martedì 10 settembre 2013

Da popolo di poeti, artisti ed eroi a giustizieri della notte ed esportatori abituali

L’Orca sta divorando il Caimano
Ci siamo. Il ventennio, evidentemente, porta male. Dopo quello di Mussolini sta per essere abbattuto anche il ventennio di Berlusconi. Il Duce appeso per i piedi a piazzale Loreto, il Caimano appeso alle decisioni della Giunta del Senato, che questa notte, probabilmente, deciderà la sua decadenza da senatore, e comunque se non sarà stanotte, è solo questione di ore o di giorni. Tutte le armi che Berlusconi ha tirato fuori, in questi venti anni, per difendersi dalla famigerata gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria, sono risultate spuntate e bisogna riconoscere che quella macchina da guerra proprio gioiosa non è stata, almeno per lui.
Pur non avendo sottovalutato l’avversario, pur sapendo che i suoi avversari erano i comunisti, pur avendolo strillato ai quattro venti in tutte le occasioni e in tutte le lingue a tutta Europa, niente ha potuto contro un nemico organizzato quasi militarmente, diretto discendente di un partito che ha dominato per 70 anni la scena politica mondiale. Gli ingenui diranno: “ma non dire cazzate!! Il partito comunista è morto nell’89 con la caduta del Muro… in Italia ci sono rimasti solo Rizzo, Bertinotti  e un altro paio di nostalgici…”. Così è stato, in effetti, in quasi tutto il mondo. Ma noi siamo italiani e il nostro ingegno e fantasia superano di gran lunga ogni aspettativa, superando tutti nel trasformismo camaleontico. E così quella vecchia scuola ideologica è diventata negli anni Pds Ulivo Ds Margherita Quercia e tutto l’universo mondo vegetale, per approdare, per ultimo, nel Pd, confondendosi – nel frattempo – con altri soggetti liberali e progressisti, mentre continuava a tessere la sua tela sul territorio con una macchina organizzativa capillare, frutto di decenni di rivendicazioni aziendali, sociali e salariali.
Nei lunghi anni in cui la Democrazia Cristiana gli aveva concesso un’apertura di credito – il centro-sinistra – il Pci ha provveduto ad infiltrare le sue cellule nelle varie strutture del potere, e soprattutto nella magistratura, così che nel 1992 pensò fosse arrivato il momento del colpo di mano perpetrato attraverso la coercizione giudiziaria, ben sapendo che in politica non esistono santi. Per la prima volta fu coniato, nei riguardi degli avversari politici, il famoso teorema “non poteva non sapere”. L’Armata Rossa Giudiziaria fece fuori tutti i partiti istituzionali, Craxi fuggì in esilio, ed era già pronta a festeggiare la sicura prossima vittoria elettorale, quando – improvvisamente ed improvvidamente – venne fuori Berlusconi con “Forza Italia”, vinse le elezioni e ruppe le uova nel paniere agli onesti e laboriosi giustizialisti rossi, riciclatisi nel frattempo in Pds. Da allora la storia è sotto gli occhi di tutti gli italiani.
A Silvio Berlusconi, personalmente, posso attribuire solo una colpa: aver fatto del suo movimento o partito, un soggetto padronale con un solo indiscusso e carismatico leader. Si dice che Luigi XIV abbia pronunciato la famosa frase “Dopo di me il diluvio”. Berlusconi non serve che la pronunci: il finale già lo conosciamo.

Export made in Italy
Mentre a Roma, e precisamente nei palazzi presidenziali, si discetta sulla ineleggibilità o meno di Berlusconi, se sia il caso che il governo cada adesso o domani o tra un anno, se le regole che Renzi chiede siano pronte per poter eleggere il segretario, stabilire chi dovrà candidarsi premier e chi sono i candidati, in Italia – questa strana Nazione che ha 945più5 strani personaggi, scelti dai partiti e delegati a rappresentarci, che continuano, dicevamo, a discettare – aumenta in modo esponenziale l’export, tutto strettamente made in Italy.
Peccato che sia export di aziende soffocate da burocrazia e tasse che delocalizzano in Bulgaria, Polonia, Romania, Croazia e persino Svizzera, dove forse – ma non è certo – non produrranno la stessa eccellenza italiana, ma avranno modo di vivere e far vivere coloro che vi lavorano, mentre la nostra disoccupazione continua a crescere e siamo rimasti con l’unico segno “meno” tra i Paesi dell’Ocse.
Ma la fuga dal Bel Paese non è solo delle aziende o dei famosi cervelli. Diventano sempre più numerose le fughe anche dei cervelli “normali”, e cioè il piccolo commerciante, l’artigiano, l’inoccupato in cerca di primo lavoro e il disoccupato licenziato, lo studente che va a laurearsi all’estero e ci resta, il pensionato che non arriva a fine mese. La mia cassetta e-mail è sempre più piena di lettere di persone che chiedono informazioni e consigli per venire ad abitare in Bulgaria, e immagino quanti blog e siti, molto più noti del mio, possano essere oberati e tartassati da questo genere di lettere. Voglio sperare che almeno i pastori non delocalizzino le loro mucche nei Paesi confinanti, con la scusa della transumanza, avremmo formaggio italiano made in Ue.


Dove andremo a finire? E’ la domanda che si fanno milioni di italiani, alla quale sinceramente non so rispondere. A titolo personale, una risposta me la sono data, e infatti oggi sono andato a vivere in Bulgaria, domani forse in Polonia. Per chi rimane posso solo sperare che il buio finisca, ma la galleria è molto lunga…

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5 commenti:

  1. L'analisi politica e' completamente sbagliata, i "comunisti" di cui si parla in questo articolo sono dei tali falliti nella vita che hanno avuto bisogno di tenere in vita politica il Caimano per poter continuare a mangiare dietro la sua ombra. Adesso che il Caimano termina la sua carriera politica ci saranno un sacco di "comunisti" disoccupati che emigreranno, oltre a ballerine, cameramen Mediaset ecc.ecc.ecc.

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  2. Ciao,
    hai intenzione di lasciare la Bulgaria per la Polonia? Perchè questa scelta?

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    1. E'una scelta fatta con il cuore. In Bulgaria vivo tuttora benissimo e forse non avrei mai cambiato se non avessi la mia futura moglie polacca. Qui viviamo entrambi all'estero, andando in Polonia almeno lei sta a casa sua, piu' serena e tranquilla,mentre per me e' sempre vita da emigrante. E comunque mai penserei di fare questa scelta se il costo della vita in Polonia fosse maggiore che in Bulgaria. In ogni caso, visitando la Polonia mi sono reso conto che e' una Nazione dove vale la pena viverci.

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    2. Capito,ora mi è chiaro...
      Ho scoperto da poco il tuo blog,interessantissimo...Io sono italiano,24 anni e dal prossimo Novembre completerò il tanto atteso trasloco in Bulgaria a Plovdiv; ho visitato il Paese 4 volte e mi è piaciuto sempre di più, di sicuro come residente salteranno fuori anche lati negativi che non si intravedono come turista, ma avendo basse pretese ed una discreta conoscenza della lingua bulgara credo che andrà bene. Per fortuna lavoro offshore a periodi alterni, quindi non ho i problemi della ricerca di un lavoro...al momento :)
      Se hai qualche consiglio in merito alla tua esperienza bulgara,te ne sarei molto grato.
      Saluti

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    3. Quando arriverai a Plovdiv mi farà piacere incontrarti; io sto a Pazardjik, a 35 km. Avremo così modo di conoscerci e scambiare notizie e opinioni. A Plovdiv ci sono anche parecchi italiani, ma tu già l'hai frequentata e certamente conoscerai qualcuno. La mia e-mail è: tutantonio@gmail.com.

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