Ieri 30 agosto ho
visto in televisione un servizio di Rai1, presentato dall’ottimo Gerardo Greco,
sui pensionati all’estero. Ospiti Antonio Mastrapasqua, anche presidente
dell’Inps (“anche” perché, oltre ad avere questo incarico, glie ne sono stati
conferiti altri 24), il giornalista Roberto Gervaso, il giornalista Beppe
Bonazzoli da Phuket, un editore del quale non ricordo il nome, e un
collegamento Skype anch'esso dalla Thailandia.
Il servizio era
incentrato sul fenomeno della migrazione dei pensionati italiani verso Paesi
esteri. Il presidente dell’Inps Mastrapasqua confermava la notizia che
attualmente l’Istituto spedisce la pensione all’estero a circa mezzo milione di
pensionati. Mi è sembrata fuori luogo la presenza di Roberto Gervaso –
giornalista, tra l’altro, che ho sempre seguito con interesse per la sua
dialettica arguta – che decantava le bellezze dell’Italia, e la sua netta
ritrosia a trasferirsi all’estero, facendoci sapere che non è mai andato a
vedere l’appartamento che la moglie ha comprato a Miami. Mi permetto far notare
al simpatico Gervaso che i pensionati italiani che si trasferiscono all’estero,
amano l’Italia almeno quanto l’ama lui, e se poi questi decidono di
trasferirvisi, dieci volte su dieci partono verso regioni del mondo dove il
costo della vita permetterà loro di vivere dignitosamente. Se anch’io avessi
avuto, come lui, un appartamento accanto al Colosseo e una pensione non certo
di mille euro, non sarebbe presunzione dire che mai sarei venuto a vivere in
Bulgaria, e gli amici bulgari non me ne vogliano.
Beppe Bonazzoli,
invece, è il giornalista che, una volta in pensione, ha pensato bene di
abbandonare la vita stressante di una società stretta nella morsa del
malessere, per riposare corpo e mente in un paradiso tropicale. Ha tutta la mia
ammirazione. Ha scritto anche un libro, Fuga
per la vita, un misto di autobiografia e di reportage, che descrive la vita
di un anziano professionista che abbandona lo stress, gli amici, gli affetti,
l’Italia, per godersi il resto della vita al tepore dei Tropici. Anche lui,
come me, invita gli italiani che ne hanno il coraggio, a fare il grande passo:
emigrare per ricominciare a vivere con la V maiuscola.
L’editore del
quale non ricordo il nome, anziano anche lui, ha trovato il modo di
ringiovanire e dare un senso alla sua vita, trascorrendo – a seconda della
temperatura e delle piogge – sei mesi in Italia e sei mesi a Malindi, in Kenya.
Il servizio di
Uno Mattina l’avrei trovato molto più utile se, pur raccontandoci le storie di
Bonazzoli, dell’editore e del signore in
collegamento Skype dalla Thailandia, ci avesse presentato qualche altra storia un
po’ più prosaica, di pensionati emigranti, la vita e le storie, in pratica, dei
pensionati da soli mille euro e anche meno, che vivono una comunissima vita, ma
sempre decorosa e dignitosa, anche in altre nazioni che non sono quegli
immaginari paradisi terrestri che ogni volta ci propinano.
Io continuo a
tifare per la Bulgaria perché – pur lontano dallo stress e dai costi italiani –
vivo sempre in Europa a un’ora e mezza di aereo dall’Italia con meno di cento
euro, godendo di tutte le cose buone che questa nazione può offrire, senza
subire gli eventuali traumi di culture tradizioni e cucina troppo diverse dalle
nostre, perché alla nostra età diventa poi sempre più difficile assorbirle e
integrarvisi, per non parlare poi, sempre per rimanere con i piedi per terra,
di eventuali cure sanitarie che malauguratamente dovessero servire.
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