Gianni, Luisa e Giuseppe mi scrivono per sapere il motivo per cui si fanno
sempre più rari i miei interventi sul blog. Di primo acchito vorrei rispondere
che non ho intenzione di inflazionare la mia penna con articoli frequenti, ma
non vorrei essere preso seriamente e alla lettera ed esser considerato nouveau parvenu nell’olimpo dei
pennivendoli.
In effetti ho perso più tempo di quanto avessi previsto nella elaborazione
del libro Scoprire la Bulgaria, che sta andando in stampa
proprio in questi giorni. Mi sono accorto che le limature, le correzioni, i
ripensamenti, le aggiunte assorbono più tempo della originaria creazione. Alla
mia età, poi, i riflessi sono diventati diesel e la lontananza dal “parlato”
giornaliero in Italia mi fa dimenticare, talvolta, parole o espressioni di uso
comune.
L’altro motivo è dovuto alle notizie che la televisione, purtroppo, ci
propina quotidianamente. Se spengo televisore e computer sono fuori dal mondo,
se ascolto o leggo le notizie devo per forza incazzarmi, e allora preferisco
mettere in sciopero penna e cervello e tacere. Mi basta e avanza dover
sopportare le lamentele e imprecazioni di Kocia, lei polacca!, che mal
digerisce l’attuale situazione politica ed economica italiana.
Sinceramente sono molto confuso. Possibile che dopo settanta anni non abbia
ancora capito niente dell’Italia e degli italiani? Forse neanche di me stesso.
Abbiamo una classe politica che abdica al proprio compito e ai propri doveri
per delegare – lei che è delegata – i poteri a un governo di professori,
banchieri, manager e burocrati pubblici e privati, che dovrebbero fare il
lavoro sporco che i politici non hanno voluto fare per non perdere consensi tra
gli elettori. Il lavoro sporco sarebbe quello di rimettere in piedi un’Italia
che loro hanno messo in ginocchio.
Abbiamo una classe politica che ha costruito per se stessa, per il partito,
per gli amici del partito e per gli amici degli amici, che ruba impunemente e
che impudentemente si scarica a vicenda le responsabilità di un disastro
economico che parte da lontano e che solo l’attuale crisi mondiale ha portato
alla luce.
Per cinquanta anni ho votato partiti e persone che mi ispiravano fiducia e
in cui credevo, che sventolavano ideali da libro Cuore e che invece, anno dopo anno, rubavano e annullavano le
nostre speranze in un futuro migliore. Quando a un popolo si ruba la speranza
gli si ruba la vita. E quanta gente deve ancora suicidarsi, prof. Monti e
onorevoli parlamentari, in nome di questa speranza rubata?
Il mio stato confusionale, però, non finisce qui, perché la ragione mi
porta anche alle responsabilità nostre, del popolo, della gente comune, che si
è fatta abbindolare dall’ingannevole sirena del boom economico, che invece di
annullarlo, ingrossava sempre di più il debito pubblico. I sindacati chiedevano
e le imprese concedevano, perché erano poi sovvenzionate e foraggiate dallo
Stato al minimo accenno di crisi; gli evasori evadevano ed erano considerati
furbi ma mai parassiti che vivevano sulla pelle degli altri; per i nostri figli
– considerato il nostro benessere – non era dignitoso e giusto che facessero
certi lavori e certi mestieri, e così abbiamo delegato questi lavori - con i quali l’Italia era veramente cresciuta
– agli extracomunitari, che vivono a casa nostra e continuano a mandare i
nostri soldi alle loro famiglie, con tanto di ringraziamento a questa gente
onesta, bisognosa e laboriosa che mi ricorda i nostri padri e nonni che
andavano a lavorare e anche a morire in Belgio e Germania per sostenere la
famiglia in Italia.
Se questi lavori li facessero oggi i nostri figli o fratelli o padri, non
avremmo quell’esercito di disoccupati e giovani dequalificati che ha oggi
l’Italia, i nostri ammortizzatori (leggasi miliardi di euro) potrebbero essere
impiegati per altri compiti sociali, e forse – ma non ne sono certo – avremmo
meno movide.
Siamo, unici al mondo, depositari di un articolo che sposa per la vita
lavoratore e impresa e che scoraggia le imprese straniere ad investire in
Italia. Abbiamo una burocrazia elefantiaca che distrugge ogni più ottimistica
previsione.
Ecco perché tardo a scrivere… mi piacerebbe scrivere anche qualche bella
notizia tipo spread sceso a 100, e
invece sono costretto a dire che abbiamo la tassazione più alta del mondo ma
sperperi di denaro pubblico e ruberie inimmaginabili, che siamo un popolo di
furbetti evasori, che abbiamo un parco auto circolante di 37 milioni di
vetture, che per possesso di telefonini non siamo secondi a nessuno, che per
numero di parlamentari e politici di ogni genere non siamo secondi a nessuno,
che per spese istituzionali e politiche non siamo secondi a nessuno, che per
spese di intercettazioni non siamo secondi a nessuno, che per numero di
processi in giacenza e durata non siamo secondi a nessuno, che per vacanzieri e
pontisti non siamo secondi a nessuno, e infine per numero di suicidi per
fallimento, tra poco non saremo secondi neanche alla Grecia…
Mi reputo fortunato, e scusate il mio egoismo, cari amici, di aver scelto
di continuare la mia esistenza in Bulgaria, perché qui si riesce ancora a
sopravvivere, ma il mio obolo all’Italia mi viene, in ogni caso, sottratto
mensilmente dalla pensione con il pagamento dell’Irpef e anche… udite udite…
con l’addizionale regionale e comunale… ma di quale regione e di quale comune, se risiedo in Bulgaria?
Misteri italiani, come quelli dell’Iva sulle tasse…
E per ultimo, oggi 1° Maggio, celebreremo la festa del lavoro e dei
lavoratori… Mi chiedo quando potremo celebrare una messa di requiem per
le imprese fallite, gli imprenditori suicidi e i disoccupati…
Nessun commento:
Posta un commento