venerdì 6 luglio 2018

Qualche informazione per chi vuole trasferirsi in Bulgaria

Parlo, naturalmente, dei pensionati che quotidianamente chiedono notizie in merito. Queste informazioni le avevo già date sulla pagina fb Italiani in Bulgaria Oggi, ma voglio ripubblicarle più analiticamente sul mio blog perché resti nel tempo. Per chi fosse interessato faccio un piccolo promemoria. 


La prima cosa da fare è trovare un appartamento in affitto. Anche qui in Bulgaria i proprietari tendono a non registrare il contratto. Bisogna richiedere la registrazione presso un notaio perché all’Ufficio Immigrazione chiederanno il contratto registrato (anche qui, a differenza di alcuni anni fa, bisogna allinearsi alle regole europee). Poi andare in banca e aprire un conto corrente versandovi la somma di 1.000 leva e facendosi rilasciare dalla banca il documento che attesta il versamento, che dovrà poi essere presentato all’Ufficio Immigrazione. Nello stesso tempo richiedere il documento Iban timbrato e firmato, che servirà successivamente. 

All’Ufficio Immigrazione, oltre a riempire alcuni moduli (operazione che, generalmente, viene fatta da un amico bulgaro o un traduttore), bisogna presentare il contratto di affitto, la dichiarazione della banca, la tessera sanitaria, fotocopia della carta di identità. Dopo alcuni giorni viene rilasciato un cartoncino bianco provvisorio o il permesso di soggiorno con foto e periodo di validità. Se viene rilasciato il cartoncino bianco, bisogna chiedere quando si può tornare per il permesso definitivo con foto. 

Una volta finita questa operazione chiedere il certificato che attesti che il pensionato è un soggetto fiscale bulgaro. Questo certificato potrebbe esserci richiesto in seguito, quando si farà domanda all’Agenzia delle Entrate Bulgara (NAP) della dichiarazione per l’esenzione dalle tasse sulla pensione in Italia. 

Quando si è in possesso del permesso di soggiorno, iscriversi subito all’Aire. Il formulario si può trovare sul sito dell’Ambasciata nella modulistica. Nel formulario sono elencati i documenti da allegare per l’iscrizione. 

Da questo momento siamo considerati residenti in Bulgaria, ma dovranno passare almeno 15 giorni prima di essere cancellati dall’anagrafe del proprio Comune di ultima residenza. Generalmente, ma non sempre, il Comune di residenza comunica al pensionato la cancellazione. 

Chi ha una automobile con targa italiana può andare al Kat (la nostra Motorizzazione), e con 500-600 leva pagare l’ecotassa, l’assicurazione, la revisione e avere la targa bulgara. 

Trascorso un mese circa bisogna attivarsi per richiedere la variazione dell’Ufficio Pagatore all’Inps, per poter riscuotere la pensione in Bulgaria presso la banca dove si è aperto il conto. 

Alla Asl di appartenenza in Italia, invece, bisognerà richiedere il modello S1 che permetterà di usufruire dell’assicurazione sanitaria in Bulgaria. Quando la Asl manderà l’S1 bisognerà portarlo alla locale Asl in Bulgaria (Sdravna Kasa), che dopo qualche giorno rilascerà un foglio con tutti i dati del pensionato (questo sarebbe il nostro libretto sanitario, da custodire gelosamente l’originale, facendo però delle fotocopie da consegnare ogni volta che ce lo chiederanno). Con questo foglio si sceglie il medico di famiglia che iscriverà il pensionato nel sistema sanitario bulgaro. Le medicine in Bulgaria si pagano, ma costano molto meno che in Italia. 

Trascorsi sei mesi di residenza in Bulgaria, si può richiedere all’Inps l’esenzione dalle tasse sulla pensione, sempre che sia una pensione in gestione privata, perché ai pensionati ex dipendenti della pubblica amministrazione, secondo la Convenzione tra Italia e Bulgaria, non viene riconosciuto questo diritto, almeno per il momento. Molti pensionati sono convinti che, una volta residenti in Bulgaria, da quel momento si riceve la pensione detassata. Non è assolutamente così. Bisogna prima maturare i famosi 183 giorni e anche qualcuno in più, poi bisogna richiedere all’Agenzia delle Entrate bulgara la dichiarazione di residenza fiscale da allegare, tradotta e apostillata, alla domanda che si inoltra all’ufficio provinciale Inps di appartenenza, poi bisognerà attendere i tempi che si prende l’Inps per espletare la pratica e accoglierla. Alcuni (mosche bianche!) sono molto efficienti e rapidi, la maggior parte si prende tempi lunghi e molte volte bisogna sollecitarli come fosse una benevola concessione, alcuni uffici provinciali fanno addirittura trascorrere l’anno facendo perdere al pensionato l’esenzione, dicendo poi di chiedere la detassazione per l’anno trascorso all’Agenzia delle Entrate di Pescara, competente per i residenti all’estero. Non conosco un pensionato che abbia usufruito di questo diritto, perché l’Agenzia delle Entrate lo nega a tutti, appellandosi alla Convenzione tra Italia e Bulgaria, per cui oltre che residenti, per averne diritto, dovremmo essere anche cittadini bulgari. Questa risposta arriva, in ogni caso, dopo tre anni circa. 

In tutte queste pratiche bisogna, forzatamente, affidarsi a persone che possano aiutare il pensionato nel loro disbrigo. Può essere, come detto prima, un amico bulgaro che conosca l’italiano o un amico italiano che capisca o parli il bulgaro (cosa molto rara), o un “consulente traduttore” che faccia questo a pagamento. L’importante è non imbattersi in ciarlatani, approfittatori o truffatori che, purtroppo, si trovano dappertutto. Ricordarsi di una cosa importante: dall’Italia arrivano non soltanto pensionati e gente per bene, ma anche tutto un mondo che, come da noi, cerca di trovare l’ingenuo di turno per fregargli qualche anno di risparmi. Attenti quindi! 

Per ultimo, vorrei ricordare che in Bulgaria opera il Patronato ENASC (unico Patronato in tutta la Bulgaria), che si trova a Pazardjik ma opera telematicamente su tutto il territorio, che assiste - nei rapporti con l’INPS - tutti i pensionati italiani residenti e anche i bulgari che hanno lavorato in Italia (pratiche di red est, cambio ufficio pagatore, Asl, reversibilità, detassazione, ecc.). Contattare e consultare il Patronato non costa nulla, ma può essere molto utile per sapere esattamente cosa fare e cosa non fare, avere consigli e soprattutto evitare di imbattersi in personaggi equivoci. Troverete indirizzo, e-mail e telefono nella pagina Facebook “Patronato Enasc Bulgaria”. 






martedì 3 luglio 2018

Una vacanza a Pazardjik

Ci conoscevamo da 35 anni ma da 25 ci eravamo persi di vista. Succede nella vita di ognuno di noi di prendere un percorso dissimile da quello di un amico o di un’amica, ed è stato così che le nostre strade si sono divise e non ci siamo più incontrati. Poi un giorno, inaspettatamente, ci siamo ritrovati su un “social” e abbiamo ripercorso insieme quei 25 anni che mancavano alla nostra vecchia amicizia.
Quante cose possono accadere in un quarto di secolo! E noi, poco alla volta, ce le siamo ripassate tutte. Periodi e momenti felici della nostra vita e periodi e momenti tristi o addirittura tragici, decisioni che hanno cambiato il nostro quotidiano e hanno sballottato le nostre vite in esperienze impreviste e imprevedibili, partendo da Roma per poi attraversare varie città italiane, Stati Uniti e Bulgaria.
Venne spontaneo il mio invito a trascorrere una vacanza di un mese a Pazardjik, mia ospite in una casa che per me era diventata troppo grande e soprattutto troppo muta. In 30 giorni avremmo potuto fare qualche gita, per farle conoscere quel che di bello si trova anche in Bulgaria, con il tempo necessario al ripasso e alle novità che ci saremmo scambiati in quei venticinque anni di non frequentazione, quando ancora eravamo lei giovane e io quasi.
Il 4 maggio, giorno del suo compleanno, attendo a Sofia l’arrivo del suo aereo. Cerco di immaginare quanto fossimo cambiati dopo tanti anni, io passato dalla taglia 48 alla 56, capelli radi e molte rughe… ma lei? come sarà oggi? l’ho lasciata molto bella con una linea perfetta, speriamo bene! Poi dalla porta scorrevole, insieme ad altri passeggeri, la riconosco… affannata e bianca in viso, con un trolley e un valigione pesantissimo. Sta male, penso sia stato il viaggio. Dopo i convenevoli, si sale in macchina e si parte per Pazardjik. Durante il viaggio si riprende un po’ e tutto sembra passato, domani ritornerà in ottima forma… almeno, così pensavo…
Il mattino seguente busso alla sua camera e sento una vocina… entro, rannicchiata sotto tre coperte vedo solo i capelli, febbre a 39 e tanto tanto freddo. Il medico che la visita la fa ricoverare in ospedale per una bella polmonite, qui vi resterà per undici giorni, fin quando il peggio sarà passato e potrà continuare a curarsi, molto più confortevolmente, a casa. Ecco, in sintesi, la vacanza della mia amica a Pazardjik. I giorni successivi trascorsi a casa o quasi per recuperare le forze, il tempo per una gita-ringraziamento al monastero Hristova Gorà, dove viene conservato un pezzetto di legno della croce di Cristo, una gita fuggevole a Plovdiv sotto la pioggia e poi il 3 giugno partenza per Roma. Mentre ci salutiamo mi dà un foglio di carta, dicendomi: “Ho voluto scrivere l’esperienza vissuta in ospedale, se vuoi un giorno puoi pubblicarla sul tuo blog. In ogni caso ringrazio di cuore i medici che mi hanno avuto in cura, sono stati bravi”.
Oggi che tutto è finito nel migliore dei modi voglio accontentarla e  di seguito ne riporto il testo. Penso sia per lei un ricordo indelebile della sua vacanza a Pazardjik.

""""" Questa è la storia-favola del mio passaggio nel Grande Ospedale di Pazardzik.
Mi hanno appesa all'albero delle flebo e c'erano fate buone e fate nere come la pece, vestite di bianco per confondersi con quelle buone, ma si vedeva da lontano la loro oscura ombra...
Poi c'era anche qualche mago di passaggio con occhi scrutatori da uccello di preda, io ero nelle loro mani con tutta me stessa, fatta a pezzi da una grave malattia e loro, con le conoscenze che avevano, provavano a mettere i miei pezzi insieme e riportarmi nel mondo umano, come avrebbe fatto Orfeo con Euridice... dalla quasi morte alla vita!
Una notte di pioggia e fulmini e tuoni ho visto dalla finestra, respirando l'aria benefica della tempesta, lo Spirito del parco che circondava l'ospedale... mi sembrò un samurai gigante con armatura verde blu. Gli chiesi di darmi forza e speranza, di tenere il male lontano da me con la sua potenza, e pensai dentro di me che l'avrebbe fatto: era Il Signore del luogo e nessun altro!
Come Euridice, ero ancora nell'Ade e non sapevo quando avrei visto la luce. Dormivo molto e sognavo molto.
Sognai che nuotavo in una piscina piena d'acqua azzurra che mi arrivava fino al naso e davanti a me c'era una scatola con del fango nero e mi dicevo di non agitare l'acqua, altrimenti la roba nera mi avrebbe uccisa. Mi attraeva come il canto di una sirena, ma non mi sono avvicinata...
Il sogno mi diceva che ero, come Euridice, ancora nell'Ade, senza sapere quando avrei rivisto la luce, tra la vita e la morte e la morte mi attraeva, ma qualcosa dentro mi teneva a debita distanza per salvarmi.
Dormivo molto e sognavo molto.
Ho sognato decine di ragazzi biondi con gli occhi celesti, che animavano un drago di carta giallo oro con disegni geometrici in stile cinese, un drago di dimensioni colossali appiccicato nel cielo, che mi avrebbe donato il potere dalla forza dell'acqua di cui è simbolo. E decine di ragazze bionde con lunghe trecce che masticavano chicchi di grano simbolo di rinascita, di speranza e di futuro...
E io non sarei morta, non ero più Euridice, ero me stessa che uscivo con la forza del drago dorato e dei chicchi di grano dalla valle della non vita, adagio, con le braccia ancora attaccate all'albero delle flebo...
Un bel giorno, mi hanno staccato da quell'albero e mi hanno detto: vai nel parco, c'è un sole dolce e piacevole. Io andai e cercai lo Spirito del parco, quel gigante samurai con l'armatura verde blu, ma non c'era più, al suo posto c’era un platano con un tronco grosso circondato da platani giovani e ignoranti. Ho ringraziato lo Spirito del luogo, ho ringraziato il sole e tutto ciò si chiama vita!
Ero tornata!!!  """""  (D. C.)


martedì 26 giugno 2018

Alfa e Omega Italia-Bulgaria

Non trovo più il tempo per scrivere come alcuni anni fa. Il Patronato, ormai, occupa quasi tutto il mio tempo libero, anche se per me è motivo di evasione, di nuove conoscenze e di solidarietà verso i connazionali e i bulgari che vivono di Inps. Eppure sarebbero tante le questioni e i problemi di cui occuparsi e da affrontare, ma i mezzi di comunicazione moderni ci aggiornano in tempo reale su quello che avviene nel mondo e soprattutto, per quello che a noi più interessa, su quello che succede in Italia. Tralasciando, quindi, questi argomenti, vorrei fare alcune considerazioni su uno, in particolare, che purtroppo diventa sempre più d’attualità tra la comunità italiana in Bulgaria. 

Sono trascorsi dodici anni da quando ho scoperto questa terra, per me benedetta, dove ho potuto ricominciare una vita alla quale, in Italia, mai avrei potuto aspirare, fatta di serenità, dignità e decoro cui ognuno di noi ha diritto quando si va in pensione. Ricordo quegli anni, io e pochi altri, vedendomi come nei vecchi film western americani, pionieri alla ricerca di nuove terre per migliorare il loro stato sociale. E così, effettivamente, ci sentivamo. Eravamo un corpo estraneo in un tessuto sociale che non era il nostro, costretti ad affrontare le novità che giornalmente si presentavano, soprattutto la lingua, ma intenzionati fermamente a restare sul territorio che avrebbe potuto ridarci quella tranquillità mentale ed economica che l’Italia non poteva più offrirci. 

Potevamo contarci sulle dita di una mano, ma improvvisamente - magia della comunicazione – un servizio di Rai1 sui pensionati che fuggivano dall’Italia, ha dato la stura a tanti altri servizi televisivi su tutte le reti Rai e Mediaset, ad articoli su quotidiani e riviste, su internet e su programmi Rai di approfondimento. Eravamo diventati un fenomeno mediatico che da allora non si è più arrestato: mail, skype, telefono hanno iniziato a tempestarci per avere notizie su questo Paese per tanti fino allora sconosciuto o quasi. Sono passati sei anni da allora e moltissimi dei nostri connazionali hanno deciso, anche loro, di rifarsi una vita in terra bulgara. Il numero di pensionati è aumentato in modo esponenziale, molti di questi con moglie italiana o bulgara al seguito, e anche soli o accompagnati. La nostra età, purtroppo, generalmente va dai sessanta in su, per cui il motore vecchio ha bisogno sempre più frequentemente del meccanico… purtroppo, qualche volta va in rottamazione perché fuso. 

Qui finisce il mio preambolo e iniziano le considerazioni. 

La prima è quella che oggi sentiamo sempre più spesso, purtroppo, di qualche connazionale passato a miglior vita. Il Padreterno non fa distinzioni, per cui a piangere sono sia vedovi che vedove che vivono qui, o figli o nipoti che vivono in Italia. Ormai siamo una folta comunità e molti di noi finiscono o finiranno in Bulgaria il loro percorso terreno, per cui ritengo doveroso e inderogabile che ognuno di noi, io per primo, decida e manifesti le proprie intenzioni quando ancora sta in salute. Lo dico con l’animo di un incallito ottimista, con il sorriso sulla bocca, perché è già tragico il momento del trapasso, non rendiamolo ancor peggiore per quelli che restano. 

La seconda considerazione è appendice della prima. Ci troviamo tutti in una terra che, anche se ci ha accolto a braccia aperte, non è la nostra, per cui abbiamo il dovere di esprimere la nostra volontà su cosa fare delle nostre spoglie se il Padreterno ci chiama a sé: essere seppelliti o cremati, se vogliamo restare in Bulgaria o essere portati in Italia. 

Terza considerazione, che è soprattutto un suggerimento. Con il connazionale, che nel tempo, forse, diventa pure un amico, abbiamo occasione di vederci anche giornalmente, forse mangiamo spesso insieme o sempre insieme facciamo la spesa o una gita, ma di lui capita che alla fine non sappiamo niente, come non ci conoscessimo, non sappiamo se ha dei figli o fratelli o sorelle. Se il soggetto vive solo e dovesse essere chiamato alla vita eterna, cosa facciamo? Siamo in grado di avvisare qualche parente o un amico in Italia per comunicargli la notizia? Come ci comportiamo per organizzare il funerale, chi pensa alle spese? A questo proposito, ognuno di noi ha un conto corrente in banca dove arriva la pensione, forse anche con dei risparmi per affrontare eventualità negative. Sapete che se ognuno di noi, giustamente, tiene segreto il suo pin di bancomat, quei soldi resteranno in banca forse anche per anni? Consiglierei, quindi, i connazionali, di fare in modo che qualcuno ne sia a conoscenza, quanto meno per poter affrontare le spese funerarie, che in verità – rispetto a quelle italiane – sono molto ma molto più modeste, per cui cinicamente mi viene da affermare che, nella tragedia, qualcosa di positivo resta: morire in Bulgaria conviene. 

Parlare di queste cose ci fa toccare i “gabbasisi”, ma è meglio decidere prima sull’argomento e non quando le cose, talvolta improvvisamente, accadono. Tanti di noi hanno una moglie o una compagna alla quale spetterà affrontare la situazione, ma tanti altri arrivano soli e soli affrontano il loro percorso di vita; mi rivolgo soprattutto a questi, perché diano a qualche altro connazionale un'informazione o un numero di telefono, se dovesse succedere l’irreparabile. E’ vero che l’Ambasciata, teoricamente, dovrebbe avere la possibilità di avvisare qualche parente in Italia, e questo già fa perdere molto tempo, ma se anche questa non fosse in grado di avvisare qualcuno, è come se quell’essere umano fosse stato destinato all’oblìo già da vivo. 

Chiedo venia a chi mi legge, per la delicata questione affrontata. Tutti noi ci auguriamo di vivere il più a lungo possibile, ma sappiamo anche che quando arriva l’ora siamo fragili e indifesi contro il corso della natura. Avendo avuto notizia dell’ennesimo decesso di un connazionale, mi sono deciso a pubblicare questo post, proprio per aprire una finestra sul tema. 

Estote parati, recita una frase del Vangelo: Siate pronti. Se lo saremo, eviteremo a chi resta, l’aggravio di problemi resi già tragici dall’evento. 

Lunga e Buona Vita a tutti. 





sabato 31 marzo 2018

BUONA PASQUA con il “Certificato di esistenza in vita”

Anche questa volta si ricade nello stesso incubo. In data 28 febbraio il Patronato Enasc ha contattato Citi per sapere quando sarebbe arrivato in Bulgaria il certificato di esistenza in vita sia per i residenti italiani pensionati dell’Inps, così come per i bulgari e bulgare che hanno lavorato in Italia e che riscuotono una pensione dall’Inps. Nello stesso giorno Citi ci risponde che l’Inps non ha ancora dato il via alla campagna 2018, consigliandoci di consultare giornalmente il sito www.inps.citi.com per avere notizia dell’inizio della campagna. 

Fino a questo momento, sul sito non c’è alcuna comunicazione che riguarda questo benedetto certificato. In cambio, però, solo nella giornata di ieri venerdì 30 marzo, sono arrivati in Patronato due pensionati, uno italiano e uno bulgaro, che hanno ricevuto il certificato, poi ne è arrivato un altro e un altro ancora ci ha telefonato comunicandoci che anche a lui era arrivato il certificato. 

E fin qui tutto bene, potremmo dire. I certificati arrivano, anche se sul sito ancora non c’è alcuna notizia al riguardo. Ma come al solito, giusto come una ciliegina sulla torta, anche quest’anno Citi non vuole smentirsi. Nel pomeriggio arriva il postino e ci consegna due lettere contenenti i certificati di esistenza in vita di due pensionati, uno italiano e l’altra bulgara, indirizzati alla nostra sede. Non sappiamo se ne arriveranno ancora, restiamo in attesa. 

Ci attanaglia un dubbio tremendo: o questi non hanno l’indirizzo dei pensionati in questione o sono degli idioti. E come al solito, il cetriolo tocca sempre al pensionato. Noi stiamo provvedendo ad avvisare i nostri due assistiti, nella speranza che non ci arrivino altre lettere da smistare ad altri pensionati, che ne attendono - preoccupatissimi – l’arrivo. Certamente, se il buongiorno si vede dal mattino, come al solito, anche questa volta dovrebbe piovere a dirotto. 

Non vogliamo dare alcuna colpa diretta all’Inps, naturalmente, perché questa mansione la deve svolgere Citi; possiamo però dire all’Istituto di rampognare la banca appaltatrice, perché questa ha il dovere di comunicare la notizia e quello, soprattutto, di spedire le lettere ai diretti interessati, perché se costoro non ricevono la posta e non certificano che sono ancora vivi, la pensione viene subito sospesa e per riprendere i propri soldi passeranno mesi. 

Buona Pasqua a tutti, pensionati e non, italiani e bulgari.