Giornalmente
siamo messi alla prova, in questa nostra società ormai multietnica, se davvero
siamo un popolo che sappia accogliere le diversità del mondo. Sì, perché
viviamo e camminiamo sulla lama di un rasoio. Bisogna stare attenti, in qualsiasi
momento, al modo in cui ci esprimiamo, al tono di voce che usiamo, al viso che facciamo, se ci capita di dover parlare con un povero cristo che abbia il
colore diverso dal nostro. Perché? Perché se il povero cristo appartiene alla
nostra razza possiamo anche trattarlo a calci in bocca e tutto finisce lì, ma
se per caso fosse nero, rom o giù di lì allora bisogna subito usare i guanti
gialli e dialogare con costui con un sorriso a trentadue denti, altrimenti sei
un razzista della peggiore specie. E in una società ormai di larghe intese,
buonista, caritatevole, socialista, europea, accogliente come la nostra, il
razzismo è il peggiore dei crimini. Anzi il razzismo, e adesso la clandestinità.
Ecco perché in
questa ossessione notturna, ho sognato che Balotelli e la Kyenge fossero
diventati completamente bianchi, e pure biondi.
E allora al
Balotelli uomo bianco e pure biondo posso dire con molta sincerità che è uno
stronzo, un cafone, un viziato, un maleducato che mi sta sulle palle, pur
ammirandolo ed apprezzandolo come giocatore di calcio e sperando che i suoi gol
ci portino alla finale dei mondiali in Brasile. Sì, ecco, solo così posso
sfogare tutta la mia rabbia per le negatività di questo ragazzo, baciato
dall’amore e dalla fortuna, che non riesce a convivere con i suoi simili, che
deve trovare ovunque materia e occasione, sia in campo che fuori, per far
conoscere tutto il deteriore che c’è in lui. E non posso più vedere quel povero
Prandelli, che lo manderebbe volentieri al paese di Alberto Sordi, difenderlo
sempre e comunque, sia perché è un valore come atleta, ma soprattutto perché
rimproverandolo passerebbe per l’uomo cattivo che dà addosso al povero negro. Così che, al cafone che non riesce a convivere
civilmente con i propri simili che siamo noi, dico chiaramente e sinceramente
di tornare a vivere nella foresta da dove è arrivato, perché quello è l’unico
posto che gli si addice. Ecco, adesso sono razzista, anche se sei diventato bianco.
Bianco ma sempre stronzo, di rispetto naturalmente.
Per quest’altra
poveraccia che risponde al nome di Kyenge - che si è vista addirittura
scaraventata a fare il ministro, come i dilettanti allo sbaraglio, per il
colore della sua pelle, perché i democratici ex democristiani, ex comunisti ed
ex tutto devono razzolare voti - per questa poveraccia, dicevo, che sia nera o
che sia diventata bianca, provo tanta simpatia. Non per quello che fa o che
vorrebbe fare, perché alla fine non le fanno far niente, ma perché pensa di
poter cambiare qualcosa o qualche legge in Italia. Non ha capito che sta lì da
paravento e contenitore di voti per Letta. La Bossi-Fini, l’integrazione, le
case popolari agli immigrati, l’accoglienza ai poveri dannati e disperati che
arrivano dall’altra sponda. Declinaaaa… Declina l’incarico e di’ a Letta che tu
sei un medico e non un politico, poi vai a casa, prendi le valigie e prendi il
primo volo per il Congo. Se vuoi veramente bene a questa gente, alla tua gente,
il giorno dopo inizia a visitarla e curarla tu, anche insieme ai nostri medici,
ma che almeno vedano che anche da neri si può essere utili alla collettività.
So che non
seguirai questo consiglio, perché è il più semplice per arrivare a far qualcosa
di buono per il prossimo. Ormai hai assaggiato il dolce e ti hanno fatto
osservare le stanze vuote del potere, devi provare adesso o mai più. Peccato.
Non conosci i politici, e meno ancora i tuoi compagni di partito. Avrei voluto
anche offenderti o mandarti degli improperi per le cazzate che spari. Mentre
scrivevo ci ho ripensato. Non ne vale la pena. L’indifferenza è la miglior
cosa.
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