Si dice che gli
anni bisestili siano i peggiori e che tutto ci può accadere. Sacrosanta verità.
Ci siamo salvati dalla fine del mondo predetta dai Maya, ma non era questo
l’incubo. Ciò che abbiamo visto e subito quest’anno, a livello economico,
politico e sociale, in Italia, ci ha trascinato a un passo dal baratro. Parlo, naturalmente, della gente comune,
parlo del ceto medio che è scomparso, dei poveri sempre più poveri e dei ricchi
sempre più ricchi. Parlo di gente che impunemente si appropria del denaro che
dovrebbe essere speso a favore della collettività, parlo di banche e tasse che
strozzano i cittadini e la nostra economia, in nome e per conto di un’Europa
che pur avendo nel programma l’unione tra i popoli, non sentiamo nostra perché
la vediamo nemica, programmata “tecnicamente” nel tutti contro tutti invece che
nel tutti per uno e uno per tutti.
Con il 2013 la
politica riavrà pieno titolo a governare. Non so quanti italiani credano ancora
in questi politici. Siamo tutti in attesa di vedere facce nuove, programmi
economici e sociali che possano concludersi nell’interesse dei cittadini, imprese
che riprendano a produrre, operai che ritornino al lavoro, e soprattutto che ai
giovani sia data l’opportunità di mostrare quanto valgono.
Dovremo ancora
dare credito alla politica? Purtroppo sì, perché è l’unica in grado di tirarci
fuori dalle paludi in cui stiamo sprofondando. Ma stiamo attenti e stiamo con
il fiato sul collo di questi politici che si accingeranno a governare, di
qualunque colore siano. Oggi non esistono più colori, valori, ideali, ce lo
hanno ampiamente dimostrato tutti. Abbiamo bisogno di gente onesta, seria e
capace che ci riporti ai livelli che meritano il nostro ingegno, la nostra
operosità e le nostre possibilità. Se la prossima classe dirigente sarà
all’altezza del compito che gli italiani le affideranno, torneremo a quel
benessere che da troppi anni ci è stato rubato; se così non fosse arriveremo
alle sommosse popolari prima, e alla rivoluzione poi. Spagnoli e greci stanno
facendo le prime prove, noi li seguiremo, alla faccia dell’Europa Unita.
Un sincero
“Bentornati” ai nostri due marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, né
eroi né valorosi, ma semplicemente due uomini, due onesti servitori della
Patria, costretti dalla dabbenaggine del comandante della “Enrica Lexie”, a
subire un’ingiusta detenzione in India. Per loro non sono ancora finite le
sofferenze e vicissitudini legate al loro lavoro, ma saranno certamente
all’altezza di onorare l’Italia e la Marina a cui appartengono. A voi, figli
d’Italia ma non di questa Europa Unita, l’augurio di Buone Feste con le vostre
famiglie.
Aspettando con
estremo interesse l’evolversi degli intrecci politici e le prossime elezioni,
auguro agli amici lettori, agli italiani in Italia e agli italiani emigrati
all’estero, agli uomini di buona volontà, un Buon Natale, con l’auspicio che
l’Anno Nuovo porti quel barlume in fondo al tunnel, che non sia un treno ma uno
spiraglio di speranza.
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