mercoledì 21 dicembre 2022

Le folli decisioni dell'INPS che potrebbero portare al "De Profundis" molti pensionati italiani residenti in Bulgaria






Non scrivo quasi più su questo mio blog perché questa vocazione è stata occupata dal tempo che dedico al Patronato. Oggi avrei voluto parlarvi dei pensieri buoni che porta ogni anno il Santo Natale e le speranze che riponiamo nell’anno nuovo che sta per iniziare, e invece sono costretto – mio malgrado – a scrivere e documentare il virus malefico che ha infettato l’Inps, quell’Istituto nato per dare certezze, sollievo e sicurezza alla nostra vecchiaia.
I problemi relativi all’esenzione dalle tasse per i pensionati italiani residenti in Bulgaria, sono noti già da qualche anno. Infatti conviviamo in questa nazione come figli e figliastri, pur avendo gli stessi diritti, perché l’Inps fin dall’inizio ha concesso l’esenzione ai pensionati qui residenti, così come succede in tutte le nazioni europee ed extraeuropee. Poi qualche funzionario si è accorto che questa Convenzione diceva che per essere considerati residenti dovevamo avere anche la nazionalità bulgara e da allora non ha più applicato la defiscalizzazione. Quindi conviviamo qui, con uguali diritti, ma con due parametri opposti: chi prende la pensione detassata e chi ancora paga le tasse in Italia sulla pensione. Tutto questo creato dall’ignoranza dei funzionari Inps in questa materia.
Poi a luglio la follia. Qualcuno, in alto loco, ha pensato bene di risolvere il delicato problema della defiscalizzazione con un messaggio agli uffici provinciali. Comunicare ai pensionati residenti in Bulgaria che se non avessero presentato all’Inps un certificato di cittadinanza, sarebbe stata revocata la defiscalizzazione. La Convenzione parla di nazionalità e a noi chiedono la cittadinanza, non sembra buffa la richiesta? Queste richieste sono arrivate in tutti i modi: con lettera raccomandata A/R, con e-mail, con telefonata, con lettera sul portale MyInps. Ognuno di noi sa quello che è successo: il panico. Ci chiedevano, dopo anni, quello che non ci avevano mai chiesto prima.
Ma non hanno neanche aspettato le risposte, perché molti hanno avuto la pensione tassata già a luglio, altri ad agosto e altri ancora a settembre. A molti di coloro cui è stata mandata la comunicazione, invece, non è stato tolto alcunché. Ma l’alzheimer dell’Inps prosegue quando ad agosto iniziano ad arrivare comunicazioni di riaccredito delle somme che erano state tolte a luglio. Questo calvario è continuato fino a novembre, quando quasi tutti – in questo mese – erano rientrati del maltolto. Perché dico quasi tutti? Perché ad altri, ancora, nonostante questa retromarcia dell’Inps Centrale, gli uffici provinciali continuano a tassare la pensione mensile e sempre sulla stessa pensione tolgono anche gli arretrati esentati da gennaio. L’eccidio continua anche per l’anno 2023. In che modo? Togliendo ai malcapitati l’Irpef mensile più tutta la restante imposta in un’unica soluzione. Non ci credete? Da 1.774,18 euro gli hanno accreditato 286,35 euro. Non si vede molto bene ma le cifre sono quelle descritte. A settembre, a un pensionato non è stata elargita la pensione perché tra imposta mensile e arretrati, lo dice proprio il cedolino, il conguaglio era zero.
Ritengo che questo sia un comportamento criminale che nulla ha di legalità e di umanità, che non sia possibile attribuire all’Istituto ma a singoli funzionari frustrati e invidiosi con nascoste patologie criminogene. Se fossero persone normali dovrebbero domandarsi come può un pensionato vivere con la somma restante. Non c’era forse una volta quella somma di sopravvivenza sotto la quale non si poteva scendere?
Avrete certamente avuto notizia di gente che uccide, fa stragi oppure si suicida… ognuno di noi in cuor suo pensa che quella persona di sicuro è impazzita. Qualche volta dovremmo chiederci: è impazzita o l’hanno fatta impazzire? Perché di certo ci deve essere una causa scatenante, e questa potrebbe nascondersi sotto le spoglie di un funzionario che si accanisce sul pensionato a prescindere dalle ragioni e dai regolamenti.
Abbiamo notizia di una recentissima positiva sentenza che riguarda proprio la defiscalizzazione delle nostre pensioni. Il Tribunale ha rigettato le tesi dell’Inps che si appellava alla Convenzione e ha riconosciuto pienamente le nostre ragioni di residenti fiscali in Bulgaria, anche senza cittadinanza e senza nazionalità. Questo ci fa sperare per il prossimo futuro, ma in ogni caso continueremo a sollecitare i nostri politici perché si modifichi questa Convenzione criticata anche dal magistrato che ha emesso la suddetta sentenza.
Colgo l’occasione, adesso che mi sono liberato del rospo che avevo dentro, per augurare a tutti gli italiani e pensionati residenti in Bulgaria e nel mondo, un felice e santo Natale, con la speranza che il 2023 – oltre che la salute e la serenità – porti la pace nei nostri cuori e nel mondo.

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1 commento:

  1. purtroppo per la citata Sentenza INPS ha già presentato ricorso in Appello

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