mercoledì 1 settembre 2010

Il mullah Gheddafi cerca seguaci tra le donne

Speriamo finiscano presto le polemiche sulla visita in Italia del colonnello, pardon, leader Gheddafi. Quale nazione meglio dell'Italia, patria del gossip, poteva fare da cassa di risonanza alle stravaganze di questo personaggio? Se non lo conoscessimo come il dittatore che da 40 anni governa sulla Libia in modo assoluto, potremmo scambiarlo per un attempato eccentrico sceicco, cui piace circondarsi di belle donne, che siano chiamate hostess o amazzoni.
Al contrario del mio amico Lupi, preoccupato dal fatto che le frasi di Gheddafi sono pericolose proprio perché non ne avvertiamo la gravità, io penso che il leader oggi sia diventato uno dei pochi amici islamici dell'Italia e dell'Europa. Sembra un controsenso, ma se pensiamo che una volta la sua Libia era considerata uno degli Stati canaglia, da allora sono stati fatti passi da gigante.

Evidentemente influiscono anche gli anni e le esperienze passate a far cambiare gli uomini, e perché non potrebbe essere cambiato anche lui? Non che sia diventato un santo, ma avrà fatto i calcoli che essere amico dell'Europa e dell'Italia porta soprattutto convenienze.
Ma da vecchio berbero, memore delle angherie subite dall'Europa e consapevole, adesso, di avere in tutto, il coltello dalla parte del manico, con il petrolio, con lo sbarco dei clandestini, con i potenziali lucrosi contratti alle imprese italiane ed europee, sta giocando con noi di rivalsa. Fatte le dovute differenze lo potrei definire il Cossiga libico, il picconatore dell'Europa. E si diverte con noi giocando come il gatto con il topo.
A me fa sorridere il Presidente di uno Stato che arriva con tre aerei pieni di guardie del corpo, amazzoni, carosello di cavalleria berbera, un mare di vestiti, che dorme in tenda e poi va in giro per Roma a far beneficenza e regalare soldi in qualche locale, sempre seguito da un codazzo di centinaia di persone. Poi riorganizza lo stage o il seminario o l'omelia o il sermone – chiamatelo come volete - per predicare, a 500 belle ragazze pagate, il verbo di Maometto e convertirle alla sua religione. Ma vi rendete conto? Ma può essere questa una cosa seria? Dalle parti nostre si dice che culo che non vide mai camicia quando la vide gran festa gli fece. Questo personaggio è solo un istrione esibizionista.
Lo fa, e ride a crepapelle – anche se a guardarlo sembra una mummia - perché pensa già ai casini che creerà sia tra i cristiani che tra i politici. E poi mette la ciliegina sulla torta: tra non molto l'Europa sarà islamizzata. L'Avvenire, poverino, è insorto gridando allo scandalo, politici e partiti dicono che solo in Italia succede questo, personalmente sono convinto che se va in Germania gli stendono non uno ma tre tappeti rossi. 
Per Gheddafi è una battuta, io dico invece che l'Europa già semi-islamizzata lo sia già, e non è per colpa o merito di Gheddafi, ma per gli islamici o islamisti che abbiamo in seno al Parlamento europeo, - e tra questi molti parlamentari della sinistra italiana - quei pusillanimi bastardi idioti che non hanno avuto il coraggio di affermare nella Costituzione Europea le nostre origini cristiane, come fosse una vergogna, o per non offendere i paesi di religione islamica, mentre questi si fanno un vanto di appartenervi e aprono, con il beneplacito dell'Italia e dell'Europa sempre più luoghi di culto per fare proselitismo. Tra qualche anno in Europa saranno più le moschee che le chiese cristiane.
E allora di che scandalizzarsi? Le nostre critiche sono solo parole stupide e ipocrite, perché omettiamo di dire che in questo incontro con Berlusconi il mullah forse sta dando ossigeno alla nostra economia e alle nostre imprese – cosa che non ha mai saputo fare nessun governo di sinistra - e perciò ha scelto di fare una vacanza di lavoro in quella che lui considera Roma bel suol d'amore.
Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato, e non per colpa del grottesco e variopinto Gheddafi. Lui sta solo recitando il copione che gli abbiamo offerto, e si sta divertendo da morire, leggendo i nostri giornali.


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