Voglio anch’io parlare di quello che ormai è passato sotto la voce “Patriarcato” su tutti i giornali, telegiornali e programmi di approfondimento, e mettere qualche puntino sulle “i”, per specificare senza ipocrisie e dal mio punto di vista personale, perché questo fenomeno sarà difficile e quasi impossibile da estirpare. Sembra che tutti abbiano una soluzione al problema, ma questo invece di scemare si aggrava. Disagio sociale, postumi del covid, gelosia?
Ogni volta che in Italia si commette un femminicidio, dopo tutte le solite sacrosante condanne, la parola finale è sempre “mai più… mai più…”. La vicenda più eclatante è stata l’assassinio della povera Giulia Cecchettin, che ha suscitato un’eco clamorosa in tutta Italia, la commozione di un intero popolo, con fiaccolate interminabili per dire basta al femminicidio; e qui mi sembra sia stata nominata per la prima volta la famigerata parola: “patriarcato”. Anche e soprattutto da questa tragedia sono risonate assordanti e chiare le parole “mai più”.
Naturalmente anch’io mi associo a questa parola di speranza, perché fermamente convinto che non si possa assistere quotidianamente a queste mostruosità. Ma ero già convinto allora - e continuo ad esserlo oggi – che questi delitti sulle donne sarebbero continuati e continuano e continueranno. Ne sono convinto, non perché abbia la sfera di cristallo, ma perché oggettivamente non ci sono oggi le condizioni perché questo fenomeno possa essere fermato.
Per spiegarne il motivo bisogna partire da lontano, da molto lontano. Tralasciando l’antichità e il medio evo, partendo dall’Ottocento, diciamo che – eccetto rari casi – la donna è stata calcolata dall’uomo come fosse un oggetto, talvolta anche come un animale da poter asservire a proprio uso e consumo. Non è così forse? L’evoluzione della donna nella società moderna è cominciata in occidente circa 150 anni fa, in Italia ancora meno. Ricordiamoci che proprio in Italia la legge che regolava il delitto d’onore è stata abolita solo nel 1981, per cui amaramente si potrebbe dire – guardando dove oggi è arrivata la donna – che abbiamo fatto passi da gigante, perché oggi per la donna, sotto il profilo legale, si è raggiunta una tutela quasi ottimale. Ho detto quasi, perché queste donne devono ancora fare tante lotte per raggiungere la quasi parità maschile.
E adesso mettiamoci, noi uomini, nei panni di chi fino a ieri, per tradizione e per ancestrale cultura, si sentiva il gallo nel pollaio… difficile digerire la pillola… oltretutto siamo per natura gelosi, quindi portati a ritenere di nostra proprietà la moglie, la figlia, la sorella, ed eccoci arrivati alla tragedia… la moglie, la figlia non obbediscono più, vorrebbero essere libere, non essere più considerate come nostra proprietà privata e quindi il femminicidio. Molti uomini protesteranno per questa mia convinzione e forse avranno anche ragione perché, come me, con il tempo, l’età e la cultura, si sono evoluti, ma tanti sono rimasti con un cervello e una cultura ottocenteschi, che minano quanto di buono e costruttivo si sta faticosamente raggiungendo negli anni in favore delle donne.
La notizia buffa, se non fosse tragica, l’abbiamo sentita oggi 18 marzo. Un cinese a Roma che uccide la moglie anch’essa cinese, davanti alla figlia di 5 anni. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “ma adesso anche i cinesi ammazzano per gelosia? Credevo fossero immuni da questo sentimento”. Poi ho pensato che questo cinese si sia talmente integrato in questa nostra società da prenderne pure i difetti.
Dicevo all’inizio che questi delitti continueranno ancora e ancora, fin quando non si partirà dalla scuola e dalla famiglia a inculcare nei nascituri la cultura del rispetto del prossimo, e i più prossimi sono proprio la famiglia e poi a seguire tutte le altre persone, di qualsiasi razza, colore o religione. Se si seguiranno queste indicazioni seriamente, non a parole o a cartelli da mostrare nelle piazze, cominceremo tra molti anni ad avere meno femminicidi, perché nel frattempo si estingueranno i cervelli ottocenteschi e cresceranno le nuove generazioni formatesi tra scuola e famiglia. Ricordiamoci: solo Scuola e Famiglia potranno estirpare il femminicidio, perché vedremo nella donna solo una persona da amare e rispettare. Nel frattempo continueremo, purtroppo, a contare le vittime e vedere meste fiaccolate al grido di “mai più… mai più…”.