“”Morte della badante bulgara: quattro indagati per malasanità
E' ancora giallo
sulla morte della badante bulgara Emilia Mihaylona. La donna è deceduta lo
scorso 30 agosto presso l'Ospedale Garibaldi per " sopraggiunti
problemi respiratori".
La Procura
della Repubblica di Catania ha aperto un'inchiesta che ha già portato
alll'individuazione di quattro indagati tra il personale medico dei due presidi
ospedalieri interessati, ovvero il Ss. Salvatore di Paternò e il Garibaldi
centro di Catania.
Emilia
Mihaylona, mentre si trovava in Bulgaria - nei primi giorni di agosto - ha
avuto un incidente stradale. I primi fastidi, però, li ha avvertiti al suo
ritorno a Catania. La donna, così, aveva deciso di recarsi prima al Pronto
Soccorso del Garibaldi e poi all'Ospedale di Paterno.
La
donna, nonostante i forti dolori accusati, è stata dimessa da entrambi i
nosocomi. Dopo pochi giorni, è morta. A seguito del decesso, la cugina della
vittima ha presentato una denuncia.”” (Catania Today del 5
settembre 2012).
Dover morire succede prima o poi a tutti e in
qualsiasi luogo. Ma morire perché dei presunti medici hanno preso la laurea per
un cesto di limoni, è veramente terribile e vergognoso. Mi soffermo su questo
nuovo caso perché riguarda una cittadina bulgara che lavorava in Italia, e
specificamente in Sicilia, la mia terra. Mi tocca particolarmente perché,
risiedendo da sei anni in Bulgaria, mi sono trovato a dover ricorrere alle
cure della sanità bulgara. Avevo mille timori per la mia vita, che sono stati
spazzati via da due anni di cure specialistiche accurate e non esito a dire
anche premurose, che ancora proseguono e che forse in Italia non avrei mai
ricevuto. Non voglio lodare più di quanto sia lecito la sanità bulgara né
sputare su quella italiana, perché la malasanità è presente ovunque. La mia
vuole soltanto essere una testimonianza di buona sanità, che si trova anche in
Italia, ma che io – cittadino italiano – ho avuto la fortuna di conoscere e
trarne beneficio in terra bulgara.
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