mercoledì 30 marzo 2011

Addio Bob, ultima vera bandiera biancazzurra

Oggi hai superato anche Olimpia, hai spiccato il volo più alto, quello che ti ha promosso portiere titolare del Paradiso, tornando a quel cielo biancazzurro che hai avuto sempre nel cuore.

Al "Piccolo Grande Chef" con Morrone e Cacciatori che mi abbraccia

Ricordi l'Italtypia Gamma in via Emilio Morosini a Roma? Era il 1956 e tu, già da un anno portiere della Lazio, venivi a trovare i tuoi amici milanesi Italo e Nino, nostri colleghi, che finivano il loro turno di lavoro e coi quali poi passavi la serata in qualche locale. Io ti guardavo dall'alto in basso, sia per l'altezza che per l'età e già da allora ho cominciato a condividere il mio tifo pallonaro tra il Palermo e la Lazio.
Passarono tanti anni e la comune amicizia con il gaucho Giancarlo Morrone, altro eterno laziale “dentro”, ci ha fatto incontrare di nuovo, questa volta non fuggevolmente come tanti anni prima. Oggi te ne vai con una promessa che non hai potuto mantenere. Sette mesi fa mi avevi detto che saresti venuto a trovarmi, anche perché ti sarebbe piaciuto rivedere Sofia. Pregustavo già il piacere di rivederti, chissà... forse insieme a Giancarlo (anche lui ha promesso che verrà) e al “professore” Enrico. Che bello sarebbe stato ritornare a quelle giornate e serate trascorse insieme, quelle specie di zingarate alla “Amici miei” nelle quali tu, il “decano” di tutti noi, facevi sempre la parte del leone per quello spirito, quell'ironia, quella “follia” tipica dei portieri che ti poneva sempre al centro della scena!

Uno dei tanti San Silvestro: io, Bob che mi abbraccia e il "professore" Enrico

Compagno e amico di “zingarate”
Oggi, sentendo la notizia della tua morte, sono stato veramente male. Poi ho sentito il bisogno di scrivere queste righe e solo adesso, mentre scrivo, mi sto rasserenando, anzi sto sorridendo. Tu che mi guardi da lassù, hai già capito che sorrido al pensiero dei tanti momenti passati insieme, a scompisciarci dalle risate per qualcuno dei tuoi pezzi, e forse sorridi anche tu.
Ricordo la cena del giovedì nella quale offrivi tu. Eravamo tredici e non volevi assolutamente metterti a tavola, poi finalmente abbiamo scovato un signore che mangiava da solo e lo hai invitato alla nostra tavolata, offrendo la cena anche a lui. Di questo signore, che non avevamo mai visto prima, c'è rimasto impresso solo il nome che gli hai dato: Quattordicesimo. E i dopocena ristretti al piano bar del Cave Mirabelle? Che serate! Anzi... che mattinate!
E a Fregene tutti a tavola a mangiar pesce e bere Bianco Rapitalà. Solo tu con una bottiglia di vino rosso davanti. “Bob, ma sul pesce si beve il bianco...”. E tu, romano e laziale nel cuore, ma con il tuo accento lombardo di Cusano Milanino che non hai mai perso: “Ma fatti i cazzi tuoi... a te piace il bianco? Bevi il bianco... A me piace solo rosso... sono padrone di mangiare il pesce con il rosso? Vadavialcul...”. Adesso i sommeillers dicono che con alcuni tipi di pesce va benissimo anche il rosso... avevi ragione tu, anche perché ti piaceva... Però un modo per farti incazzare lo avevamo trovato, quando, facendo riferimento al tuo paese natale ti dicevamo: “Cusano Milanino, quattro case e un trenino”.
La nostra vita, purtroppo, è fatta anche di cose serie, di lavoro, di impegni, di responsabilità, e penso che ognuno di noi, nella propria sfera sociale, ha dato più del necessario. Io però, caro Bob, voglio ricordarti così, con il tuo carattere scherzoso, faceto, ironico, nei momenti belli o spensierati della vita, i momenti che ricordiamo più volentieri, perché quelli tristi piacerebbe scordarli.

A cena con Giancarlo, ma dopo tutte quelle bottiglie un abbraccio non basta più...

Così non potrò mai dimenticare il pranzo a Castelluccio di Norcia sempre con Giancarlo Morrone, la Pirrottina e il Di Cintio e tu che, quando si avvicinano i camerieri, continui a chiamarmi Franco per via della mia somiglianza a Causio, fin quando si sparge la voce che al ristorante c'è Franco Causio. Abbiamo dovuto autografare un'infinità di cartoline di Castelluccio che ci portavano a firmare, fin quando ho cominciato a pregarti insistentemente di andarcene al più presto, perché se avessero scoperto che era tutto uno scherzo, ci avrebbero bastonati. A me di sicuro. E qualcuno aveva già qualche dubbio.
Mi sento fortunato di non essere a Roma e non poterti vedere un'ultima volta. Mi resterà nel cuore il ricordo di un amico vivo e sorridente che mi ha promesso di venire a trovarmi. Un abbraccio, Bob, dal tuo amico Causio.

venerdì 25 marzo 2011

Un italiano a Pazardjik

Piazza della Torta: lavori di pavimen-
tazione della zona pedonale
La sveglia
Alle dieci sono già in piedi, in cucina accendo il fornello con il caffè preparato la sera prima da Kocia, poi il computer, il televisore che parla solo italiano (sentire, oggi, le notizie dall'Italia è masochismo allo stato puro), siedo davanti al piccolo tavolo del tinello e preparo le solite quattro pasticche che fungono da prima colazione, le ingoio seguite da un buon bicchiere d'acqua. Renata, sul divano, dorme ancora. D'altronde, se vai a dormire alle quattro di mattina, cosa pretendi? Guardo le e-mail e mi precipito a spegnere la caffettiera, riempio due tazze e a quel punto devo scappare urgentemente al bagno con sigaretta e caffè al seguito. La sigaretta mi è stata proibita da tutti, per cui ogni volta che ne fumo una mi dico che sono una merdaccia. Esco dal bagno dopo venti minuti spesi bene.
“Kociaaa... dài, svegliati, prendi il caffè, Kooociaaa...”. Due occhi piccoli piccoli mi guardano.
“Che ore sono?”. “Le dieci e mezza”. “Così presto? perché?”. “Non ricordi niente? vado a riscuotere la pensione e poi farò i soliti giri”. “Vuoi che venga anch'io?”. La guardo. Minimo un'ora prima che sia pronta... “Lascia stare, vado solo... però vado a piedi così mi sgranchisco un po'”. Alle undici sto già sotto casa. Vado a piedi anche perché si trova tutto nella zona pedonale.

I nuovi marciapiedi "europei"
Primo incontro con Pazardjik
Sono passati quasi cinque anni da quel 12 giugno del 2006 che mi vide approdare a Pazardjik. Ricordo di essermi sentito trasportato indietro nel tempo di quaranta anni circa, ma l'impatto fu estremamente positivo. Strutture, edifici, strade vecchie e malconce ma gente cordiale, accogliente, sempre calma e disposta al sorriso, semmai desiderosa di conoscere il motivo per cui un italiano decide di trasferirsi a vivere in Bulgaria.
In dieci minuti arrivo già alla zona pedonale e dopo altri cinque sono in pieno centro, in piazza della Torta o dell'Orologio (la piazza porta il nome di un personaggio bulgaro ma è comunemente chiamata così anche da quasi tutti i cittadini). Cammino abbastanza piano per via del dolore alle anche, aspettando che si riscaldino i muscoli. Il percorso è tortuoso a causa dei lavori che si protraggono dall'estate scorsa e che probabilmente, con i ritmi bulgari, arriveranno a fine anno. Si sta rifacendo completamente la pavimentazione della zona pedonale, che è abbastanza vasta e impegnativa, perché con l'occasione si sostituiscono i vecchi cavi e tubazioni con materiali di ultima generazione. Non so chi paga questi lavori, ma il dato positivo è che, da quando la Bulgaria è entrata a far parte della Comunità Europea, l'aspetto viario della città è lentamente stato stravolto in meglio.
Auto parcheggiate sui marciapiedi
Un vezzo, o piuttosto una cattiva abitudine, a Pazardjik, è quella di parcheggiare le automobili sui marciapiedi. Quelle così parcheggiate, infatti, non le tocca nessuno, ma se lasci l'auto ai bordi della strada (ma non in seconda fila) anche solo per un minuto, corri il rischio che venga portata via dai carri addetti alla rimozione, che girano in continuazione fino alle diciotto e sono sveltissimi nel caricarla o sfilarti, in ogni caso, 15 leva se il proprietario torna velocemente per spostarla. Adesso ai bordi dei marciapiedi stanno applicando paletti in cemento distanti un metro, per evitare che le macchine vi possano parcheggiare. 
In cambio sono aumentati i parcheggi a pagamento sia nel numero che nelle tariffe che da 0,50 sono passati a 1,20 leva ed è stata estesa la zona disco. Dal che si deduce che l'Europa, nel bene e nel male, sta arrivando anche qui. Tutto viene fatto in funzione di adeguamento alle direttive europee. L'ultima cosa che tutti si augurano, invece, è che l'euro arrivi il più tardi possibile o mai.
Rimozione auto alla garibaldina
In banca ritiro la pensione e subito dopo inizia la diaspora. Il percorso è quasi sempre lo stesso. All'ufficio postale pago il consumo mensile di elettricità, invero molto poco rispetto alle bollette italiane (cucina, boiler, riscaldamento, televisore, computer, luce: tutto elettrico), l'acqua, l'assicurazione sanitaria per Renata all'Agenzia delle entrate, alla M-Tel la fattura telefonica, da Bulsatkom i 16 leva mensili per la connessione internet.

Anche qui  Dolce Vita
Finita momentaneamente la via crucis monetaria, vado a riposare le stanche membra al bar Dolce Vita. E' questi un elegante locale aperto quasi un anno fa da una giovane coppia bulgara rientrata dall'Italia. Lei pasticciera lui gelataio, hanno saputo dare al locale quel tocco di italianità intesa come qualità dei prodotti artigianali ed accoglienza del cliente (1), che rapportata al pressappochismo degli altri locali, lo rende quasi unico: gelato, torte, caffè e cappuccino all'italiana lo rivela una spanna superiore agli altri e molto apprezzato dai bulgari che cercano qualcosa di diverso. Una coppa di gelato e tre mignon ritemprano i miei muscoli. Ci salutiamo cordialmente e mi ributto nell'affollato viavai che contraddistingue il centro. Ancora oggi mi domando: “se tutta questa gente sta qui, ma quanti sono quelli che lavorano?”.
(1) In Bulgaria è frequentissimo entrare in un locale e doversi cercare un posto senza essere accolto da qualcuno che ti agevoli o ti saluti, così come andarsene dopo aver consumato senza salutare né essere salutati. I bulgari stessi mi dicono che per loro è una cosa normale, quindi paese che vai usanze che trovi.

Più negozi che abitanti
La città di Pazardjik è tutta una lunga sequela di negozi. L'ho notato quando, cinque anni or sono, l'ho vista per la prima volta. E' la città delle farmacie, dei chioschi, dei giornalai, dei caffè, delle banche, dei bancomat, delle statue, delle sale gioco, supermercati e alimentari, calzature, una infinità nell'abbigliamento e affini nuovo e usato, e così via; tutto un negozio, insomma, con una particolare caratteristica che io chiamo del “mordi e fuggi”. Succede, infatti, di vedere aprire un nuovo negozio e dopo un paio di mesi lo trovi improvvisamente chiuso. Aprire e chiudere un esercizio commerciale è di una facilità incredibile (chiudere molto più facile). Molti credono di trovare nel commercio una soluzione alternativa al lavoro che manca, ma non appena si rendono conto di quanto sia pesante l'attuale crisi, all'arrivo delle prime scadenze chiudono baracca e burattini. 
Venditori volanti dei propri poveri prodotti
Ai normali negozi bisogna aggiungere, poi, una miriade di piccoli venditori di frutta, verdura o latte, posti con qualche cassetta negli angoli di strada, povera gente che con una bilancia e una sediolina cerca di vendere i prodotti del proprio orto o il latte della propria capra, per arrotondare la misera pensione.
Una cosa molto positiva è, però, che in una piccola città come Pazardjik, vi siano parecchi negozi di alimentari, dove anche la notte si può fare la spesa o trovare sigarette (per chi fuma).

Pazaruvam (la spesa) al mercato
Composizioni floreali dell'amica Petia
I lavori di pavimentazione mi costringono a continue gimcane; attraversando piazza della Torta sono sovrastato dalle due grandi statue bronzee di Spartacus e del Leone, mi avvio così verso il mercato per fare un po' di spesa. Le uniche verdure che qui si possono trovare sono gli spinaci, due tipi di insalata, tanta verza, cavolfiori, broccoli, porro, e poi pomodori, peperoni, cetrioli, patate, melanzane e barbabietole. Non si conoscono, purtroppo, finocchi, carciofi, cicoria, asparagi, bietola, radicchio, agretti, puntarelle e tanti altri nostri pregevoli prodotti, mentre si trovano molti tipi di frutta, c'è poi l'angolo delle spezie in polvere dove noi italiani passiamo senza fermarci perché non incontrano i nostri gusti. Pur avendo la Bulgaria una grande produzione di ottimi funghi sono pochi i bulgari che li apprezzano e vengono destinati al mercato estero, al pazar (mercato) si trovano solamente gli champignons. Per poter mangiare dei porcini o degli ovuli bisogna conoscere qualche broker che li commercia e comprarli da lui dai sei ai dieci leva al chilogrammo. La goduria è doppia: prima per la bontà del prodotto e dopo pensando al costo.
Strabuzzo gli occhi, arrivando al mercato, nel vedere il prezzo delle patate. Hanno sempre avuto un costo medio di 0,70 leva, mentre adesso costano da 1,30 a 1,60 leva. Non conosco il motivo di questo raddoppio, mentre tutti gli altri prodotti rientrano nella normalità. Dovrò informarmene. Compro insalata, cipollotti, pomodori e banane, non mi sento di portare a piedi troppo peso. Passo davanti al negozio di maslini (olive) e la gola mi tenta. Davanti a me almeno venti tipi di olive diverse, scelgo tre tipi e li aggiungo al peso precedente.
La chiesa di S. Michele Arcangelo
Lentamente mi avvio verso casa. Passo davanti alla chiesa di S. Michele Arcangelo che dista cento metri da casa mia. La guardo, mi fermo un attimo e poi decido di entrare con tutta la zavorra. Accendo tre candele per i defunti seguite da una preghiera e mi avvio all'uscita, una signora mi guarda con un po' di curiosità, avendo visto, forse, il mio segno di croce, differente dal loro. La chiesa, infatti, è ortodossa ma per me Dio e Madonna non hanno qualifiche.
Abbastanza stanco arrivo finalmente a casa, salgo i due piani e butto tutto sulla poltrona. Ho dimenticato di fare il rifornimento mensile nella farmacia sotto casa. Rifletto un po' e poi decido di rimandare a domani, per oggi basta e avanza. Il restante programma della giornata, tra computer e televisione, è già deciso.
E' una giornata tipo? No, semplicemente una giornata come tante, una volta fredda, un'altra calda, un'altra ancora nevosa (poche). Con la primavera inizia anche qualche piacevole variante. La mia giornata di pensionato, insomma...

sabato 19 marzo 2011

E' iniziata la corsa ai pozzi libici

19 marzo 2011: Sarkozy-Day
Nel post del 9 u.s. avevo paventato la possibilità di un intervento militare in Libia contro Gheddafi. Eccolo, finalmente ci siamo. Ieri sera, per la prima volta, abbiamo visto (anzi, ci hanno fatto vedere) un aereo abbattuto dalla contraerea degli insorti. Non so se quei fatti siano avvenuti ieri o fossero immagini cosiddette di repertorio, ma questo ha “costretto” Sarkozy a convincere gli alleati inglesi e americani, a cui seguono l'Italia e la Lega araba – benedicente l'Onu – a tirar fuori i suoi Mirage e iniziare lo sfratto a Gheddafi.
Questo preambolo potrebbe apparire come una difesa a oltranza di Gheddafi, invece sono sinceramente contento che si sia trovata, finalmente, la volontà e il coraggio di cacciar via questo dittatore sanguinario. Quanto all'Italia, abbiamo proditoriamente strappato il trattato di amicizia che ci “affratellava” e abbiamo messo a disposizione, per il prossimo attacco, le nostre basi aeree che stanno a un tiro di fucile dalla Libia.
Sono soltanto sconcertato dall'ipocrisia con la quale si vuol far credere al mondo che questa sia una iniziativa umanitaria, per evitare il massacro dei civili libici. Immagino Sarkozy che negli ultimi giorni ha perso il sonno al pensiero di questa carneficina e improvvisamente, dopo l'apparizione di San Nicola, decide che bisogna intervenire per aiutare questi disgraziati, convincendo anche gli altri partners che è proprio San Nicola a volere questo intervento.
Noi almeno, nel nostro piccolo, avevamo stipulato un trattato di amicizia, eravamo partners privilegiati nei rapporti commerciali, avevamo le nostre migliori industrie a lavorare in Libia, un buon azionariato libico nella nostra borsa, un accordo che impediva e ostacolava le partenze dei disperati dalla Libia a Lampedusa. Sì, Gheddafi effettivamente è un gran figlio di puttana, ma almeno lo conosciamo. Qualcuno sa chi arriverà domani al posto suo?
Né, d'altronde, possiamo esimerci dal partecipare all'azione militare. Se l'Onu, la Nato e persino Obama, Nobel per la pace, hanno deciso di seguire Sarkozy in questa guerra santa, non possiamo tirarci indietro. Anche perché chi arriva per primo stipulerà il contratto più vantaggioso. E penso che la Francia parta proprio favorita, mentre noi abbiamo strappato un contratto che avevamo già in tasca.
Auguri Italia e, soprattutto, auguri corregionali lampedusani...

giovedì 17 marzo 2011

Italia amore mio

Buongiorno PATRIA MIA !


Buon 150° Compleanno

Bossi  Ti  vorrebbe  tutta  Verde
Casini  Ti  vorrebbe  tutta  Bianca
Bersani  Ti  vorrebbe  tutta  Rossa

Agli Italiani piaci come sei: TRICOLORE


mercoledì 9 marzo 2011

Ma questi massacri in Libia chi li ha visti?

Il meraviglioso popolo di internet sta mettendo a dura prova i trentennali regimi arabi. I primi due, Tunisia ed Egitto, sono già crollati e il terzo è ancora in bilico perché la situazione interna e gli armamenti glie lo permettono, ma presto cadrà anche quello libico di Gheddafi. Mi auguro che il tam-tam dei social network, appoggiato dalla popolazione, continui imperterrito e si estenda a tutti i popoli che vogliono cacciare i propri tiranni; non sarà facile, ma i primi risultati stanno dando buoni frutti. Non ho dubbi che tutta questa gente, che scende in piazza anche a farsi ammazzare, aneli sinceramente alla libertà, alla democrazia e a migliori condizioni di vita. Nutro molti dubbi, invece, sulla maturità sociale di popoli abituati per secoli a chinare la schiena, che probabilmente avranno nel loro prossimo salvatore il futuro tiranno.
La cosa che più mi ripugna, tuttavia, è l'atteggiamento falso e moralistico di Europa e Stati Uniti. Hanno seguito le crisi tunisina ed egiziana, dapprima affacciati al balcone per vedere come sarebbero andate le cose, poi – vista la piazza che avanzava sempre più – hanno preso posizione aperta invitando prima Ben Ali e poi Mubarak a lasciare il potere, perché i loro interessi, oramai, li avrebbero trattati con i futuri vincitori.
Con Gheddafi si sta ripetendo il ritornello. Voglio ricordare che il rais è stato considerato per tanti anni, giustamente, un assassino terrorista e radiato dal consesso internazionale. Poi, negli anni, l'atteggiamento di Gheddafi è cambiato fino a riconoscere e risarcire lautamente le vittime della famosa strage dell'aereo della Pan American che aveva fatto esplodere a Lockerbie. Il lupo si è travestito da agnello. Ben felici, tutti gli Stati, di poter riprendere i vecchi rapporti commerciali con l'ex assassino terrorista, anzi cercando negoziazioni e vie preferenziali rispetto ad altre nazioni. Lungi da me difendere questo abietto individuo, mi corre l'obbligo, però, di approfondire l'argomento e fare alcune considerazioni.
Europa e Stati Uniti, di pari passo, hanno seguito attentamente gli avvenimenti, con prudenti accenni e avvertimenti alla calma e alla pacificazione, proseguendo poi con velate minacce a Gheddafi non appena Bengasi e poi altre località sono cadute in mano agli insorti. Giornalmente apprendiamo, dai giornalisti della stampa e televisione internazionali, di bombardamenti, raid aerei sulle popolazioni e sulle località strategiche per il regime. Prima ancora si è parlato di migliaia e migliaia di morti e fosse comuni. Dalle descrizioni e dalle notizie dei telegiornali si desume che dovrebbe trattarsi di una tragedia immane.
Europa e Stati Uniti, insieme alle Nazioni Unite, stanno studiando il modo di bloccare questo eccidio, probabilmente creando una no-fly zone e altre sanzioni. Forse io non seguo adeguatamente i telegiornali, ma risulta a qualche lettore di aver visto mai una volta che in televisione si siano visti questi mitragliamenti e bombardamenti aerei di cui danno notizia? così come qualche centinaio (non dico migliaia) di morti per le strade? o tutte queste fosse comuni? (le uniche di cui abbiamo avuto notizia si sono rivelate una bufala). Mi dispiacerebbe moltissimo ma vorrei essere smentito da qualche lettore che questi eccidi e queste migliaia di morti li ha visti; eppure, con la tecnologia odierna, non è possibile o è molto difficile filmare queste scene? basterebbe un cellulare. Di sicuro, ed è quasi fisiologico, qualche migliaio di morti ci saranno, ma migliaia vuol dire proprio tanti.
Arrivo alla conclusione. E' stato invaso l'Iraq, qui con migliaia e migliaia di morti, iracheni militari e civili, americani, inglesi, italiani e della Nato, per abbattere un dittatore che avevano descritto il terrore del mondo, con armi inesistenti di distruzione di massa, e invece alla fine si è rivelato la solita tigre di carta. Questa azione ha innescato una miccia che sta sconvolgendo mezzo mondo. E' morto il dittatore, è proliferato il terrorismo. Non vorrei che le notizie provenienti dalla Libia siano gonfiate ad arte per autorizzarne un'eventuale invasione, onde liberare la popolazione dal dittatore assassino, che potrebbe anche avere armi nucleari. Questo potrebbero raccontarci. Al dramma degli sbarchi a Lampedusa aggiungeremmo la tragedia della guerra, questa volta a una scorreggia da casa nostra.   

lunedì 7 marzo 2011

Assistenza sanitaria per pensionati italiani in Bulgaria

Avevo promesso di far conoscere e descrivere – per i lettori del blog e per gli italiani residenti in Bulgaria o prossimi futuri – l'iter burocratico per ottenere il diritto all'assistenza sanitaria gratuita. Oggi, dopo circa quattro mesi, posso dire di aver completato in prima persona questa pratica, per cui mi accingo a farne un dettagliato resoconto per gli interessati che – viste le vicende italiane – mi sembrano ognor più numerosi.
Per prima cosa bisogna richiedere all'Inps il formulario E121 facendo presente la propria posizione di pensionato residente in Bulgaria. L'Inps provvederà a spedire tre copie del formulario alla Asl di appartenenza dell'utente, e questa – a sua volta – spedirà all'interessato un questionario da compilare e un'autocertificazione da sottoscrivere.
Alla Asl di appartenenza bisognerà rispedire il questionario debitamente compilato, la fotocopia di un documento di riconoscimento valido, fotocopia del codice fiscale, il numero di codice regionale sanitario, fotocopia del certificato di pensione, da quale data si prende la pensione, un certificato di residenza bulgaro nel quale si attesta da quale data si risiede in Bulgaria (il mio l'ho richiesto all'ufficio di polizia sezione immigrazione).
La Asl di appartenenza, ricevuto il questionario, spedirà al richiedente le tre copie del formulario E121 debitamente compilate. Queste copie dovranno essere consegnate alla Sdravna Kasa bulgara che provvederà a completare ulteriormente il formulario, fa compilare e sottoscrivere all'interessato una dichiarazione, tiene per sé una copia del formulario, ne spedisce un'altra alla Asl in Italia e consegna la terza copia al pensionato.
A questo punto, ne non sopravvengono altri intoppi burocratici, la pratica dovrebbe essere pronta e, volendo, da quel momento si può scegliere il medico di famiglia. Ogni tre mesi, tuttavia, bisognerà comunicare alla Sdravna Kasa se sono sopravvenute eventuali variazioni.
Per chi si accingerà all'impresa, pazienza e buon lavoro...

P.S. - Il mio amico Alessandro, dalla Finlandia, mi riferisce che il padre vuole sapere perché non scrivo più sul blog. Rispondo direttamente al padre.
Caro Ferruccio, eccomi di nuovo. E' vero, mi sono bloccato. Sono talmente nauseato nel vedere quello che sta accadendo in Italia, che mi si è bloccata anche la penna. Vorrei che l'inchiostro di questa penna diventasse merda, per poterla tirare in faccia a quella miserabile canea sinistrorsa e a quella magistratura politicizzata, che per silurare Berlusconi, che ha tutti i diritti costituzionali per governare, sta mandando in rovina la nostra meravigliosa nazione bloccando l'azione di governo e sputtanandoci nel mondo. Questa accozzaglia pseudodemocratica fasulla giustizialista e masochista sta consegnando l'Italia e il Parlamento a una magistratura che si sta sostituendo, giorno dopo giorno, al potere legislativo ed esecutivo come gli ayatollah in Iran. Mi consola solo il pensiero che il popolo italiano, se dovesse andare a votare, si sposterà sempre più a destra, alla faccia di questi arruffapopoli da un soldo e mezzo. Un caro saluto e sempre... Viva l'Italia e muoiano i filistei.