Chi avrebbe
mai potuto immaginare, soltanto otto anni fa, che un giorno anche in Bulgaria
sarebbero arrivati i Patronati, a dare assistenza ai pensionati e a tutti quei
cittadini italiani residenti all’estero che ne richiedano la consulenza? Vidi
Pazardjik per la prima volta nel 2006 e, pur essendo stato amore a prima vista,
sembrava una città appena bombardata. Amore a prima vista perché vi regnava una
tranquilla quiete d’altri tempi che a Roma s’era dispersa ed era svanita negli
anni caotici appena lasciati, e una città appena bombardata perché la povertà
si respirava nell’aria, case malmesse, cadenti e abbandonate, capannoni
industriali chiusi e in rovina, strade e vie somiglianti più a trazzere con
buche emmenthal che spaccavano le gomme, aggrovigliamento di fili elettrici
volanti che collegavano case e palazzi.
Oggi si
potrebbe fare una mostra di Pazardjik sparita, perché dopo otto anni la città
non si riconosce più, il suo aspetto e la sua veste sono in evoluzione continua
con la ristrutturazione di vecchi edifici, la costruzione di nuovi, rifacimento
di manti stradali e pedonalizzazione del centro storico, un parco bellissimo e
capannoni industriali e commerciali, segnale forte di un risveglio economico
che ha cambiato in meglio l’aspetto della città.
Non so
quanti italiani abitassero in Bulgaria nel 2006, sicuramente molto pochi e
quasi tutti commerciavano nei rami più svariati, dai mobili alle scarpe, dalle
confetture alla frutta ai funghi agli animali, ma di pensionati non si sentiva
ancora parlare e di patronati, giustamente, neanche l’odore. Chi avrebbero
potuto assistere, una decina di attempati pionieri che avevano deciso di
rischiare la vecchiaia lontani dai patrii lidi? Ma la storia cammina e i tempi
corrono. Nell’arco di otto anni la
Bulgaria è entrata nell’Unione Europea, si è modificata e
modernizzata con il suo aiuto, l’Europa a sua volta è entrata in una crisi
economica, dove l’Italia è coinvolta pesantemente e dalla quale non riesce a
svincolarsi a causa delle menti ottuse dei nostri politici, le tasse divorano
il magro salario dei lavoratori, le pastoie burocratiche incatenano aziende che
chiudono o delocalizzano e in mezzo a questo inferno per i pensionati si è
aperto un corridoio umanitario: hanno scoperto la Bulgaria.
La breccia
è stata creata prima dai servizi della Rai e subito dopo da Mediaset con quello
delle Iene. Gli anni precedenti erano stati un lento accrescersi di pensionati
che, come me, con il passaparola o con qualche articolo sui giornali, avevano
sentito anche loro che in Bulgaria si poteva vivere bene anche con una piccola
pensione. Questi servizi, soprattutto quello delle Iene, hanno avuto, invece,
un effetto bomba improvviso, così che è sembrata esplodere la febbre per la Bulgaria , con centinaia e
centinaia di persone a chiedere le notizie più disparate su una Nazione così
vicina e così sconosciuta.
Mi resi
conto già allora che un Patronato avrebbe potuto dirimere e risolvere dubbi e
domande che le persone ponevano e bisogni che sia i vecchi residenti che i
potenziali nuovi avrebbero dovuto soddisfare. I potenziali nuovi arrivati sono
adesso divenuti realtà e ancora continuano ad arrivarne, e finalmente anche il
Patronato è diventato realtà, anzi più di uno. Sono contento, perché finalmente
ognuno di noi, sia pensionato che lavoratore o commerciante, ha un indirizzo al
quale rivolgersi per qualsiasi problema di natura assistenziale, previdenziale
o assicurativa. Ma sono dispiaciuto al tempo stesso, perché questo significa anche
che tante persone continuano a scappare dall’Italia per poter avere una vita
migliore e più dignitosa, mentre sarebbe stato molto più giusto vivere in
patria, tra la propria gente, circondati dall’affetto di figli, parenti e
amici.
A
prescindere da queste considerazioni personali, per chi avesse necessità di
rivolgersi al Patronato Enasc, ecco come contattarlo:
e-mail: antonio.tutino@enasc.it - tel. 00359
899 020095
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