lunedì 30 aprile 2012

1° Maggio: Festa di chi?... Festa di che?...



Gianni, Luisa e Giuseppe mi scrivono per sapere il motivo per cui si fanno sempre più rari i miei interventi sul blog. Di primo acchito vorrei rispondere che non ho intenzione di inflazionare la mia penna con articoli frequenti, ma non vorrei essere preso seriamente e alla lettera ed esser considerato nouveau parvenu nell’olimpo dei pennivendoli.
In effetti ho perso più tempo di quanto avessi previsto nella elaborazione del libro Scoprire la Bulgaria, che sta andando in stampa proprio in questi giorni. Mi sono accorto che le limature, le correzioni, i ripensamenti, le aggiunte assorbono più tempo della originaria creazione. Alla mia età, poi, i riflessi sono diventati diesel e la lontananza dal “parlato” giornaliero in Italia mi fa dimenticare, talvolta, parole o espressioni di uso comune.
L’altro motivo è dovuto alle notizie che la televisione, purtroppo, ci propina quotidianamente. Se spengo televisore e computer sono fuori dal mondo, se ascolto o leggo le notizie devo per forza incazzarmi, e allora preferisco mettere in sciopero penna e cervello e tacere. Mi basta e avanza dover sopportare le lamentele e imprecazioni di Kocia, lei polacca!, che mal digerisce l’attuale situazione politica ed economica italiana.
Sinceramente sono molto confuso. Possibile che dopo settanta anni non abbia ancora capito niente dell’Italia e degli italiani? Forse neanche di me stesso. Abbiamo una classe politica che abdica al proprio compito e ai propri doveri per delegare – lei che è delegata – i poteri a un governo di professori, banchieri, manager e burocrati pubblici e privati, che dovrebbero fare il lavoro sporco che i politici non hanno voluto fare per non perdere consensi tra gli elettori. Il lavoro sporco sarebbe quello di rimettere in piedi un’Italia che loro hanno messo in ginocchio.
Abbiamo una classe politica che ha costruito per se stessa, per il partito, per gli amici del partito e per gli amici degli amici, che ruba impunemente e che impudentemente si scarica a vicenda le responsabilità di un disastro economico che parte da lontano e che solo l’attuale crisi mondiale ha portato alla luce.
Per cinquanta anni ho votato partiti e persone che mi ispiravano fiducia e in cui credevo, che sventolavano ideali da libro Cuore e che invece, anno dopo anno, rubavano e annullavano le nostre speranze in un futuro migliore. Quando a un popolo si ruba la speranza gli si ruba la vita. E quanta gente deve ancora suicidarsi, prof. Monti e onorevoli parlamentari, in nome di questa speranza rubata?
Il mio stato confusionale, però, non finisce qui, perché la ragione mi porta anche alle responsabilità nostre, del popolo, della gente comune, che si è fatta abbindolare dall’ingannevole sirena del boom economico, che invece di annullarlo, ingrossava sempre di più il debito pubblico. I sindacati chiedevano e le imprese concedevano, perché erano poi sovvenzionate e foraggiate dallo Stato al minimo accenno di crisi; gli evasori evadevano ed erano considerati furbi ma mai parassiti che vivevano sulla pelle degli altri; per i nostri figli – considerato il nostro benessere – non era dignitoso e giusto che facessero certi lavori e certi mestieri, e così abbiamo delegato questi lavori  - con i quali l’Italia era veramente cresciuta – agli extracomunitari, che vivono a casa nostra e continuano a mandare i nostri soldi alle loro famiglie, con tanto di ringraziamento a questa gente onesta, bisognosa e laboriosa che mi ricorda i nostri padri e nonni che andavano a lavorare e anche a morire in Belgio e Germania per sostenere la famiglia in Italia.
Se questi lavori li facessero oggi i nostri figli o fratelli o padri, non avremmo quell’esercito di disoccupati e giovani dequalificati che ha oggi l’Italia, i nostri ammortizzatori (leggasi miliardi di euro) potrebbero essere impiegati per altri compiti sociali, e forse – ma non ne sono certo – avremmo meno movide.
Siamo, unici al mondo, depositari di un articolo che sposa per la vita lavoratore e impresa e che scoraggia le imprese straniere ad investire in Italia. Abbiamo una burocrazia elefantiaca che distrugge ogni più ottimistica previsione.  
Ecco perché tardo a scrivere… mi piacerebbe scrivere anche qualche bella notizia tipo spread sceso a 100, e invece sono costretto a dire che abbiamo la tassazione più alta del mondo ma sperperi di denaro pubblico e ruberie inimmaginabili, che siamo un popolo di furbetti evasori, che abbiamo un parco auto circolante di 37 milioni di vetture, che per possesso di telefonini non siamo secondi a nessuno, che per numero di parlamentari e politici di ogni genere non siamo secondi a nessuno, che per spese istituzionali e politiche non siamo secondi a nessuno, che per spese di intercettazioni non siamo secondi a nessuno, che per numero di processi in giacenza e durata non siamo secondi a nessuno, che per vacanzieri e pontisti non siamo secondi a nessuno, e infine per numero di suicidi per fallimento, tra poco non saremo secondi neanche alla Grecia…
Mi reputo fortunato, e scusate il mio egoismo, cari amici, di aver scelto di continuare la mia esistenza in Bulgaria, perché qui si riesce ancora a sopravvivere, ma il mio obolo all’Italia mi viene, in ogni caso, sottratto mensilmente dalla pensione con il pagamento dell’Irpef e anche… udite udite… con l’addizionale regionale e comunale… ma di quale regione e di quale comune, se risiedo in Bulgaria? Misteri italiani, come quelli dell’Iva sulle tasse…
E per ultimo, oggi 1° Maggio, celebreremo la festa del lavoro e dei lavoratori… Mi chiedo quando potremo celebrare una messa di requiem per le imprese fallite, gli imprenditori suicidi e i disoccupati…

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