domenica 30 gennaio 2022

LA STRANA COPPIA

Lettera al rieletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella



Mi permetta per prima cosa farle gli auguri, caro Presidente. Per la seconda volta in Italia è successo il miracolo di far risuscitare un Presidente che si apprestava a tornare alla vita di qualsiasi normale cittadino, a fare il nonno forse, a curare le piante se ne ha la passione, ad alzarsi la mattina tardi se ne ha voglia e magari bighellonare per casa come tanti di noi persone anziane.

Sono veramente contento, signor Presidente. Mi sento onorato di avere un conterraneo di tanto alto “profilo”, come si usa dire nel mondo politico; anzi il profilo più alto di tutti, perché mille e più grandi elettori non sono stati capaci di trovarne uno uguale. E poi abbiamo la stessa età, ma non mi permetterei mai paragonarmi a lei, signor Presidente, perché lei si è caricato un fardello ben più pesante del mio. Il tapino sono io che con un incarico di Patronato, pur facendo il mio lavoro per passione e per ammazzare il tempo, alla bella età di ottanta anni, spesso ho bisogno di riparazioni, come succede alle auto vecchie che spesso si bloccano e sto pensando di mettermi da parte per far largo a qualche persona più giovane.

Lei, invece, è costretto – suo malgrado, penso – a continuare a gestire una banda di incapaci che dopo una settimana ancora non trovavano un profilo abbastanza alto e, come nel gioco dell’oca, sono tornati alla casella di partenza. La sua rielezione mi ricorda quella di Oscar Luigi Scalfaro nel 1992, quando – dopo quindici scrutini - al sedicesimo, finalmente, dissero che era stato eletto un “galantuomo” (così lo appellarono allora). E allora ho pensato quanto stavamo messi male se tra più di mille grandi elettori, solo alla sedicesima chiama era stato trovato un galantuomo. Adesso è accaduto lo stesso episodio… dopo sette scrutini, dove si sono viste le proposte e i veti più demenziali, i buoi sono tornati nel recinto, pregando il padrone che andava in pensione di rimandare il meritato riposo. Lei, signor Presidente, è la persona dal profilo più alto di tutti, questo è vero e ne sono convinto.

Sapendo come i buoi fossero inquieti, aveva pensato bene di assumere quello stalliere che li ha tenuti mansueti fino adesso. Lei con quella assunzione ha fatto un capolavoro. Ricordo un film commedia degli anni sessanta intitolato “La strana coppia”, con Walter Matthau e Jack Lemmon, due amici antitetici, costretti a convivere sotto lo stesso tetto. La differenza sta nel fatto che quella era una commedia, mentre noi stiamo vivendo un tragico dramma e siamo fortunati ad avere questa strana coppia alla guida di un’Italia che – nonostante quello che dicono i buoi – sta andando a rotoli e solo uno stalliere come Draghi può rimettere in ordine questo sconquasso.

Tra pandemia e Speranza, debito pubblico, energia elettrica e gas alle stelle, disoccupazione galoppante e soldi, tanti soldi, che dovrebbero arrivare dall’Europa per il piano nazionale di ripresa e resilienza, se non ci foste voi due al comando, questi spiaggiati della politica sarebbero capaci di disperdere l’unica vera grande occasione, forse l’ultima, che abbiamo per fare quello che non si è fatto in quarant’anni.

I malevoli dicono anche che questo Parlamento ha lasciato tutto come prima, per essere sicuro che tanti suoi rappresentanti maturassero i 4 anni 6 mesi e 1 giorno e acquisire il diritto alla pensione di parlamentare, mentre milioni di poveri cristi dopo 40 anni di lavoro ancora devono subire. Ma io non credo che il motivo sia questo, non posso credere che un eletto dal popolo italiano, possa pensare prima di tutto alla sua tasca e poi al bene comune. Sarà certamente una calunnia.

Devo ringraziarla anche perché mi ha risparmiato lavoro e denaro. Infatti ero già pronto a sostituire la sua foto appesa al muro che guarda la mia scrivania. Quando è stato eletto avevo provato a chiederla alla nostra ambasciata a Sofia, ma mi hanno risposto che non ne avevano. Quindi ho dovuto scaricarla da internet e farla poi sviluppare su carta. Mi perdoni, signor Presidente, dimenticavo di dirle che sto scrivendo da Pazardjik, una graziosa città bulgara di provincia, dove ho dovuto emigrare da pensionato, primo di tanti altri, per poter trascorrere una vecchiaia decorosa e serena, ma con l'Italia sempre nel cuore.

Un consiglio, però, mi permetto di darglielo, signor Presidente. Adesso che è ritornato al Quirinale, ci stia per il tempo strettamente necessario, vale a dire fino alla scadenza della prossima legislatura, poi chiami il direttore dell’orchestra parlamentare e trovi il modo di farsi sostituire da lui. Lei potrà finalmente riposarsi e tornare tra le persone normali e lui continuerà, con la sua bacchetta, a dirigere il coro bovino. Solo così potremo un giorno sentir cantare 

Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta...


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2 commenti:

  1. Simo giunti finalmente alla dimostrazione plastica dell' impossibilità di riformare l'Italia. Quando ascolto Degregori cantare dell' Italia strappata, serie, non posso fare a meno di volgere lo sguardo sull'Aventino dove si sono rifugiati i politici. Poche palle? Poche capacità? Poche idee? Solo screzi e ripicche da bambini? Ebbene, bisogna rendersi conto che la politica italiana è tutto ciò! Più di una volta la politica ha fatto capire che il popolo non e sovrano ma schiavo usato solo per la bisogna del momento elettivo e abbiamo dimostrazione che chiunque venga eletto anche il piu infimo e ignorante e incompetente diventa di fatto, pur senza merito..onorevole, approfittatori e adagiato comodamente sullo scranno ' io so' io e voi non siete un c..o!caro Tutino,ci sarà pure Draghi, ci sarà pure Mattarella II, ma i politicanti sono sempre lì che possono ribaltare il tavolo. Spero di no,ma penso che non siamo messi bene! Un abbraccio.

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  2. Bravo Tutino ,bela lettera, ma il problema lui la leggera

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