per carita’! E poi tutta questa plastica in quanto tempo si smaltira’? Speriamo che almeno su queste problematiche, l’Europa possa essere d’aiuto al cittadino bulgaro. (Per inciso, il bustone con la pubblicita’ nei supermercati si paga e anche caro, a dimostrazione che le multinazionali seguono tutte lo stesso metro di valutazione. Ma perche’ nessuno organizza uno sciopero nei supermercati? Non compreremo i vostri prodotti finche’ non ci rimborsate per la pubblicita’ che vi facciamo andando in giro con le vostre buste!!! Ma questa e’ pura utopia).
Una cosa, invece, mi fa sorridere e mi fa rabbia nello stesso tempo. Qui il proprietario o la proprietaria di un locale (in special modo caffe’ e ristoranti) difficilmente la si puo’ trovare a fare il caffe’ o servire i clienti. Ritengono la cosa indecorosa e umiliante. E allora tutti cercano cameriere o camerieri per questo servizio, con aggravio di costi molte volte inutile. Tengono soprattutto al rango, dopo che per una vita intera hanno dovuto piegare la testa e dire sempre si’. Poverini! Quando capiranno che l’interesse primario del proprietario e’ di soddisfare il cliente che porta i soldini, solo allora entreranno nell’ottica vera del commercio. Molti, tuttora, non conoscono il nostro vecchio proverbio che “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo”.
E comunque, a parte le migliaia di problemi da risolvere, mentre continuo la mia passeggiata, un piccolo sorriso m’increspa il viso. Fino ad oggi si riesce a vivere a dimensione d’uomo e mi auguro che duri ancora un po’ di tempo, perche’ non appena arriva il “grande progresso”, la globalizzazione e tutte le diavolerie collegate, anche gli amici bulgari dovranno correre.

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