Anche quest’anno sembra finita, sempre che non ci siano
colpi di coda che allunghino l’agonia di una stagione, quella comunemente
denominata estate, che non sappiamo più come chiamarla. Se sfogliamo qualche
enciclopedia o andiamo su internet, leggeremo che il clima della Bulgaria è
“continentale”. Una volta, probabilmente, doveva essere così. Ma da alcuni
anni, e in particolare il 2014, abbiamo assistito – sia in Bulgaria che in
quasi tutta l’Europa – a un cambiamento climatico preoccupante. Le piogge di
una volta oggi sono diventati temporali, tempeste, bombe d’acqua, trombe
d’aria, in un miscuglio di forze che al loro passaggio sconvolgono il
territorio con un alto contributo anche in vite umane. Restiamo in attesa di
cosa ci riserveranno ottobre e novembre, mesi che una volta ci portavano
gradatamente ai freddi invernali.
I tre giorni di Plus Festival, tra piazza della Torta il
giorno e il Parco Ostrova la sera, hanno chiuso le manifestazioni estive di
intrattenimento e anche gli ultimi girovaghi curiosi si apprestano a rientrare
in Italia. Quest’anno è stato un andirivieni continuo di connazionali che
vogliono trasferirsi in Bulgaria. Difficile dire quanti sono partiti
dall’Italia per abbinare il dilettevole e soprattutto l’utile, intendendo per
utile la perlustrazione del territorio, la visita delle città, i posti più
conformi alle proprie abitudini, le notizie e le informazioni per un
cambiamento di vita meno traumatico possibile. Qui a Pazardjik ne sono
approdati molti, cosa che per un verso o per l’altro, mi ha allontanato dalle
vecchie occupazioni televisione e computer, tuffandomi – volente o nolente – in
una vita dinamica dalla quale mi ero allontanato da tempo. Questo avrebbe
dovuto farmi perdere qualcuno dei tanti chili in più accumulati nel tempo, ma
il nostro costume primario è quello di risolvere e discutere i problemi con i
piedi sotto il tavolo, per cui mi ritrovo ulteriormente appesantito, anche
perché il minimo che si possa fare è far conoscere ai nuovi arrivati la cucina
bulgara e i relativi prezzi. Bisogna peraltro dire che quasi tutti sono rimasti
piacevolmente sorpresi per la cucina ma soprattutto per il conto finale. Prima
che il tempo dia inizio alla stagione invernale ne arriveranno ancora altri, ma
per quest’anno ormai l’affluenza va scemando.
Sono trascorsi ormai più di otto anni dal giorno in cui
arrivai in questa città, che allora – sinceramente – lasciava molto a
desiderare da tutti i punti di vista, ma che a me piacque subito perché immersa
nel verde, tranquilla e quasi sonnolenta: era quello che cercavo e che mi
riportò indietro agli anni sereni della gioventù. Oggi Pazardjik si è
trasformata in una città con strutture e innovazioni che l’hanno resa moderna
nell’aspetto esteriore, ma ancora tranquilla e vivibile nella realtà
quotidiana. Molte volte ho parlato di sanità, sempre in modo positivo, dovendo
doverosamente dire, però, che il riferimento è sempre stato soprattutto a
Pazardjik, dove si possono fare delle analisi, delle visite o delle
radiografie nella mattinata e avere le risposte nel pomeriggio, cosa che non
può avvenire nelle grandi città, dove i tempi si allungano anche se non
raggiungono mai quelli biblici dell’Italia.
Oggi siamo diventati una piccola comunità, sparsa anche nei dintorni
della città, cosa impensabile per me quando sono arrivato qui. Ma il web e il tam
tam dei servizi televisivi sulla Bulgaria è riuscito prima a incuriosire e poi
a far esplodere l’interesse per questa Nazione che, a due passi dall’Italia, in
piena Europa, ci dà la possibilità di vivere dignitosamente gli anni della
nostra vecchiaia anche con una piccola pensione.
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