A cento anni dalla nascita - il 23 luglio 1914 - si è svolta a
Pazardjik la cerimonia commemorativa del pittore Dimitar Kamenov, indimenticato
maestro che ha raffigurato e dipinto luoghi, angoli e momenti della città di
Pazardjik in tutte le sue sfumature dagli anni 50 agli anni 80. L’evento si è
svolto presso la Galleria
d’Arte Stanislav Dospevski, con la mostra di 59 dipinti del maestro, facenti
parte della collezione privata della figlia Antonia. La mostra resterà aperta
fino al 23 agosto.
E’ stata una vera giornata di festa per la partecipazione
molto numerosa di un pubblico commosso che ancora ricorda con affetto l’artista
e le sue opere, e per la presenza di molti artisti che hanno voluto rendere
omaggio a Kamenov. Ho conosciuto virtualmente su Fb, qualche anno fa, la figlia
Antonia, che risiede da 27 anni in Italia e mi parlava del padre e delle sue
opere, che io non conoscevo. Così ho acconsentito volentieri all’invito a
visitare la mostra, fattomi dalla stessa quando ci siamo incontrati,
finalmente, qualche giorno prima al caffè Dolce Vita.
Visitando la mostra e guardando i suoi dipinti, mi sono
sentito molto vicino a quest’uomo, non per l’arte in sé ma per l’amore che ci
accomuna a Pazardjik. Non c’è angolo della Pazardjik dei suoi tempi che Kamenov
non abbia impresso sulla tela, pur non essendo nativo della città. Così è stata
la mia impressione quando, otto anni or sono, ho visto per la prima volta
Pazardjik. All’amico che, titubante, mi domandava se mi piacesse, risposi che
non mi sarei più mosso da qui. Una città tranquilla, a misura d’uomo, immersa
nel verde, traffico quanto basta, a 35 km da Plovdiv e 100 dalla capitale
Sofia, dove l’inverno è sopportabile e l’estate ancora respirabile, cosa si può
volere di più? E Dimitar Kamenov, già ai suoi tempi, forse l’aveva intuito
eleggendola a proprio domicilio nella vita e nella pittura, lui che era nato a
Stavertzi (Pleven), un piccolo paesino nel nord della Bulgaria.
Pur avendo poi, nel corso della vita, acquisito fama e
notorietà, non volle mai allontanarsi da Pazardjik, dove insegnò pittura dal
1956 al 1970. Pur negli anni difficili della cortina di ferro, visita la Siria , Napoli e Istanbul,
luoghi che immortalò anche nei suoi quadri. E’ stato un artista di una
prolificità disarmante e ha tenuto moltissime mostre in esposizioni nazionali e
private. E’ morto a Pazardjik il 26 novembre 1991, lasciando un ricchissimo
patrimonio culturale, gestito dalla figlia Antonia Kamenova, che tiene sempre
acceso e vivido il ricordo del grande padre e del suo amore per Pazardjik.
Di seguito una panoramica della mostra e delle opere:
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