venerdì 15 febbraio 2019

A proposito di rientro agevolato al 7%

Abbiamo sentito tutti la proposta che il governo Di Maio-Salvini ha messo sul tavolo – rivolta ai pensionati italiani che sono fuggiti all’estero – per invogliarli al rientro in patria a condizioni molto vantaggiose, o almeno così pensa chi ha avuto questa idea. Per sintetizzare, tasse al 7% per 5 anni, a pensionati che risiedano all’estero da almeno 5 anni, confinati in meravigliose regioni del sud, in località o paesi che non abbiano più di 20.000 abitanti. Sinceramente, quando ho sentito i preliminari della proposta, ho pensato: “Meno male, qualcuno finalmente si è accorto anche di noi e se ne fa carico, offrendoci in cambio un’alternativa”. 

Quando ho letto tutto sono scoppiato in una irrefrenabile risata, e ridevo… ridevo… ridevo… Non c’era niente da ridere, tutt’altro, ma qualche volta succede… Passati 5 anni, poi, cosa succede? Rientriamo nel novero degli italiani nullatenenti? No, non c’è problema, pensano a largo Chigi, dopo i cinque anni è difficile sopravvivere, il problema si risolve da sé. Non ho niente contro questo governo, penso di essere diventato agnostico, anche se una speranza flebile ancora mi rimane e mi dico: ne abbiamo provati tanti che ci hanno portati al baratro, perché non provare anche questo? Peggio di così non potrebbe andare. E continuo a sperare. 

Però, una soddisfazione vorrei togliermela: invitare in Bulgaria il senatore Alberto Bagnai, che ha avuto questa idea, portandola poi nella legge di bilancio 2019. Ho sempre sostenuto, ogni volta che mi è stato chiesto, che tornerei a piedi in Italia, ma alle stesse condizioni nelle quali mi trovo in Bulgaria. Mi piacerebbe accompagnarlo per fargli conoscere approfonditamente i luoghi, le persone, la società nella quale viviamo, quanto come e in che cosa spendiamo, le bollette che paghiamo, quanta delinquenza incontriamo o percepiamo, vorremmo che ci chiedesse se viviamo tranquilli o abbiamo problemi, se la sanità funziona, se siamo felici o meno… insomma informarsi del perché di questo inarrestabile flusso migratorio dei pensionati. Potrebbe così capire che quella proposta è semplicemente ridicola e che i risultati porteranno zero pensionati in rientro. 

Figuriamoci. Tornare in Italia, per noi pensionati, sarebbe un sogno. Io, poi, sono nato in Sicilia, quindi ritornare nei luoghi natii sarebbe un meraviglioso ritorno alle origini. In Italia abbiamo lasciato figli, parenti, amici. Siamo tutti anziani, abbiamo sovente – purtroppo – bisogno o dell’ospedale o del medico di famiglia o delle medicine, quindi un piccolo, tranquillo, ridente paesino (come si diceva una volta) è la medicina adatta alla nostra età; poi nel sud non dobbiamo soffrire il freddo della Bulgaria (in verità, in quasi tredici anni ne ho sofferto molto poco), le spese per mangiare sono molto limitate, anche perché alla nostra età bisogna mangiare poco. Idealno, direbbero i bulgari. 

Purtroppo, disgraziatamente, mi capita di vedere giornalmente la televisione italiana e i gabbasisi mi cascano per terra. Negli ospedali (i pochi rimasti), soprattutto al sud, si muore al pronto soccorso aspettando che qualcuno ti visiti; se poi trovi questo qualcuno e hai dei forti dolori addominali, con una pasticca ti rimanda a casa e dopo otto ore ti riportano in ospedale, purtroppo morto prima dell’arrivo. Il ridente paesino di una volta è diventato un paese incazzato nero perché infestato da delinquenti, spacciatori e cosiddetti “migranti” che bighellonano tutto il giorno alle nostre spalle. Poi, sempre nel ridente paesino di una volta quando le stagioni si rispettavano, arriva una pioggia torrenziale che scassa le case e ammazza i paesani perché il fiume è esondato. Poi arriva la luce e l’acqua da pagare e ti si rizzano i pochi capelli rimasti… 20 euro di consumi e 25 di tasse (è solo un esempio, ma è così). Ma non finisce qui, perché resta da pagare la “monnezza” anche se nessuno pulisce, perché il Comune – giustamente – si regge sulle tasse applicate ai cittadini. Se vuoi fare una passeggiata devi guardarti bene in giro ché non ti diano una botta in testa quando va bene per toglierti anche 10 euro. E poi, e poi, e poi… i poi che ti fanno desistere sono tanti e passa la voglia di continuare. 

La ciliegina sulla torta la mette mio figlio. Gli telefono per sapere come stanno, lui la moglie e mio nipote. “A papà, lascia sta’… qui nun ce se fa più… se potessi scapperei di corsa. Qui hai il dovere solo di pagare pagare pagare, è San Paghino tutti i giorni, ma per incassare un lavoro che hai fatto bisogna andare ad elemosinarlo. Non è possibile, lasciamo sta’...”. 

Che dire? Piango per la condizione dei miei figli e mi vergogno un po’, perché io almeno ho avuto la fortuna, da pensionato, di poter scappare da un inferno che sembra non doversi spegnere mai, ma loro – e con loro tanti altri più giovani – dovranno ancora lavorare e soffrire, sempre che il lavoro riescano a trovarlo e riescano poi a prendere una pensione. 

All’Italia e agli italiani auguro tutto il bene possibile, perché sono la mia Patria e i miei connazionali, ma l’Italia potrà rialzarsi soltanto quando al bambino appena nato si insegnerà a pensare prima di ogni cosa al bene comune e poi a se stessi. Ma questa è utopia, ne sono convinto anch’io. Il nostro malessere è dovuto al 50% a noi italiani e all’Europa tecnocrate per l’altro 50%… non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. 

No, caro governo… non mi interessa la tua offerta, e penso non interessi ad alcuno di noi. Non sappiamo ancora quanti anni ci rimangono da vivere, ma almeno – pur lontani dall’Italia – fateceli vivere in santa pace. 

Io ho un’idea per farci tornare in Italia. E’ un progetto che si chiama “Retired City”. Lo dico in inglese perché oggi, impastati come siamo di parole straniere, che l’Europa economico-politichese ci propina per non farci capire niente, può darsi diventi un progetto che la stessa Europa potrebbe finanziare. In parole povere gli italiani la chiamerebbero “Città dei pensionati”. Venga a trovarmi, senatore Bagnai… io alla mia età viaggio poco. Le illustrerò il progetto e chissà che da una chiacchierata non si riescano a salvare capra e cavoli a costo quasi-zero per l’Italia. Se vuole può anche farlo suo chiamandolo “Progetto Bagnai”. 



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4 commenti:

  1. Antonio non ti sei sbagliato di una virgola io la penso come te ciao

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  2. Ciao Antonio, ma pubblica la tua idea. Almeno potremmo sognare che chi di competenza, l'accetti. Un caro saluto.

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    1. Caro Roberto, la mia idea e' semplice... e le ho anche dato un nome. Il segreto sta nel progetto e nel suo sviluppo, e posso assicurarti che non servono scienziati, ma uomini politici illuminati e di buona volonta... ecco perche' restera' sempre e solo un'idea.

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  3. Complimenti per questa disamina più che dignitosa di un Italiano, quale Antonio Tutino che non ha mai perso l' amore per la sua terra di origine, al contrario vorrebbe e potrebbe anche ritornare purché le condizioni dove vivere siano le medesime della terra che attualmente ospita lui e i tanti pensionati italiani qui approdati. Vale a dire la onesta Bulgaria mint'affatto Patrignano con i suoi abitanti, nativi o ospiti qui giunto.

    P.Basile candidato a venire da voi in Bulgaria.

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