giovedì 17 ottobre 2013

Sogno o incubo? Balotelli e Kyenge bianchi e biondi

Giornalmente siamo messi alla prova, in questa nostra società ormai multietnica, se davvero siamo un popolo che sappia accogliere le diversità del mondo. Sì, perché viviamo e camminiamo sulla lama di un rasoio. Bisogna stare attenti, in qualsiasi momento, al modo in cui ci esprimiamo, al tono di voce che usiamo, al viso che facciamo, se ci capita di dover parlare con un povero cristo che abbia il colore diverso dal nostro. Perché? Perché se il povero cristo appartiene alla nostra razza possiamo anche trattarlo a calci in bocca e tutto finisce lì, ma se per caso fosse nero, rom o giù di lì allora bisogna subito usare i guanti gialli e dialogare con costui con un sorriso a trentadue denti, altrimenti sei un razzista della peggiore specie. E in una società ormai di larghe intese, buonista, caritatevole, socialista, europea, accogliente come la nostra, il razzismo è il peggiore dei crimini. Anzi il razzismo, e adesso la clandestinità.
Ecco perché in questa ossessione notturna, ho sognato che Balotelli e la Kyenge fossero diventati completamente bianchi, e pure biondi.

E allora al Balotelli uomo bianco e pure biondo posso dire con molta sincerità che è uno stronzo, un cafone, un viziato, un maleducato che mi sta sulle palle, pur ammirandolo ed apprezzandolo come giocatore di calcio e sperando che i suoi gol ci portino alla finale dei mondiali in Brasile. Sì, ecco, solo così posso sfogare tutta la mia rabbia per le negatività di questo ragazzo, baciato dall’amore e dalla fortuna, che non riesce a convivere con i suoi simili, che deve trovare ovunque materia e occasione, sia in campo che fuori, per far conoscere tutto il deteriore che c’è in lui. E non posso più vedere quel povero Prandelli, che lo manderebbe volentieri al paese di Alberto Sordi, difenderlo sempre e comunque, sia perché è un valore come atleta, ma soprattutto perché rimproverandolo passerebbe per l’uomo cattivo che dà addosso al povero negro.  Così che, al cafone che non riesce a convivere civilmente con i propri simili che siamo noi, dico chiaramente e sinceramente di tornare a vivere nella foresta da dove è arrivato, perché quello è l’unico posto che gli si addice. Ecco, adesso sono razzista, anche se sei diventato bianco. Bianco ma sempre stronzo, di rispetto naturalmente.

Per quest’altra poveraccia che risponde al nome di Kyenge - che si è vista addirittura scaraventata a fare il ministro, come i dilettanti allo sbaraglio, per il colore della sua pelle, perché i democratici ex democristiani, ex comunisti ed ex tutto devono razzolare voti - per questa poveraccia, dicevo, che sia nera o che sia diventata bianca, provo tanta simpatia. Non per quello che fa o che vorrebbe fare, perché alla fine non le fanno far niente, ma perché pensa di poter cambiare qualcosa o qualche legge in Italia. Non ha capito che sta lì da paravento e contenitore di voti per Letta. La Bossi-Fini, l’integrazione, le case popolari agli immigrati, l’accoglienza ai poveri dannati e disperati che arrivano dall’altra sponda. Declinaaaa… Declina l’incarico e di’ a Letta che tu sei un medico e non un politico, poi vai a casa, prendi le valigie e prendi il primo volo per il Congo. Se vuoi veramente bene a questa gente, alla tua gente, il giorno dopo inizia a visitarla e curarla tu, anche insieme ai nostri medici, ma che almeno vedano che anche da neri si può essere utili alla collettività.

So che non seguirai questo consiglio, perché è il più semplice per arrivare a far qualcosa di buono per il prossimo. Ormai hai assaggiato il dolce e ti hanno fatto osservare le stanze vuote del potere, devi provare adesso o mai più. Peccato. Non conosci i politici, e meno ancora i tuoi compagni di partito. Avrei voluto anche offenderti o mandarti degli improperi per le cazzate che spari. Mentre scrivevo ci ho ripensato. Non ne vale la pena. L’indifferenza è la miglior cosa.

Condividi su Facebook, Twitter o Google Buzz:
Condividi su Facebook Condividi su Twitter Pubblica su Google Buzz

Nessun commento:

Posta un commento