Il 31 luglio
l’amico Adalberto, che abita a Plovdiv,
mi manda un messaggio: “Domani mattina andiamo ad accompagnare Laura in
aeroporto e al ritorno, verso le 10, passiamo da te”. Il giorno dopo alle ore
10, altro messaggio di Adalberto: “Ci vediamo verso le 11, l’aereo ritarda la
partenza”. Poi alle 12, infine alle 13, e finalmente alle 13.20 arrivano a casa
nostra Adalberto e Milena, ancora super agitati.
“Cosa è
successo?”.
“Cose turche,
caro Totò, altro che bulgare… Siamo svegli da questa notte alle tre per
accompagnare Laura e un’amichetta sua, Petia, all’aeroporto di Sofia, perché
alle 7,30 sarebbe partito per Roma l’aereo della Bulgaria Air. A Roma, ad attenderle già dalle 7,30, per via del fuso orario
differente, c’è il padre di Laura che dovrebbe accogliere le ragazze e portarle
a casa sua, a Napoli”.
Laura è una
ragazzina di 14 anni figlia di Milena, compagna di Adal, e l’amica Petia di 16
le fa compagnia. Le ragazze sono emozionatissime, in particolare Petia, che
affronta il battesimo dell’aria. Questo evento, unito alla vacanza in Italia,
le rende particolarmente allegre e nello stesso tempo elettriche, né alla loro
età ci si potrebbe aspettare di meno.
“Alle 6,30 i
passeggeri sono già tutti imbarcati, ma alle 7,30 viene annunciato un ritardo
di un’ora per motivi tecnici, per cui siamo costretti ad aspettare ansiosi
ulteriori eventi. Poco prima delle 8,30, ma solo per curiosità, guardiamo
l’orario di partenza sul tabellone luminoso e troviamo cambiato l’orario alle
9,30… così pure alle 10,30, finché hanno fatto scendere tutti i passeggeri.
“Puoi
immaginare, caro Totò, il casino che si è venuto a creare in aeroporto, con
gente che non sapeva cosa fare e dove andare, alla ricerca dei bagagli anch’essi
scaricati, pensando anche ai parenti in attesa a Roma. Finalmente dividono i
passeggeri in due gruppi e il gruppo con Laura e l’amica lo imbarcano su un
aereo della Austrian Airlines che sarebbe partito alle 11,30 per Vienna e da lì
per Roma. Abbiamo aspettato che l’aereo partisse e finalmente siamo andati via
anche noi. Ed eccoci qui, stanchi, assetati ed affamati, per non parlare di
sonno”.
“Ok, è stata
una giornata storta, mi dispiace, ma adesso finalmente è finito tutto… se volete
possiamo metterci a tavola, anche per dimenticare. Anche noi abbiamo avuto un
ritardo perché Angelo doveva portarci due chili di porcini e invece li porta
stasera, mi dispiace per voi, ci dovremo accontentare di un pranzo più
parsimonioso…”.
“Va bene
ugualmente, – dice Adal – l’importante è che questa giornataccia sia finita, è
stata un incubo”.
Ci mettiamo a
tavola e Renata, dopo cinque minuti, si presenta con una pentola di farfalle al
sugo, iniziando a riempire i piatti. Il sapore e il gusto della pasta sono
sciupati da una telefonata che arriva a Milena alle 13.45. E’ Laura. La
giornataccia non è affatto finita…
“Mamma, siamo
arrivati a Vienna, ma l’aereo per Roma è già partito. Dobbiamo aspettare un
aereo della Lufthansa che alle 15.10 ci porta da Vienna a Monaco. Poi a Monaco dovremmo
trovare un altro aereo che parte alle 16.50 e alle 18.35 saremo a Roma. Stiamo
bene, stai tranquilla”. Intelligentemente ha voluto rassicurare la mamma, ma cerco di presumere l'agitazione interiore di due ragazzine sballottate in posti che non avrebbero immaginato neanche nei sogni.
Tranquillità?
Immaginate una madre che ha una figlia di 14 anni, - che dopo un’ora e mezza
doveva stare a Roma abbracciata dal padre – e che invece fa il giro degli
aeroporti d’Europa insieme a un’amica di 16 anni che per la prima volta si
trova a viaggiare? In un’ora sono state fatte decine di telefonate tra genitori
quasi in preda al panico in Bulgaria, al padre in attesa a Fiumicino dalla
mattina, in Germania ad amici che per ogni eventualità potessero aiutarle, con telefonini che si scaricavano sia di
batteria che di moneta. Il pranzo finisce tra una nervosa risata liberatoria,
un’imprecazione a occhi lucidi e la speranza che tutto finisca bene. Dopo una
breve chiacchierata su quello che sta succedendo, i miei amici decidono di
rientrare a Plovdiv da dove avrebbero potuto gestire meglio qualsiasi altra
eventualità.
In serata
Adalberto mi telefona dicendomi che tutto si è risolto bene e che alle 19 le
ragazzine sono arrivate a Roma dove avrebbero proseguito per Napoli insieme al
padre di Laura. Arrivo previsto ore 21.30. Niente male, come tempi, per un
viaggio aereo.
Alla luce di
quanto è successo in questo viaggio, mi sorge spontanea la domanda: ma i danni
chi li paga? Oppure bisogna ringraziare la Provvidenza di essere arrivati un
po’ tardi, ma sani?
non meravigliarti, sono cose normali per una compagnia bulgara............
RispondiEliminaa me è capitata una cosa non piacevole con alitalia anche se è una compagnia italiana
RispondiEliminaRagazzi non tocchiamo il tasto delle compagnie aeree italia - bulgaria prezzi altissimi servizi da terzo mondo e orari impossibili poi sofia unico aereoporto in bulgaria non è terzo mondo nemmeno quarto è un mondo a se..............
RispondiElimina