giovedì 2 aprile 2020

Di Corona Virus si guarisce ma di burocrazia si muore

Dopo quasi dieci mesi, desolazione e rabbia mi spingono a scrivere questo post. Come tutti avranno notato il mio blog resta vuoto oggi di notizie che si possono trovare giornalmente su tutti i social, anche se rimane un sito, a mio modesto parere, sempre valido per tutti coloro che abbiano intenzione di scoprire come si possa vivere più decorosamente in Bulgaria. 

La tragedia che stiamo vivendo, questo maledetto Corona Virus, che interessa tutto il mondo, ma che sembra accanirsi particolarmente sull’Italia, mi spinge a considerazioni e pensieri che mai avrei pensato dovessero lambire la mente umana. Forse solo adesso ci rendiamo conto della nostra fragilità e del fatto che, malgrado tutte le pillole indorate, facciamo parte dei grandi numeri. Non siamo più persone ma numeri. Le persone che finiscono il ciclo terreno, lasciano questa terra con il conforto di persone care, con un figlio una madre un padre un parente qualsiasi a dar loro conforto nel trapasso. Oggi si muore, invece, soli da appestati, chiusi in fretta per non contagiare, cremati, senza funerali e riconsegnati in un’urna ai parenti quando sarà possibile. E’ andata a farsi fottere anche la pietà cristiana. Altro che cani! 

Non è mia intenzione qui fare polemiche sull’emergenza prevista anzitempo, sulle attrezzature, sui materiali, sulla tempistica, sulle strutture all’avanguardia e sulla prontezza e adeguatezza di mezzi dello Stato nel fronteggiare la catastrofe possibile che si sarebbe abbattuta su di noi, dichiarata dal nostro Presidente del Consiglio. Ce ne accorgiamo tutti i giorni. Ormai siamo in guerra e dobbiamo combattere con qualsiasi mezzo, tutti insieme, per uscirne vivi e vincitori (!!!!). 

Scusate le ultime due parole: vivi lo speriamo, ma vincitori non credo e cercherò di spiegarmi meglio dopo. 

Dobbiamo prima ringraziare tanti eroi che ogni giorno si stanno sacrificando per difenderci da questo contagio. (Io vivo in Bulgaria che mi auguro non debba trovarsi nella situazione italiana, ma quando dico “ci” lo intendo come italiano che ha lasciato figli parenti e affetti in Italia e che si sente italiano dalla testa ai piedi). Sono persone come noi, che tutti i giorni fanno il loro lavoro accanto e per i contagiati: medici e infermieri uomini e donne, che lavorano indefessamente fino all’esaurimento e alla morte. Loro non vogliono questo appellativo ma ognuno di loro dovrebbe ricevere una medaglia d’oro al valor civile e tanti di loro alla memoria, purtroppo. Molti di loro vengono dalle nazioni più disparate: Cina, Russia, Cuba, Albania, nazioni che non fanno parte dell’Europa, ma che amano l’Italia e il popolo italiano. Abbiamo anche ricevuto aiuti da Trump, anche lui mi sembra non faccia parte dell’Europa. 

Stiamo ancora aspettando gli aiuti dei nostri “fratelli” europei. Mi viene il vomito solo a pensare di poter essere imparentato oggi con un olandese o con un tedesco. Eppure i tedeschi hanno anche accolto alcuni dei nostri contagiati in eccesso nei loro ospedali. Ma in quanto a dare un aiuto economico per farci uscire da questo inferno, non se ne parla. Loro i soldi te li prestano ma con interessi da strozzini. Cravattari ne abbiamo già abbastanza a casa nostra e li combattiamo. Adesso, forse, stanno scendendo a più miti consigli, dopo aver visto incazzato – finalmente – anche il nostro Presidente della Repubblica. Bisogna far capire loro che non vogliamo regali, ma pagare nel tempo interessi non onerosi come quelli che ha subito la Grecia. Qual che sia il risultato di questa prossima trattativa, pur essendoci in questa UE molte cose buone, sono sempre di più quelle che non ci porteranno mai a poterci definire Stati Uniti d’Europa. Questa è solo commistione di denaro e banche. Mi fermo qui perché, come dicevo prima, non voglio alimentare polemiche. 

Vorrei tornare, come detto prima, sulla parola “vincitori”. Quali vincitori? Alla fine di questa pandemia ci saranno certamente pochi vincitori e saranno sempre i soliti, quegli immancabili sciacalli che si arricchiscono sulle disgrazie altrui e ci saranno sempre di più i soliti vinti, la gente comune, quella che si alza ogni mattina per andare al lavoro, i non raccomandati, quelli che nel lessico popolare sono i “numeri”. 

Sento tutti i giorni i provvedimenti economici che i nostri governanti si apprestano ad emanare per portare aiuto alla popolazione. E già da questo capisco (scusate il mio pessimismo) che questo Covid-19 ucciderà molte più persone dopo di quante non ne stia uccidendo adesso. 

L’Italia è una nazione che è impastoiata nella burocrazia alla ennesima potenza, e qualunque legge si faccia per sburocratizzarla non fa altro che incasinare le cose sempre di più. Siamo il popolo dei certificati, dei timbri, dei permessi, delle autocertificazioni che sono legali ma non valgono perché bisogna presentare la domanda su un modulo apposito, del progetto che deve passare l’avallo di dieci funzionari, e di mille altre cazzate che ci complicano la vita. E adesso vengo al dunque… 

Da più di un mese l’Italia si è fermata, migliaia di aziende ed esercizi commerciali sono chiusi, la gente è costretta a vivere in casa per non spargere ulteriormente il virus, scuole chiuse, linee aeree sospese, lavoratori e lavoratrici tutti a casa. Aperti solo supermercati, farmacie e attività di pubblica utilità. 

Adesso mi permetto umilmente di fare una piccola analisi, che non vuole essere la soluzione al problema, ma potrebbe aiutare la gente. Tra la popolazione italiana, tolti gli impiegati nella pubblica amministrazione, tolti i pensionati, tolti i minori da 0 a 18 anni, tolti coloro che hanno dovuto lavorare forzatamente per pubblica utilità, tolti coloro che usufruiscono del reddito di cittadinanza, tolti coloro che hanno avuto finora un reddito superiore ai 60 mila euro annui, rimangono a questo punto solo lavoratori e lavoratrici che attendono i soldi della cassa integrazione, i cococò, i partite Iva, gli autonomi, i disoccupati, i lavoratori in nero e gli indigenti cronici. Può darsi che qualche categoria l’abbia dimenticata, ma non importa, la potremo aggiungere subito dopo. 

Signor Presidente del Consiglio, signori ministri, signori parlamentari governativi e dell’opposizione, signor Presidente della Repubblica, 
quanti giorni di autonomia economica pensate che possano avere questi ultimi che ho citato? E’ da più di un mese che stanno a casa e non sanno ancora per quanto tempo dovranno restarci. Una parte di loro avrà senz’altro qualche risparmio che finirà presto, ma la maggior parte o ha finito i soldi o non li aveva già da prima, neanche per mangiare. E voi fate i conteggi adesso per far avere la disoccupazione o un sussidio ad ognuno chissà per quando? E bisogna, in ogni caso, compilare questi maledetti moduli e poi presentarli all’Inps o a un Patronato, che già sono intasati e aspettare se va bene la pratica? In mezzo a questi ce ne sono migliaia che non hanno mai visto un computer e non sanno dove andare e cosa fare, perché come al solito parlate un linguaggio lontano dalla gente. 

Ogni cittadino italiano ha un codice fiscale e lo hanno anche i lavoratori stranieri. Se siete governanti seri date disposizione alle banche, con garanzia dello Stato, di dare una somma che sarà stabilita dal governo, dietro presentazione del codice fiscale e firma per ricevuta della somma ricevuta. Avrete salvato migliaia e migliaia di vite. I conti con queste persone si faranno dopo, a pandemia archiviata. Vedrete che non avrete a pentirvene, sarebbe la prima volta in Italia che il cittadino non senta nemico lo Stato. La stessa cosa dovrebbe avvenire per il credito alle piccole e medie imprese che sono la parte preponderante della nostra Nazione e del Pil italiano. Sono loro che rimetteranno in moto l'economia. E sbloccate questi benedetti lavori di riassetto dell'Italia, ma subito, altrimenti non ci rialziamo più.

Ma io oggi sono pessimista. Questo voi non lo farete mai, perché la pancia piena non tiene conto di quella vuota. E voi avete la pancia fin troppo piena. In televisione ci stanno martellando tutti i giorni per fare un bonifico di solidarietà destinato alla Protezione Civile. Anch’essa sta zoppicando, ma la perdoniamo perché la situazione è veramente ingarbugliata. Mi sembra che solo il Movimento 5 Stelle nella persona del senatore Iunio Valerio Romano (il nome per me è già una garanzia) abbia proposto ai colleghi di dimezzarsi lo stipendio per versarlo alla Protezione Civile; non so di altri partiti, compreso il mio, che abbiano manifestato questa solidarietà, che non dovrebbe essere volontaria ma doverosa. 

Oggi stesso su Facebook, io personalmente e anche come incaricato di Patronato, inviterò tutti i pensionati residenti in Bulgaria che lo riterranno opportuno, di versare anche una piccola somma di solidarietà alla Protezione Civile. Sarà poca cosa ma tante piccole gocce d'acqua formano un oceano.

Scusate il disturbo. 






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2 commenti:

  1. come sempre antonio sei preciso e vero , esponendo le cose come veramente stanno , ma purtroppo ancora , c he dello sciacallaggio e del non rispetto , prima di se stessi , poi delle altre persone , cioe noi che rispettiamo , grazie antonio tutino .

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  2. Caro Antonio ,speriamo che tutto questo finisca presto senno siamo messi malissimo. Un abbraccio con stima.

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